I fichi d’India sono piante dalle caratteristiche eccezionali, i cui frutti, che hanno innumerevoli proprietà benefiche, a piena maturazione sono polposi e succosi. E’ una pianta che non necessita di molte cure per crescere sana e rigogliosa, e non è difficile da impiantare.
In questo articolo vedremo com’è possibile coltivare fichi d’India nell’orto domestico. Inoltre rimarrete colpiti dalle particolari funzioni che può avere sul nostro appezzamento di terra.
Cercheremo, inoltre, di capirne i valori nutrizionali e le cure da prestarle. E, infine, vedremo la raccolta e la pulizia dei frutti, operazione molto particolare e delicata, viste le caratteristiche spine.
Origini del fico d’India
Il fico d’india, nome scientifico Opuntia ficus indica, è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae.
È originaria del Messico ma è molto diffusa nelle antiche civiltà centroamericane, come quella Azteca. Questi popoli la consideravano sacra e dalle forti connotazioni simboliche.
Arrivò nel vecchio continente, dove si diffuse rapidamente, con il ritorno delle prime spedizioni di Cristoforo Colombo.
Oggi è una pianta molto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. Nel nostro paese la regione dove è maggiormente prodotta è la Sicilia.
Le varietà di fico d’India
Il fico d’India cresce in maniera spontanea, vista la sua facilità nel propagarsi. Ma per i suoi frutti pregiati viene anche coltivato. Questi frutti per ogni regione d’Italia hanno una denominazione diversa, legata al dialetto e alla tradizione contadina. Le principali varietà sono tre e si distinguono per la colorazione.
La Sanguigna
La varietà Sanguigna produce fichi d’India dal color rosso intenso, porpora. Questa varietà è diffusa soprattutto in Sicilia.
La Sulfarina
La Sulfarina è probabilmente la varietà più diffusa, con frutti dal color giallo-arancione. Viene spesso trovata nelle campagne e nelle colline, dove cresce in modo del tutto spontaneo.
La Muscareddra
Infine abbiamo il fico d’India Muscaredda, con caratteristici frutti dal colore bianco, delicati. Questa è una varietà molto pregiata, ed è forse la meno diffusa delle tre.
Valori nutrizionali e proprietà dei fichi d’India
A livello organolettico i fichi d’India sono dei frutti eccezionali. Hanno delle caratteristiche particolari a livello di sostanze contenute, che ci dovrebbero invogliare a consumarli ogniqualvolta ne abbiamo l’occasione.
Sono composti per l’83% d’acqua, hanno pochissime calorie solo 53 per 100 g, ed un bassissimo livello di zuccheri, che associato al buon apporto di fibre ne fanno un alimento da consigliare a chi soffre di diabete.
A livello di minerali i fichi d’India ne sono ricchissimi, innanzitutto il calcio 30 mg, buono per l’osteoporosi; il potassio 190 mg. elemento che aiuta a reidratare, indispensabile che chi fa dell’attività sportiva.
Nelle zone aride del deserto del Messico il fico d’india è una salvezza per i viaggiatori. La pianta, infatti, riesce a crescere nel deserto, grazie alla sua capacità di trattenere l’acqua. Le pale, in situazioni di emergenza, possono essere tagliate e strofinate sulla pelle, per le proprietà cicatrizzanti ed antibatteriche della piante, simili, se vogliamo, a quelle dell’aloe vera.
Altro elemento particolare sono i 25 mcg di beta carotene contenuti nei fichi d’India. Questo elemento vitaminico è noto per le sue capacità benefiche sulla pelle, o per chi cerca un’abbronzatura particolare.
Infine, i piccoli semi del frutto, un po’ duri e inconfondibili, hanno funzione astringente e antibatterica per l’intestino. Possono dunque aiutare in caso di diarrea o improvvisi spasmi. Ma possono anche provocare stitichezza.
Le caratteristiche della pianta di fico d’india

Ramificazioni del fico d’india
Ora conosciamo meglio questa pianta dalle origini lontane ma che benissimo si è adattata al nostro territorio. Il fico d’india si presenta come una composizione multiforme di cladodi, ossia le pale, che unendosi le une con le altre formano una serie di ramificazioni, che aumentano costantemente con il passare degli anni.
Le radici che la pianta sviluppa sono molto estese, anche se non vanno in profondità, scendono al più di 30 cm.
Le prime pale, quelle che partono da terra, dopo i primi anni lignificano, formando un tronco. Come tutti sappiamo le pale dei fichi d’india sono piene di spine, che a seconda della varietà possono essere molto grandi.
Dai cladodi, la pianta si riproduce in maniera diversificata. Da qui, possono infatti nascere nuove pale o dei fiori che daranno vita al frutto.
I fiori

Fiore dei fichi d’India
I fiori sono ermafroditi e possono essere di colore giallo-arancio nel caso della varietà “sulfarina”, rossi nella varietà sanguigna, “bianchi” nella “muscaredda”.
I frutti
I frutti, che iniziano la loro maturazione nel mese di giugno, sono ricoperti da un’altra tipologia di spina, le glochidi, molto sottili, quasi invisibili, che però si staccano facilmente dal frutto. Vista la loro conformazione ad uncino, queste spine entrano nella pelle creando fastidiosi problemi.
Le piccolissime spine dei fichi d’India sono concentrate nei puntini neri che si vedono sul frutto. Spesso ingannano la vista in quanto sono davvero sottili.
Il frutto è carnoso, il peso può arrivare anche fino a 400 g e contiene all’interno numerosi semi.
La coltivazione nell’orto e nel giardino
Viste le sue caratteristiche, la coltivazione dei fichi d’India nell’orto o nel giardino può rappresentare interessanti opportunità. Oltre ai suoi frutti, la pianta può essere utilizzata anche come frangivento. Una barriera protettiva per gli spazi aperti, per regolare e delimitare i confini. Le piante possono arrivare anche ad un altezza di 3 metri e sono apprezzate anche per le loro qualità ornamentali.
Naturalmente i fichi d’India non hanno bisogno di nessun tipo d’irrigazione. Non sono necessari nemmeno particolari accorgimenti riguardo al terreno e alle concimazioni. Cresce bene da solo, l’intervento umano, quindi può essere ridotto al minimo.
Come impiantare un fico d’India

Pale interrate in primavera
L’impianto della cultivar è davvero molto semplice, avviene per riproduzione agamica. All’inizio della primavera basta staccare una pala ben formata, da una pianta di almeno 4 anni, e interrarla a metà nel terreno.
Nella foto vediamo una pala composta, interrata in primavera, staccatasi dalla pianta in seguito al forte vento.
Il clima
A livello climatico stiamo parlando di una pianta che si adatta molto bene alle diverse condizioni. L’unica cosa che soffre è il gelo prolungato. Qualche gelata non le procura nessun danno, però condizioni sotto lo zero termico prolungate ne limitano la crescita e l’adeguato sviluppo vegetativo.
È bene, durante la crescita, modellare il fico d’India effettuando la potatura delle pale che sviluppano verso l’interno.
Come raccogliere i fichi d’India

Strumenti per la raccolta dei fichi d’India
Dalla fine del mese di agosto a quella di settembre è il momento della raccolta dei fichi d’India. Questa operazione è molto delicata, perché, come detto, si viene a contatto con la pianta e le sue spine.
Per ovviare a questa difficoltà si utilizza un apposito strumento. Si tratta di un raccoglitore metallico con una prolunga in legno, che consente di evitare il diretto contatto col frutto. Questo oggetto è di ausilio anche per raggiungere posti in alto o impervi. Nella foto in alto potete capire di che strumento si tratta (potete acquistarlo qui).
Come sbucciare un fico d’India
Veniamo adesso alla delicata fase della pulizia dei fichi d’India. Si consiglia di effettuare sempre e comunque l’operazione utilizzando dei guanti protettivi (cosa che non abbiamo fatto nelle foto seguenti):
- Disponete i vostri fichi d’India appena raccolti in un piatto e armatevi di forchetta e di un coltello ben affilato e sottile.
- A questo punto, tenete fermo il fico d’india con la forchetta, quindi effettuate un taglio longitudinale, lungo la superficie del frutto.
- Fatto questo, tagliate le due estremità.
- L’operazione successiva consiste nel sollevare la buccia e, facendo pressione verso il basso, distaccarla dalla polpa commestibile. Ci si può aiutare facendo rotolare il frutto con la forchetta sulla buccia.
- Operazione compiuta. Non ci resta, a questo punto, che mangiarlo in un sol boccone.
- Preparazione
- Taglio longitudinale
- Taglio delle estremità
- Esportazione buccia
- Pulizia finale
Difesa biologica antiparassitaria

Cocciniglia del carminio
I fichi d’India per loro natura non offrono molto spazio agli attacchi parassitari. Diciamo che non è una pianta molto attraente, anche per via della cuticola cerosa che ricopre le pale e che ha una duplice funzione, limita la traspirazione, e quindi la perdita d’acqua della pianta, e, soprattutto, rappresenta una barriera protettiva contro gli insetti infestanti.
A questa regola fa eccezione la cocciniglia del carminio, Dactylopius coccus.
Da questa specie di cocciniglia si ricava l’acido carminico utilizzato per produrre il carminio, un colorante di origine naturale. Questa cocciniglia si sviluppa proprio sul fico d’india, che spesso viene coltivato per allevare questa preziosa specie di cocciniglia.
Il nostro obiettivo, però, non è allevare la cocciniglia, ma raccogliere e gustare i fichi d’India Quindi, eventualmente, da questo parassita dobbiamo difenderci. Rimandiamo, per questo, all’approfondimento dell’articolo La lotta biologica alla cocciniglia con il macerato di felce.
In alternativa, per eliminare la cocciniglia dai nostri fichi d’India possiamo utilizzare una soluzione al sapone puro di Marsiglia. Questa sostanza, colpendo la corazza esterna dell’insetto che rimane all’esposizione solare, ne secca i pori, debellandolo e facilitando la pulizia della pianta.