Oggi vediamo come coltivare angurie nel nostro orto biologico. L’anguria, conosciuta anche come cocomero o melone d’acqua, è uno dei frutti simbolo del periodo estivo. E’ molto amata da tutti per il suo dolce sapore zuccherino e la freschezza che riesce a regalare. Chi ha a disposizione un po’ di spazio nell’orto può coltivare anche poche piante di anguria e avere grandi soddisfazioni, l’importante è conoscere le caratteristiche della pianta, le diverse varietà e le giuste tecniche di coltivazione.
Cerchiamo in quest’articolo d’indagare i diversi aspetti della coltivazione domestica. Utilizzando, ovviamente, soltanto tecniche biologiche.
Origine e diffusione dell’anguria
L’anguria, nome scientifico Citrullus lanatus, è una pianta appartenente alla famiglia botanica delle Cucurbitaceae, come le zucchine e i cetrioli.
Questa cultivar ha origine nell’Africa tropicale. La sua coltivazione era diffusa già 5000 anni fa nell’antica civiltà egizia. Qui il cocomero veniva messo nelle tombe dei faraoni come alimento per il viaggio nell’aldilà.
Successivamente, la coltura si diffuse in Cina, che ancora oggi è il primo produttore mondiale, mentre in Europa arrivò solo nel XIII secolo, in seguito alle invasioni arabe.
Attualmente coltivare angurie è una pratica diffusa in tutto il mondo.
Le caratteristiche botaniche della pianta d’anguria
L’anguria è una pianta erbacea a ciclo annuale formata da uno stelo (o fusto) principale. Questo si ramifica in altri fusti striscianti sul terreno, che possono arrivare anche alla lunghezza di alcuni metri. I fusti sono provvisti di viticci che aiutano l’ancoraggio al suolo.
Radici
La pianta di anguria è fornita di un apparato radicale ben sviluppato, soprattutto nella parte superficiale del terreno. Questo, pur essendo superficiale riesce ad arrivare a buone profondità.
Foglie
Le foglie sono ampie e tormentose, profondamente incise o lobate, con una colorazione che varia dal verde scuro al verde chiaro.
Fioritura
L’anguria è una pianta di tipo monoico, vale a dire che è munita sia di fiori maschili che femminili, separati. Nel ciclo di vita della pianta, le infiorescenze maschili appaiono prima e sono superiori in numero a quelli femminili.
L’impollinazione è di tipo entomofilo, ossia avviene per mezzo di api e altri insetti impollinatori. Grazie alle caratteristiche dei fiori, la fecondazione avviene per allogamia, ossia è incrociata tra gameti di fiori diversi.
In seguito alla fecondazione, i frutti arrivano a maturazione dopo circa due mesi.
Frutto e semi
Il frutto è quello tipico della famiglia delle Cucurbitaceae, ossia un grosso peponide molto carnoso in cui epicarpo, mesocarpo ed endocarpo sono uniti.
Nel cocomero distinguiamo la buccia, di colore verde striato, con superficie liscia e consistenza coriacea. Abbiamo poi la polpa, tipicamente rossa, all’interno della quale sono contenuti numerosissimi semi di colore nero e forma appiattita.
Le dimensioni, il peso e la forma, variano molto a seconda della varietà coltivata. Abbiamo, ad esempio, forme sferiche od ovali.
Il peso va dai 2 kg per le varietà “mini”, ai 15 kg e oltre per le varietà nostrane.
Varietà
Le diverse varietà di anguria, si distinguono innanzitutto dall’origine del seme. Essendo i semi di cocomero molto facili da conservare e riprodurre in autonomia, nel corso del tempo si sono affermate molte varietà locali, di carattere regionale.
Varietà a frutto tondo
Tra le varietà più note ricordiamo: l’anguria milanese, la romagnola, la comacchiese, la calabrese, la napoletana. Sono tutte varietà con frutti di forma tondeggiante, non molto grossi, del peso variabile dai 3 ai 7 kg. La buccia è di color verde intenso o molto scuro, la polpa è rosso-vivo, dolce e zuccherina. Si tratta di varietà molto rustiche, di facile coltivazione, che si adattano bene a terreni difficili.
Se volete coltivare angurie nel vostro orto domestico, vi consigliamo di ricercare nelle fiere di scambio i semi di cocomero di queste varietà locali.
Come sappiamo, purtroppo, le esigenze di mercato hanno dato vita a sementi ibride, che si sono affermate grazie all’elevata produttività.
Tra le varietà ibride a forma tonda e di piccole dimensioni ricordiamo la famosa anguria sugar baby, di origine americana, che si contraddistingue per la sua grande dolcezza.
Varietà ibride a frutti oblunghi
Le angurie ibride a frutti oblunghi sono per la maggior parte di origine americana. Producono frutti molto grossi, di forma più o meno ovale, e con un peso variabile dai 9 ai 20 kg.
Il colore della buccia varia: dal verde chiaro, quasi grigiastro, delle varietà Irish grey e Charleston grey; al verde brillante e largamente chiazzato di chiaro delle varietà Klondiche, Crimson sweet, Fairfax; fino al verde molto intenso e nerastro delle varietà Congo e Diamante nero.
Come detto, sono varietà molto produttive, contraddistinte da una polpa molto zuccherina. Allo stesso tempo, sono cultivar esigenti in termini di terreno e cure colturali.
Come coltivare angurie
Esigenze climatiche e periodo di semina
La coltivazione delle angurie esige un clima mite durante tutto il ciclo biologico, essendo una cultivar di origine africana. Per questo motivo viene coltivata negli orti dalla tarda primavera (quindi tra il mese di aprile e quello di maggio) fino alla fine dell’estate.
Per germinare, il seme ha bisogno di una temperatura minima di 15 °C. La crescita vegetativa ideale si ha con temperature comprese tra i 25 ed i 35 °C. Ritorni di freddo nel periodo primaverile, con temperature che scendono di colpo sotto i 10 °C, possono compromettere le funzioni vitali della pianta e quindi il buon esito del raccolto.
Terreno e concimazione
Il terreno ideale per coltivare angurie è quello sciolto e lavorato in profondità. Fondamentali quindi sono i lavori di preparazione del terreno da effettuarsi prima delle operazioni di semina.
Sarebbe bene evitare i terreni argillosi, i quali possono dar vita ai ristagni idrici che la cultivar soffre molto.
La terra, inoltre, deve avere una buona dotazione di sostanza organica. Per un’ottimale concimazione organica si consiglia di ricoprire il terreno di letame animale maturo nei mesi invernali. Questo andrà poi lavorato prima dell’inizio della coltivazione. Se non si dispone di letame proveniente da aziende biologiche, si può utilizzare lo stallatico secco. Questo va aggiunto al terreno circa 15 giorni prima dell’impianto. Si tratta di un’ottima soluzione, anche per la facilità di reperimento del prodotto (che potete trovare qui).
Ulteriore soluzione per una concimazione di fondo è l’aggiunta al terreno del compost domestico.
Semina diretta e distanze
I semi di anguria da piantare, che abbiamo acquistato o conservato dalla precedente coltivazione, hanno ottime capacità di germogliamento. Giacché la loro crescita, in termini di velocità, è elevata, si è soliti effettuare la semina diretta.
Nello specifico, si fanno piccole postarelle dove vengono adagiati a 2 cm di profondità i 3-4 semi. Questo per avere la sicurezza di lasciare due germogli per postarella in seguito all’emergenza del seme. Molto importanti sono le distanze da mantenere al momento della semina, cioè il cosiddetto sesto d’impianto.
Come abbiamo visto, le angurie hanno un portamento strisciante e tendono ad allungarsi e allargarsi molto sul campo. Quindi una distanza ideale è quella che prevede 2 metri tra una fila e l’altra, e 1,5 metri tra una postarella e l’altra sulla fila. Queste distanze possono aumentare o diminuire a seconda della varietà scelta. Fate quindi attenzione al tipo di anguria da coltivare che acquistate.
Cure colturali e irrigazione
Garantire un apporto idrico equilibrato è fondamentale per il buon esito della coltivazione delle angurie. Nella fase iniziale, l’acqua serve per favorire la germinazione del seme. Durante lo sviluppo vegetativo, invece, l’acqua aiuta ad avere piante sane e rigogliose. Ovviamente bisogna fare sempre attenzione a non provocare ristagni idrici. Per questo motivo utilizzare un sistema d’irrigazione a goccia favorisce una distribuzione di acqua equilibrata.
L’irrigazione della cultivar viene diminuita, invece, nella fase finale della maturazione. Questa accortezza permette di esaltare il contenuto di zuccheri del frutto.
Pacciamatura
Coltivare angurie ha bisogno di numerose sarchiature, visto il ciclo medio-lungo della coltivazione. Se si vuole risparmiare questo tipo di operazione è fortemente consigliato l’applicazione di uno strato di pacciamatura naturale.
La pianta avrà diversi benefici da questa tecnica colturale. Innanzitutto avremo la protezione dalle erbe infestanti. In secondo luogo, miglioreremo l’umidità del terreno, risparmiando quindi acqua. Infine, eviteremo il contatto dei frutti direttamente con il terreno bagnato, evitando il rischio di rovinare la qualità finale del raccolto.
Cimatura apicale, maturazione e raccolta
Altra operazione che si esegue sulla pianta di anguria è la cimatura apicale. Questa si effettua quando la pianta ha già allungato i suoi tralci. Con questa accortezza si favorisce l’emissione di getti laterali più produttivi. Inoltre, si evita l’eccessivo sviluppo in lunghezza della pianta, favorendo quello in larghezza. In generale, è meglio avere pochi frutti ma buoni, piuttosto che molti cocomeri che non riescono ad arrivare a una crescita completa. Di solito una pianta non porta più di 4-5 frutti a piena maturazione.
La raccolta avviene solitamente dopo 4 mesi dalla semina, quindi in piena estate. Bisogna prestare attenzione a raccogliere le angurie al giusto stadio di maturazione. Per cogliere dunque il momento adatto bisogna osservare attentamente i frutti e la pianta. I segni più evidenti sono: il disseccamento del peduncolo al quale il frutto è attaccato e il suono cupo e sordo quando si percuote il frutto con le mani. Ulteriore accorgimento per avere una maturazione uniforme è quello di rigirare il frutto periodicamente a destra e a sinistra. In questo modo garantiremo l’esposizione solare su tutte le facciate. Attenzione, bisogna effettuare questa operazione in maniera delicata, per non staccare precocemente il cocomero immaturo.
Difesa biologica da parassiti e malattie
Nella coltivazione delle angurie, la difesa biologica dai parassiti e dalle malattie crittogamiche è abbastanza semplice da gestire. Questo perché siamo davanti a una pianta molto rustica. Se si evitano i ristagni idrici, siamo protetti dalle malattie fungine più a rischio, ossia peronospora e oidio.
Per quanto riguarda gli insetti dannosi, nelle prime fasi della coltivazione bisogna prestare attenzione agli afidi. Ad ogni modo, con l’utilizzo di macerati e preparati naturali, quali quelli a base di ortica e aglio, avremo una buona difesa da questi fastidiosi insetti parassiti.
Utilizzi e proprietà alimentari
L’anguria è uno dei frutti più amati del periodo estivo. E’ un frutto composto al 95% d’acqua, da qui l’altro sinonimo melone d’acqua. Per questa sua caratteristica è perfetto per chi vuole seguire una dieta ipocalorica e restare leggero in un’afosa giornata di caldo. Ma è anche piacevole, per chi, semplicemente, vuole rinfrescarsi con una gustosa macedonia.
L’altra caratteristica alimentare è il suo alto contenuto in zuccheri solubili (quindi zuccheri buoni) quali il fruttosio (in sali minerali quali il potassio e in vitamine come la C e la A).
I valori alimentari del cocomero potete approfondirli qui.
Con questo è tutto. Buona coltivazione biologica.