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Lo spino di Giuda (Gleditsia triacanthos) è un albero appartenente alla famiglia delle Fabaceae, sottofamiglia delle Caesalpinioideae. Per l’assonanza del nome e l’appartenenza botanica, a volte viene confuso con l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum), ma si tratta in realtà di due specie distinte.
Lo spino di Giuda è originario degli Stati Uniti orientali e fu introdotto in Europa intorno al 1700. Nel nostro Paese è oramai una specie naturalizzata, che cresce spontanea, anche se viene spesso coltivata a scopi ornamentali, sia nei giardini privati che nei parchi pubblici.
Scopriamo quindi le caratteristiche botaniche della Gleditsia triacanthos e le tecniche di coltivazione biologica.
Origine del nome Gleditsia triacanthos
La nomenclatura botanica di Gleditsia triacanthos ha un’etimologia così composta. Il nome del genere, Gleditsia, è un omaggio al botanico tedesco Johann Gottlieb Gleditsch, che nel ‘700 fu direttore dell’orto botanico di Berlino. Mentre l’epiteto triacanthos deriva dalle parole greche τρεῖς= tre e ἄκανθα=spina, ovvero “con tre spine”, in chiaro riferimento alla forma delle spine che ricoprono l’albero.
Il nome volgare spino di Giuda, a volte spinacristi, è un riferimento alla famosa corona di spine della passione di Cristo.
Descrizione dello spino di Giuda
La Gleditsia triacanthos è un albero di medie dimensioni che raggiunge al massimo 25-30 m nelle nostre regioni (45 m negli Usa). Cresce in maniera relativamente veloce e ha una buona longevità (100-150 anni). È una specie eliofila e caducifoglia, la quale sviluppa un tronco dritto e una chioma ampia e densa di rami. Si tratta di un albero irto di spine, sia sul tronco che sui rami. Le spine sono presenti soprattutto sugli alberi giovani, sono molto dure, a 3 terminazioni o semplici, lunghe da 10-20 cm sul tronco, 7-12 cm sui rami.
La corteccia è inizialmente liscia, di colore grigiastro, con il tempo si fessura evidenziando delle placche grossolane.
Foglie
Le foglie dello spino di Giuda sono pennate e di due tipi. Quelle che spuntano sui rami a inizio primavera sono tutte semplicemente pennate, molto simili a quelle dell’acacia (Robina pseudoacacia). Vi sono poi quelle che compaiono alla fine della primavera, le quali sono bipennate, in cui l’asse centrale delle foglie (rachide) è ramificato e le singole foglioline sono portate da queste ramificazioni.
Le prime sono composte da 20-30 foglioline di 2-3 cm, oblungo-lanceolate, debolmente dentate, vellutate nella pagina inferiore sulla nervatura mediana, colore verde chiaro. Le seconde, che possono avere fino a 14 ramificazioni, portano foglioline più piccole (0,8-2 cm).
Fiori
La Gleditsia triacanthos è una specie dioica, ovvero che porta i fiori femminili e maschili su individui differenti. I singoli fiorellini sono di piccole dimensioni e si trovano riuniti in infiorescenze a grappolo sui rami di un anno. Il colore è giallo-verdastro, la fioritura avviene tra maggio e giugno ed è molto gradita ad api e altri insetti impollinatori. Ha un buon potenziale mellifero.
Frutti
Lo spino di Giuda fruttifica nei mesi estivi, producendo dei baccelli pendenti, molto lunghi (fino a 35 cm), di forma piatta e più o meno ricurvi. Il baccello è inizialmente verde e tenero, a piena maturità si indurisce e diventa color rosso-brunastro. Al suo interno sono contenuti numerosi semi bruni e appuntiti.
I semi di gleditsia sono commestibili, a differenza di quelli dell’acacia che sono tossici. Vengono consumati e dispersi dagli animali erbivori, soprattutto bovini ed equini.
In tal senso i baccelli si possono usare come foraggio.
Gli usi dello spino di Giuda
La coltivazione dello spino di Giuda nel nostro paese ha soprattutto finalità ornamentali. Grazie al fogliame molto piacevole e al grazioso profumo dei fiori è un albero decorativo, ottimo come esemplare isolato in giardino. È una pianta rustica, che sopporta molto bene i tagli, per cui viene impiegata anche per la formazioni di siepi, impenetrabili grazie alla presenza delle dure spine. Viene altresì piantata per formare le alberature stradali.
Usi nei paesi di origine
Lo spino di Giuda ha diversi usi. Nelle zone di origine, in passato, veniva coltivato anche per il legno, il quale è innanzitutto un ottimo combustibile. Il legno dello è duro e abbastanza pesante, con alburno bianco-giallastro e il duramen bruno o rosato. Resistente all’umidità, si fende molto bene e veniva usato per costruire carri e le traversine ferroviarie. Attualmente viene utilizzato per la costruzione di mobili artigianali.
Tra le popolazioni indigene dell’America settentrionale, i frutti erano usati come alimento, non solo per gli animali. I baccelli, il cui involucro coriaceo è ricco di zuccheri, in seguito a fermentazione sono ottimi per produrre una sorta di birra.
Come coltivare lo spino di Giuda
La Gleditsia triacanthos è una specie piuttosto rustica, la quale non teme particolarmente il freddo essendo caducifoglia.
Predilige i terreni freschi e ricchi di humus di origine alluvionale, ma riesce a vegetare bene anche in quelli più secchi e calcarei.
Resiste ottimamente al vento, anche quelli salmastri, e all’inquinamento atmosferico (e ciò spiega la sua diffusione in contesti urbani).
Come esposizioni gradisce quelle in pieno sole, ma anche in mezz’ombra non ha grossi problemi a vegetare.
Moltiplicazione e messa a dimora
Lo spino di Giuda si moltiplica facilmente da seme. La semina si effettua a inizio primavera
usando dei piccoli vasetti che vanno mantenuti in una posizione soleggiata e con il terriccio sempre ben umido. Le giovani piantine crescono velocemente una volta germogliate, arrivando a 30 cm di altezza alla fine del primo anno. Sono però più sensibili al gelo e quindi andrebbero riparate durante l’inverno, usando una serra fredda o un’abbondante pacciamatura naturale con paglia.
Nella primavera successiva si può mettere il giovane alberello direttamente a dimora o trapiantarlo in un vaso più grande e aspettare il terzo anno per il trapianto definitivo. Dal momento del trapianto in piena terra, l’albero inizia a svilupparsi con molto vigore.
Lo si può anche moltiplicare per picchettaggio dei polloni basali.
Distanze d’impianto e finalità colturali
Lo spino di Giuda può essere impiantato come albero singolo in giardino, in tal caso ha bisogno solo di 5-6 m di spazio libero intorno a sé. Se vogliamo invece formare delle fitte siepi e sfruttare le spine dell’albero per renderle impenetrabili, la piantumazione deve essere più fitta, piantando le giovani plantule a 1 m di distanza le une dalle altre.
Concimazione
Per quanto riguarda la concimazione, basta quella organica di fondo al momento del trapianto, seguendo le regole classiche di come si pianta un normale albero da frutto.
Irrigazione
L’irrigazione è necessaria per le giovani piantine in vaso in modo che non soffrano e riescano a sviluppare un buon apparato radicale prima della messa a dimora definitiva.
Una volta effettuato il trapianto dello spino di Giuda, bisognerà provvedere all’irrigazione solo nei primi anni di vita e in estate, fino a quando la pianta non sarà ben affrancata.
Potatura
La potatura dello spino di Giuda dipende dalla forma di allevamento prescelta. Se si vuol coltivare un esemplare singolo, si dovranno eliminare periodicamente i polloni. La potatura della chioma può limitarsi alla rimonda da parti secche o danneggiate, lasciando sviluppare l’albero in forma libera. Se invece lo coltiviamo per la formazioni di siepi, i tagli di potatura dovranno essere più incisivi, cimando periodicamente gli apicali della siepe stessa e lasciando sviluppare i polloni, in modo che le piante diano luogo alla formazione di una massa compatta e, come detto, impenetrabile.
1 commento
NON LO SAPEVO MOLTO INTERESSANTE