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Il nome scientifico dell’albero di acacia è Robinia pseudoacacia. Volgarmente è nota anche come gaggia o robinia ed è una specie molto presente nel nostro Paese.
Originaria del Nord-America, dove forma dei boschi puri, fu importata nel vecchio continente agli inizi del seicento, ad opera di J. Robin, che curava l’orto botanico del re di Francia. In Italia arriva due secoli più tardi, ma inizia velocemente a diffondersi e ad avere importanza in ambito forestale. Si tratta di una specie molto invasiva, capace di adattarsi ad ogni tipo di terreno, dal piano fino alla collina.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche dell’acacia, vediamo quali funzioni ambientali può avere nell’eco-sistema, e capiamo anche quali sono i rischi di una sua eccessiva espansione.
Caratteristiche dell’acacia
Il nome acacia deriva dal termine greco akis=spina. Il riferimento è a una delle caratteristiche principali di questa specie, ossia i rami ricoperti da forti aculei.
L’albero appartiene alla famiglia botanica delle Fabaceae ed è caducifoglia, ovvero si spoglia completamente durante l’inverno. Può assumere un portamento eretto nelle migliori condizioni di crescita, ma può anche avere forma di arbusto cespuglioso nei terreni più difficili.
Ha una radice all’inizio fittonante, poi superficiale ed estesa, con una forte tendenza pollonifera. Essendo una leguminosa ha simbiosi con batteri del genere Rhizobium, che fissano l’azoto atmosferico nel terreno.
Con la forma ad albero raggiunge anche l’altezza di 25-30 metri, sviluppando un tronco vigoroso, dalle caratteristiche inconfondibili. Da giovane, la gaggia ha una corteccia con disegni reticolati, poi screpolata con incisioni longitudinali e vistosi nodi. Il colore è dapprima bruno-rossiccio, a maturità tende al grigiastro.
Foglie
Le foglie dell’acacia sono alterne sui rami spinosi, dotate di picciolo, imparipennate.
La forma è ovale-ellittica, mentre il colore è verde brillante nella pagina superiore, più sbiadite in quella inferiore.
Fiori
I fiori dell’acacia sono la parte più preziosa dell’albero. Sono di tipo ermafrodito e si trovano riuniti in infiorescenze a racemo, lunghe dai 10 ai 30 cm. Sono portati all’ascella delle foglie.
Hanno la corolla tipica delle papilionacee, simile a quella del fagiolo, di colore bianco. Sono molto vistosi, profumati e ricchi di nettare.
Sono fiori particolarmente amati dalle api, con cui riescono a produrre un miele monoflorale, chiaro e fluido, molto gustoso: il famoso miele d’acacia.
Dunque si tratta di una specie mellifera, che fiorisce da aprile a giugno.
Frutti
I frutti dell’acacia sono dei legumi, grandi dai 5 ai 10 cm.
Hanno una forma schiacciata, di colore bruno-rossastro, pieni di semi reniformi, molto duri, bruni con macchie scure.
Il baccello si apre a maturità in autunno, ma persiste sulla pianta anche in inverno.
Gli usi alimentari dell’acacia
Oltre che per produrre il delizioso miele d’acacia, i fiori sono commestibili anche tal quali.
Si possono raccogliere prima della completa apertura ed è bene che vengano privati dei gambi.
Si usano per la preparazione di ottime confetture miste, alle quali regalano un gradevole aroma. Un po’ simile al fiore di sambuco, il fiore d’acacia è dolce e profumato. In alcune regioni il grappolo intero viene immerso in pastella e poi fritto, ottenendo così una pietanza gustosa che lascerà a bocca aperta i vostri commensali.
Sempre dai fiori si estrae un prezioso olio essenziale, che viene adoperato nella profumeria.
Anche i semi sono commestibili, ma di scarso gusto e valore.
Altre parti della pianta sono tossiche, in particolare le spine, la cui puntura genera una grossa infiammazione.
Un ottimo miele d’acacia lo trovate qui.
Altri usi
L’acacia, oltre che in apicoltura, può anche avere importanti utilizzi in ambito forestale. Molto apprezzata, infatti, è la sua capacità di consolidare i terreni declivi e vulnerabili. Inoltre, è una specie molto resistente agli incendi e può essere pioniera.
Problematiche legate all’acacia
Tuttavia in Europa la gaggia è considerata infestante, a causa della velocità di crescita e diffusione. Con il suo imponente apparato radicale, infatti, rischia di soffocare le giovani piante di specie autoctone, come possono essere la quercia e il castagno.
Inoltre, la sua grande adattabilità, la fa trovare a suo perfetto agio dalla costa fino agli oltre 1000 m di altitudine. La conseguenza è quella di uniformare gli orizzonti vegetali, causando una perdita in biodiversità.
4 commenti
Ciao
Non saprei a chi chiedere, chi meglio di ha scritto questo articolo?
Le acacie potrebbero essere utilizzate per “eliminare” un canneto?
Se le radici dell’acacia sono così fitte, è possibile che limitino la propagazione dei rizomi delle canne?
Grazie
Le canne potrebbero essere più veloci dell’acacia nella crescita. Quindi è un tentativo che si può fare, ma di incerta riuscita.
Salve, se in un bosco ceduo ci fossero distribuiti castagni, querce e acacie… al fine di usare legna per uso personale e fare un po’ di spazio sarebbe quindi meglio tagliare l’acacia per lasciare più respiro a querce e castagni? grazie
Fu utilizzata principalmente per consolidare le scarpate artificiali delle linee ferroviarie. Il termine di “gaggia” dalle nostre parti è usato per la mimosa.