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Il tamarillo è una pianta esotica conosciuta anche come albero del pomodoro.
La sua origine è Sud-Americana, ma ormai viene coltivato con successo in tutte le aree con clima sub-tropicale del pianeta. Anche in Italia è possibile coltivare il tamarillo, con ottime soddisfazioni. È una pianta che produce per lunghi periodi dell’anno, è molto generosa ed è facile da coltivare. L’importante è conoscere le sue caratteristiche e praticare le giuste cure.
In quest’articolo scopriamo tutti i segreti dell’albero del pomodoro.
Identificazione, origine e diffusione
Il tamarillo, nome scientifico Cyphomandra betacea, è una pianta appartenente alla famiglia botanica delle Solanaceae, la stessa di importanti e più note coltivazioni come pomodoro, patata, melanzana, peperone.
L’appartenenza botanica e la somiglianza dei piccoli frutti fanno sì che il tamarillo sia conosciuto in tutto il mondo come albero del pomodoro.
La specie è originaria di paesi quali: Perù, Cile, Ecuador, Colombia e Bolivia. In queste regioni viene tuttora coltivato nei giardini e in piccoli frutteti, essendo tra i frutti più amati e popolari.
Altri stati che coltivano il tamarillo sono le aree subtropicali, in paesi quali: Ruanda,
Sudafrica, India, Hong Kong, Cina, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda.
In Europa viene coltivato in maniera intensiva solo in Portogallo, mentre in Italia è presente nei frutteti familiari, nelle zone costiere del Sud, della Liguria e delle isole.
Caratteristiche botaniche del tamarillo
Il tamarillo è una pianta arbustiva che raggiunge dimensioni ragguardevoli. Nelle giuste condizioni, può arrivare anche a 5 m di altezza. Ha una crescita molto rapida (1,5 m in un anno) ed entra in produzione precocemente, già a partire dal secondo anno. Di contro, non ha la longevità di un classico albero da frutto, solitamente non supera i 12 anni di vita.
Ha un apparato radicale piuttosto espanso, ma poco profondo, per cui non ha un ottimo ancoraggio al terreno. La pianta non sopporta i periodi di lunga siccità e i forti venti.
L’albero del pomodoro di solito si forma su di un unico tronco eretto, con numerose ramificazioni laterali. Il tronco è di colore grigiastro e di consistenza semi-legnosa.
Foglie
La pianta di tamarillo è molto apprezzata dal punto di vista estetico. Ha grandi foglie, che ricordano quelle della paulownia tomentosa in fase giovanile.
Sono alterne sui rami, cuoriformi e dotate di un robusto picciolo.
Il colore è verde intenso, anche se nei primi anni di vita possono avere sfumature di rosso e una leggera peluria.
Tratto distintivo delle foglie di tamarillo è il loro pungente odore quando vengono sfregate tra le dita.
Fiori e impollinazione
I fiori del tamarillo sono ermafroditi, spuntano all’ascella delle foglie sulle nuove ramificazioni. Si trovano riuniti in infiorescenza a corimbo, che portano in media 10 fiori, dai quali, in seguito all’allegagione, si possono sviluppare grappoli di 6 frutti. Il fiore è di colore bianco-rosato.
La specie è autofertile, per cui si può ottenere una produzione soddisfacente anche coltivando una sola pianta. Tuttavia, l’impollinazione incrociata favorisce un incremento della produzione.
L’impollinazione è operata da api e altri insetti impollinatori (entomofila).
La fioritura è scalare, alle nostre latitudini inizia in primavera. La maturazione del frutto avviene dopo circa 6-8 mesi.
Frutti
I tamarillos sono piccoli frutti a forma di uovo, lunghi, a seconda della varietà, dai 4 ai 6 cm. Hanno colori variegati, dal giallo all’arancione, fino al rosso e quasi al viola.
In alcune varietà si possono notare delle lunghe strisce longitudinali sulla buccia.
I frutti di colore rosso hanno un sapore più acidulo, mentre quelli giallo-arancio sono più dolci.
La buccia è abbastanza coriacea e insapore. La polpa è morbida, ma compatta. Contiene numerosi semi, del tutto simili a quelli del pomodoro comune.
Mediamente un frutto pesa sui 40 g.
Varietà di tamarillo coltivate
Ci sono molte varietà di albero del pomodoro che si possono coltivare nel nostro orto domestico.
Le tipologie di tamarillo coltivate nel mondo sono:
- Ruby Red, di origine neozelandese, produce di frutti di grandi dimensioni e di colore scuro. Per diminuire l’acidità viene fatto maturare ulteriormente per quasi un mese dopo la raccolta.
- Oratia Red, di grosse dimensioni, di colore rosso e dal gusto abbastanza acido.
- Ecuadorian Orange, frutto più piccolo e colore arancione, dal gusto più dolce.
- Goldmine, altra varietà neozelandese, di colore giallo oro, con un ottimo gusto.
- Rothamer, selezionato in California, apprezzato per la buona pezzatura dei frutti. La buccia è rossa, la polpa è giallastra e dolce. Dà vita a un albero del pomodoro molto grande, con una produzione abbondante.
Come coltivare il tamarillo
Esigenze climatiche
Il tamarillo è una specie naturalizzata nelle aree sub-tropicali. Il clima ideale per la crescita è quello con abbondanti precipitazioni, elevata umidità, temperature massime non troppo elevate e valori minimi non inferiori a – 2 *C.
È dunque una pianta che tollera il freddo, ma non resiste al gelo prolungato.
Ama altresì il caldo, ma non i lunghi periodi di siccità.
Può quindi essere coltivato dove vi sia disponibilità d’acqua per le irrigazioni estive.
Nel nostro Paese le regioni indicate a coltivare il tamarillo sono quelle nelle quali si coltivano gli agrumi (limoni, arance, chinotto, mandarino, ecc.) o gli altri frutti esotici (avocado, mango, banane, feijoa, guava, annona, ecc).
L’esposizione migliore è quella in mezz’ombra, con adeguati frangivento.
Altro accorgimento è quello di prevedere una rete ombreggiante per proteggere l’albero dall’insolazione nei mesi estivi.
Terreno e concimazione
Come per tutte le altre Solanacee anche la coltivazione del tamarillo riesce bene in terreni leggeri, profondi, con una buona dotazione di sostanza organica. Come detto le radici dell’albero del pomodoro non sono troppo profonde, per cui il terreno deve essere lavorato finemente negli strati superficiali.
Il pH ideale è quello dal sub-acido al basico, che va da 5,5 a 8,5 nella scala di misurazione.
Importante è che il suolo sia ben drenato, onde evitare pericolosi ristagni idrici che possono provocare malattie crittogamiche e marciumi radicali.
Si consiglia una buona concimazione di fondo, ammendando al terreno di coltivazione del tamarillo un po’ di sostanza organica. Questa può essere letame maturo, compost domestico o humus di lombrico.
Semina del tamarillo
È molto semplice riprodurre il tamarillo da seme. Tra l’altro i semi sono facilmente reperibili, in un’ampia gamma di varietà.
Il periodo ideale di semina coincide con quello del pomodoro, ovvero dalla fine di febbraio fino alla fine della primavera. Si può usare la tecnica della semina con i semenzai in polistirolo, utilizzando un terriccio molto fine. Se anticipiamo i tempi, ovvero seminiamo in febbraio/marzo, il semenzaio deve essere tenuto in un luogo protetto e possibilmente riscaldato.
I giovani germogli potrebbero facilmente perire con un abbassamento notturno delle temperature.
Le piantine sono pronte per il trapianto quando hanno raggiunto i 15-20 cm di altezza. Si possono trasferire in un vaso più grande o direttamente a terra. All’esterno non andrebbero messe a dimora prima del mese di maggio.
Riproduzione per talea
Il tamarillo si riproduce facilmente anche per talea. L’operazione va fatta in primavera, prelevando la talea da ramificazioni intermedie di piante sane.
Una volta prelevata dalla pianta madre, la talea deve essere posta in un vaso di almeno 14 cm di diametro, con un substrato che va tenuto sempre ben umido. Per aumentare le probabilità di attecchimento si consiglia l’uso di ormoni radicanti, una polvere che viene usata per ricoprire la parte terminale della talea, ovvero quella che va nel terreno.
Dopo circa due mesi la piantina è pronta per la messa a dimora nel terreno.
Distanze d’impianto
Molto importanti sono il sesto d’impianto e anche il luogo. Consideriamo che il tamarillo è praticamente una pianta perenne, non può quindi essere soggetta alle rotazioni colturali annuali dell’orto.
Deve essere scelta, dunque, una zona dove possa crescere indisturbato per molti anni.
È altresì una pianta dal grande sviluppo, in grado di fare molte ramificazioni e quindi volume. Tra una pianta e l’altra devono essere lasciati almeno 2 m di distanza.
Irrigazione
Come detto, una coltivazione di tamarillo non sopporta la siccità. Anche quando lo si coltiva in forma domestica, deve essere previsto un impianto d’irrigazione, possibilmente a goccia.
L’apporto idrico deve essere costante, ma senza esagerare. Meglio dare l’acqua poco e spesso. Naturalmente, in presenza di precipitazioni naturali non bisogna irrigare.
Controllate sempre lo stato superficiale del terreno di coltivazione per verificare se sia umido.
Cure colturali
Per limitare l’apporto idrico, un’ottima soluzione è quella della pacciamatura naturale in paglia, juta o lana di pecora.
La pacciamatura ci aiuterà inoltre a tenere la base del tronco libera dalle erbe infestanti.
Ovviamente, lo strato dovrà essere periodicamente rinnovato.
Se non disponiamo di pacciamatura, l’albero del pomodoro deve essere periodicamente ripulito mediante sarchiatura.
Potatura del tamarillo
La potatura del tamarillo è un’operazione importante nella coltivazione della pianta. Ci aiuta infatti a contenere le dimensioni della chioma, facilita le operazioni di raccolta e migliora la pezzatura dei frutti.
Possiamo praticare una potatura di allevamento, tagliando in punta le giovani piante di un anno di età, in modo da limitarne la crescita in altezza e stimolando l’emissione di ramificazioni laterali.
La potatura di produzione si fa a fine inverno, tagliando i rami troppo vecchi o danneggiati e praticando tagli di ritorno sulle ramificazioni che hanno già prodotto.
Altra operazione di potatura è la scacchiatura dei germogli basali, del tutto simile a quella che abbiamo studiato per il pomodoro.
La difesa biologica del tamarillo
Anche la difesa biologica del tamarillo da parassiti e malattie ha molte affinità con il pomodoro.
Rimandiamo all’approfondimento sui diversi articoli per i corretti interventi.
Parassiti
Elenco dei parassiti:
Malattie
Elenco delle malattie:
Raccolta dei frutti
Il tamarillo è una pianta molto produttiva, pensate che un singolo esemplare può produrre fino a 20 kg di frutta in un anno.
La maturazione dei frutti è scalare, questo ci dà la possibilità di avere i tamarillos quasi tutto l’anno. Una volta raccolti, i frutti possono continuare a maturare in luogo fresco e asciutto. In questo modo diventano più dolci.
Proprietà nutrizionali e usi del tamarillo
Il tamarillo è un frutto dal sapore particolare, alcuni lo definiscono asprigno e intenso, ma fortemente aromatico.
Si può mangiare tal quale, come un normale ortaggio, basta aprirlo in due e con il cucchiaino estrarre la delicata polpa.
È ottimo anche nella trasformazione in sciroppi, confetture e frullati.
È povero di calorie, circa 40 per ogni frutto, ma è ricco di vitamine (C ed E), beta carotene e ferro.
Approfondimenti
- The tamarillo (Cyphomandra betacea): A review of a promising small fruit crop – ResearchGate (in inglese).
- Structure of a galactoarabinoglucuronoxylan from tamarillo (Solanum betaceum), a tropical exotic fruit, and its biological activity – ScienceDirect (in inglese).
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Spettacolare frutto