In questo articolo vi vogliamo parlare di come coltivare peperoncini in modo biologico, sia in vaso sul balcone che nell’orto. Scopriremo insieme qual è la varietà originaria di peperoncino più piccante al mondo e quali sono quelle che gli contendono il primato. Naturalmente entreremo nel dettaglio della pianta e vi sveleremo i segreti per una corretta coltivazione. Inoltre, vi diremo anche in che modo è possibile esaltare le qualità “hot” di questi nostri diabolici e adorati frutti.
E’ importante non tralasciare nessun dettaglio, per cui vi parleremo anche delle tecniche di difesa antiparassitaria da fare con prodotti assolutamente naturali. Questo perché è importante tutelare la pianta e garantire, al tempo stesso, una coltivazione biologica al 100%.
Ma partiamo dalla storia e dalle proprietà del peperoncino.
Come coltivare peperoncini biologici sia in vaso che nell’orto
La storia del peperoncino

Alcune delle varietà di peperoncino esistenti nel mondo
Il peperoncino, nome scientifico Capsicum, è una pianta appartenente alla famiglia delle solanacee. L’origine geografica è riconducibile a una zona montuosa tra il Brasile e la Bolivia. Da qui si diffuse in tutto il continente Sud-Americano.
I primi reperti storici della coltivazione del peperoncino sono da far risalire al Messico di circa 5.500 anni fa, dove veniva ampiamente utilizzato nell’alimentazione.
Cristoforo Colombo, dopo il suo secondo viaggio nelle Americhe, fu colui che importò, nel 1500, questa pianta nel Vecchio continente. Qui si diffuse dapprima in Spagna e poi in tutti i paesi del Mediterraneo, in particolar modo in Italia e in Calabria, dove questa coltivazione divenne quasi un culto.
Le proprietà nutrizionali
Le proprietà e gli usi medicinali del peperoncino erano ben noti già nell’America pre-colombiana. Queste virtù sono dovute alla presenza della capsaicina, un alcaloide tra i più stabili presenti in natura che conferisce quella piccantezza che tutti conosciamo.
La capsaicina, concentrata soprattutto nei semi del frutto, è conosciuta per le sue proprietà vasodilatatorie, digestive, antiossidanti e antibatteriche.
A livello nutrizionale il peperoncino è particolarmente ricco di carotenoidi, da cui anche la colorazione rossa. Inoltre contiene precursori della vitamina A, ha un rilevante apporto di acido ascorbico ed è ricco di sali minerali, quali potassio, calcio e fosforo. Tra le varie tecniche è possibile conservarlo sott’olio o in polvere.
Vediamo ora quali sono le principali specie di peperoncino presenti in natura e quali sono, all’interno di queste famiglie, le varietà più piccanti.
Le diverse specie di peperoncino
Prima di iniziare a capire come coltivare i peperoncini, è opportuno fare un ulteriore approfondimento di carattere biologico. Vediamo quindi quali sono le diverse specie della grande famiglia del Capsicum. Ne esistono decine, in questa sede presentiamo quelle la cui coltivazione è più diffusa.
- Capsicum Annuum, la specie più diffusa in Italia e nel mondo. Ha un ciclo vegetativo perenne, quindi, se adeguatamente protetta, la pianta può superare l’inverno. I fiori hanno cinque o sei petali, con la corolla solitamente bianca, compaiono all’ascella delle foglie, uno per nodo. I frutti sono assai variegati per quanto riguarda forma, colore, dimensione e piccantezza. Appartengono a questa specie le varietà Piccante di Cayenna, Serrano, Paprica, il famoso Piccante calabrese, il Dente di cane a mazzetti, ecc.
- Capsicum Chinense comprende invece le varietà notoriamente più piccanti. Nonostante il nome, questa varietà non ha nulla a che vedere con l’Asia, essendo originaria delle aree tropicali sudamericane. Se decideremo di coltivare peperoncini di questa varietà, noteremo che i fiori hanno una corolla bianco-verdognola. I frutti hanno diverse forme e colori, sono lisci e ad ampie circonvoluzioni. Le varietà di Habanero hanno le fogge a lanterna. Altre forme sono la piramide prismatica allungata delle varietà Fatalii e Bhut Jolokia. Oppure la forma di fragola con le zone caudali acuminate, tipica della famigerata varietà Trinidad Scorpion.
- Capsicum Pubescens è probabilmente la specie più antica di peperoncini mai coltivata. È originaria della Cordigliera delle Ande, in Sud-America. I semi sono tipicamente scuri e i frutti molto carnosi e piccanti. La varietà più famosa all’interno di questa famiglia è il Rocoto, dalla forma ogivale o irregolarmente sferica e dalle dimensioni simili a una piccola mela.
- Capsicum Frutescens, la cui varietà più nota è il peperoncino Tabasco, dalla piccantezza elevata e con un’ottima produttività.
Le varietà di peperoncini più piccanti al mondo
Vediamo ora quali sono, tra le varietà originarie, i peperoncini più piccanti al mondo.
Una carrellata fotografica in cui potrete trovare il link diretto per l’acquisto delle sementi di peperoncino da coltivare sul balcone o nel vostro orto.
Per misurare la piccantezza si utilizza la scala di Scoville, dal cognome del farmacista americano che la sviluppò nel 1912. La scala determina l’attività della capsaicina sui recettori del calore della lingua. I valori vanno da 0 (per un normale peperone dolce), a 16 milioni (per l’alcaloide capsaicina puro).
Peperoncini Carolina Reaper

Peperoncino Carolina reaper
Il primato di peperoncino più piccante al mondo spetta alla varietà Carolina Reaper.
Questa varietà è stata ottenuta da alcuni appassionati americani incrociando un Naga Morich Pakistano e un Habanero Rosso.
Il suo valore sulla scala Scoville è di ben 1,57 milioni, un valore “criminale”.
Da maneggiare, quindi, assolutamente con cura.
Il frutto ha una forma particolare, rotondeggiante, con una punta molto sottile che non promette nulla di buono. Il colore è rosso intenso e gli appassionati dicono che, nonostante l’estrema piccantezza, abbia un sapore fruttato.
Peperoncini Trinidad Scorpion Red

Peperoncini varietà Trinidad Scorpion Moruga
Tra le varietà originarie, al secondo posto della classifica c’è il Trinidad Scorpion Red. Nella versione Moruga, infatti, questa varietà raggiunge il livello di 1.46 milioni sulla scala di Scoville. Se volete acquistare i semi del peperoncino Trinidad Scorpion potete trovarli qui.
La Trinidad Scorpion Red deve il suo nome alla forma finale del frutto. Questa, infatti, è molto particolare e, in qualche modo, ricorda la coda di uno scorpione.
La pianta presenta una vegetazione bella e rigogliosa e cresce fino a 70-90 cm da terra.
Le foglie hanno dimensioni medio-grandi.
La bacca del peperoncino misura all’incirca 4-6 cm.
Peperoncini Naga Moric

Peperoncini varietà Naga Morich
Altra varietà da non perdere, se si vogliono provare emozioni forti, è il Naga Moric, originario del Bangladesh. Sulla scala di Scoville, questo peperoncino, raggiunge “solo” 1.1 milioni, o poco più. Meno piccante del Trinidad Scorpion Red, ma forse più saporito. Non male.
Se avete intenzione di acquistarne i semi li trovate qui.
Per coltivare peperoncini di varietà Naga Morich, bisogna tenere presenti le sue origini. È una pianta che predilige un clima caldo e umido, simile a quello tropicale. In altezza può raggiunge in media circa 60-80 cm da terra.
Peperoncini Habanero

Peperoncini varietà Habanero Orange
Molto conosciuta e ampiamente coltivata nel nostro Paese è la varietà Habanero, nelle varianti Orange e Red Savina.
Si tratta di piante che prima o poi tutti gli appassionati hanno avuto modo di assaggiare, anche perché si sente parlare molto spesso della loro piccantezza e del loro aspetto molto gradevole anche dal punto di vista ornamentale.
Il valore nella scala Scoville di questa tipologia di peperoncino è di poco sotto il milione, non da record, dunque, ma comunque estremamente elevato.
La pianta dell’Habanero è molto compatta, non raggiunge grandi altezze, circa 50-60 cm. da terra.

Peperoncini varietà Habanero Red Savina
Predilige per la corretta crescita e maturazione un clima piuttosto caldo.
Le colorazioni dei frutti sono molto brillanti e gradevoli dal punto di vista estetico. Il sapore è particolare e oltre a generare “fuoco” sul palato, lascia dei piacevoli retrogusti amarognoli di peperone.
Se decidete di coltivare peperoncini Habanero, sappiate che è una cultivar molto produttiva. Una pianta ben curata può produrre decine di bacche e dare grosse soddisfazioni.
Se volete acquistare i semi di queste due tipologie di peperoncino potete trovare qui delle opzioni valide:
Peperoncini piccanti calabresi

Peperoncini calabresi
Infine, non poteva mancare una varietà a noi cara, con dei valori più accettabili di piccantezza rispetto a queste varietà più esotiche. Stiamo parlando del classico Peperoncino piccante calabrese.
Coltivare peperoncini da sementi autoctone calabresi, vi darà grandi soddisfazioni. È una pianta molto rustica, che ben si adatta alle diverse condizioni climatiche.
Ha un colore verde brillante, molto produttiva e naturalmente resistente ad attacchi patogeni. Si può coltivare facilmente in vaso e non raggiunge altezze eccessive: 40-50 cm da terra.I frutti color rosso vivo sono molto carnosi e saporiti, e accompagnano ogni piatto senza coprirne il gusto, ma, anzi, esaltandolo.
Questa varietà di peperoncino vi consigliamo di venirla a scoprire durante il “Peperoncino Festival” di Diamante (CS) (per maggiori informazioni potete leggere qui). Si tratta di un appuntamento imperdibile per gli amanti della piccantezza, che si tiene ogni anno in questa splendida località del Tirreno cosentino.

Tipico negozio della città di Diamante
Come coltivare peperoncini
Dopo aver visto le varietà più piccanti del mondo veniamo alla parte tecnica. Vediamo come coltivare peperoncini biologici in vaso o nell’orto.
Clima
Come abbiamo visto parlando delle diverse varietà, il peperoncino è una cultivar che ama il caldo e il clima mite. Questo ha ripercussioni sulla scelta del periodo della semina o del trapianto.
Se volete partire direttamente dal seme dovete tenere conto del periodo di germinazione. Solitamente è abbastanza lungo, circa 1 mese.
Partendo dal seme

Dettaglio semi di peperoncino
Per far germogliare il seme utilizzate una seminiera in polistirolo. In alternativa potete usare un piccolo vaso di diametro non superiore ai 5 cm. Il seme andrà interrato a circa 1 cm di profondità. Il terriccio per la semina dovrà essere molto fine e tenuto sempre ben umido attraverso l’utilizzo di un vaporizzatore. Attenzione in questa fase a non esagerare con l’acqua, poiché il piccolo semino potrebbe marcire.
Un’ulteriore attenzione dovrete averla nel maneggiare i semi, soprattutto se state coltivando varietà esotiche molto piccanti. Nei semi, infatti, è molto alta la concentrazione di capsaicina.
Tenete il vostro semenzaio in un posto caldo. La temperatura ideale per la germinazione è dai 20 ai 30 gradi. Con temperature minori il tempo di formazione del germoglio si allunga.
Il periodo ideale per la semina all’aperto, considerando le temperature medie, va dal mese di aprile in poi, quando di solito la temperatura non scende sotto i 15°. Se si ha a disposizione una piccola serra, invece, il periodo può essere notevolmente anticipato.
Qui trovate una piccola serra da balcone, per poter far germogliare le vostre piantine in maniera più veloce e sicura.
Una volta spuntate le prime foglioline dal vostro semenzaio, le piante avranno bisogno di più luce possibile. Evitate per ora un’eccessiva esposizione al sole diretto, che potrebbe seccare facilmente la giovane piantina. L’esposizione va gradualmente aumentata, in modo da irrobustire le piantine e farle crescere nel modo migliore. L’assenza di luce può provocare la cosiddetta “filatura” della pianta, cioè l’eccessiva crescita in altezza. La “filatura” si sviluppa quando la piantina va in cerca della luce e cresce a discapito dello spessore del fusto.
Partendo dal trapianto
Se invece non volete partire dal seme, acquistate una piantina dal vostro vivaista di fiducia. In questo caso tutte queste accortezze vengono un po’ meno. La piantina, infatti, è già formata. Avrà bisogno solo di essere messa a dimora nel vaso sul balcone o nell’orto in terra. Il periodo limite per effettuare il trapianto è la fine del mese di luglio, con la speranza, poi, che il freddo non arrivi troppo presto.
Le differenze tra coltivare peperoncino in vaso o in pieno campo
Coltivare peperoncini è produttivo sia in vaso che in pieno campo. Ma le accortezze da avere sono diverse. Ecco come procedere a seconda della tecnica scelta.
Coltivare peperoncino in vaso
Per coltivare peperoncini in vaso, bisogna prestare attenzione ad alcuni aspetti.
Innanzitutto i rinvasi frequenti. Dopo la formazione delle prime foglie e della struttura della pianta, è opportuno aumentare progressivamente le dimensioni del vaso. Questo fino ad arrivare alla messa a dimora definitiva.
Mettere una piantina in un vaso troppo grande ne rallenta la crescita, poiché le radici hanno troppo spazio per svilupparsi. Travasare in vasi di diametro sempre maggiore, invece, accelera i tempi. Una progressione potrebbe essere la seguente:
- Germinazione in vaso da 5 cm.
- Primo travaso dopo 45 gg. dalla semina in vaso da 12 cm. di diametro
- Secondo travaso dopo 15-20 giorni in vaso da 30-40 cm. di diametro e 35-40 cm. di profondità.
In questo modo garantirete alle vostre piante di peperoncino una crescita rapida ed equilibrata. Tenete conto che più l’ultimo travaso avviene in un vaso grande, più le vostre piante ne beneficeranno, in termini di crescita vegetativa e produttività.

Piante di peperoncino sul balcone
Per il terriccio si può utilizzare un classico terriccio universale (non andate al risparmio, cercatene uno di buona qualità). A questo mescolate dello stallatico biologico. In questo modo garantirete alle vostre piante di peperoncino gli elementi nutritivi necessari durante il periodo di crescita vegetativa.
In alternativa è possibile utilizzare dei concimi liquidi biologici, con bassi titoli di azoto fosforo e potassio. Così facendo non spingerete troppo la crescita. Un buon prodotto biologico, con dei mix diversi per le differenti fasi della crescita, potete trovarlo qui.
Per l’irrigazione dei peperoncini in vaso, è importante che il terreno sia ben umido nei periodi più caldi. Per aiutarvi in questo, utilizzate nei vari trapianti l’argilla espansa sul fondo del vaso per migliorare il drenaggio. Inoltre, un po’ di pacciamatura naturale con paglia sul bordo del vaso migliorerà il tasso di umidità del terreno. In questo modo si eviterà anche che l’esposizione diretta alla luce solare secchi eccessivamente il terreno e lo indurisca. Accortezza, questa, che può essere di grande aiuto, poiché un terreno troppo duro può ostacolare lo sviluppo delle radici.
Coltivare peperoncini in pieno campo
Come abbiamo detto, il peperoncino è una solanacea, anche se un po’ atipica. Per questa ragione, la coltivazione in campo è assimilata a quella delle altre solanacee, quali i pomodori, le melanzane, le patate e i peperoni.
La sua peculiarità, a nostro avviso, sta nella maggiore resistenza e adattabilità ai diversi ecosistemi in cui viene coltivata. Nella nostra esperienza personale non abbiamo mai visto coltivazioni di peperoncino attaccate da oidio o peronospora, le principali malattie fungine. La spiegazione potrebbe risiedere nell’origine “esotica” delle diverse specie. Nel loro codice genetico, infatti, queste piante hanno già l’adattabilità a situazioni di elevata umidità e di alternanza di caldo e freddo. Elementi, questi, che sono alla base di questo tipo d’infestazioni.
Se si decide di coltivare peperoncini nell’orto, un’accortezza da valutare nell’impianto della cultivar è il mantenimento delle giuste distanze.
Una varietà di Piccante lungo di Cayenne ha sicuramente bisogno di più spazio, ed eventualmente supporti, rispetto al Dente di cane Calabrese. Quest’ultimo può essere piantato con maggiore intensità. Quindi le distanze possono variare dai 20-40 cm sopra la fila, ai 30-50 cm tra una fila e l’altra.
La pacciamatura
Fondamentale, come sempre, è la pacciamatura, che vi farà risparmiare molta acqua e terrà più protette le vostre piante. Nella foto che vi proponiamo abbiamo utilizzato per una cultivar di peperoncino Dente di cane a mazzetti calabrese, una pacciamatura naturale con telo in juta.

Pacciamatura naturale con telo in juta
Lotta biologica antiparassitaria
L’atipicità del coltivare peperoncini si manifesta anche dal basso livello di attrazione per i più classici parassiti dell’orto. Ad esempio afidi, ragnetto rosso e mosca bianca.
Con l’utilizzo sistematico, congiunto e preventivo del macerato d’ortica, dell’infuso d’aglio, e del macerato di pomodoro, gli attacchi dei parassiti difficilmente si manifesteranno.
Auto-ibridazione del seme
Coltivare peperoncini ha un’altra caratteristica molto particolare: è autofiorente. Questo vuol dire che non ha bisogno di insetti impollinatori che ne favoriscano la fecondazione. Inoltre, ha una notevole capacità di ibridarsi con la pianta vicina e di sposarne le caratteristiche genetiche in maniera naturale. Se volete preservare la specificità del vostro seme, dovrete o piantare solo una varietà o mettere varietà diverse abbastanza lontane. O ancora, cosa più complessa, fare in modo che non avvenga l’impollinazione, tenendo coperti con una retina i fiori.
Molto più interessante, però, è proprio sfruttare questa capacità tenendo vicine piante di specie diversa. Se coltivate in modo perenne, infatti, i peperoncini acquisteranno man mano delle caratteristiche uniche. Per questo motivo sarebbe bene, e sul balcone si può fare, conservare una pianta madre dalla quale ricavare i semi.
Raccolta, conservazione del seme e protezione invernale
La raccolta dei peperoncini maturi avviene in un tempo variabile, a seconda delle varietà scelte e quindi del ciclo della pianta.
Quando i frutti avranno la colorazione desiderata, si potrà iniziare a raccogliere. È già in questa fase che si deve pensare alla conservazione del seme. Sono i primi frutti, infatti, quelli migliori per selezionare il proprio seme e conservarlo per la stagione successiva.
Le bacche scelte devono essere portate a lunga maturazione e, una volta raccolti, subito aperti per ricavare i semini. Effettuate questa operazione con dei guanti e degli occhiali protettivi, gli effetti del seme appena raccolto possono essere temibili.
Una volta presi, lasciate asciugare i semi (ben arieggiati) in un foglio di carta per il pane. Dopo averli asciugati e seccati, per la conservazione si può utilizzare la stessa carta, o un contenitore sigillato. Avrete così le vostre sementi autoctone per poter coltivare peperoncini con sempre maggiore soddisfazione.
La pianta madre
La pianta madre di peperoncino alla fine del suo ciclo di produzione può riposarsi per l’inverno e rifiorire in primavera, sempre più bella e resistente. Basta effettuare le operazioni di potatura ed eliminare i tralci vecchi e più sfruttati. In modo si dà il tempo alla pianta di rigenerarsi. Naturalmente bisogna proteggere la pianta dal gelo. L’ideale sarebbe spostarla in casa, operazione facile per le piante sul balcone, ma, ahinoi!, difficile per le piante nell’orto.
5 commenti
Ottima guida, molto completa!
Grazie mille!
Ottima spiegazione
Grazie 🙂
Sito molto interessante e spero sia utile