La Paulownia tomentosa, conosciuta anche come Kiri, albero dell’imperatrice o più semplicemente paulonia, è una specie arborea originaria dell’Asia orientale. Da qualche anno sta iniziando a diffondersi anche nel nostro Paese. L’interesse per questa pianta appartenente alle Lamiales sta crescendo in tutto il mondo per via dei suoi eccellenti usi ambientali e industriali.
Si tratta, infatti, di un albero dalla crescita velocissima e con un legno molto pregiato, che ha, inoltre, la capacità di assorbire molte sostanze inquinanti per l’ambiente.
In quest’articolo vi faremo conoscere le caratteristiche botaniche di questa pianta e i suoi usi principali. Vedremo inoltre come coltivare una paulownia tomentosa nel modo giusto, usando solo tecniche biologiche.
L’albero di Paulownia tomentosa
La Paulownia tomentosa è un albero dell’ordine delle Lamiales, famiglia botanica delle Paulowniaceae.
Luogo di origine
Nelle zone orientali d’origine (Cina) vive nei boschi misti di caducifoglie o in ampie aree destinate alla coltivazione intensiva.
Storia
Arriva in Europa ad inizio 800, importata dalla “Compagnia Olandese delle Indie Orientali”. Il nome Paulownia tomentosa deriva dalla principessa russa Anna Pavlovna, figlia dello Zar Paolo I.
Negli ambienti in cui è stata introdotta, la pianta ha una diffusione spontanea più ampia.
In Italia è presente in tutte le regioni ed è conosciuta anche con il nome semplice di paulonia. Si trova con facilità in ambienti ruderali, ad esempio ai margini dei boschi, in zone rupestri come quelle dei ripidi versanti rocciosi, o lungo le sponde dei fiumi.
Ma anche in zone urbane è molto facile trovare quest’albero dell’imperatrice. Ad esempio tra le fessure delle pavimentazioni nei giardini, sotto i muraglioni, in aree verdi abbandonate. In ambito forestale è una specie pioniera, capace di colonizzare alla svelta le zone colpite da incendi o altre situazioni al limite, come gli allagamenti.
Caratteristiche dell’albero dell’imparatrice
Caratteristica peculiare della paulownia tomentosa è la sua crescita veloce. In soli 3 anni l’albero può facilmente superare i 12-15 m di altezza. All’età adulta può arrivare fino a 20 m.
La pianta di paulonia è maestosa, con un’ampia chioma molto ramificata e un naturale portamento espanso ed elegante. È una specie decidua.
Da adulta ha la corteccia del fusto grigia, con superficie liscia. Il legno è chiaro, molto leggero, ma altrettanto resistente. Nell’età giovanile si sviluppa come un fusto eretto e ramificato, pieno di grandi foglie.
La pianta ha uno spiccato dimorfismo fogliare, con una netta differenza tra gli esemplari giovani (con foglie enormi) e quelli adulti (con foglie più piccole).
Le foglie di paulownia tomentosa sono verdi, tipicamente cuoriformi (apice acuto e base cordata). Inoltre, sono lunghe fino a 40 cm e con un diametro altrettanto importante. Hanno una leggera peluria, con evidenti nervature e un odore forte e penetrante. Le troviamo singole e opposte sui fusti.
Specie nella forma giovanile, la paulonia può confondersi con le piante del genere Catalpa. In particolare la specie Bignonia catalpa, simile nell’aspetto delle foglie.
Con gli anni, però, la pianta stabilizza la sua crescita e riduce le dimensioni del fogliame, divenendo inconfondibile
Fiori e semi di paulownia tomentosa
La fioritura della paulownia tomentosa fiorisce in tarda primavera, tra i mesi di aprile e maggio. È molto appariscente, e questo ne fa un albero perfetto per uso ornamentale, anche con un singolo esemplare in giardino.
Il fiore è formato da una grande pannocchia piramidale, che può essere lunga fino a 50 cm. Inoltre, ha un corto peduncolo (1-2 cm) e un calice lungo circa 1,5 cm con 5 lobi. La corolla va dai 5 ai 7 cm, molto profumata, bilabiata e campanulata. Il colore è un vistoso lilla-violetto.
In generale, le infiorescenze sono ricche di ghiandole contenenti olio essenziale.
L’impollinazione è entomofila, cioè operata da api e altri insetti impollinatori. I fiori producono grandi quantità di polline e nettare, perciò sono molto graditi alle api, che riescono a produrre un ottimo miele uniflorale.
Il frutto è costituito da una capsula biloculare, di forma ovoidale e appuntita (lunga fino a 4,5 cm). Questa ha al suo interno fino a duemila semi alati, lunghi fino a 4 mm.
Un albero adulto di paulownia tomentosa può arrivare a produrre anche 20 milioni di semi in una stagione. E questa grande mole di semi può dispersi col vento ad una distanza di 10 km. Per questo la pianta si diffonde facilmente, fino a diventare infestante.
La capsula che contiene i semi si apre tra l’inverno e la primavera. Il seme però attecchisce solo se ha le giuste condizioni a livello di terreno e illuminazione.
Come coltivare la paulownia tomentosa
La coltivazione della paulonia può avere diverse finalità. Naturalmente è diverso coltivare un albero di paulownia in giardino per fini ornamentali, oppure avviare una coltivazione specializzata per ricavarne il legno o da affiancare ad un’azienda di apicoltura.
Nel primo caso è molto facile che la paulownia tomentosa ve la troviate spontanea nel terreno, visto che si diffonde facilmente. Noi vi consigliamo di non considerarla un’infestante e curarla come le altre piante dell’appezzamento.
Per una coltivazione intensiva, gli accorgimenti colturali sono maggiori, anche se la rusticità dell’albero dell’imperatrice è proprio il tratto caratteristico che rende questa specie molto interessante.
Come si riproduce la paulownia tomentosa
La paulownia tomentosa si può riprodurre per sia sessuata, quindi da seme, o per via vegetativa (talea).
La riproduzione da seme è consigliata soprattutto per le piccole coltivazioni, finalizzate più che altro all’uso ornamentale.
I semi si trovano facilmente nei negozi.
La semina diretta si effettua a primavera, procedendo poi a diradare i giovani germogli.
La talea è più adatta per chi vuole riprodurre una specie identica a quella già coltivata. Ad esempio è molto diffusa tra chi pratica permacultura.
È una tecnica facile da eseguire. Basta prelevare giovani germogli all’ascella delle ramificazioni. Il periodo migliore è sempre la primavera.
Nelle coltivazioni intensive di paulonia si preferisce impiantare piante derivanti da cloni selezionati. Queste sono acquistabili nei vivai specializzati e sono capaci di massimizzare le rese produttive.
Di quale clima necessita la paulonia
La paulownia tomentosa è una specie estremamente adattabile.
Predilige un clima mite e la coltivazione dal piano alla collina, ma cresce bene anche in montagna.
Resiste sia al freddo invernale che ai lunghi periodi di siccità estiva.
Se stiamo coltivando un impianto specializzato, con cloni selezionati, avremo a disposizione piante che crescono in un range di temperatura dai -27 °C ai + 48°C.
La posizione migliore è quella soleggiata, ma va bene anche la mezz’ombra.
Qual è il terreno ideale per il Kiri
Per quanto riguarda il terreno agricolo migliore sul quale coltivare il kiri abbiamo a disposizione un’ampia scelta.
Alla pianta sono molto graditi i seguenti tipi di terrano:
- Suoli profondi e drenanti;
- Terra mista a roccia di piccole dimensioni;
- Terra sabbioso;
- Terreno argilloso (con argilla 20%) e che diano luogo a ristagno idrico;
- limitrofi a stagni salmastri;
- troppo salini.
Il pH del terreno ottimale per la coltivazione del Kiri è quello compreso tra 5,5 e 8.
Come preparare il terreno
In una coltivazione intensiva di paulonia il modo migliore per preparare il terreno è quello della lavorazione con il ripper (ripuntatore) Solo nei terreni più difficili si pratica l’aratura.
Come mettere a dimora un albero di paulownia
La piantumazione delle piantine di paulownia tomentosa si può effettuare in autunno (settembre/ottobre) o all’inizio della primavera (marzo/aprile).
I cloni selezionati vengono di solito venduti in piccoli vasi di plastica, del diametro di 10 cm. Non occorre pertanto fare grosse buche per piantare. Occorre invece porre attenzione a non rovinare il giovane apparato radicale e rischiare una moria post-piantumazione.
Sesto d’impianto del kiri
La distanza a cui piantare le paulownie differisce dal fine della coltivazione, se è industriale od ornamentale.
Nel primo caso il sesto d’impianto può essere molto fitto, 4m x 4m.
Nel secondo caso dobbiamo tenere conto degli spazi nel nostro giardino. Ad ogni buon conto, è necessario lasciare almeno una distanza di 8m tra una pianta e l’altra.
Come curare la paulownia tomentosa
Come più volte sottolineato, la paulownia tormentosa è una specie assai rustica, dunque non ha bisogno di molte cure.
Il periodo critico è quello subito dopo la messa a dimora, quando la pianta deve ancora fare attecchire il suo apparato radicale.
In questo periodo il terreno deve essere sempre ben umido, in modo da consentire al fittone di scendere in profondità.
Quindi, sia in autunno che in primavera, bisognerà irrigare la pianta se non ci sono precipitazioni naturali.
Nel resto della sua vita vegetativa la pualownia tomentosa non ha bisogno d’irrigazione. Certo, in estate se ne avvantaggia, ma può sopravvivere senza.
La concimazione è utile solo su terreni poco fertili, magari reduci da cicli intensivi di altre colture. In questo senso, un buon concime organico è il compost. In alternativa possiamo optare per del letame maturo, da spargere e ammendare sul terreno prima dell’impianto.
L’eventuale concimazione annuale, sempre con il compost o il letame, è bene effettuarla tra l’autunno e l’inverno.
Su terreni molto fertili è controproducente apportare nuovo fertilizzante.
Come potare la paulownia tomentosa
La potatura della paulownia tomentosa è finalizzata a contenere la sua spiccata attività pollonifera. In un solo anno, infatti, i polloni possono crescere fino a 5 m, specie se la pianta ha sviluppato un buon apparato radicale e trova un terreno favorevole. Altro fattore che influenza in positivo il ricaccio dei polloni è l’esposizione ombreggiata.
Se vogliamo crescere una paulownia tomentosa ad albero, dobbiamo quindi rimuovere periodicamente i polloni. Il momento migliore per farlo è in autunno-inverno, nel momento del riposo vegetativo.
Se la coltivazione dell’albero dell’imperatrice è ad uso ornamentale, altri tagli sono necessari sulle ramificazioni solo per arieggiare la chioma e rimuovere parti secche o danneggiate.
Taglio tecnico della paulownia tomentosa
Nei giovani impianti specializzati, dove si coltivano i cloni selezionati della paulownia tomentosa si esegue il cosiddetto taglio tecnico.
Questo si effettua sul tronco, indipendentemente dal diametro dello stesso, nel primo inverno successivo alla messa a dimora.
Ad esempio, se abbiamo messo a dimora la pianta in autunno (ottobre) effettueremo il taglio tecnico a febbraio dell’anno successivo.
Dopo il taglio tecnico, con temperature favorevoli, la pianta inizierà ad emettere nuovi polloni. Questi, all’altezza di 50 cm andranno eliminati, lasciandone solo uno contro-vento, in posizione dominante rispetto al tronchetto.
Il pollone lasciato in crescita avrà una veloce spinta verso l’alto.
Questa operazione, è chiamata anche riceppatura. Consente lo sviluppo del tronco con poca ramificazione, con una crescita fino ai 6-9 m.
Con questo tipo di taglio si ottiene un legname pregiato, senza nodi e con pochi difetti.
Già dopo tre anni dal taglio tecnico si può iniziare il taglio totale del tronco per la produzione.
Negli impianti specializzati di paulonia il tronco viene tagliato anche a cadenza quadriennale. In questo modo si ottengono tronchi di diametro maggiore e quindi una resa produttiva molto interessante.
Come difendere l’albero di paulownia tomentosa dai parassiti
Uno dei grandi vantaggi nella coltivazione della paulownia tomentosa è che una specie molto resistente a parassiti e malattie. Non si segnalano, infatti, attacchi importanti nel nostro Paese. Questo può dipendere dalla capacità della pianta di attirare a sé gli insetti utili. si tratta quindi di una specie perfetta per creare delle infrastrutture ecologiche.
Gli utilizzi ambientali della paulonia
L’interesse crescente per la paulownia tomentosa è dovuto agli usi ambientali che se ne possono fare.
Con il suo imponente apparato vegetativo e la sua velocità di crescita, si stima che la pianta sia una delle specie migliori al mondo per l’assorbimento del CO2.
Altra caratteristica della paulonia è la sua capacità di assorbimento dei metalli pesanti, quindi utile per depurare i terreni inquinati, limitrofi ai siti industriali o chimici.
In ambito urbano, inoltre, il Kiri si usa lungo le strade alberate, poiché il suo ampio fogliame negli esemplari giovani può assorbire le polveri sottili.
È poi una specie perfetta per la ri-forestazione delle aree gravemente colpite dagli incendi.
In ambito forestale si usa per consolidare i terreni soggetti a frane e smottamenti.
Tuttavia, nonostante tutti questi benefici, la diffusione spontanea della paulownia tomentosa deve essere tenuta sotto controllo. Il rischio è che diventi infestante e soppianti le specie autoctone, diminuendo quindi il livello di biodiversità dell’ambiente.
Gli usi industriali della paulonia
La coltivazione della paulonia è interessante anche per i diversi usi commerciali, industriali e agricoli a cui si presta.
Innanzitutto può essere una pianta molto redditizia in apicoltura. Da un ettaro di coltivazione intensiva si possono ottenere fino a 1000 kg di ottimo miele.
Per gli usi del legno vi diciamo che quest’albero dell’imperatrice è noto nell’industria mobiliera come alluminio di legno; questo nome è dovuto alla sua grande malleabilità.
In pochi anni il legno di quest’albero è pronto per essere trasformato e usato in diversi ambiti:
- edilizia
- mobili e arredamenti (casa e giardino)
- nautica
- strumenti musicali
- rifiniture
Si tratta di un legname che si contraddistingue per la sua chiarezza e raffinatezza. Inoltre ha un’altissima resistenza al fuoco e alla perforazione.
Della paulownia tomentosa inoltre, non si butta via nulla. Il fogliame lo si può usare in ambito zootecnico. E gli scarti del legno sono una valida biomassa per produrre energia pulita.
8 commenti
Per iniziare la coltivazione della Paulownia a chi mi devo rivolgere ?
Cordialmente Luigi
Dipende cosa intendi fare. Se vuoi eseguire tu il lavoro, cerca i semi o i cloni (che trovi nei vivai specializzati) e segui tranquillamente le indicazioni dell’articolo.
Ecco come ampliare il rischio di un’altra minaccia per la biodiversità (in Trentino già abbiamo il problema di un’altra specie giapponese che sta distruggendo le aree intorno ai fiumi e la provincia ha dovuto sborsare 400 mila euro per provare ad arginare il danno). La gente deve smettere di piantare cose a caso senza badare alle conseguenze.
Nell’articolo sono spiegati chiaramente i pro, i contro e le accortezze da prendere…
Capisco e sono d’accordo, ma il discorso vale per la coltivazione. Mentre la piantumazione di singole piante, per abbellire il proprio giardino credo che non arrechi nessun danno. Ad esempio, io ho la fortuna di avere un grande giardino mediterraneo, sulla costa tirrenica del Sud Italia. Era pieno di palme, bellissime, alte, alcune di oltre 50anni…Ho lottato tantissimo contro la devastazione del punteruolo rosso, arrivando a essere l’unico in tutta la zona ad avere palme. Poi, anche per vicende personali-familiari, ho mollato e purtroppo il punteruolo ha distrutto tutto, parlo delle Phoenix canariensis, perchè ne ho di vari tipi e quelle diverse dalle Canariensis resistono benissimo. Devo anche dire che giovani palme, spontanee, stanno crescendo, peròanche queste vengono attaccate…
Arrivo al punto, vorrei piantare nelle zone ormai “vuote “dalla perdita delle suddette palme alberi che facciano ombra e che crescano velocemente, pensavo appunto alla Pauwlonia Tomentosa (quella con i fiori viola, perchè quelle che si vedono per uso legno mi sembrano orrende) oppure la Catalpa…Non credo che così facendo possa arrecare danno alla biodiversità o all’ecosistema, o no? Inoltre, cosa ne pensate di questa scelta, avete eventuali suggerimenti?
Grazie
P
Sono interessato alla Paulonia per il semplice fatto che nel prossimo autunno mi trasferisco in California, la mia compagna mi diceva che vogliono risolvere il problema della siccità, andrò a realizzare impianti per trasformare i rifiuti urbani in biodiesel ed elettricità il residuo Biochar verrà distribuito nel deserto del Mojave che confina con Los Angeles, questi ha una produzione di acqua depurata da acque nere di 8.000 Metri cubi giorno, con un impianto di irrigazione a goccia per la popolazione sarebbe possibile piantumare 3200 ettari all’anno, considerato che la California ha subito grandi incendi è necessario mettere a dimora a posto di piante bruciate la Paulonia, sapendo che nel periodo aprile ottobre ha bisogno ogni pianta di circa 4 litri di acqua al giorno, realizzando un dissalatore, considerato che la superficie del deserto californiano sono 40.000Km2, con 20 anni sarebbe tutto rimboschito, contattatemi per sviluppare tale coltivazione in California. Ossequi Giuseppe Muzj
Salviamo il pianeta
Ciao
La paulownia fa parte di tereno agricolo o forestiere?
Grazie