Oggi parliamo dei teli di juta e di come possono essere usati per la pacciamatura biodegradabile dell’orto. Approfondiamo così il discorso della pacciamatura naturale e lo facciamo con una prova diretta sul campo.
Usare un tessuto come la juta per pacciamare l’orto è un approccio piuttosto originale ma molto sensato. Siamo davanti, infatti, a un materiale robusto, biodegradabile ed ecologico al 100%, anche se, ad oggi, non molto utilizzato in questo settore. L’idea di questo esperimento appartiene a un’azienda produttrice proprio di reti di juta, che ci ha inviato per un test i suoi materiali (che se volete potete trovare qui).
Abbiamo fatto quindi una prova di coltivazione, confrontando questo tessuto pacciamante con la pacciamatura ecologica classica, realizzata con la paglia. Così facendo abbiamo avuto modo di effettuare una valutazione diretta del materiale per tutto il ciclo di coltivazione della pianta.
I teli di juta e le condizioni di partenza della coltivazione
Questa nostra valutazione dei teli di juta come materiale per la pacciamatura biodegradabile dell’orto ha inizio nel mese di giugno del 2016. Data in cui il rotolo inviatoci dall’azienda produttrice arriva a destinazione.
Osservazione del materiale
Si tratta di un materiale definito “tessuto/non tessuto” o “biotelo/biofeltro”, in fibra di juta. È ricavato dal riciclo dei sacchi di juta alimentari e il produttore lo dichiara biodegradabile al 100%, quindi un prodotto totalmente ecologico.

Rotolo di teli di juta per pacciamatura biodegradabile
Dimensioni e scelta del bancale
Il rotolo inviatoci misura in lunghezza 35 m per una larghezza di 40 cm.
Come prima cosa ci siamo posti il problema di dove applicare questo telo biodegradabile per la pacciamatura, in modo d’avere dei risultati adeguati sulla qualità del materiale.
Abbiamo deciso quindi di utilizzare un bancale rialzato della lunghezza di 30 metri con una larghezza di 70 cm. Sul bancale sono stati stesi due tubi d’irrigazione.

Bancale rialzato con due tubi per l’irrigazione
Applicazione dei teli di juta
Il passaggio successivo è stato stendere il rotolo di juta sul bancale, lavoro da fare necessariamente in fase di pre-trapianto.

Scioglimento del rotolo
Per effettuare questa operazione ci siamo avvalsi di un semplice bastone di legno infilato nel centro del rotolo. In questo modo è stato più agevole far scorrere il tessuto. Essendo, come abbiamo detto, il bancale largo 70 cm. mentre il rotolo 40, non era possibile, ovviamente, coprire l’intera superficie con un solo passaggio di telo.

Stesura del telo
Abbiamo quindi deciso di fare una seconda stesura, sovrapponendo parzialmente il telo di juta. In questo modo abbiamo coperto in larghezza tutta la superficie del bancale.

Seconda stesura dei teli
Problemi tecnici
Ma se una coperta (o telo per pacciamatura biodegradabile) è troppo corta, chiaramente tirando da un lato, qualcos’altro rimane scoperto. E difatti la lunghezza del rotolo di juta non era sufficiente a coprire la seconda parte del bancale. Ragion per cui un pezzo è rimasto “nudo” (circa 16 m). Vedremo dopo come abbiamo deciso di intervenire.

Lato del bancale senza pacciamatura biodegradabile
Come nota tecnica, in questa fase sottolineiamo che l’ingombro e il peso del rotolo è un po’ eccessivo.
Inoltre, essendo il materiale resistente, ma allo stesso tempo facile da strappare, stenderlo senza rovinarlo non è stata un’operazione facilissima.
La scelta della coltivazione da pacciamare con i teli di juta e la fase di trapianto
Come accennato, la sperimentazione dei teli di juta come materiale per la pacciamatura biodegradabile dell’orto è iniziata in giugno. Precisamente il 15 del mese. Dunque con le coltivazioni estive già ampiamente in corso.
Per testare il materiale in modo completo ci serviva, quindi, una coltivazione lunga, di una certa importanza. Per questa ragione abbiamo optato per il peperoncino piccante lungo di Cayenne, che può tranquillamente essere coltivato in questo periodo.

Piantine di peperoncino Cayenne
Un’altra domanda che ci siamo posti è stata: come forare il telo mantenendo la giusta distanza tra le piante? Per risolvere il problema ci siamo avvalsi di un semplice coltello da cucina e di un metro.
Naturalmente anche la parte non coperta dal telo di juta, rimasta dunque senza pacciamatura biodegradabile, è stata utilizzata per la sperimentazione.

Trapianto delle due parti (con e senza telo)
Per pacciamare questo pezzo di terreno, però, abbiamo pensato di utilizzare la paglia (che abbiamo già visto qui). Così facendo abbiamo avuto la possibilità di mettere a confronto i due tipi di pacciamatura nelle medesime condizioni di coltivazione.

Pacciamature a confronto
Lo strato di pacciamatura naturale con la paglia che abbiamo applicato era molto folto, circa 4 cm di altezza.
Le diverse fasi della coltivazione con i due tipi di pacciamatura a confronto
Sia per la pacciamatura biodegradabile con i teli di juta che per quella di paglia, la raccolta dei peperoncini è stata effettuata il 15 ottobre, a 4 mesi esatti dal trapianto delle piantine.
Vediamo come si è evoluta la coltivazione con un occhio particolare alla juta.
Stato della pacciamatura biodegradabile in luglio
La foto in basso è stata scattata dopo circa un mese e mezzo dal trapianto, verso la fine del mese di luglio.

Risultato dopo più di un mese dal trapianto
La pacciamatura con il telo in juta ha risposto molto bene. Come potete vedere non si nota neanche un filo d’erba. Abbiamo avuto modo di appurare che il terreno sotto il telo si è mantenuto costantemente umido, anche se l’irrigazione non è stata molto frequente. Come si può vedere le piante stanno molto bene e sono cresciute in maniera rigogliosa. Sono state coltivate con il caldo della serra in piena estate, quindi con una crescita molto veloce.
Tuttavia abbiamo osservato che anche la parte pacciamata con la paglia ha avuto risultati similari. Una piccola differenza è che il terreno a volte, in questo caso, risultava un po’ più secco. Come si vede nella foto in basso, in cui le due pacciamature sono a confronto dopo un mese e mezzo, in quella con paglia appare qualche piccolo filo d’erba.

Confronto dopo un mese e mezzo dal trapianto
Stato della pacciamatura biodegradabile in agosto
Passato un altro mese ecco la reazione dei teli di juta. Notiamo dalla foto in basso che il tessuto pacciamante inizia ad annerirsi. Giacché parliamo di pacciamatura biodegradabile è normale: inizia il processo di bio-degradazione.

Risultato a 2 mesi e mezzo dal trapianto
Questo processo fa sì che la struttura fisica del telo di pacciamatura in juta si indebolisca. Ovviamente qualche filo d’erba (gramigna resistente, nella fattispecie), a questo punto è in grado di bucare la trama dei teli. Stessa cosa, in questa fase, avviene per la pacciamatura naturale con la paglia.

Fili di erba che superano il telo
Stato della pacciamatura biodegradabile in ottobre
Vediamo ora lo stato dei teli di juta per la pacciamatura biodegradabile dell’orto nel mese di ottobre. In questo periodo i peperoncini sono sani e rigogliosi, pronti per la raccolta.

Peperoncini pronti per la raccolta
Il telo di pacciamatura in juta in alcuni punti è in stato avanzato di biodegradazione. Questo nel rispetto delle sue caratteristiche di biodegradabilità. Il vantaggio di questa situazione è che, oltre al lavoro di pacciamatura, il tessuto apporta sostanza organica al terreno.

Degrado del telo
Per quanto riguarda la pacciamatura naturale in paglia, ad un certo punto, nel mese di settembre, abbiamo effettuato una veloce pulizia dalle erbe avventizie che erano riuscite a superare lo strato di pacciamatura naturale.

Confronto con la paglia
Conclusioni sulla sperimentazione dei teli di juta
Veniamo quindi alle conclusioni di questa sperimentazione dei teli di juta per la pacciamatura biodegradabile dell’orto.
Vantaggi
- Controllo delle erbe infestanti pari al 98%. Superiore rispetto alla pacciamatura naturale con la paglia.
- Elevata capacità di mantenere l’umidità del terreno così da diminuire significativamente le necessità idriche.
- Rispetto delle caratteristiche di biodegradabilità al 100%.
- Impatto ambientale pari a zero.
- Apporto di sostanza organica al terreno.
Svantaggi
- Ingombro eccessivo.
- Difficoltà nel bucare il telo senza dei precisi riferimenti.
- Costo eccessivo, considerato che il rotolo fornitoci dal produttore per la sperimentazione ha sul mercato un valore di circa 50 euro.
Il nostro giudizio sui teli in juta per la pacciamatura biodegradabile del nostro orto è ampiamente positivo per quanto riguarda tutti gli aspetti agronomici che, in generale, un materiale per la pacciamatura deve possedere. Anzi, con il telo in juta le caratteristiche positive della pacciamatura sono di molto esaltate. Tuttavia riteniamo che il costo del materiale sia ancora eccessivo, soprattutto per produzioni di una certa intensità. Speriamo che il produttore riesca col tempo a ridurlo, così da rendere accessibile a tutti questo prodotto dalle indubbie qualità. Teli di juta simili, prodotti da altre aziende, potete trovarli qui.