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In questo articolo vediamo come coltivare i peperoni in maniera biologica. In un precedente post abbiamo parlato della coltivazione dei peperoncini piccanti, piante della stessa famiglia botanica dei peperoni (anche se con marcate differenze). Ora concentriamo la nostra attenzione sui classici peperoni dolci. Queste piante, rispetto ai peperoncini, presentano un maggiore accrescimento, e richiedono particolari cure, soprattutto nella difesa biologica antiparassitaria.
Scopriamo quindi qual è il periodo migliore per coltivarle in pieno campo, il clima e il terreno più adatti, le cure colturali necessarie e come possiamo difenderle dai parassiti più problematici.
Ma, come sempre, procediamo per ordine. Prima di capire come coltivare i peperoni, conosciamo meglio la pianta.
La pianta di peperone
Il peperone, Capsicum Annum, è una coltivazione erbacea appartenente alla famiglia botanica delle Solanaceae. A questa stessa famiglia appartengono anche i pomodori, le patate e le melanzane.
La pianta di peperone presenta un fusto eretto e ramificato, e può raggiungere, a seconda della varietà, altezze superiori al metro. Nelle prime fasi di vita della pianta è di tipo erbaceo, con il passare del tempo la consistenza del fusto diventa legnosa.
Le radici
Le radici della pianta sono formate da un fittone centrale e da diverse radici secondarie. L’apparato radicale nel suo complesso non arriva a grosse profondità, circa 25-30 cm.
Le foglie
Le foglie hanno una consistenza molto tenera, sono di colore verde intenso e lucenti. Si presentano sulle ramificazioni della pianta in maniera alternata, sono di forma ovale, lanceolate e munite di un breve picciolo. L’apparato fogliare è molto importante per l’equilibrio della pianta, in quanto protegge i frutti dalle scottature del sole a cui sono soggetti. Quindi, se abbiamo deciso di coltivare i peperoni questo è un importante dettaglio da tenere ben presente.
I fiori
I fiori sono di colore bianco, generalmente solitari e si formano nei punti di ramificazione delle branche.
Il fiore ha al suo interno un calice verde ed è costituito da 5 sepali. Il calice ha la capacità di persistere anche dopo la fioritura, addirittura resta attaccato al frutto. La fioritura del peperone avviene in maniera progressiva e scalare nel tempo e dura diversi mesi, si arresta solitamente con l’arrivo del freddo, quando la pianta ha esaurito le sue capacità produttive.
Solitamente il primo fiore che si forma subito nella prima biforcazione della pianta, dovrebbe essere tolto. Questo perché la linfa che assorbe per formare il primo frutto rallenta l’equilibrato sviluppo della pianta intera. si tratta di un semplice consiglio ma non è essenziale. Molti, ad esempio, preferiscono far formare il primo peperone, chiamato Re.
Il frutto e il seme
Il frutto, ossia i nostri peperoni, è una bacca carnosa che a seconda della varietà può avere forma ingrossata o allungata. Il colore di partenza è verde, quando giunge a maturazione diventa rosso, giallo o violaceo, a seconda della varietà. E’ attaccato alla pianta grazie a un peduncolo, più o meno lungo e spesso. Al suo interno si trova un ovario nel quale si formano i semi.
Il seme del peperone è piatto, giallastro e a seconda della varietà è lungo dai 3 a 5 mm, quindi è molto piccolo e leggero. Il peso medio di 1000 semi è infatti poco meno di 10 gr.
Conservato adeguatamente in un luogo asciutto il seme riesce a conservare le sue proprietà germinative anche per 2 anni.
Varietà di peperoni da coltivare

Peperoni biologici quadrati d’Asti
Abbiamo finalmente deciso di voler coltivare i peperoni, d’accordo, ma quale tipologia scegliere?
La domanda non è semplice poiché questa cultura ha molte varietà esistenti.
In questa breve disamina faremo riferimento solo a varietà di peperone dolce appartenenti alla specie Capsicum Annum.
Per le diverse specie piccanti potete invece fare riferimento al nostro post su come coltivare peperoncino piccante.
Le diverse varietà di peperoni dolci che si possono coltivare si distinguono per due caratteristiche principali:
- La grandezza. I frutti possono essere infatti grandi o medi
- La forma, che può essere quadrangolare, conica, a cuore, a corno.
Di seguito ne elenchiamo alcune.
Quadrato d’Asti
Tra i peperoni con frutto grosso e di forma quadrangolare il più famoso nel nostro paese è il Quadrato d’Asti. Ha la classica forma quadrata, presenta 3 o 4 punte e un’altezza non superiore a 1/3 della sua larghezza. Il sapore è molto dolce e la polpa carnosa. Il colore a fine maturazione rosso o giallo.
Corno di bue
Tra i peperoni lunghi segnaliamo invece il classico Corno di bue o Marconi. La sua forma è conica, molto allungata e regolare, la lunghezza è superiore ai 20 cm. L’attaccatura del picciolo è leggermente infossata e la colorazioni va dal verde iniziale al giallo e rosso.
Varietà ibride
Esistono poi molte varietà ibride, che rispondono soprattutto a requisiti di carattere commerciale. Su queste non riteniamo valga la pena soffermarci.
Varietà locali

Peperoni biologici di Senise Dop
Coltivare i peperoni del proprio territorio è probabilmente la scelta più saggia. Sono molte le varietà locali che nel tempo si sono affermate. Ogni regione ha le sue. Le più fornite da questo punto di vista, con una lunga tradizione di coltivazione del peperone sono: il Piemonte, la Sicilia, la Puglia e la Campania.
In un articolo precedente vi abbiamo parlato delle fiere di scambio dei semi, nell’ambito del progetto Semi autonomi. Questo progetto è finalizzato, appunto, al recupero e allo scambio di sementi antiche. Sono molte le varietà locali di peperoni dolci che questa iniziativa ha permesso di recuperare. Tra queste vi segnaliamo:
- Peperone di Senise DOP (Pz). Si tratta di una pianta di grande rusticità, simile al Corno di Bue, ma con caratteristiche del tutto peculiari. Ad esempio il picciolo di questa varietà rimane attaccato al frutto anche ad essiccazione avvenuta. Questo permette la legatura dei peperoni per realizzare le caratteristiche collane. Inoltre, il peperone DOP di Senise, ha uno spessore molto sottile e un basso contenuto d’acqua, ciò lo rende perfetto per una rapida essiccazione al sole.
- Peperone Corno di Bue di Verbicaro (CS)
- Peperone Quadrato Giallo Calabrese
Come coltivare i peperoni
Il clima

Peperone con “scottatura”
Vediamo ora come coltivare i peperoni in maniera biologica nell’orto, partendo dalle esigenze pedoclimatiche.
Il peperone è una cultivar con un ciclo tipicamente primaverile-estivo. Nelle giuste condizioni, il suo ciclo colturale riesci però a protrarsi per buona parte dell’autunno.
La pianta cresce bene in zone a clima temperato-caldo, sempre in posizione ben soleggiata.
Il peperone, inoltre, è molto sensibile alle variazioni di temperatura e alle grosse oscillazioni tra il giorno e la notte. La temperatura di crescita vegetativa ideale è quella che si assesta tra i 26 °C di giorno e non scende sotto i 15 °C di notte.
La fioritura e la successiva allegagione dei frutti, sono invece favorite da temperature diurne leggermente più alte, fino a 32 °C.
Il caldo eccessivo, con temperature superiori ai 35 °C, può invece provocare il problema della “scottatura” dei frutti esposti al sole. Sul peperone si formano delle macchie decolorate, inizialmente di consistenza molle, che successivamente disseccano.
Per questo motivo è fondamentale un certo equilibrio vegetativo della pianta, con un apparato fogliare folto che funga da protezione.
Periodo di semina e trapianto
Per le ragioni sopra esposte, nel coltivare i peperoni in pieno campo il trapianto non avviene mai prima di aprile. Bisogna cioè assicurarsi che non ci siano i tanti temuti ritorni di freddo, frequenti nel mese di marzo.
Da aprile fino a tutto maggio (giugno nelle zone con autunni caldi) è possibile trapiantare le piantine nell’orto domestico.
Se, invece, iniziano con la nostra coltivazione biologica di peperoni partendo direttamente dal seme, dobbiamo osservare alcune accortezze.
Innanzitutto bisogna tener conto che i semi di peperone hanno tempi di emergenza piuttosto lunghi. Difatti, partendo dal seme, ci vogliono circa 45-60 giorni per avere una pianta formata e pronta per il trapianto.
La semina del peperone può iniziare già nel mese di febbraio, bisogna però provvedere ad allestire un semenzaio riscaldato o comunque posizionare il classico semenzaio in polistirolo in un luogo protetto. L’ideale potrebbe essere una piccola serra da balcone come questa.
Per svilupparsi correttamente i semi di peperone hanno bisogno di temperature elevate e costanti, superiore ai 20 °C. Temperature che nei mesi di febbraio e marzo all’aperto, difficilmente si possono registrare.
Nel mese di aprile però, se le temperature si stabilizzano, è possibile la semina in semenzaio all’aperto. Bisognerà in ogni caso prestare attenzione ad eventuali sbalzi di temperatura, ed eventualmente portare le nostre piccolissime piantine in casa.
Il terreno del semenzaio deve essere sempre tenuto ben umido, ma non eccessivamente bagnato. Un ristagno idrico nella zolletta di terra può provocare la marcescenza del seme.
Terreno e concimazione
Come abbiamo visto descrivendo la pianta, il peperone non ha un apparato radicale profondo ed espanso. Per questo motivo è necessario che il terreno di coltivazione sia ben sciolto. Inoltre deve essere lavorato in profondità, soffice, fresco e con un ottimo drenaggio. Molto importante è la lavorazione di preparazione del terreno, che per grosse superfici è opportuno effettuare con trattore e ripuntatore.
Anche la concimazione è molto importante per la crescita sana e rigogliosa dei peperoni. In agricoltura biologica, in campo aperto, è consigliato, prima di lavorare il terreno, di effettuare una letamazione intensa, con letame molto maturo e ben decomposto.
Se non disponiamo di letame proveniente dalle campagne si può optare per l’acquisto di stallatico stagionato.
Ulteriore alternativa per la concimazione biologica è l’utilizzo del compost domestico o dell’humus di lombrico. Queste tipologie di concimi organici, naturali e spesso e volentieri artigianali, possono essere applicati al terreno poco prima del trapianto. E’ possibile anche applicarle in fasi successive, interrando leggermente e delicatamente vicino il colletto della pianta.
Per una concimazione verde, invece, una valida soluzione è far precedere alla coltivazione dei peperoni un sovescio di leguminose.
Irrigazione e distanze di trapianto
Per coltivare i peperoni è necessario predisporre un sistema d’irrigazione a goccia. Le piante, difatti, hanno bisogno di un apporto idrico costante nel tempo. Gli sbalzi, gli stress e i ristagni idrici sono decisamente negativi. In genere possono portare a una serie di problematiche difficili da risolvere una volta in atto, ad esempio il marciume o l’asfissia radicale.
Quindi è meglio dare poca acqua, ma in maniera costante, quindi con sistema a goccia 10-15 minuti al giorno possono essere sufficienti. Naturalmente se la coltivazione dei peperoni è in campo aperto e si verificano piogge, l’irrigazione artificiale deve essere interrotta.
Le distanze di trapianto nel sistema d’irrigazione prevedono 40 cm tra una piantina e un’altra sulla fila e un metro di distanza tra le file.
Supporti
L’apparato radicale leggero e le altezze elevate che può raggiungere la pianta, uniti al considerevole peso dei frutti, fanno sì che per coltivare peperoni sia necessario predisporre supporti e legature. Questi terranno le piante dritte ed eviteranno che si spezzino.

Coltivazione di peperoni con supporti di legno e pacciamatura in paglia
Si può utilizzare il classico sistema della struttura portante con le canne di bambù, che si possono facilmente reperire in rete. Oppure si può optare per il sistema con i pali in legno e legatura con filo di nylon.
I pali in legno, di altezza superiore ai 2 metri, vengono piantati nel terreno e posizionati a distanza di due metri l’uno dall’altro. Devono essere posti al centro della linea della piante.
Tra i pali si fa scorrere poi, da un lato e dall’altro, un filo di nylon (spesso e apposito per l’orto) in modo da creare un supporto per i peperoni. In alternativa al filo di nylon si possono coltivare i peperoni con il classico spago in iuta, dotato di ottima resistenza. Questo tipo di spago potete trovare a questo link.
Pacciamatura naturale
Per coltivare i peperoni biologici è necessario provvedere al controllo delle erbe infestanti. Queste, specie nel periodo primaverile ed estivo, possono essere vettori per parassiti e malattie. Inoltre tolgono molta energia alla pianta. Per limitare le operazioni di sarchiatura, ossia il diserbo manuale, consigliamo di utilizzare la pacciamatura naturale. Con questa pacciamatura, oltre ai benefici sopra elencati, avremo anche un miglioramento dell’umidità del terreno. Questo ci permetterà di ottenere un notevole risparmio idrico.
Visto che la coltivazione dei peperoni ha un ciclo medio lungo, l’unica accortezza che vi segnaliamo con la pacciamatura naturale è un suo periodico reintegro durante la coltivazione.
Se volete sperimentare materiali alternativi, vi consigliamo di leggere il nostro articolo sulla pacciamatura naturale con la juta.
Raccolta
La raccolta del peperone avviene in maniera scalare e si protrae nel tempo. Se la pianta sta bene ed è cresciuta regolarmente si possono avere grandi soddisfazioni. Il consiglio che diamo, se vogliamo coltivare i peperoni al meglio, è quello di non far maturare al 100% il frutto sulla pianta. Raccoglierlo un po’ prima della completa maturazione abbasserà il rischio che il peperone si rovini.
Nella raccolta manuale è opportuno usare delle forbici, molto pratiche in questo caso sono quelle utilizzate per la raccolta dell’uva (se non le possedete potete trovarle qui).
L’uso di queste forbici è importante poiché, se il peduncolo che mantiene il frutto alla pianta non viene tagliato, bensì strappato, se l’operazione di strappo non è fatta alla perfezione si rischia di danneggiare il frutto o la pianta.
Difesa biologica antiparassitaria
A differenza dei peperoncini piccanti, che per via del loro alto contenuto in capsicina non sono per niente attraenti nei confronti dei parassiti animali, la pianta del peperone dolce è molto soggetta agli attacchi parassitari.
I principali parassiti che incontriamo quando decidiamo di coltivare i peperoni sono gli afidi, i tripidi, la mosca bianca, il ragnetto rosso, la tuta absoluta, le cimici.
Per combatterli bisogna intervenire in maniera preventiva con i macerati naturali, quali il macerato d’ortica e l’infuso d’aglio.
Per monitorare la presenza degli insetti nel campo è opportuno sistemare le trappole cromotropiche. Queste svolgono la duplice funzione d’allerta e di cattura massiva.

Bronzatura fogliaria
Particolare attenzione alla presenza del minuscolo tripide Frankiniella Occidentalis. Questo insetto è vettore della grave e problematica malattia della bronzatura fogliaria.
Se le infestazioni d’insetti sono già in atto, si può intervenire in due modi, o con la soluzione di acqua e sapone puro di Marsiglia (afidi, mosca bianca, cimici) o con l’azadiractina, il principio attivo dell’olio di neem (ragnetto rosso, tripidi, tuta absoluta negli stadi adulti, cimici).
Per gli stadi larvali della tuta absoluta l’intervento migliore che si può eseguire è quello fatto utilizzando il bacillus thuringiensis varietà kurstaki.
La difesa dalle malattie crittogamiche
La coltivazione dei peperoni ha anche dei rischi legati alle malattie crittogamiche, come peronospora eoidio. Questi rischi dipendono dalla presenza di parassiti e spore di patogeni fungini. Per non aumentarli è di fondamentale importanza rispettare le rotazioni colturali. Essendo una coltura solanacea si deve assolutamente evitare il trapianto in frazioni dell’orto che abbiano ospitato una cultivar della stessa famiglia l’anno precedente, in modo particolare pomodori, melanzane e patate.
Auspichiamo di essere stati utili ed esaurienti con le informazioni di questo post. Ora che sapete come coltivare i peperoni, vi auguriamo una buona coltivazione biologica.