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L’ifantria (Hyphantria cunea) è un insetto appartenente all’ordine Lepidoptera, famiglia Arctiidae. Nel linguaggio comune è conosciuto come bruco americano, in quanto originario del continente Nordamericano, dunque Canada e Usa.
Si tratta di un parassita delle colture arboree, sia da frutto che forestali, molto temuto per la sua grande polifagia, ovvero la capacità di vivere a spese di un gran numero di alberi diversi. Spesso viene confuso con un lepidottero simile nell’aspetto, ovvero la processionaria. Nel nostro Paese è presente dagli anni ’80, specie nelle regioni settentrionali. Vivendo sugli alberi, ai bordi delle strade, capita che finisca sui mezzi in transito, che disgraziatamente ne favoriscono la diffusione.
Vediamo in questo articolo quali sono i danni che l’ifantria provoca alle chiome degli alberi e quali sono i rimedi per eliminarla.
Descrizione dell’ifantria adulta
L’ifantria è una piccola farfalla bianca, di circa 11-15 mm di lunghezza e con quasi 30 mm di apertura alare. Il colore è generalmente bianco perla, ma negli esemplari maschili di prima generazione ci può essere la presenza di macchie nere circolari sulla livrea.
Uova di ifantria
Le uova d’ifantria sono sferiche, di colore giallo-verdognolo appena deposte, grigiastre in seguito. La femmina le lascia sulla pagina inferiore delle foglie, protette da una peluria biancastra. Sono piccolissime, misurano infatti circa 0,5 mm di diametro.
Le larve del bruco americano

Larva giovane di bruco americano
Gli stadi larvali del bruco americano sono quelli che causano i danni agli alberi. Da giovani, i bruchi sono di colore giallastro, con tubercoli dorsali bruni sui quali si evidenziano delle lunghe setole. A differenza della processionaria del pino i “peli” della larva di ifantria non sono urticanti. La larva matura è più grande, circa 30-40 mm di lunghezza. Il colore è grigiastro, a volte tendente al verde, con fasce laterali gialle. Anche la larva adulta è provvista di setole molto lunghe e di colore bianco.
Quali alberi attacca l’ifantria
L’ifantria è nota per la sua polifagia, sono molti infatti gli alberi che attacca. I suoi preferiti in assoluto sono il gelso e l’acero negundo. Seguono poi: noce, sambuco, albero di Giuda, tiglio, pioppo, salice, platano, olmo, frassino e altre latifoglie. Le infestazioni di questo insetto possono interessare anche gli alberi da frutto classici, come: susino, melo, cotogno, pero, albicocco, ciliegio, vite e, di rado, il pesco.
Danni agli alberi
La Hyphantria cunea è tanto temuta in quanto è un’abile defogliatore della vegetazione degli alberi. Le larve vivono a spese delle foglie, che a poco a poco erodono. Negli alberi da frutto le erosioni possono interessare anche i frutti in maturazione. Il bruco avvolge le foglie con una fitta tela di fili sericei, il che fa notare la sua presenza sulla chioma. L’erosione inizia a partire dalla pagina inferiore delle foglie, ma, alla fine, la foglia è scheletrizzata per intero.
Di solito l’attacco del bruco americano si concentra su singoli rami nella parte alta della chioma, ma in caso di gravi infestazioni l’albero viene defogliato per intero. Oltre al danno sugli alberi, se l’invasione dell’ifantria è nei pressi di abitazioni o edifici pubblici, si assiste a una risalita lungo i muri delle larve, con possibilità della formazione di nidi sotto i tetti in legno, e bisognerà procedere con una disinfestazione.
Ciclo di vita di Hyphantria cunea

Larva adulta di bruco americano
L’ifantria compie in Italia due generazioni all’anno, tre se la stagione autunnale è favorevole. Lo svernamento avviene allo stadio di crisalide, all’interno di un bozzolo fatto con le setole delle larve, che viene creato sugli alberi, negli anfratti corticali o nei detriti alla base del tronco. Il volo degli adulti avviene a partire da fine aprile, con le femmine che riescono a deporre in totale 600-800 uova, che vengono incollate sulla pagina inferiore delle foglie. Dopo 2-3 settimane d’incubazione nascono le larve, che inizialmente vivono gregarie. I piccoli bruchi americani sono molto abili a tessere tele sericee intorno a germogli o a gruppi di foglie, che divorano velocemente. Le larve adulte abbandonano il nido e continuano a nutrirsi della vegetazione fino a raggiungere il completo sviluppo e l’incrisalidamento. In estate il ciclo si ripete, ma i danni della seconda generazione sono più marcati, poiché l’infestazione è maggiore.
I rimedi contro l’ifantria
Per contenere le infestazioni di ifantria molto importante è l’attività di monitoraggio, che ci aiuta a capire se e quando intervenire. Questa si può eseguire facendo ricorso ai feromoni di aggregazione, sistemando le trappole sulla chioma degli alberi a partire dal mese di aprile. Le trappole ai feromoni vengono installate dove si teme ci possano essere colonizzazioni dell’insetto, magari perché già avvenute in passato.
Il monitoraggio, ad ogni modo, può anche essere solo visivo, facendo attenzione a notare i bozzoli di fili sericei presenti sulla chioma dell’albero.
Insetti antagonisti
Per la lotta all’ifantria americana esistono degli insetti antagonisti pronti ad aiutarci. Questa è una fortuna che non sempre le cose stanno così, basti pensare ad altri parassiti alieni che agiscono indisturbati, come la famigerata popilia japonica, la cimice asiatica o il punteruolo rosso delle palme.
I parassitoidi più efficaci contro Hyphantria cunea sono i Ditteri Tachinidi delle specie: Exorista larvarum, Compsilura concinnata, Nemoraea pellucida, Carcelia bombylans.
Anche diverse specie di uccelli come tortore, storni, cuculi, picchi sono ghiotti mangiatori di bruchi americani. Un’elevata biodiversità, quindi, riesce a mantenere sotto controllo le popolazioni dell’insetto. Ma vediamo come agire per uccidere l’ifantria e rimediare alle infestazioni oramai in atto.
Difesa agronomica
Per eliminare l’ifantria per prima cosa si possono eliminare i nidi delle larve non appena individuati. Conviene tagliare la parte di ramo interessata dall’infestazione e bruciarla in sicurezza. La difficoltà di questa approccio sta nella difficoltà nel raggiungere i rami più alti dell’albero con gli attrezzi da taglio.
Altra tecnica è quella di mettere del cartone ondulato intorno alla base degli alberi, dove la larva tenderà a incrisalidarsi. In questo modo, si potranno eliminare le crisalidi con facilità e bloccare l’avvio della nuova generazione, rimuovendo e bruciando il cartone stesso.
Trattamenti con bacillus thuringiensis var. kurstaki
Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica quello efficace nei confronti delle larve di bruco americano è il bacillus thuringiensis var. kurstaki. Questo insetticida naturale è in realtà un batterio già presente in natura, innocuo per l’uomo e molto selettivo nei confronti delle larve di lepidottero.
Il massimo dell’efficacia del bacillus si ha nei confronti delle larve giovani, per cui il trattamento deve essere effettuato il prima possibile, cercando di colpire le larve appena schiuse e che ancora non si sono protette nel bozzolo siriceo.
Effettuate un’abbondante bagnatura della chioma, in quanto il prodotto funziona per ingestione, quindi è necessario che la larva se ne nutra. Essendo innocuo per l’ambiente, si presta bene all’uso per la salvaguardia del verde pubblico. Se volete acquistarlo lo trovate qui.