Indice dei contenuti
Preparare il terreno per il nostro orto è una delle operazioni più importanti, per poter ottenere risultati soddisfacenti al momento del raccolto. Per iniziare a coltivare in regime biologico, però, occorre preliminarmente porsi delle domande sul proprio terreno. Innanzitutto, quali sono le sue condizioni di partenza? È un terreno già utilizzato in passato per la coltivazione o è vergine? Che tipo di esposizione alla luce solare ha? È presente una fonte idrica che possa servire la terra? Com’è il clima nella zona? Cosa conviene coltivare?
Come vedete si tratta di analizzare in dettaglio la propria personale situazione.
Ad ogni modo, vediamo qui come procedere per preparare il terreno alla semina nel modo più sano possibile.
Preparazione del terreno alla semina
Partiamo dal presupposto di avere a disposizione, per fare l’orto, un terreno mai coltivato prima (o comunque a riposo da tempo), con una buona esposizione solare in un clima mite, e con una fonte idrica facilmente utilizzabile. Ecco quali sono i primi passi da muovere per la preparazione del terreno e, dunque, per la realizzazione del nostro orto.
Le operazioni preliminari fondamentali riguardano la preparazione del terreno, e sono due: la sua pulizia e la sua prima lavorazione.
Pulizia del terreno

Terreno ricoperto di erbe infestanti
La prima operazione da fare in assoluto per realizzare il proprio orto è preparare il terreno alla semina, soprattutto se ci troviamo di fronte a un appezzamento inutilizzato da un po’ di tempo. La giusta preparazione del terreno è importante e, prima di ogni cosa, è necessaria una pulizia dell’intera area che vorremo andare a coltivare. Prima ancora di iniziare ad operare sul terreno con attrezzi manuali o meccanici, bisogna quindi eliminare tutte le erbe infestanti e spontanee che saranno di certo presenti.
Evitare il glisofato
In questo momento si presenta davanti a voi il primo spartiacque tra una coltivazione biologica e una coltivazione comune. Spieghiamoci meglio. Davanti, probabilmente, avrete un terreno pieno di erbacce, un fitto tappeto verde dove non si sa come mettere mano, da dove iniziare. La tentazione che qualcuno (speriamo nessuno) potrebbe avere è quella di usare un erbicida: si mette il prodotto (la maggior parte delle formulazioni commerciali sono quelle a base di glifosato), e l’erbaccia scompare da sé, facile no?
Il problema è che il prodotto che si sta usando è un veleno. Il glisofato (prodotto in miliardi di litri da una grossa multinazionale) in particolare è stato dichiarato molto pericoloso e probabile cancerogeno (per capire il potenziale dannoso di questa sostanza vi invitiamo alla lettura di questo articolo). Inoltre distrugge la fertilità naturale del terreno e non fa distinzione tra erbe infestanti positive e negative. Usando prodotti del genere per creare il proprio orto, si parte con il piede sbagliato. La coltivazione non sarà biologica e rischiamo di portare sulla nostra tavola un ortaggio con un residuo di veleno pericoloso.
La soluzione, dunque, è fare l’orto biologico. Mettetevelo in testa fin da subito: il biologico vuol dire più attenzioni, più lavoro, più prevenzione. La scelta dipende solo da voi, ma se ciò che cercate nei vostri ortaggi è la qualità, allora dovrete sudarvela.
Pulizia manuale
Quindi, per la preparazione del terreno alzatevi le maniche e iniziare con la rimozione manuale e meccanica delle erbe infestanti.
Togliere le erbacce a mano è il metodo più faticoso, ma efficace.
Dunque, ora che sappiamo che fare un orto come si deve richiede impegno e passione, muniamoci di guanti con il fondo duro di gomma e partiamo con l’eradicazione dell’erbaccia.
Questa procedura è importante, poiché togliere a mano vuol dire estirpare dalla radice. E questo, a sua volta, vuol dire ritardare il più a lungo possibile il ripresentarsi dell’erba infestante, che spesso è il principale vettore di malattie e insetti negativi per le nostre colture. Insomma, questa operazione può rappresentare già da ora la buona riuscita o meno del nostro raccolto.
Utilizzo degli attrezzi
Chiaramente è possibile utilizzare degli attrezzi per facilitare il lavoro. In questa fase consiglio di utilizzare una zappa, che però non andrà usata in profondità ma in superficie (all’incirca a 3-5 cm di profondità, quanto basta per rimuovere l’erbaccia).
Prima di procedere in questo senso bisogna valutare l’altezza delle infestanti, se il campo è troppo pieno e fitto, conviene preliminarmente sfalciare con una falcetta a mano, o per chi lo possiede utilizzare un decespugliatore come questo.
Lavorazione del terreno
Solo a questo punto è possibile iniziare a lavorare il terreno.
Il nostro terreno, infatti, è ora finalmente pronto per la lavorazione. Anche qui bisogna valutare, ovviamente, l’estensione e gli attrezzi di cui si dispone.
Per lavorare il terreno e preparare al meglio in nostro orto esistono due modalità di azione: la lavorazione manuale, usando semplici attrezzi, e la lavorazione realizzata usando degli appositi macchinari.
Lavorazione a mano
Per la lavorazione di un terreno sul quale coltivare un piccolo orto biologico, si può iniziare da pochi e semplice attrezzi manuali, quali la vanga, la zappa ed il rastrello.
La vanga serve per smuovere superficialmente la terra. Si usa appunto per vangare, cioè per dissodare la terra suddividendola in delle zolle che verranno quindi rivoltate. La sua struttura ricorda una pala, ma a differenza di quest’ultima la vanga viene spinta nel terreno con la forza del piede invece che delle braccia (se state anche valutando l’acquisto dell’attrezzatura e siete in cerca di un vanga di buona qualità e non troppo costosa, vi consigliamo un modello del genere, senza troppi fronzoli e col quale personalmente lavoriamo bene).
Lavorazione meccanica

Terreno lavorato con motozappa
Se per nostra fortuna, invece, abbiamo a disposizione delle attrezzature meccaniche, tutto il lavoro descritto in precedenza viene facilitato ed abbreviato.
Una volta vangato uniformemente il terreno, si può procedere con la lavorazione con la zappa, che frantumerà le zolle rivoltate precedentemente con la vanga. Il lavoro con la zappa è fondamentale in quanto in questa fase il terreno viene reso morbido e friabile per accogliere il seme o la piantina che vorremmo mettere a dimora. Effettuato questo secondo lavoro si può procedere a rastrellare il terreno per renderlo uniforme ed avere così chiaro davanti a sé il terreno da coltivare.
Con l’utilizzo di una motozappa (meglio se elettrica) è possibile preparare il terreno in maniera più veloce e meno faticosa, lavorando anche terreni di media dimensione.
Per terreni con grande estensione è possibile procedere invece alla lavorazione meccanica con il ripuntatore.
Terreno pronto per la semina
A questo punto il nostro terreno è pronto per diventare orto. Ma realizzare un orto richiede anche progettualità, e bisognerà quindi iniziare a preoccuparsi dei successivi passi. Parliamo della progettazione dell’architettura dell’orto, (cosa piantare, come e quando) e di fare sistema d’irrigazione che permette alle piante di sopravvivere alla siccità.
11 commenti
Io consiglierdi la forca al posto della vanga. Arieggia con il minimo sforzo e non rivolta il terreno. Inoltre avrei eliminato l ipotesi del glifosato, pubblicità per gli idioti
Il glisofato non è un’ipotesi. Se si vuol fare agricoltura biologica non esiste e nell’articolo questo diciamo. Ovviamente, però, se si desidera realizzare un orto bio è fondamentale essere consapevoli che è necessario rimboccarsi le maniche e lavorare più sodo.
Salve! Avendo preso un terreno mai coltivato prima, ho seguito i vostri consigli nel prepararlo. Ho notato che i primi 20 centimetri il terreno risulta morbido e scuro, poi diventa quasi impenetrabile, peggio del cemento! Sarebbe ammissibile in agricoltura biologica un’aratura? Almeno x la prima volta? Cosa mo consigliate?
L’aratura dopo che il terreno è fermo da tanti anni è consigliata.
ciao. Il glifosato è stato proprio in questi giorni considerato innocuo dalla UE. Come la mettiamo?
Be’, c’è da dire per prima cosa che, essendo il glisofato un diserbante non selettivo, è molto dannoso per l’ecosistema e dunque andrebbe evitato a prescindere, al di là dei danni sull’uomo. Inoltre c’è anche da dire che il rapporto che alcune autorità europee hanno con questa sostanza (o meglio, con alcuni importanti produttori), è spesso eccessivamente permissivo; basti pensare a questa inchiesta non troppo datata di The Guardian, in cui si dimostra che l’autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha sostanzialmente “preso ordini” dalla Monsanto per sostenere che l’uso pubblico del prodotto fosse sicuro e non cancerogeno (si tratta di documenti scritti dalla Monsanto e copia-incollati nel rapporto dalla Efsa, cosa comprovata e che definire grave è un eufemismo). Questo per dire che i processi a strutture finanziarie potenti (e il gruppo Bayern-Monsanto è estremamente potente) lasciano sempre dei dubbi, specie quando ci sono precedenti simili, legami intrecciati tra persone e conflitti d’interesse generali (una parte dell’UE da sempre spinge per ridurre i controlli nel settore alimentari in Europa). Poi, per carità, ognuno produca e mangi quel che vuole. Noi diamo consigli per coltivare il proprio orto in biologico, così da tutelare la biodiversità, l’ambiente, ed evitare cibi con residui di questa sostanza, che noi ancora adesso preferiamo non mangiare.
non intendo utilizzare pesticidi nel mio piccolo terreno, che siano pericolosi oppure no. Se fossi un agricoltore forse invece sarei sollevato da questa notizia. Il mio commento tendeva comunque solo a mettere in guardia contro gli assolutismi che, in agricoltura come in tutti i campi, sono quasi sempre controindicati
Il mio orto non è ben esposto e in inverno ha poca luce ed è abbastanza umido. Mi permetto di consigliare, in questa situazione, la forca da usare come se fosse una vanga, curando di rivoltare poca terra alla volta. I vantaggi sono essenzialmente due, si può lavorare il terreno anche se non è asciutto perché l’impatto sulla terra è minimo, facendo piccole ‘fette’ la terra asciuga prima, prende meglio il ghiacciato e poi vangando si va all’indietro e di conseguenza il lavorato non viene calpestato.
Buongiorno, vorrei adibire a orto una porzione di giardino; questo è un prato a rotoli con erba abbastanza fitta di festuca arundinacea. Le infestanti non sono molte, ho sempre tenuto controllato l’aspetto in tal senso. Vorrei capire come procedere ora. Ho tagliato l’erba bassa, ma le zolle inerbite sono ancora intatte. Chiaramente non voglio procedere con nessun diserbo. Ho letto diverse opinioni in merito, anche chi rivolta le zolle con erba così come sono, mischia terriccio aggiuntivo e compost. Cosa consigliate? L’intenzione sarebbe quella di procedere con aiuole rialzate di orto. Grazie
Se abbiamo capito bene vorresti fare l’orto dove ora c’è il prato. Visto che è un prato a rotoli, potresti provare a rimuoverlo e a lavorare normalmente la terra. Altrimenti, prima rompi con la zappa, poi vanghi, e poi fai le aiuole rialzate.
Sì, corretto, ora è a prato. Ma rompere con la zappa vuol dire comunque lasciare l’erba seppur bassa? Grazie