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Oggi facciamo una panoramica sui molteplici usi della canapa industriale e alimentare. Vi abbiamo già presentato approfonditamente la cannabis dal punto di vista storico e dell’inquadramento botanico. In questo articolo ci concentreremo sui suoi utilizzi, anche alla luce della recente entrata in vigore del Decreto di Legge n. 242, che disciplina la materia della coltivazione della canapa industriale.
Gli utilizzi dei derivati della lavorazione della canapa industriale sono molteplici e molto diversi tra loro. Vanno dall’uso alimentare fino alla bioedilizia e alla cosmesi, passando per la classica filiera del tessuto e della carta. Ci sono inoltre innovativi impieghi in campo ambientale, finalizzati alla bonifica dei terreni soggetti a grave inquinamento.
Ma andiamo con ordine e vediamo cosa prevede il recente intervento del legislatore.
Cosa dice il Decreto di Legge n. 242 in merito alla coltivazione della canapa industriale
La coltivazione della canapa industriale nel nostro Paese è stata recentemente disciplinata dal ddl 242 del 14 gennaio 2017. La legge contiene importanti novità e rende più semplice per gli agricoltori la coltivazione dei semi di cannabis sativa, ossia quelli a basso contenuto di thc, il principio attivo di questa pianta. Intorno a questo decreto è nato anche un florido mercato di infiorescenza di cannabis, la oramai nota cannabis light.
Comunicazione preventiva
Secondo le nuove disposizioni, chi vorrà coltivare canapa industriale, ossia varietà sative certificate con un contenuto di thc pari a un massimo dello 0,2% (con tolleranza fino allo 0,6), non dovrà più effettuare la comunicazione preventiva dell’avvio della coltivazione alle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza).
Gli agricoltori hanno l’obbligo di conservare i cartellini e le fatture di acquisto dei semi di cannabis, per un periodo non inferiore ai 12 mesi. In questo modo si potrà dimostrare la provenienza e la varietà di semi coltivati.
Il thc
Il contenuto di thc presente nelle piante potrà oscillare tra lo 0,2 e lo 0,6%. In caso di controlli e verifiche, le forze dell’ordine sono tenute come prima cosa ad effettuare il prelievo del campione in presenza dell’agricoltore. In secondo luogo dovranno rilasciare una parte del campione prelevato per permettere le contro-verifiche. Nel caso in cui dovesse essere superata la soglia percentuale dello 0,6 l’autorità giudiziaria può sottoporre a sequestro e o distruzione la coltivazione, esonerando comunque da responsabilità penali i coltivatori.
Altra importante novità della legge è l’attenzione che viene posta dal legislatore sugli incentivi alla coltivazione della canapa industriale. Si parla di appositi finanziamenti che potranno essere erogati dalle regioni, fino a 700.000 euro. In questo modo si rimette al centro del panorama agro-industriale questa importante cultivar, di cui l’Italia agli inizi del 900 era uno dei primi produttori mondiali.
La canapa alimentare
Per meglio comprendere le molteplici possibilità della coltivazione di cannabis sativa, partiamo dai suoi diversi utilizzi in campo alimentare.
Semi di canapa
Partiamo innanzitutto dal prodotto più semplice, i semi di canapa. Nei negozi specializzati troviamo sia semi integrali (provvisti di guscio, peraltro commestibile), che decorticati (senza guscio, più morbidi e dolci). I valori nutrizionali dei semi di canapa sono davvero interessanti. Questo alimento contiene infatti gli aminoacidi essenziali, è molto ricco di vitamine (provitamina A, vitamine del gruppo B, vitamine B ed E), fibre alimentari e proteine.
Ha inoltre un alto contenuto in Kcal, 516 per 100 gr, quindi se ne consiglia un uso moderato per chi è a dieta.
I semi di canapa (decorticata e non) vengono consumati crudi. Si usano come condimento o ingrediente in insalate miste e preparazioni varie come dolci, pane, muesli, ecc. Se li cercate potete facilmente trovarli qui.
Olio di canapa
Altro prodotto della lavorazione della canapa alimentare è l’olio di semi di canapa, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi.
L’olio di canapa è possibile acquistarlo facilmente nei negozi online. E’ un prodotto davvero pregiato con alcune eccellenti proprietà alimentari. Infatti è ricco di acidi grassi essenziali, appartenenti al tipo omega 6 e omega 3 (in una proporzione di 3 a 1, valore considerato ottimale per l’alimentazione). Inoltre è anche ricco di vitamina E, che è un antiossidante naturale.
L’olio di canapa ha un sapore delicato e molto gradevole, può essere utilizzato come condimento a crudo, per non perderne i benefici. Purtroppo, essendo la produzione di canapa alimentare alimentare limitata, il prezzo di mercato è, per il momento, un po’ elevato.
Farina di canapa
Per chiudere la nostra disamina sugli utilizzi della canapa in campo alimentare, parliamo della farina di canapa.
Questa si ottiene dalla macinazione del panello, vale a dire il residuo rimasto dalla spremitura del seme.
A livello di proprietà ricalca i valori nutrizionali dei semi e dell’olio, che abbiamo visto in precedenza. Qui evidenziamo che si tratta di una farina molto leggera, contiene infatti circa il 20% in meno di calorie rispetto alle normali farine. In secondo luogo, essendo priva di glutine, è l’ideale per una dieta celiaca. Se intendete assaggiarla, potete trovarla qui.
La canapa industriale
I tessuti
Come vi abbiamo accennato, prima del proibizionismo, la coltivazione della canapa in Italia era molto florida e diffusa. L’utilizzo maggiore che se ne faceva agli inizi del 900 era quello in campo tessile, per la produzione di tessuti, e nell’industria mercantile, per la realizzazione dei cordami.
Uno degli svantaggi dell’utilizzo della canapa era il lungo ed elaborato processo di lavorazione per l’estrazione della fibra, da cui si produce il tessuto grezzo. Attualmente, con i miglioramenti dell’ingegneria produttiva, la coltivazione di canapa destinata all’industria tessile ritorna fortemente alla ribalta. Anche perché i vantaggi sono molteplici.
Innanzitutto dalla fibra della pianta di canapa si producono tessuti molto più resistenti di altre fibre naturali come il cotone. Anche la qualità non è da sottovalutare. Grazie alla sua fibra cava, infatti, il tessuto di canapa ha la peculiarità di rimanere fresco in estate e caldo in inverno, proteggendo il corpo dall’umidità.
Altro indubbio vantaggio rispetto al cotone è l’impatto ambientale della produzione stessa. Il cotone infatti, per essere prodotto, richiede una quantità d’acqua 2 volte superiore rispetto alla canapa. Inoltre la coltivazione del cotone richiede un impiego di pesticidi elevatissimo.
La canapa industriale, invece, non ha bisogno dell’utilizzo di pesticidi. Per questa ragione, se pensate alle immense distese di terreni agricoli che il cotone occupa, il vantaggio ambientale è di tutta evidenza.
Fibra tecnica
La lavorazione della fibra di canapa industriale viene applicata nel campo dell’ingegneria meccanica per la produzione di telai di automobili e, ultimamente, anche di aerei leggeri.
Resistente e duttile, la fibra tecnica può essere impiegata al posto della vetroresina, dei materiali plastici tradizionali e dell’alluminio, per realizzare prodotti innovativi ed ecosostenibili.
Bioedilizia
La coltivazione di canapa industriale negli ultimi anni è sempre più indirizzata verso la bioedilizia, per sostituire in maniera efficiente materiali come il cemento e i classici mattoni.
Con la canapa si producono la calce e i biomattoni. Si tratta di materiali in grado di assorbire la Co2, garantendo un elevato isolamento termico e acustico. Questo, ovviamente, permette di migliorare i livelli di prestazione energetica.
Carta

Costituzione americana in carta di canapa
L’utilizzo della fibra e delle parti legnose della canapa per produrre la carta risale a tempi antichi. Un esempio relativamente più moderno è la dichiarazione d’indipendenza americana stampata in carta di canapa.
Purtroppo la fibra di canapa per la produzione di carta fu abbandonata dopo il proibizionismo voluto dagli stessi americani. La carta prodotta in fibra di canapa comporta importanti vantaggi ambientali rispetto alle costose fibre di cellulosa ricavate dal legno.
Innanzitutto la canapa garantisce un’altissima produttività, in termine assoluti superiori agli alberi.
In secondo luogo ha in sé una bassa percentuale di lignina. Questo elemento, per essere eliminato dal legno degli alberi e ottenere la pasta per la carta, richiede un grande impiego di acidi e solventi altamente inquinanti.
Bonifica dei terreni
Un campo di cannabis sativa può svolgere anche’un altra importante funzione ambientale: la bonifica del terreno.
Terreni contaminati da metalli pesanti o altri residui di pesticidi chimici traggono vantaggio dalla coltivazione di canapa. Grazie al suo apparato radicale, la canapa, con un processo chiamato “phytoremediation”, svolge un’azione chelante, ossia assorbe i veleni presenti nel terreno.
In Italia si stano conducendo sperimentazioni in tal senso in zone altamente inquinate, come ad esempio l’Ilva di Taranto.
Pacciamatura
Chi coltiva la canapa può facilmente utilizzare gli scarti della lavorazione per ottenere materiale per la pacciamatura naturale. Il canapulo, ossia la parte legnosa dello stelo, può essere infatti trinciato e utilizzato come strato pacciamante. La pacciamatura, è bene ricordarlo, è una tecnica ideale e necessaria per chi fa agricoltura biologica.
Sviluppi futuri
In questo articolo abbiamo evidenziato quali sono a nostro avviso i principali utilizzi della canapa industriale e alimentare. Ci rendiamo conto però che la nostra analisi è limitata. Non passa giorno, infatti, in cui non venga sperimentato o lanciato sul mercato un prodotto, o un processo, con alla base la canapa.
Questa pianta può rappresentare il volano per l’economia green e sostenibile del futuro. E’ sufficiente pensare che rappresenta una valida alternativa al petrolio e i suoi derivati, anche per la produzione di bio-carburante!
1 commento
In caso di danni per calamita naturale a chi ci dobbiamo rivolgere?