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Il fabbisogno in freddo è un aspetto fondamentale per gli alberi da frutto. Le specie fruttifere e, in generale le piante, regolano il loro ciclo vitale in base alle temperature, è però erroneo credere che inverni troppo rigidi le rovinino. Anzi, nella realtà del mondo vegetale le cose stanno esattamente al contrario: è fondamentale che durante l’inverno le temperature siano sufficientemente fredde, proprio per soddisfare l’esigenze delle piante.
Ovviamente non tutti gli alberi da frutto hanno lo stesso fabbisogno in freddo e vi possono essere delle notevoli differenze tra le diverse varietà di una stessa cultivar.
In quest’articolo capiamo i diversi aspetti di questa importante condizione fisiologica dei nostri amati alberi.
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Le gemme
Per capire cosa s’intende per fabbisogno in freddo, dobbiamo parlare della dormienza delle gemme.
La gemma è un organo vitale fondamentale per le piante. È situata all’ascella delle foglie, tra il picciolo fogliare e l’asse del germoglio, in corrispondenza del nodo. Regola la crescita, la forma, la fioritura e la fruttificazione delle piante.
Dopo il riposo vegetativo dalle gemme riparte il ciclo stagionale dell’albero. Questo avviene grazie a minuscoli assi vegetativi o riproduttivi, che sono parzialmente o totalmente formati, ma non ancora cresciuti, ovvero distesi. La gemma è racchiusa e protetta da apposite foglioline modificate, dette perule.
La formazione dei nuovi assi si deve al meristema, una struttura microscopica, contenuta all’interno della gemma. Il meristema è formato da piccole cellule, che si moltiplicano a gran velocità, originando così i nuovi tessuti vitali della pianta.
La dormienza
Il funzionamento delle gemme è regolato da un meccanismo fisiologico denominato dormienza. Questo meccanismo difende la gemma dal freddo invernale e sincronizza il ciclo di crescita.
Le gemme si formano nel periodo estivo e subito dopo vi s’instaura la dormienza, che ne impedisce l’allungamento.
Cosa s’intende per fabbisogno in freddo
La gemma, che durante l’inverno è detta dormiente, per risvegliarsi e riacquistare la capacità di germogliare, ha bisogno di un determinato periodo di freddo.
Questo fabbisogno in freddo è diverso per ogni specie o varietà di albero di frutto.
Viene considerato “freddo” un periodo con un range di temperature compreso tra i 14 °C e gli 0 °C, con una temperatura ottimale di 7 °C.
Il germogliamento della gemma dormiente avviene solo se è stato accumulato un certo numero di ore di freddo (appunto, il fabbisogno), a cui fa seguito un aumento delle temperature che sia sufficiente a consentire la divisione cellulare e la levata (arrivo della primavera).
Il freddo in Italia
Normalmente il fabbisogno in freddo viene soddisfatto nella maggior parte delle regioni italiane, soprattutto quelle centro-settentrionali. Dei problemi si possono avere nelle regioni più a sud, come la Calabria e la Sicilia, che spesso vanno incontro a inverni molto miti. In queste regioni bisogna stare molto attenti a scegliere varietà di alberi da frutto che non abbiano un elevato fabbisogno di temperature rigide.
Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici in atto, che provocano un generale innalzamento delle temperature, un po’ dappertutto si rischia di vivere delle stagioni invernali troppo calde, con pessime conseguenze per i naturali equilibri degli alberi.
Cosa succede se il fabbisogno in freddo non è soddisfatto
Capiamo ora cosa succede nella fisiologia degli alberi da frutto quando non viene soddisfatto il fabbisogno in freddo.
In linea generale, diciamo che la pianta entra in uno stato di confusione, ovvero non riesce più a percepire l’arrivo della primavera, giacché non ha vissuto un periodo abbastanza freddo.
Nelle gemme questo si traduce in un anomalo prolungamento della fase di dormienza, le cui conseguenze determinano un peggioramento della produzione dei frutti dell’anno, sia dal punto di vista quantitativo, che qualitativo.
Ciò che in sostanza accade è:
- ritardo nel germogliamento e nella ripresa vegetativa
- cascola anomala delle gemme
- fioritura scalare e povera
- anomalie floreali che generano frutti deformi
- mancata allegagione dei fiori
Il fabbisogno di freddo delle fruttifere
Come detto non tutti gli alberi da frutto hanno lo stesso fabbisogno in freddo.
I frutti esotici come avocado, papaya, banana, mango ecc, e gli agrumi, come limone, chinotto, arance, ad esempio, non hanno bisogno di inverni freddi. Sono infatti tutte specie originarie di ambienti caldi e umidi, acclimatate a stagioni miti. Questi alberi, quindi, vanno difesi dal gelo prolungato, poiché per loro è dannoso.
Coltivare specie a basso fabbisogno di freddo in aree inadatte espone a un rischio inverso, ovvero quello di esporre i fiori e la vegetazione ai possibili ritorni di freddo.
Il freddo è necessario invece per gli alberi da frutto classici.
Il totale di ore di freddo per ogni albero da frutto si esprime in maniera semplice in unità di freddo, corrispondenti ad un’ora a 7 °C.
Ecco le indicazioni per gli alberi da frutto più diffusi nel nostro paese:
- Albicocco, 400-500 ore totali di freddo
- Castagno, 400-600
- Ciliegio, 700-800
- Fico, meno di 100
- Kaki, meno di 100
- Kiwi, 700-1100
- Mandorlo, 250-500
- Melo, 600-1200
- Melograno, meno di 100
- Mirtillo, 1000
- Noce, 700-800
- Olivo, 100-250
- Pero, 800-1000
- Pesco, 600-800
- Pistacchio, 800
- Susino, 600-800
- Vite, 200
Approfondimenti
- Various model of calculating of chill units in fruits crops – ResearchGate (in inglese)
- About Chilling Hours,Units & Portions – Department of Plant Sciences | UC Davis | College of Agricultural and Environmental Sciences (in inglese)
4 commenti
che articolo interessante ed insegnante! Adoro guardare le gemme, sopratutto se fa freddo, mi ricordano che tornerà il caldo, il sole, il verde, i fiori adoro!!
Grazie.
Che dire, i fiori sono sempre splendidi 🙂
Buongiorno a tutti,
questo articolo è molto interessante , specie ora che gli inverni freddi anche al nord Italia (vi scrivo dalla provincia di Milano) sono un ricordo e di conseguenza ci dobbiamo abituare a cambiare i metodi nei nostri orti e frutteti.
Grazie , alla prossima.
Paolo
Non c’è di che, Paolo. Un saluto 🙂