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Con i termini kaki, cachi e loto si indica generalmente il frutto dell’albero di diospiro o diospero (anch’esso identificato spesso con i termini kaki e cachi). In questo articolo scopriamo le proprietà dei kaki, le principali varietà e tutte le tecniche di coltivazione biologica di questo tipico frutto autunnale.
Insieme alle castagne e ai melograni, il kaki è uno dei frutti più buoni che ci dona l’autunno. La raccolta frequentemente si protrae fino a dicembre inoltrato. Il suo successo è dovuto alla sua dolcezza e alla sua delicatezza. Due virtù che rendono questo frutto gradito anche ai più piccoli.
Le proprietà dei kaki dal punto di vista alimentare sono eccellenti. La pianta, inoltre, è rustica e resistente agli attacchi parassitari. Questo la rende ideale per la coltivazione nel frutteto domestico, dove un singolo albero riesce a regalare grandi soddisfazioni.
Origine del kaki e diffusione
Prima di analizzare le proprietà dei kaki, però, studiamone l’origine. La Diospyros kaki, la specie di nostro interesse, è una coltura arborea originaria dell’Asia, appartenente alla famiglia dell’Ebanacee.
Le prime coltivazioni di cachi sono da far risalire alla Cina di 2000 anni fa. Successivamente la cultivar si è diffusa in molti altri paesi asiatici come il Giappone e la Korea. Questi paesi, ancora oggi, insieme alla Cina, sono tra i primi produttori mondiali.
Per questo motivo i kaki sono conosciuti anche con il nome di loto del Giappone o mela d’Oriente.
Nell’antica cultura cinese l’albero di kaki è conosciuto come la pianta dalle sette virtù. Queste sette proprietà dei kaki sono le seguenti:
- E’ molto longeva;
- La sua folta chioma fornisce molta ombra;
- Offre ospitalità agli uccelli tra i suoi rami;
- E’ immune da attacchi di parassiti;
- Le sue foglie sono decorative fino alla caduta;
- La sua legna è pregiata ed ottima per il fuoco;
- Riesce a fornire nutrimento al terreno con l’abbondante caduta delle foglie e la cascola dei frutti.
In epoca più recente è stato ribattezzato come albero della pace. Questo perché alcuni esemplari riuscirono a sopravvivere miracolosamente al bomba atomica di Nagasaki, nel 1945.
In Europa i cachi arrivano a fine ‘800. In Italia la coltivazione inizia a diffondersi nei primi del ‘900, soprattutto in regioni come l’Emilia Romagna.
Nel nostro paese i kaki sono conosciuti con il nome di diospiro, o molto più semplicemente, cachi.
Caratteristiche del diospiro, l’albero del kaki
Come accennato, il diospiro, ossia l’albero di kaki, è una delle piante da frutto più longeve che esistano. Le sue dimensioni, se non si effettuano lavori di potatura, posso arrivare anche fino a 15 metri negli esemplari più vecchi.
Tronco e radici
L’apparato radicale è forte ed esteso e per questo motivo tende a sviluppare parecchi polloni.
L’albero di kaki ha un accrescimento molto lento. La sua corteccia, grigia e rugosa, è segnata da molte fessure di forma irregolare. Il tronco è dritto.
Le ramificazioni interne della pianta, invece, sono molto fragili, e spesso soggette a rottura sotto l’azione degli agenti atmosferici. Per questo motivo si consiglia di coltivarlo in zone poco esposte al vento.
Foglie
Le foglie, specie all’inizio dell’autunno, sono molto belle e caratteristiche.
Hanno forma ellittica e sono di grandi dimensioni. Il loro colore è verde scuro in primavera-estate, mentre in autunno assumono la tipica colorazione gialla e rossa.
Loti
Cadute le foglie nel primo periodo autunnale, gli alberi restano nudi e carichi di frutti. Una proprietà dei loti è che sono molto appariscenti. Sono globosi e di dimensioni simili ad una mela. Il loro colore è arancio acceso, e sono dunque in grado di spiccare nei grigi cieli autunnali e invernali.
A seconda della varietà di kaki, mutano le caratteristiche della polpa del frutto. Questa, infatti, può variare ed essere molto molle o dura. Inoltre l’interno può contenere un numero diverso di grossi semi, in genere da 0 a 8.
Fiori e fioritura
Osserviamo ora i fiori e la relativa fioritura di questa specie arborea. Siamo davanti a una delle proprietà dei kaki più complesse in assoluto. Innanzitutto la fioritura è tardiva. Avviene a maggio, quindi lontano delle classiche gelate di marzo-aprile che spesso rovinano molte colture arboree da frutto. I fiori dei cachi possono essere di tre tipi: femminili, maschili ed ermafroditi.
In generale sono poco visibili, essendo molto piccoli. Quelli femminili sono solitari, mentre quelli maschili si trovano riuniti in infiorescenze da tre. Ciò determina anche l’espressione sessuale della pianta, che è definita specie di tipo poligamo.
A seconda della cultivar troviamo varietà con fiori ermafroditi, sia femminili solitari che maschili in grappoli; altre varietà denominate “impollinatori”, che hanno solo fiori maschili; e le varietà più pregiate, dotate solo di fiori femminili.
Sesso del diospiro
A complicare le cose c’è un’altra proprietà dei kaki. Ossia la possibilità che durante il ciclo di vita, il diospiro modifichi la sua espressione sessuale. Capita sovente, infatti, che alcune kaki dotati di soli fiori femminili dopo qualche anno emettano anche fiori maschili e viceversa.
L’impollinazione dei fiori avviene principalmente per mezzo delle api, ossia è entomofila.
Fruttificazione
Per quanto riguarda la fruttificazione possiamo avere frutti senza semi (fruttificazione per via partenocarpica), o frutti con semi (fruttificazione per via riproduttiva).
Varietà di kaki
Le diverse varietà di kaki si distinguono in base all’intensità dell’astringenza dei frutti e alla presenza o meno di semi. L’astringenza altro non è che quella sensazione di secchezza e rugosità (allappamento) percepita nella cavità orale.
Questa distinzione è molto importante perché determina se il frutto è consumabile subito dopo la raccolta o se necessita di ammezzimento, cioè di un ulteriore periodo di maturazione dopo la raccolta, che faccia aumentare il livello degli zuccheri e renda la polpa gradevole al palato.
Per cui avremo:
- Varietà costanti alla fecondazione non astringenti (CFNA). Si tratta di frutti che, indipendentemente dalla presenza di semi, sono immediatamente edibili dopo la raccolta. Appartengono a questa classe varietale il classico kaki dolce, il kaki Jiro, il kaki Fuyu Gosho. In queste varietà la polpa è molto soda e chiara.
- Varietà costanti alla fecondazione astringenti (CFA). In questo caso i frutti, indipendentemente dalla presenza di semi, risultano astringenti. Quindi hanno bisogno del periodo di maturazione post-raccolta, cioè l’ammezzimento.
Tra queste, le varietà più note sono kaki Hachiya e Yokono. - Varietà variabili alla fecondazione non astringenti (VFNA). Questi frutti, a seconda della presenza di semi nel frutto, sono più o meno astringenti.
Se nel frutto sono presenti i semi allora saranno immediatamente consumabili. Se, viceversa, sono varietà sprovviste di semi, avranno bisogno del periodo di ammezzimento.
A questa classe varietale appartengono le specie di kaki più conosciute e diffuse nel nostro paese, con o senza semi.
Tra queste ricordiamo i kaki Mela, i kaki Tipo, i kaki Vaniglia, i kaki Cioccolatino.
- Varietà variabili alla fecondazione Astringenti (VFA): ossia varietà eduli solo nella parte intorno al seme, tra queste, poco diffuse, ricordiamo i Kaki Hiratanenashi.
Riproduzione dei kaki con il portainnesti
I kaki vengono riprodotti prevalentemente utilizzando un portainnesti, i più utilizzati sono tre:
- Il Diospyrus Lotus, il più diffuso in Italia in quanto molto resistente al freddo ed in generale a situazioni meteo estreme, come ad esempio lunghi periodi di siccità. Il suo problema è che non è affine con tutte le varietà presenti.
- Il Diospyrus Kaki, poco utilizzato perché non mostra grande resistenza al freddo, anche se è affine con quasi tutte le varietà.
- Il Diospyrus Virginiana, poco utilizzato perché genera piante disformi e molto pollonifere.
Le proprietà dei kaki
I kaki sono un frutto dall’elevato potere nutrizionale.
Qualità organolettiche
Innanzitutto diciamo che la parte edibile del frutto è pari al 97%, praticamente è mangiabile per intero. In secondo luogo diciamo che è composto all’82% d’acqua ed apporta 65 kcal per 100 gr di prodotto, quindi un ottimo apporto calorico. Il motivo è dovuto all’elevata presenza di carboidrati, sotto forma di zuccheri solubili, principalmente fruttosio e glucosio.
Altre importanti proprietà dei kaki sono il contenuto elevato di sali minerali, quali sodio 4 mg, potassio 170 mg, calcio 8 mg, fosforo 16 mg.
Visti i suoi alti valori energetici il cachi è un frutto da consigliare a chi pratica attività sportiva, o comunque svolge lavori fisici ed usuranti. E’ un ottimo ricostituente, quindi adatto a chi soffre di stati di apatia e stanchezza, sia fisica che mentale. Molto indicato il suo consumo nei bambini, per gli zuccheri buoni che riesce ad apportare.
Il consumo
Per via delle sue qualità nutritive si sconsiglia un consumo eccessivo dei loti a chi segue una dieta ipocalorica, oppure a chi soffre di diabete o disturbi della digestione.
Una particolare proprietà dei kaki è l’attività diuretica e lassativa che hanno sull’organismo.
Nel nostro paese, questi frutti vengono consumati freschi. In Asia, invece, sovente, vengono sottoposti a processi di essiccazione, per un consumo prolungato durante l’anno.
Quanti alberi di kaki coltivare?
Il kaki è una coltura arborea ideale per essere coltivata in un giardino domestico. Allo stadio adulto è in grado di regalare raccolti molto abbondanti, anche 150 kg per una singolo albero!
Per il consumo di una famiglia basterebbe quindi anche una solo diospiro. Bisogna avere pazienza però, come abbiamo accennato il ciclo di sviluppo è molto lento. Nei primi anni di crescita, addirittura, avrete la sensazione che la pianta non si sviluppi o che cresca di poco. Poi ad un tratto si osserverà una crescita importante. Dal quel momento la pianta si svilupperà più rapidamente, sino a diventare alta e imponente.
Come coltivare kaki
Abbiamo visto che una delle proprietà del kaki è la propagazione tramite portainnesto. In particolare il Diospyrus Lotus è molto resistente al freddo. Dunque siamo davanti a una coltura arborea che riesce a resistere bene anche alle latitudini a nord. Resiste a un clima invernale rigido e anche a temperature costantemente sotto lo zero termico. Ciò, ribadiamo, dipende anche dalla varietà di portainnesto scelta. Non tutte hanno questa resistenza.
Esposizione ai venti
Quindi, particolare attenzione è da prestare, più che al freddo, all’esposizione ai venti. Come abbiamo accennato, tra le caratteristiche del kaki, ci sono i rami poco resistenti. Questi, specie quando sono carichi di frutti, possono rompersi con facilità. Attenzione quindi a piantare il diospiro in zone del giardino meno esposte, in modo da poterlo preservare da eventuali danni.
Terreno
Per quanto riguarda il terreno di coltivazione, i kaki richiedono un fondo ben sciolto, di medio impasto, che riesca a drenare bene e con un buon apporto di sostanza organica. Tuttavia, la cultivar riesce a crescere bene anche in terreni più argillosi e secchi.
Concimazione
Dal punto di vista della concimazione è bene, periodicamente, integrare un po’ di sostanza organica nel terreno. Questa operazione deve essere effettuata o in autunno, con l’arrestarsi della fase vegetativa, oppure in tardo inverno-inizio primavera, alla ripresa vegetativa stessa.
Naturalmente, valutate le condizioni del vostro terreno. Se è già ricco di sostanza organica evitate concimazioni ulteriori. C’è da dire, inoltre, che una proprietà dei diosperi è che riescono ad autoalimentarsi e ad autoconcimarsi. L’enorme caduta delle foglie nel periodo autunnale e la stessa cascola di una parte dei loti, quasi inevitabile, consentono un adeguato apporto di sostanza organica.
Ricordo quando capitai in un giardino dove i frutti dell’albero di kaki non venivano più raccolti e cadevano tutti a terra. Ebbene, il terreno intorno al diospiro era nero e ricco come non mai. Ne portai un po’ a casa…
Irrigazione
Una caratteristica della coltivazione dei kaki, è che l’albero non ha grosse esigenze idriche. Tuttavia, nel periodo estivo, con l’inizio della formazione dei frutti, una situazione di siccità prolungata potrebbe dare luogo a crescita stentata e ad una irregolare formazione dei frutti. Per questo, consigliamo di intervenire con un’irrigazione di emergenza, in particolare nel periodo estivo.
La potatura
Fedele alla proprietà dei kaki di minimizzare l’intervento umano, anche la potatura di quest’albero è ridotta all’essenziale. In teoria, i pochissimi interventi di potatura sono legati alla forma di allevamento che avrete scelto. In generale, gli interventi annuali che si eseguono sono quelli della potatura di produzione, finalizzata a rinnovare annualmente i rami da frutto.
Per ogni tipo di intervento, come sempre, è fondamentale scegliere i giusti attrezzatura da potatura.
Un’altra operazione che si esegue è la semplice spuntatura dei rami troppo lunghi, onde evitare squilibri nella pianta.
Ad ogni modo bisogna evitare tagli eccessivi che potrebbero comprometterne la produttività. In seguito ad un taglio deciso l’albero di kaki avrà la tendenza a sviluppare succhioni e rami infruttiferi.
I lavori di potatura vanno effettuati nel periodo invernale, ma se la zona è soggetta a gelate è più opportuno anticipare alla fine dell’autunno o posticipare alla fine dell’inverno.
Difesa antiparassitaria
Fortunatamente una delle proprietà dei kaki è che si tratta di una cultivar molto rustica e resistente. Gli alberi e i frutti non soffrono di particolari attacchi di parassiti, se si fa eccezione per la mosca della frutta.
Rimandiamo ad una trattazione specifica per la difesa biologica da questo insetto fitofago. In questa sede basti ricordare che in ambito agrario è sempre più diffusa una sorta di lotta biotecnologica contro questo insetto, basata sull’allevamento di grandi quantità di insetti che vengono sterilizzati nei laboratori e quindi immessi in ambiente, in modo da tenere sotto diretto controllo le popolazioni e diminuire la velocità di riproduzione.
Altra caratteristica del diospiro è la capacità di attirare diverse specie di volatili, che naturalmente sono ghiotti di loti. Questa proprietà dei kaki, però, non possiamo certo considerarla una nota positiva. Ad ogni modo, abbiamo spiegato in questo post tutte le tecniche biologiche per difendersi dagli uccelli. Questi consigli sono validi anche per quel che riguarda questa cultivar.
Raccolta
Ultimo punto è quello che concerne la raccolta, le cui modalità dipenderanno dalle varietà che avrete scelto. Di solito la maturazione dei frutti è scalare, e parte dalla seconda metà di ottobre e si può protrarre per tutto il mese di novembre e arrivare fino a dicembre inoltrato.
Chiaramente, se la vostra varietà è adatta al consumo immediato, dovrete stare più attenti ed affrettarvi sia nella raccolta che nel consumo, pena il deperimento dei frutti. Se invece la vostra varietà ha bisogno del periodo di ammezzimento, ossia della maturazione post-raccolta, avrete più tempo per gestire anche la distribuzione dei vostri cachi.
Attenzione in questa fase a tenere separati i kaki: a diretto contatto, infatti, i frutti si danneggiano.
E dopo aver visto anche quest’ultima proprietà dei kaki, possiamo terminare qui la trattazione. A questo punto non resta altro da fare che augurarvi una buona coltivazione!
2 commenti
Desidererei avere un contatto per capire meglio la mia pianta di cachi nata da seme e che ora è abbastanza grandicella. Non ho visto fiori ma presenta molti…”frutti”.. Posso avere un contatto per chiedere alcune cose?
Mi piacerebeb avere molti alberi diversi da frutto nel mio piccolo giardino e già ce ne sono…incontrollati.. Tutti nato appunto da semi portati da uccelli o lasciati da me dalla frutta acquistata dal fruttivendolo e lasciati nel giardino.. Grazie
Interessante