Un problema che ogni buon contadino si pone è quello di capire come irrigare l’orto nel modo giusto. La quantità di acqua da dare alle piante, infatti, non è sempre la stessa. Inoltre, non è semplice comprendere ogni quando innaffiare. In genere, l’orto primaverile-estivo, a causa delle stagioni sempre più siccitose degli ultimi anni, ha bisogno di un’accurata irrigazione. Il gran caldo, a cui la siccità è associata, aumenta l’evaporazione dell’acqua che arriva sul terreno, mettendo in crisi le coltivazioni, che necessitano quindi della giusta annaffiatura. Ma la corretta gestione dell’acqua da dare all’orto dipende da molte variabili. Innanzitutto, bisogna sapere come e quando irrigare, anche perché un eccesso può causare gravi malattie. Inoltre, essendo l’acqua una risorsa limitata, deve essere gestita efficientemente. In quest’articolo forniamo dunque una guida completa su quando e come innaffiare le piante e irrigare l’orto.
Realizzare un sistema di irrigazione a goccia ►
Quanta acqua dare alle piante dell’orto
La domanda più comune che ci si pone parlando dell’irrigazione dell’orto è: “Quanta acqua devo dare alle piante?” Molti resteranno delusi dalla risposta, ma inevitabilmente bisogna rispondere: “Dipende”. Irrigare le piante dell’orto non è un esercizio statistico-matematico, quanto piuttosto uno sforzo di osservazione e comprensione. I fattori che influenzano la scelta, dunque, sono molteplici e la risposta non può essere unica per ogni situazione. Vediamo quali sono questi fattori e in che modo compiere quindi la scelta più adatta alle nostre coltivazioni.
Fattori ambientali che influenzano l’irrigazione dell’orto
I fattori ambientali sono i primi da tenere in considerazione quando si somministra l’acqua al nostro orto. Ecco quali sono:
- stagione di coltivazione
- temperature e umidità
- frequenza delle precipitazioni
- tipo di terreno su cui si coltiva
- esposizione e localizzazione del terreno
L’esempio della bietola
Ci sono piante che possono essere coltivate in più stagioni, come ad esempio la bietola, che è presente quasi tutto l’anno. Con questo esempio è facile capire che una cosa è l’acqua che la pianta richiede in autunno, con precipitazioni più frequenti, temperature più basse, giornate più corte, etc. Un’altra cosa è l’irrigazione da fare alla pianta in primavera-estate. Sembra banale sottolinearlo, ma quando piove, non c’è bisogno di dare acqua all’orto per molto tempo. In una normale stagione autunnale c’è davvero poca esigenza. Ma ci sono anche primavere ed estati piuttosto piovose, in cui il nostro intervento sarà limitato.
Capire la terra
Chi fa il contadino deve essere anche un buon meteorologo o comunque vivere in stretto contatto con le previsioni del tempo. Le condizioni meteo stagionali vanno incrociate con le caratteristiche del nostro terreno. Ci sono, ad esempio, terreni argillosi e compatti, che trattengono molta acqua, e in cui un eccesso d’irrigazione può essere molto dannoso. Viceversa ci sono terreni sabbiosi, che faticano a trattenere l’acqua, in cui bisogna intervenire di più con l’irrigazione artificiale. Anche il fattore esposizione non è da sottovalutare. Un’esposizione dal lato sud è sicuramente più soleggiata di una a nord, per cui sarà maggiore la necessità d’acqua. Vi possono essere poi delle ombreggiature artificiali, come quelle di siepi, alberi, ecc. Per cui, il nostro consiglio è: imparate a conoscere il vostro terreno, come si comporta durante le precipitazioni, quali sono le ore in cui viene baciato dal sole. Toccate la terra con le mani, osservate. Con questi semplici gesti, imparerete a capire la vostra terra.
Fattori colturali
Ogni singola coltura ha esigenze idriche diverse e dunque chiede un’annaffiatura dedicata. Nelle nostre schede colturali diamo sempre uno spazio rilevante alla necessità d’acqua delle piante. La botanica delle coltivazioni è molto importante per capire quando innaffiare l’orto. Ci sono colture molto assetate d’acqua, come ad esempio la zucchina, altre decisamente meno, come il pomodoro del Piennolo. Oltre alle differenze di specie botaniche, bisogna considerare anche lo stadio di vita della pianta. Le colture a inizio del loro ciclo nell’orto hanno in media bisogno di più acqua, in quanto devono ancora formare il loro apparato radicale. Le piante adulte, con radici più sviluppate, avranno invece bisogno di meno acqua, perché le radici profonde sanno dove andarla a cercare.
Altra utile considerazione è che bisogna irrigare molto meno quando la pianta produce i frutti. Tanto per dirne una, i peperoncini diventano più piccanti se si sospende l’irrigazione qualche settimana prima di raccogliere. Per questi motivi è importante impostare l’orto in maniera razionale, magari separando le varie coltivazioni. Per l’esempio fatto in precedenza, sarebbe un errore mettere sullo stesso filare i pomodori e le zucchine.
Irrigare l’orto dopo il trapianto
Nel momento in cui si mettono a dimora le piantine è molto comune fare un errore di tipo tecnico. Vedremo in seguito quali sono le diverse tecniche d’irrigazione, ma la più comune è quella che prevede un impianto a goccia. In molti, sbagliando, trapiantano le giovani piantine attaccate al tubo, proprio dove esce l’acqua. Altri, addirittura sotto il tubo stesso. Non c’è cosa più sbagliata. Innanzitutto rischiamo di provocare marciumi nel momento iniziale della crescita, compromettendo l’intero ciclo. In secondo luogo, stiamo dicendo alla pianta che avrà acqua sempre facilmente disponibile. Non stimoliamo la giovane piantina ad espandere il proprio apparato radicale. Quindi, il segreto per piantare correttamente è quello di allontanarsi dal tubo, almeno 5-8 centimetri. La pianta non troverà subito l’acqua, ma la percepirà nelle immediate vicinanze, sarà quindi spinta ad allargare le proprie radici. Un apparato radicale forte e robusto, vuol dire piante sane.
Impariamo ad osservare le piante
Le piante di ortaggi sono degli organismi viventi, che ci parlano in continuazione. Irrigare bene l’orto vuol dire imparare a cogliere i segnali che le piante ci mandano. Foglie abbassate o ingiallite, o crescita stentata, sono piccoli segnali che ci dicono che la coltura ha più bisogno d’acqua.
Quanto innaffiare l’orto
Gli ortaggi soffrono di stress idrici, soprattutto nelle calde e siccitose stagioni estive. Non bisogna fare quindi l’errore di dare moltissima acqua alle piante e tutta nello stesso momento. La quantità d’acqua che le radici riescono ad assorbire è in ogni caso limitata. Il resto finisce per evaporare via dal terreno, senza aver apportato benefici all’apparato radicale. Una delle regole d’oro dell’ortolano è dunque: meglio dare acqua poco e spesso, che tanto e saltuariamente. Gli stress idrici non sono assolutamente da sottovalutare, la regolarità non danneggia le colture. Gli sbalzi idrici, inoltre, possono essere una delle cause di importanti fitopatie, come la tanto temuta botta nera ai pomodori (o marciume apicale).
Quando innaffiare l’orto
Altre domande fondamentali per i contadini alle prime esperienza sono: Quando si dà l’acqua alle piante? Inoltre, è meglio innaffiare al mattino o alla sera?
La regola base è che in estate non bisogna mai irrigare l’orto nelle ore calde della giornata. Evitare quindi l’orario dalle 10.00 fino alle 18.00. E la fascia oraria dalle 12.00 alle 16.00 è assolutamente off-limits. Dare acqua nelle ore calde vuol dire sprecarla, in quanto la traspirazione del suolo è elevatissima. Inoltre si stressa la pianta.
A nostro avviso, l’ideale sarebbe annaffiare l’orto al mattino presto, poco prima che sorga il sole. Ma per motivi pratici anche al tramonto va bene.
Come irrigare l’orto
Passiamo ora alle tecniche d’irrigazione dell’orto. Non esiste un solo modo per dare acqua alle nostre piante, tutto dipende dalle condizioni tecniche e pratiche disponibili per il contadino. In primis, bisogna capire qual è la fonte d’approvvigionamento idrico.
Abbiamo a disposizione un pozzo? Una vasca di raccolta? Un’antica fonte sorgiva? Un ruscello limitrofo al campo? Dei bidoni in plastica per la raccolta dell’acqua piovana? L’acqua di un canale del consorzio agrario? L’acqua del rubinetto? Le variabili sono moltissime. Prima di pensare a come irrigare l’orto cercate quindi di capire da dove prendete l’acqua e soprattutto se si tratta di acqua buona per l’agricoltura. Ma vediamo quali sono le tecniche principali d’irrigazione.
Irrigare l’orto a goccia
Il modo più pratico ed efficiente per dare l’acqua alle piante dell’orto è tramite un sistema d’irrigazione a goccia. Con l’impianto a goccia, infatti, non si spreca l’acqua, in quanto si utilizzano le manichette ad ala gocciolante (che trovate qui). Queste sono molto pratiche, poiché rilasciano l’acqua esattamente dove noi vogliamo.
Un sistema a goccia può essere più o meno complesso e può avere diverse fonti d’approvvigionamento. Ad esempio, può essere alimentato da una pompa d’irrigazione (come questa), che preleva l’acqua da un pozzo e la immette nel sistema. In questo caso avremo bisogno, oltre che dall’acqua, anche della corrente elettrica. Questo ci permetterà così di automatizzare l’impianto con il semplice inserimento di un programmatore automatico.
Ad ogni modo, un sistema a goccia può funzionare anche adoperando una cisterna o un serbatoio (come questi). La cisterna (o il serbatoio) va posta più in alto rispetto al piano dell’orto, così da alimentare il sistema a goccia grazie alla pressione atmosferica che si crea per caduta con il dislivello.
Al sistema d’irrigazione a goccia dell’orto abbiamo dedicato un importante approfondimento che vi consigliamo di leggere.
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Difetto dell’irrigazione a goccia
L’appunto principale rivolto a chi utilizza un sistema d’irrigazione a goccia è che per farlo si usa tanta plastica. L’osservazione è degna di nota, in quanto l’eccessiva presenza di plastica sta mettendo in crisi l’intero ecosistema. Tuttavia i materiali di cui si compone un impianto d’irrigazione possono essere usati in maniera intelligente. Si tratta di piccole attrezzature, che se trattate e conservate bene possono durare per molti anni. In questo modo limiteremo il loro impatto ambientale (e anche quello economico). L’importante è conservare le manichette nel modo giusto.
Irrigare l’orto a scorrimento
I nostri nonni contadini spesso non avevano a disposizione i mezzi economici e tecnici per praticare l’irrigazione a goccia. La tecnica classica era dunque quella dell’irrigazione a scorrimento nei solchi. Da una fonte piuttosto importante veniva irrigato gradualmente tutto l’orto, facendo scorrere l’acqua all’interno di solchi creati ad arte con la zappa.
Quando si usa questa tecnica, le piantine vengono messe a dimora ai margini interni del solco, così da non essere ogni volta ricoperte del tutto dall’acqua. La tecnica d’irrigazione a scorrimento è valida ancora oggi, specie in quelle zone rurali in cui le ripartizioni dell’irrigazione nei campi sono rimaste quelle di un tempo. Soffre però il difetto di disperdere una grande quantità d’acqua, quindi nel lungo periodo è insostenibile. Una variante di questa tecnica è l’irrigazione per allagamento, in cui tutto il terreno dell’orto viene allagato abbondantemente.
Irrigare l’orto a pioggia
Tra le diverse tecniche d’irrigazione dell’orto, quella a pioggia ci sentiamo di sconsigliarla nella maggior parte dei casi. Dare l’acqua a pioggia vuol dire usare un irrigatore a impatto, che sfruttando la pressione bagna dall’alto le piante. Per irrigare l’orto nel suo complesso, dunque, risulta poco efficiente. L’acqua, infatti, viene per lo più dispersa sulla vegetazione e arriva poco sul terreno. Bagnare le foglie, inoltre, è dannoso per molte colture, giacché aumenta l’esposizione all’attacco di agenti patogeni e malattie crittogamiche. Un esempio è quello della peronospora del pomodoro. L’irrigazione a pioggia è consigliabile solo per specifiche colture, di solito quelle seminate a spaglio. Due esempi degni di nota sono a nostro avviso la coltivazione delle cime di rapa e quella della canapa industriale. In questo caso, bagnare uniformemente medio-grandi superfici può risultare conveniente e indispensabile, soprattutto nella fase dell’emergenza del seme.
Come e quanto annaffiare le piante in vaso
Chiudiamo questo lungo articolo dedicato all’irrigazione dell’orto, parlando di come dare l’acqua alle piante in vaso. Alcune considerazioni appena fatte sono estendibili anche alle colture in vaso (condizioni meteo, stagione, esposizione). Una pianta coltivata in vaso ha però uno spazio di terreno limitato per estendere il suo apparato radicale, avrà quindi bisogno di essere irrigata più regolarmente. In realtà, per le piante in vaso si parla di innaffiare, in quanto per dare l’acqua si usano i classici annaffiatoi.
Si possono anche approntare dei sistemi d’irrigazione automatica, utili soprattutto per annaffiare nel periodo delle vacanze estive. Il consiglio che diamo per innaffiare correttamente le piante in vaso è quello di osservare bene il substrato di coltivazione, di toccarlo letteralmente con mano. Quando vediamo che la terra è asciutta, conviene innaffiare, poiché le radici non possono andare oltre lo spazio del contenitore per trovare riserve d’acqua. Assicuratevi inoltre che ci sia un buon drenaggio, usando sempre dell’argilla espansa sul fondo del contenitore.
2 commenti
Quanti minuti di irrigazione sono nrcessari per una buona irrigazione a goccia?
La risposta non può che essere “dipende”. Annaffiare le piante dell’orto non è un’operazione che può essere semplificata con un numero, tocca fare uno sforzo di osservazione, bisogna capire la propria terra. I fattori ambientali che possono influenzare le tempistiche sono tanti: l’umidità dalle tue parti, la stagione in cui ci troviamo, la temperatura della tua zona, l’esposizione delle tue piante, il tipo di terreno su cui coltivi, la frequenza delle precipitazioni e tanto altro ancora. Il consiglio che possiamo darti è di leggere con attenzione questo articolo, così da imparare in che modo capire le esigenze della tua terra e agire di conseguenza.