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Non tutti lo sanno ma esistono diversi tipi di terreno agricolo, ognuno con delle proprie caratteristiche. Per ogni contadino, sia che operi a livello professionale che in ambito domestico, è fondamentale capire con che tipo di terreno ha a che fare. Ogni pianta, infatti, si adatta e cresce meglio su un determinato tipo di suolo piuttosto che su un altro. Anche noi di Coltivazione Biologica, nel momento in cui descriviamo una coltura, specifichiamo sempre qual è il tipo di terreno ideale per la crescita sana e rigogliosa.
Oggi daremo alcune definizioni che ci permetteranno di capire quali sono le caratteristiche e le peculiarità del nostro terreno. In questo modo individueremo le giuste scelte agronomiche, in termini di lavorazioni, concimazione, irrigazione e scelta delle cultivar adatte.
Suolo e terreno agricolo
Secondo una nota e semplice definizione, il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre in grado di ospitare la vita vegetale. Il terreno agricolo, invece, è quella parte di suolo che, per le sue caratteristiche, meglio si presta ad essere usata dall’uomo per l’agricoltura. Quest’ultimo, quindi, è diverso dal suolo naturale, anche per via delle ripetute lavorazioni e dei vari interventi agronomici. Il terreno agricolo, inoltre, non può essere visto come un’entità inerte, ma piuttosto come un sistema dinamico in continua evoluzione. Su questo terreno gli interventi dell’uomo dovrebbero dunque essere conservativi e migliorativi.
I diversi tipi di terreno agricolo

Diagramma di Thompson per valutare i terreni agricoli
Per classificare i diversi tipi di terreno agricolo, la prima caratteristica da studiare è la tessitura. Questo studio ci rivela, infatti, le diverse percentuali di particelle minerali di cui il terreno stesso è costituito. La percentuale di particelle solide viene distinta per classi granulometriche, ovvero per dimensione. La tessitura ci consente di capire le proprietà fisico meccaniche del suolo agrario.
I principali elementi costitutivi del terreno agricolo sono:
- Scheletro
- Sabbia
- Argilla
- Limo
- Humus
Sabbia, limo e argilla costituiscono la cosiddetta “terra fine”. A seconda delle diverse percentuali di questi elementi si possono classificare i diversi tipi di terreno agricolo in varie classi tessiturali. Per farlo basta seguire lo schema del diagramma di Thompson (in foto).
Vediamo cosa sono questi elementi nel dettaglio.
Scheletro
Con il termine “scheletro” si intendono le particelle più grosse del terreno, ossia quelle superiori ai 2 mm di diametro. Parliamo di elementi comuni quali: le pietre, la ghiaia, il ghiaietto, i ciottoli.
Queste particelle di grosse dimensioni sono le meno adatte per le coltivazioni, in quanto non trattengono l’acqua e rendono difficile l’esecuzione di diverse operazioni colturali.
Sabbia
La sabbia è rappresentata da elementi più piccoli di quelli dello scheletro, ma ancora relativamente grandi.
Esistono diversi tipi di sabbia, che si distinguono a seconda delle dimensioni dei granuli. In generale questi hanno grandezza compresa fra i 50 micron e i 2 mm.
Un ulteriore distinzione è quella nelle seguenti sottoclassi di sabbia:
- Molto fine, fra 50 e 100 micron
- Fine, fra i 100 e i 250 micron
- Media, fra 250 e 500 micron
- Grossa, fra 500 micron e 1 mm
- Molto grossa, da 1 a 2 mm
La presenza della sabbia rende il terreno agricolo facilmente permeabile e lavorabile. C’è però da dire che una sua eccessiva presenza pone problemi di fertilità. La sabbia, infatti, non trattiene l’acqua e i sali minerali, elementi necessari per la nutrizione delle piante.
Argilla
L’argilla, al contrario di quanto si pensi, rappresenta l’elemento più fine del terreno. Ha elevate proprietà colloidali, ossia è costituita da piccolissimi minerali che si cementificano tra di loro, dando vita a uno strato molto compatto e difficilmente permeabile. La tendenza dei terreni agricoli troppo argillosi è quella di provocare ristagni idrici e asfissia radicale. Questo crea problemi di fertilità fisica del terreno.
D’altro canto l’argilla ha la capacità di trattenere gli elementi nutritivi e quindi migliora la fertilità biologica.
Limo
Il limo rappresenta frazioni di terreno con caratteristiche intermedie a quelle della sabbia e dell’argilla. In particolare, le limose più grandi hanno proprietà analoghe a quelle della sabbia, le più fini a quelle dell’argilla, fatta eccezione per le proprietà colloidali. Il limo, in sostanza, ha i pregi e i difetti della sabbia e dell’argilla, e questi, in parte, si auto-compensano.
Suoli con molto limo sono di difficile gestione agronomica e pongono problemi di fertilità fisica e meccanica, oltre che biologica.
Humus
L’humus rappresenta la componente organica del terreno agricolo. E’ la parte più fertile e deriva da processi di maturazione e decomposizione della sostanza organica.
La presenza di questo elemento dona fertilità al terreno, che riesce a trattenere meglio l’acqua e gli elementi nutritivi.
Per capirlo meglio vi consigliamo questi approfondimenti sulla lombricoltura e l’humus di lombrico.
La classificazione dei terreni
I terreni possono essere classificati in vario modo, a seconda degli elementi presenti. Ci sono i terreni di medio impasto, quelli sabbiosi o sciolti, quelli argillosi, i limosi e gli humiferi.
Terreno di medio impasto
Questo tipo di terreno presenta frazioni di sabbia, limo e argilla in quantità tali che nessuna prevale sull’altra. Il terreno di medio impasto è il migliore per chi pratica agricoltura, poiché crea le condizioni ideali per lo sviluppo equilibrato delle piante.
La tessitura di questo tipo di terreno, di solito, è costituita da:
- 50-70% di sabbia
- 25-40% di limo
- 5-15% di argilla
- Percentuali superiori al 2% di humus
- Scheletro trascurabile
In presenza di un terreno del genere, l’obiettivo è il mantenimento della struttura. Questo si ottiene con lavorazioni limitate, apporto costante e non eccessivo di sostanza organica, adeguate rotazioni colturali, irrigazione a goccia. Inoltre, sono importanti le tecniche agronomiche di salvaguardia del suolo come la pacciamatura naturale.
Terreno sabbioso o sciolto
Il terreno sabbioso è quello composto da una quantità di sabbia superiore al 70% e l’argilla sempre inferiore al 30%. Come accennato, se ci sono alte percentuali di sabbia la superficie è semplice da lavorare, ha ottima permeabilità, è ben areata e si riscalda con velocità.
Allo stesso tempo, però, questo tipo suolo è poco fertile. La distanza tra le particelle costituenti, infatti, rende difficile la permanenza delle sostanze nutritive negli strati superiori utili alle radici. Il terreno sabbioso, inoltre, ha bisogno di irrigazione frequente, specie in estate. Per correggerlo e migliorarlo si consiglia un elevato apporto di sostanza organica, ad esempio attraverso il letame maturo o stallatico biologico (che trovate qui).
Si può anche optare, in alternativa, per un uso massiccio di compost domestico.
Terreno argilloso
I terreni agricoli argillosi sono quelli in cui il contenuto di argilla è mediamente superiore al 45%.
Vengono definiti “pesanti”, per le difficoltà nelle lavorazioni e la tendenza a trattenere troppo l’acqua, dando luogo ai ristagni idrici. Come sappiamo il questi ristagni possono essere un grave problema per la maggior parte delle colture. Spesso provocano crescita stentata e fanno insorgere marciumi e malattie.
Come abbiamo accennato però, i terreni argillosi trattengono, oltre all’acqua, anche gli elementi nutritivi. Questa caratteristica aumenta di molto la fertilità del suolo, virtù, quest’ultima, che può essere sfruttata con i dovuti accorgimenti. Ad esempio si può provvedere ad operazioni di drenaggio o di sgrondo delle acque superficiali.
Per migliorare la struttura della terra si consiglia anche in questo caso l’aggiunta di sostanza organica prima delle lavorazioni. E’ consigliabile altresì aggiungere della sabbia di fiume, in modo da compensare l’eccessiva presenza di argilla.
Terreno limoso
Un terreno è da considerarsi limoso quando possiede una quantità di limo superiore all’80%. Si tratta di terreni in cui è difficile coltivare, dove si formano zolle durissime e crostoni superficiali tenaci. Hanno bassissima permeabilità e generano ristagni idrici e asfissia radicale. Sono inoltre suoli poveri di sostanze nutritive, a differenza dei terreni argillosi, che sono compatti, ma ricchi.
Il terreno limoso si riconosce con facilità, in quanto è molto polveroso quando il clima è secco. D’altro canto, in presenza d’acqua si trasforma in fango e ha una consistenza saponosa.
A meno di grossi interventi strutturali è sconsigliato praticare agricoltura in questo tipo di terreni.
Terreni humiferi
Infine abbiamo i terreni humiferi. In sostanza, sono quei terreni in cui il contenuto di sostanza organica supera il 10%. In natura sono di norma rappresentati dai terreni boschivi, torbosi.
Nella pratica contadina sono quei terreni gestiti in modo corretto, con costante apporto di sostanza organica e che subiscono pratiche colturali non intensive.
La composizione del terreno agrario
La composizione del terreno agrario dipende da più fattori concorrenti. Il principale fattore è la natura stessa del suolo, quindi la consistenza del substrato pedo-genetico e le modalità con cui si è arrivati alla sua formazione ed evoluzione. Un secondo fattore è rappresentato, nei terreni coltivati, dalle pratiche agronomiche a cui questi vengono sottoposti periodicamente.
Nel suolo agrario sono presenti organismi viventi e componenti organici morti, in diversi stadi di decomposizione e di trasformazione. In pratica parliamo di quella che normalmente conosciamo come sostanza organica del terreno.
Gli organismi vanno contemporaneamente considerati come abitatori del suolo e come componenti organici che ne determinano la fertilità.
Piante
Tra questi abbiamo innanzitutto le piante, che penetrano con le radici nel complesso minerale del terreno, lo arricchiscono di sostanza organica e ne migliorano la struttura.
Un suolo nudo è sicuramente più povero di sostanza organica, di un terreno con adeguata copertura vegetale.
Animali
Vi sono poi gli animali (lombrichi, vermi, millepiedi, talpe, roditori, insetti, acari, gastropodi). Questi provvedono principalmente allo sminuzzamento degli organi morti delle piante. Un’importanza particolare in questa funzione ce l’hanno i lombrichi, i quali operano una vera e propria canalizzazione del terreno, rimescolandolo e arricchendolo di sostanza organica, grazie alle proprie secrezioni digestive.
Come sappiamo, l’attività di trasformazione della sostanza organica di questi anellidi è sfruttata in allevamenti specializzati per la produzione del famoso humus di lombrico.
Microrganismi bioriduttori
La sostanza organica che determina la composizione del terreno agrario, comprende anche i microrganismi bioriduttori. Questi decompongono i residui organici delle piante e degli animali presenti nel suolo, finché tutta la sostanza organica non viene ossidata e mineralizzata, cioè trasformata in composti inorganici (anidride carbonica, acqua, sostanze minerali).
I principali rappresentanti dei microrganismi che vivono nel terreno sono: i batteri e i funghi.
Batteri

Rizobi
I batteri presenti nel terreno costituiscono la massa principale dei microrganismi e sono presenti soprattutto in tipi di terreni ben areati e con pH da alcalino a leggermente acido. Si nutrono principalmente di sostanze facilmente decomponibili, ricche di carbonio e azoto. In ambienti favorevoli, si riproducono con grande rapidità.
Molte specie batteriche operano un ruolo essenziale nei cicli degli elementi nutritivi. Un esempio è quello dei rizobi, batteri che operano in simbiosi con le radici delle piante leguminose. Questi sono in grado di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, grazie all’azione di un particolare enzima endogeno, la nitrogenasi.
Con la simbiosi s’instaura un flusso positivo di nutrienti tra i due partner (pianta e batterio). Questo incrementa inoltre la fertilità del suolo: grazie a pratiche agronomiche come il sovescio l’azoto fissato nel terreno sarà disponibile per le coltivazioni successive.
Un altro particolare ordine di batteri presenti nel terreno agrario sono gli attinomiceti, molto attivi quando il suolo è povero di ossigeno (condizioni di anaerobiosi).
Funghi
Altri microrganismi che contribuiscono alla composizione del suolo agrario sono i funghi. Quanto più difficile è la decomposizione dei residui vegetali e quanto più acidi sono i terreni, tanto più intensa è la loro attività bioriduttrice (vegetali eterotrofi).
Alcuni gruppi di funghi sono specializzati nella decomposizione della lignina e nella sua trasformazione in composti più semplici.
Molti altri vivono in simbiosi con gli apparati radicali delle piante, generando effetti positivi; un esempio sono le micorizzie.
Altri funghi invece sono parassiti delle piante e possono causare gravi danni, come marciumi radicali e del colletto.
Humus
La sostanza organica non vivente presente nel suolo agrario prende il nome di humus.
Composti minerali
Come accennato, oltre alla sostanza organica, la composizione del terreno agrario è dovuta alla presenza di composti minerali. Questi sono essenzialmente costituiti da silice e silicati di alluminio, potassio, ferro, magnesio. Possono essere presenti in cristalli di grosse dimensioni (sabbia) o in particelle più piccole, a comportamento colloidale, disposte in strati sottili (argille minerali).
Dalla degradazione dei silicati si liberano elementi come alluminio, ferro, manganese e altri che si trovano nel terreno sotto forma di ossidi e idrossidi.
Altri elementi come azoto, fosforo, potassio, magnesio, sodio e il cloro sono presenti sotto forma di sali. Questi in parte sono solubili nell’acqua del terreno e in parte insolubili.
Sempre presenti sono i carbonati alcalino-terrosi come il calcare (CaCO3), il carbonato di magnesio (MgCO3) e la dolomia (CaMg(CO3)2).
Il contenuto di calcare e carbonati solubili (calcare attivo) influenza la struttura del terreno, le proprietà chimiche (pH, potere tampone) e l’assorbimento di elementi nutritivi da parte delle piante. Più i terreni sono calcarei, maggiore è la difficoltà per le piante di assorbire i nutrienti.
Conclusioni
Siamo giunti alla fine di quest’articolo dedicato alla classificazione dei terreni in base alla loro struttura fisica. In un futuro approfondimento parleremo della reazione chimica del terreno, spiegando la differenza tra terreni acidi, neutri e alcalini. Ulteriore elemento per effettuare le giuste scelte di coltivazione.
4 commenti
interessante e istruttivo
Ottimo
Grazie 🙂
Ottimo servizio