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Il sorbo domestico (Sorbus domestica) è un albero da frutto tipico della tradizione mediterranea. Produce le sorbe (o sorbole), un frutto antico, purtroppo quasi dimenticato, già noto al tempo dei Romani che lo usavano in diversi modi, tuttora in uso. Il sorbo domestico è una specie arborea particolarmente rustica, in grado di adattarsi bene anche alle condizioni pedoclimatiche più difficili. È famoso per la sua grande longevità, un albero di questa specie, infatti, è in grado di vivere oltre 400 anni. Proprio per queste caratteristiche, vale la pena di considerare la coltivazione del sorbo in un frutteto familiare misto, così da avere una pianta con un’ottima fruttificazione, facile da gestire e apprezzabile anche a livello ornamentale.
In quest’articolo scopriamo quindi le caratteristiche del sorbo domestico e le tecniche di coltivazione biologica nel frutteto.
Identificazione del sorbo (Sorbus domestica)
La specie Sorbus domestica appartiene alla famiglia botanica delle Rosaceae, la stessa a cui afferiscono gli alberi da frutto classici più comuni, quali: melo, pero, cotogno, ciliegio, pesco, susino, mandorlo, albicocco, ecc. Il sorbo domestico non va confuso con il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), specie con frutti più piccoli e molto amati dai volatili.
L’habitat del sorbo
Il sorbo domestico si trova allo stato inselvatichito in tutte le regioni italiane, anche se è sempre più raro e sporadico. Il suo habitat ideale è tra i querceti a roverella, dal livello del mare fino a 800 m di quota.
Varietà di sorbole
Le varietà di sorbo domestico da coltivare nel frutteto e che si trovano in vendita presso i vivai sono sostanzialmente due: Maliformis, con frutti di forma globosa molto simili alle mele; e Pyriformis, con frutti molto somiglianti a delle piccole pere
L’albero di sorbo domestico
Il sorbo è un albero caducifoglia dall’aspetto imponente. Sviluppa un tronco possente ed eretto, alto 15-20 m quando cresce in suoli poveri e asciutti, ma che può arrivare anche fino a 30 m in terreni ricchi e freschi. Il diametro del tronco arriva fino a 1 m. L’albero è famoso per il suo legno duro, compatto e resistente. Il legno è differenziato, con alburno rossiccio e durame bruno-rossastro, con venature, tessitura fine e fibratura dritta, quindi ideale per i piccoli lavori di falegnameria e al tornio. La corteccia è di color bruno-ocraceo negli alberi giovani, bruno-scura in quelli adulti. A maturità, si presenta incisa, opaca e rugosa, con evidenti squame.
La chioma è piuttosto ramificata, con naturale portamento globoso. I rametti più teneri sono grigiastri, ricoperti di peluria che si perde con la crescita e l’ingrossamento. I rami portano gemme dalla forma appuntita, verdastre, glabre e vischiose.
Foglie
Le foglie del sorbo sono composte, imparipennate, formate da 13-15 foglioline sessili. Sono arrotondate alla base, con margine seghettato su tutto il contorno e hanno apice acuto. Il colore è verde scuro, con la pagina superiore glaucescente e quella inferiore pubescente. La struttura delle foglie è un carattere importante per distinguere l’albero dal sorbo degli uccellatori.
Fiori
Il sorbo è un albero che fiorisce in tarda primavera, tra aprile e maggio. Questo difende la fioritura da eventuali ritorni di gelo. I fiori sono numerosi, riuniti in corimbi ramosi a forma di cupola che, vengono portati da peduncoli glabrescenti.
Frutti
La fruttificazione del sorbo domestico è abbondante e foriera di buoni presagi. Per questo, anticamente, un sorbo non mancava mai in un podere contadino. I frutti sono dei pomi, i quali, come detto, possono essere di forma subglobosa, come una mela, o piriformi. Le sorbe crescono riunite in gruppi sullo stesso peduncolo e non raggiungono mai grandi dimensioni, 2-4 cm di diametro. La colorazione varia con la maturazione, passando dal giallo rossastro fino al bruno. La polpa è verdognola, con endocarpo membranaceo e grossi semi scuri. La maturazione avviene in pieno autunno, ma i frutti alla raccolta risultano troppo aspri e lapposi. Il nome scientifico latino sorbus deriva infatti dal termine celtico sor, che vuol dire aspro. Per renderli commestibili si pratica quindi l’ammezzimento, una maturazione post-raccolta.
L’ammezzimento delle sorbole
Un vecchio adagio contadino delle campagne siciliane dice: “Cu lu tempo e cu la pagghia, maturanu li sorba”, ovvero “con il tempo e con la paglia maturano le sorbe”, un detto che si è poi tramandato in linguaggio comune a significare che certe decisioni per maturare hanno bisogno di tempo.
Per ammezzire le sorbe dopo la raccolta si sistemano i frutti in locali freddi e asciutti con strati di paglia, aspettando qualche settimana affinché si ammorbidiscano. Dopo l’ammezzimento le sorbole diventano dolci e profumate, con polpa farinosa e molle. In pratica, grazie al freddo e alla paglia, i tannini (aspri e amari) si trasformano in zuccheri. L’aspetto però può anche essere sgradevole, con la buccia totalmente imbrunita. Forse questa è una delle ragioni per cui le sorbole non hanno molto valore commerciale e risultano elegate tra i frutti antichi minori.
La coltivazione del sorbo domestico
Coltivare il sorbo domestico è facile, in quanto questa specie è rustica e facilmente adattabile. Non soffre il freddo in inverno, potendo resistere anche a -30 °C, e nemmeno le gelate tardive primaverili, grazie alla fioritura in ritardo. L’esposizione migliore è quella soleggiata.
Terreno ideale
Per quanto riguarda il terreno, il sorbo spontaneo vegeta bene nei suoli calcarei, quindi può essere coltivato anche in terreni argillosi e compatti, purché privi di ristagno idrico. In terreni di medio impasto ha una riuscita ancora migliore, purché il pH si mantenga neutro o sub-alcalino.
Moltiplicazione
Il sorbo domestico si può moltiplicare partendo dal seme. Il problema è che ha tempi di crescita molto lenti e quindi per raccogliere i primi frutti passano molti anni. Per questo è meglio acquistare in vivaio piante già innestate, usando come portainnesti il franco da seme o il cotogno.
Messa a dimora e sesto d’impianto
I periodi migliori per la messa a dimora di un sorbo domestico nel frutteto sono l’autunno e la primavera. Quando si pianta un albero di sorbo conviene effettuare una buona concimazione di fondo del terreno con del letame maturo o, in alternativa, del compost domestico. Sorbus domestica è una specie autofertile, per cui si può piantare nel frutteto in esemplari singoli.
Il sesto deve essere molto ampio, in quanto la pianta si accresce sia in larghezza che in altezza, anche se lentamente. Dovrebbe quindi avere uno spazio libero intorno a sé di almeno 7 m di diametro.
Irrigazione
Una volta affrancato l’albero di sorbo non ha bisogno d’interventi irrigui. Nei primi 3-4 anni dopo il trapianto è bene effettuare delle irrigazioni d’emergenza nei periodi di lunga siccità.
Potatura
Il portamento naturale del sorbo lo rende un albero apprezzabile dal punto di vista estetico. Per questo motivo gli interventi di potatura saranno piuttosto limitati, lasciando che l’albero si sviluppi liberamente. Per mantenerlo in salute si dovranno tagliare i rami danneggiati dalle intemperie. Al limite, si possono potare i rami più interni della chioma, che presentano sviluppo stentato in quanto scarsamente illuminati.
Parassiti del sorbo
Essendo una specie scarsamente coltivata, il sorbo domestico non ha grandi parassiti specifici. Le giovani piantine possono soffrire in primavera dell’attacco di afidi delle mele, che si eliminano con bagnature di acqua e sapone molle potassico. Nelle coltivazioni ai margini dei boschi, il sorbo può essere attaccato dall’ifantria, un lepidottero defogliatore molto comune nelle regioni settentrionali. Contro le forme larvali si consiglia d’irrorare la chioma con bacillus thruingiensis var. kurstaki. Il legno è molto duro, quindi sono rari gli attacchi di rodilegno rosso e rodilegno giallo. Per i frutti, attenzione alla presenza della carpocapsa, ovvero il fitofago principale di mele e pere.
Proprietà e usi delle sorbole, tra tradizione e modernità
Le sorbole mature sono frutti apprezzati per le loro proprietà benefiche. La polpa carnosa è ricca di sostanze pectiche e tanniche, acidi organici (specialmente acido sorbico, malico, citrico e tartarico) e sorbitolo (zucchero adatto ai diabetici).
È un frutto ideale per preparare confetture, anche miste, poiché ricco di pectina, dunque impiegabile come addensante. Contiene fenoli vegetali, ideali per proteggere da malattie cardiovascolari e cancro. Sono inoltre molto astringenti, e in antichità venivano usate contro la dissenteria. In epoca medievale si associava alle sorbe un importante valore nutrizionale e la polpa, mescolata alle farine, insaporiva pietanze o era mescolata al grano in tempi di carestia. La ricchezza di acido malico facilita i processi digestivi, combatte l’acidità gastrica, allevia il gonfiore addominale e aiuta la funzione epatica. Infine, abbonda di vitamina C, utile per molti processi dell’organismo.
Con le sorbole si prepara un ottimo liquore tradizionale: il sorbolino.