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Le cime di rapa sono tra gli ortaggi ideali, se state pensando alla semina del vostro orto autunnale. Ovviamente bisognerà tenere conto di molti dettagli prima di decidere di seminare proprio questa pianta. Per creare le giuste condizioni di partenza, è dunque bene decidere per tempo il modo in cui progettare il proprio orto domestico.
Questo ortaggio a foglia è diffuso e conosciuto storicamente nel centro-sud dell’Italia. Ad ogni modo, grazie alla contaminazione delle tradizioni gastronomiche, si sta facendo strada anche nelle coltivazioni e, soprattutto, nelle abitudini alimentari delle regioni del Nord.
La pianta, quando è ben coltivata, è capace di dare molte soddisfazioni. In questa sede vediamo come si seminano e coltivano nel giusto modo le cime di rapa.
Proprietà e caratteristiche delle cime di rapa
Classificazione ed origine
La cima di rapa, conosciuta anche come broccolo di rapa, è una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicacee. Ha un nome botanico piuttosto lungo: Brassica rapa, subspecie sylvestris varietà esculenta.
L’origine della specie è mediterranea e sono proprio le regioni meridionali italiane a portare avanti questa coltura da secoli. Si tratta quindi di una pianta proprio della nostra tradizione contadina e gastronomica.
La cultivar delle cime di rapa predilige per la sua coltivazione un clima mite. Allo stesso tempo è molto resistente, e questo fa sì che, con i dovuti accorgimenti, possa essere coltivata anche nelle regioni settentrionali, dove la coltivazione negli ultimi anni si sta facendo largo.
Valori nutrizionali delle cime di rapa
Delle cime di rapa si consumano sia le foglie che le infiorescenze chiuse (i broccoletti). Ha valori nutrizionali che ne fanno un alimento ideale per le diete ipocaloriche: solo 22 kcal per 100 gr. È inoltre un ortaggio ricco di sostanze minerali e vitamine. In 100 gr di foglie e broccoletti sono contenuti infatti: 1,5 mg di ferro, 97 mg di calcio, 69 mg di fosforo, 225 µg di vitamina A e 110 mg di vitamina C.
Altra peculiarità è l’elevato contenuto di polifenoli, antiossidanti naturali presenti in alcune famiglie di piante come le Brassicacee.
Un’altra caratteristica che rende le cime di rapa inconfondibili è il loro sapore amarognolo. Questo conferisce un gusto deciso e un aroma penetrante a tutte le diverse preparazioni che è possibile realizzare.
Varietà
Di cime di rapa ne esistono diverse varietà, tutte strettamente legate al territorio di coltivazione. Nelle regioni meridionali, in particolare, basta spostarsi di poco da un posto all’altro per trovare una varietà autoctona. Molte sono conosciute sono le rape pugliesi, ad esempio la rapa grossa di Fasano, la rapa leccese, le rape murgesi.
In Campania è molto nota la varietà di rapa friariello napoletano. In Calabria, invece, è molto conosciuta e apprezzata la rapa bisignanese.
A seconda della varietà, avremo diverse caratteristiche delle piante. Alcune saranno ricche di foglie con una grossa infiorescenza al centro, come la rapa leccese della foto in alto. Questa, una volta tagliata, produrrà molti ricacci laterali. Altre varietà si caratterizzano al contrario per produrre molte cime con poche foglie, come il friariello napoletano della foto in basso.

Friarielli
Altra classificazione delle cime di rapa, più di tipo commerciale ma fondamentale per chi si appresta per le prime volte alla coltivazione, è quella che tiene conto del tempo di fioritura.
Avremo quindi cime di rapa precoci più adatte alla coltivazione in zone dove l’inverno è più freddo o per semine ritardate. Varietà medio tardive, per la coltivazione nelle zone con un clima più mite. Varietà primaverili con maturazione tardiva dopo il riposo invernale.
Secondo questo schema avremo rapa:
- Quarantina
- Sessantina
- Novantina
- Centoventina
- Marzatica o aprilatica.

Rape in fioritura
Varietà denominate, quindi, in base ai giorni necessari dalla germogliazione del seme alla fioritura. Superata questa germogliazione il fiore si apre, diventa giallo e non è più utile per l’alimentazione.
In questo modo potremo programmare la nostra coltivazione in base al periodo di semina e al clima della nostra regione di appartenenza.
Semina e coltivazione delle cime di rapa
Come stiamo per vedere, coltivare cime di rapa è una pratica agricola alla portata di tutti. Bisogna però tenere conto di alcune caratteristiche della cultivar e conoscere determinati accorgimenti tecnici. In questo modo faciliteremo le diverse fasi produttive.
Periodo di semina e clima
È in piena estate che si inizia la programmazione della semina delle cime di rapa. A partire dalla fine del mese di luglio fino a tutto il mese di settembre si può effettuare la semina diretta o in semenzaio. La scelta varierà in base al territorio e alle condizioni climatiche in cui vi trovate.
Nelle regioni settentrionali, solitamente, si preferisce la scelta di seminare varietà medio/precoci come la sessantina e la quarantina. In genere si fa la semina in agosto, in modo avere terminato il ciclo di coltivazione prima delle gelate invernali. Nelle regioni mediterranee, con clima più mite, la semina è più ritardata, fino alla fine di settembre, e si scelgono varietà a partire dalla sessantina fino alla marzatica.
Chiaramente queste sono indicazioni di massima. In realtà ci possono essere semine e scelte varietali del tutto soggettive. L’importante con colture del genere è la sperimentazione ed il crescere dell’esperienza sul vostro terreno. Ciò vi consentirà, dopo le prime coltivazioni, di capire come si comporta la piante nelle diverse fasi della crescita.
Per fare un esempio, nella sequenza di foto in basso vedete nella prima foto un campo di rape completamente gelato, siamo nel mese di dicembre. Nella seconda foto vedete come si risveglia dopo qualche ora, al caldo del primo sole.

Campo di rape dopo gelata di dicembre

Campo di cime di rapa al risveglio dopo la gelata
Questo esempio serve per dire che le cime rapa sono una cultivar molto resistente. È vero che soffrono il gelo, ma amano il sole, quindi basta poco per farle risollevare e resistere a temperature rigide.
Il consiglio che diamo è quello di seminare a scalare, cioè nello stesso periodo di semina piantare varietà a 40, 60 e 90 giorni. In questo modo comprenderete come si differenziano le varietà e soprattutto avrete una raccolta continua e prolungata.
Semina diretta a spaglio
Ci sono due sistemi per la semina delle cime di rapa. Il primo è la semina diretta, cosiddetta a spaglio.
Questo tecnica di semina è vantaggiosa soprattutto per coprire ampie estensioni di terreno. Ma anche su porzioni limitate è molto efficiente.
La tecnica si esegue distribuendo il seme in maniera uniforme sul terreno. Poi si interra con un rastrello a pochissimi centimetri di profondità.
Successivamente, se le piante sono cresciute troppo vicine, si possono diradare spostandone alcune nelle zone rimaste vuote, dando così a tutte il giusto spazio. Per limitare al massimo questa operazione e distribuire il seme in maniera più uniforme, una tecnica è quella di mescolare i semi con della sabbia fine prima di distribuirli sul terreno.
Il seme si mescola con la sabbia in modo da aumentare il volume di distribuzione. Si effettuano più passaggi prendendo dei punti di riferimento in modo che la semina diventi molto più omogenea. Si eviteranno così vuoti o eccessi di germogli.
L’indicazione che diamo è quella di utilizzare 50 gr di semi (mescolati con 200 gr. di sabbia grossa) per 100 mq di terreno.
La semina a spaglio viene di solito fatta quando il terreno è bagnato dopo le prime precipitazioni di fine estate. Effettuata in un periodo di caldo pieno, questo tipo di tecnica può essere svantaggiosa. Le giovani piante, infatti, necessitano di un’irrigazione di sostegno sostenuta soprattutto nelle prime fasi della crescita.
Semina in semenzaio e trapianto
Per ovviare a questo problema si può scegliere di effettuare la semina in semenzaio, particolarmente indicata nei periodi caldi.
Per farla si possono usare le seminiere in polistirolo, di cui vi abbiamo già parlato in precedenza.

Semenzaio in polistirolo
I semi delle cime di rapa sono molto piccoli e hanno una grossa resa. Ne basta uno a foro, interrato a pochi millimetri, per la nascita della piccola piantina di rapa.

Semi di broccoli di rapa
Le piante sono pronte per il trapianto circa 20-25 giorni dopo la semina, quindi per il mese di settembre o oltre. In questo periodo, infatti, in genere non c’è più il problema dell’irrigazione.
Per il pane di terra si consiglia di utilizzare un terriccio molto fine, apposito per la semina.
Le distanze di trapianto dipendono dalla varietà che si è scelto di seminare.
Le piantine di cima rapa quarantina possono essere posizionate a distanza di 10-15 cm le une dalle altre. Per la varietà sessantina ci vogliono di solito 20 cm. Per la tardiva, novantina e marzatica, dai 30 ai 40 cm.

Rapa quarantina
Rotazione colturale, terreno e concimazione
Le cime di rapa sono un’ottima coltura da far seguire successivamente alle più intense coltivazioni di ortaggi primaverili ed estivi, come ad esempio il pomodoro o la zucchina.
Il terreno ideale per questa pianta deve essere ben lavorato e risultare sciolto e ben arieggiato. Inoltre dovrà essere sistemato in modo da evitare i ristagni idrici, che possono essere dannosi per le cime di rapa, in quanto provocano ingiallimento fogliare.

Terreno ideale per la coltivazione
La rotazione colturale ha anche implicazioni sulla concimazione. La cultivar della rapa, difatti, non ha bisogno di concimazioni organiche fresche, anzi le sono dannose. Un’eccessiva concimazione azotata può generare l’accumulo di nitrati, in particolare nello stelo e nelle foglie, sostanze dannose per la salute. Utilizzare quindi un terreno letamato in primavera, dove sono stati coltivati pomodori o zucchine, può ovviare a questo problema.
Come concimazione successiva, molto più importante è l’apporto di fosforo, che aiuta la formazione e lo sviluppo del fiore (il broccoletto). Quindi per aiutare la crescita della pianta, un buon prodotto per la concimazione biologico con le giuste caratteristiche potete acquistarlo qui.
Diserbo
Per coltivare le cime di rapa, soprattutto se la semina è a spaglio, non è consigliata la pacciamatura.
Si deve provvedere, però, al diserbo manuale, soprattutto nelle fasi della crescita in cui la piantina ha dimensione ridotte. Nella fase successiva, quando i broccoli di rapa aumentano di volume ed intensità, sarà la stessa pianta a proteggersi dalle infestanti che non avranno più luce e terreno a sufficienza per proliferare.
Difesa biologica contro i parassiti
Come accennato, le cime di rapa sono una cultivar molto resistente. Questa caratteristica la riscontriamo anche parlando degli attacchi di parassiti, insetti o funghi che siano. Per quanto riguarda gli insetti, quelli pericolosi per la cultivar sono pochi.
Il broccolo di rapa teme anzitutto le lumache, che possono essere arginate con le tecniche che abbiamo conosciuto nell’articolo su Come difende l’orto da chiocciole e le limacce.
Per le cime di rapa c’è però un altro insetto più pericoloso delle lumache: la cavolaia. Nota anche come cavolaia minore o rapaiola, la Pieris rapae è un lepidottero appartenente alla famiglia Pieridae.

Pieris rapae
Il lepidottero danneggia le nostre cime di rapa quando è nel suo stato larvale. In questa stadio, infatti, le larve si nutrono di foglie.
Contro di essi si può agire congiuntamente o alternativamente, con un preparato naturale come il macerato di pomodoro, oppure, se l’infestazione è consistente, con il bacillus thuringiensis var. kurstaki, insetticida completamente biologico di cui vi abbiamo già parlato in dettaglio abbondantemente, e che trovate qui.
Per quanto riguarda le altre malattie, la cultivar è immune da malattie crittogamiche, soffre soltanto l’eccessivo ristagno idrico. Questo perché, come accennato prima, porta ad ingiallimento la parte inferiore della pianta.
Raccolta
Per quanto riguarda la raccolta, il momento giusto è quando i fiori (i broccoletti) sono ben formati ma ancora chiusi.
Nella foto in basso vediamo una cima di rapa pronta per la raccolta che inizia a fiorire.

Rapa ad inizio fioritura
In questo caso, l’inizio della fioritura ci indica che dobbiamo affrettarci nella raccolta. Questo perché un singolo fiore si può rimuovere facilmente e non rovinare il prodotto, ma con il passare dei giorni la fioritura sarà via via più intensa. La semina scalare di varietà con maturazioni differenti, evita che le cime fioriscano contemporaneamente e garantisce un raccolto prolungato.
Alcune varietà, soprattutto quelle medio tardive, dopo il taglio del fiore (broccolo) principale, danno vita a dei ricacci laterali. Questi si possono continuare a raccogliere in maniera scalare.

Ricacci laterali
Della pianta si consumano sia i broccoletti che le foglie. Quest’ultima si puliscono sfilandole dalla venatura centrale della foglia. Altra parte che va eliminata è il fusto.

Cime di rapa appena raccolte
Siamo giunti alla fine del nostro articolo. Rimandiamo a futuri approfondimenti per quanto riguarda le ricette per la preparazione delle cime di rapa, intanto vi auguriamo buona coltivazione!
3 commenti
Complimenti siete gradi.
Grazie mille ^_^
Ottima descrizione