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La mosca minatrice della bietola e degli spinaci (Pegomyia betae) è un insetto dell’ordine Diptera, famiglia Anthomyiidae. La sua presenza è facilmente riconoscibile per i danni che causa, appunto, alle foglie delle bietole e degli spinaci. Se l’infestazione è grave, il raccolto viene compromesso, e questo è valido sia per gli orti domestici che per le grandi produzioni agrarie.
Molto simile a questo parassita (per aspetto, biologia e danni procurati) è la specie Pegomyia hyoscyami, detta mosca minatrice del giusquiamo, per cui la trattazione che segue è valida per entrambi gli insetti.
In questo articolo vediamo il riconoscimento e la difesa biologica di questo comune parassita sia della bietola che degli spinaci.
Descrizione della mosca minatrice
La Pegomyia betae è una mosca di medie dimensioni, 6-7 mm di lunghezza, somigliante alla comune mosca domestica. Gli individui adulti hanno il capo color grigio-chiaro, il torace grigio-giallastro, l’addome grigio. Le antenne sono nere con cheta pubescente. I palpi labiali sono nero-brunastro, più chiari alla base. Le zampe, con femori e tarsi, sono neri nelle femmine, gialle nel maschio. Tibie gialle per entrambi i sessi.
Uova
L’uovo della mosca minatrice della bietola e degli spinaci è di forma allungata, colore biancastro, con corion interessato da una sorta di scultura poligonale. Misura 0,9×0,3 mm.
Larve
Le larve sono lo stadio del parassita che provoca i danni alle colture. A piena maturità misurano 6-8 mm di lunghezza, sono di colore bianco-verdastro, con una striscia verde longitudinale nella parte superiore e nei pressi del capo.
Quali piante attacca la mosca minatrice?
Le piante di interesse agrario attaccate dalla mosca minatrice Pegomyia betae sono principalmente la bietola (da zucchero, da foglia e da costa) e gli spinaci.
Altre piante ospiti del parassita sono le Chenopodiacee spontanee, come ad esempio il farinello e l’orapo.
La specie Pegomyia hyoscyami è invece più polifaga e può attaccare anche le Solanacee (coltivate e non), come ad esempio le melanzane, lo stramonio, l’erba morella ecc.
Danni alle coltivazioni
Il danno della mosca minatrice di bietola e spinaci si concentra sulle foglie, così come abbiamo visto per altri parassiti minatori, come la tuta absoluta del pomodoro o la minatrice serpentina degli agrumi.
Le larve della mosca scavano delle mine sottoepidermiche sulla lamina fogliare. Queste gallerie all’inizio sono sottili e con andamento lineare, poi si allargano, confluiscono e diventano anche molto ampie. La conseguenza è che l’epidermide della foglia si stacca e sulla foglia stessa di formano ampie aree dall’aspetto grigiastro, traslucide, sotto le quali sono addirittura visibili le larve.
Le parti della foglia “minate” dalla mosca disseccano, con conseguente perdita della foglia stessa. Il parassita attacca indifferentemente sia le foglie giovani e tenere, che quelle più grandi e spesse.
Ciclo biologico e generazioni
Le mosche della bietola e degli spinaci trascorrono l’inverno nel terreno allo stadio di pupe.
Già in marzo o aprile fuoriescono gli adulti che iniziano la loro fase di accoppiamento.
Le femmine feconde depongono in tutto tra le 50 e le 60 uova, che vengono lasciate in piccoli gruppi di 5-6 nella pagina inferiore delle foglie. Mediamente dopo 4-5 giorni d’incubazione nascono le larve che iniziano a nutrirsi scavando le gallerie nelle foglie. In circa 2 settimane le larve completano il loro sviluppo e s’impupano nel terreno. Dopo circa 1 mese fuoriescono le nuove mosche adulte, le quali danno il via alla seconda generazione, con le larve che arrivano a impuparsi a ridosso dell’estate. Con il caldo estivo il ciclo s’interrompe, per poi riprendere in autunno, dando il via alla terza generazione, quella svernante, ma solo nelle zone più calde.
Queste mosche compiono quindi 2-3 generazioni all’anno.
Come prevenire la mosca minatrice
Per evitare le infestazioni della mosca della bietola e degli spinaci occorre per prima cosa applicare buone pratiche agronomiche. Innanzitutto con un’adeguata rotazione colturale, evitando di ripiantare bietola e spinaci nelle porzioni di terreno dove si sono già verificati attacchi di mosca.
Poi, se in una stagione abbiamo avuto delle infestazioni, è buona norma effettuare in inverno una lavorazione profonda del terreno, ad esempio una vangatura, in modo da esporre le pupe svernanti al gelo invernale.
Altra buona pratica è quella di osservare costantemente le foglie delle piante ed eliminare subito quelle “toccate”, avremo così perdite di raccolto minori. Ovviamente, le foglie infestate dalle larve vanno allontanate dal campo e distrutte.
Come monitorare la mosca minatrice
In primavera è opportuno effettuare il monitoraggio della presenza del parassita. Il modo migliore per farlo è utilizzando le trappole cromotropiche di colore giallo, da sistemare nei pressi delle colture interessate. Grazie a queste trappole, oltre ad eliminare un buon numero di mosche adulte, avremo importanti indicazioni su quando intervenire con la difesa bio.
Come eliminare la mosca minatrice
Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica quello più efficace nei confronti della mosca minatrice della bietola e degli spinaci è l’azadiractina, ovvero il principio attivo del neem (da cui si estrae). Il trattamento va effettuato ai primi segni delle larve sulle foglie, cercando di effettuare una abbondante bagnatura della vegetazione, in modo che queste possano ingerire il prodotto. Per prolungare la bagnatura è opportuno eseguire il trattamento nelle ore serali. Tra l’altro, l’intervento con l’azadiractina, è utile contro un altro temibile parassita della bietola, ovvero l’altica.
1 commento
Cosa si può usare contro la mosca del porro che …..li rovina tutti .GRAZIE