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L’Italia si trova già dall’inizio del 2020 in piena emergenza coronavirus (Covid-19), con vari lockdown o chiusure imposti dal Governo per provare a tenere sotto controllo la pandemia. La quotidianità di tutti è stata stravolta, con cambiamenti sociali profondi, mai sperimentati prima, e che ancora oggi stiamo cercando di capire. Purtroppo, per molti la qualità della vita è cambiata in peggio, soprattutto nei grandi centri urbani o per chi si trova in situazioni di disagio. Tante persone, però, si sono avvicinate alla terra, riscoprendo il valore della natura, magari avendo la fortuna di coltivare un orto proprio.
Chi nella terra c’è sempre, come chi vi scrive, ha invece apprezzato ancora di più il grande vantaggio di avere una terreno e di poterlo coltivare a proprio piacimento.
Gli aspetti positivi dell’orto in tempo di pandemia da Covid, a nostro avviso, sono molteplici. Proviamo a riflettere su alcuni di questi e, se vi fa piacere, condividete con noi le vostre esperienze.
Orto, Covid e lockdown
Sono moltissime le attività a cui sono state imposte chiusure e limitazioni per tentare di contenere la pandemia di coronavirus. Tra quelle che l’hanno evitato ci sono le attività agricole e in generale tutte le aziende del comparto alimentare. L’agricoltura è l’attività primaria dell’economia, produce il cibo, è la spina dorsale del Paese. La nostra agricoltura è forte ed è riuscita a reggere piuttosto bene all’impatto del Covid-19. Nuove imprese agricole condotte da giovani agricoltori sono nate, reinventando la vita e il lavoro ai tempi della pandemia.
Gli orti domestici e il Covid
Discorso un po’ diverso per chi fa l’orto domestico, senza necessariamente avere un’azienda agricola. I piccoli contadini, con i loro amati appezzamenti di terreno, sono stati sottoposti a limitazioni di spostamento nella fase più acuta del lockdown, anche se sono stati i primi ad essere ritornati operativi.
A maggio si è capito che avevamo le aziende florovivaistiche stracolme di piantine e milioni di persone pronte a coltivare ortaggi, fiori e alberi da frutto nei propri giardini.
In molti, che l’orto non l’avevano mai fatto, si sono lanciati per la prima volta in quest’esperienza, con tanto entusiasmo e con la consapevolezza di avere in mano un tesoro.
Con l’orto ci autoproduciamo il cibo
Il vantaggio più immediato ed evidente che si ha nel possedere un orto da poter coltivare in periodo di Covid-19, è quello di riuscire a produrre da sé il cibo. La pandemia di coronavirus ha portato con sé anche una grave crisi economica, con perdite di posti di lavoro e più comparti dell’economia che sono in forte sofferenza. Ma la prima voce di spesa di ogni famiglia italiana resta sempre il cibo. Fare un orto ci dà la possibilità di coltivare verdure e ortaggi di stagione. Il cibo che produciamo ci fa risparmiare buona parte della spesa alimentare. La tradizione contadina dell’orto familiare, dunque, ritorna a salvarci anche in questo tempo di carestie, regalando tante piccole soddisfazioni.
L’importanza della coltivazione naturale
Per chi come noi è del settore, è normale pensare a coltivare l’orto e il frutteto con metodo biologico. Ma chi si è affacciato per la prima volta al mondo dell’agricoltura si è trovato a dover affrontare problemi di parassiti e malattie delle piante e a decidere se usare pesticidi di sintesi o rimedi naturali. Possiamo dire che nella grande maggioranza dei casi le persone hanno optato per i metodi naturali e a basso impatto ambientale. È del tutto ovvio, d’altro canto: che senso ha buttare dei veleni sugli ortaggi che noi stessi dovremo mangiare?
Noi lo diciamo da sempre, se dovete usare insetticidi nell’orto familiare, allora è meglio andare a comprare al supermercato. Questo aspetto abbastanza ovvio deve invitare a riflettere anche sul sistema generale legato alla produzione alimentare. Tutte le coltivazioni dovrebbero essere bio, come scelta di crescita della new green economy.
L’orto è il nostro piccolo grande spazio di libertà. Avere la fortuna di poter stare all’aria aperta a curare le piante e gli alberi, quando tutto il mondo è forzatamente costretto a stare chiuso in casa, è un piacere unico. Nessuno ci chiede autocertificazioni quando siamo nella terra. I cellulari si usano al più per fare foto del paesaggio o del raccolto, e tutto il caos della pandemia fuori dal cancello. Stare nella terra porta tranquillità, libera la mente, stimola la fantasia e l’ingegno. Tiene inoltre allenato il fisico, è come una palestra nella natura a nostra completa disposizione. Se si è da soli nel campo e/o con i propri familiari, ci si può permettere anche la libertà di togliere la mascherina, il distanziamento sociale ce lo garantisce lo spazio della natura e non rischiamo di far male a nessuno con il nostro comportamento.
L’orto allevia il disagio ai tempi del Covid-19
Purtroppo è una triste realtà che molte persone hanno visto peggiorare le proprie condizioni di disagio dopo tutto quello che è scaturito dalla pandemia. Parliamo dei più svariati problemi che possono interessare la sfera personale e che i medici sono soliti classificare in forme di disagio psichico. Stati d’ansia o depressivi sono stati acuiti dall’isolamento, in molti casi dalla perdita dei riferimenti abituali. Coltivare la terra in qualche modo mitiga la preoccupazione che serpeggia nell’aria. Impegnarsi in qualcosa, il contatto con la natura, avere l’obiettivo di veder sbocciare il frutto del proprio lavoro, consente di cogliere aspetti positivi della propria vita e permette di avere atteggiamenti attivi.
4 commenti
tutto vero ma il mio problema è che il mio orto dista 70 km ed è cuori provincia per cui lo dovuto abbandonare fino a maggio. non vorrei che si ripetere.
È tutto vero, io sono nelle condizioni dette è non ho sentito le ristrettezze del covid. Cinque l’orto familiare costa di più e bisogna conoscere le piante, se no nell’orto non produci niente.
Grazie, solo sentire il vostro entusiasmo fa salire il mio alle stelle, di nuovo grazie
Grazie a te, Daniela, dai dai dai… 🙂