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In questo articolo parliamo di come coltivare melanzane biologiche difendendo, allo stesso tempo, la pianta dall’attacco dei parassiti.
La melanzana, com’è noto, è uno degli ortaggi estivi per eccellenza, la cui coltivazione presenta diverse peculiarità. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda la difesa biologica antiparassitaria, visto che questa cultivar è tra le preferite dagli insetti nocivi dell’orto. Per cui, se vogliamo coltivare melanzane in modo biologico, dobbiamo prestare attenzione a tutta una serie di aspetti che saranno fondamentali per creare le condizioni per una coltura sana.
Si tratta di accortezze piccole ma importanti, e in questo articolo andremo a vederle nel dettaglio.
La melanzana, origine e diffusione
La melanzana, in latino Solanum Melongena, è un ortaggio che, come il pomodoro, appartiene alla famiglia delle Solanacee, a cui dunque si applicano le regole della rotazione culturale.
La pianta è originaria dell’Asia meridionale, probabilmente dell’India, dove veniva coltivata in tempi antichissimi. Nel Mediteranno arriva con gli Arabi nel XV secolo, dapprima in Spagna e poi in Italia, in particolare in Sicilia, dove, a tutt’oggi, la sua coltivazione è tra le pratiche orticole più diffuse.
Il nome “melanzana” deriva dall’arabo bandigian, in italiano trasformatosi in “melangiana” e poi “melanzana”, e interpretato nella tradizione popolare come “mela non sana”. Quest’ultimo appellativo deriva da fatto che l’ortaggio non può essere consumato crudo, per via del contenuto della solanina, una sostanza tossica per il nostro organismo.
Caratteristiche della pianta di melanzane

Una pianta di melanzane
La melanzana è uno degli ortaggi più rustici e resistenti, da molti punti di vista. Osservando una pianta cresciuta, vediamo che assomiglia molto a un piccolo arbusto. Ha un fusto eretto e molte ramificazioni, e raggiunge con facilità i 70 cm di altezza e più. Le foglie hanno piccole spine al centro, molto fastidiose, e sono ricoperte da una sottile peluria. Un po’ come il pomodoro, i germogli della melanzana, che poi diventeranno veri e propri rami, nascono all’incrocio tra la foglia e il fusto. I fiori, invece, piccoli e spinosi, nascono all’ascella delle foglie e sono di solito di colore lilla.
Per coltivare melanzane bisogna considerare che la pianta è autoimpollinante, cioè i suoi fiori sono ermafroditi. La pianta può quindi avere fecondazione autogama o incrociata, ossia che avviene per mezzo di insetti. Questo conferisce alla coltura di melanzane una certa propensione all’adattamento e un’elevata produttività, anche in assenza di insetti impollinatori.
Varietà e aspetti nutrizionali delle melanzane
Esistono innumerevoli tipi di melanzane. Si differenziano per il colore, la forma, il gusto e, com’è ovvio, gli usi in cucina. Abbiamo le melanzane nere, viola, bianche o rosse. Abbiamo quelle tonde, ovali, allungate o a funghetto. Poi ci sono quelle ideali per essere arrostite, quelle per essere preparate ripiene, quelle da conserva ecc ecc.
A livello nutrizionale la melanzana è ideale per le diete ipocaloriche, in quanto ha un apporto di solo 18 kcal ogni 100 gr (qui trovate le sue proprietà nutritive). Contiene molta acqua, è ricca di sali minerali quali il potassio, garantisce un’ottima fonte di vitamina A e C. Per avere tutti i suoi benefici dietetici, bisogna stare attenti alla preparazione in cucina, una delle sue caratteristiche, infatti, è la polpa molto spugnosa, in grado di trattenere molto bene il condimento, ad esempio l’olio, che a volte può essere tutt’altro che ipocalorico. Dunque, se volete usarla per la dieta, l’ideale sarebbe prepararla grigliata o bollita.
Curiosità
Una curiosità che riguarda la coltivazione delle melanzane è il contributo che dà allo sviluppo tecnologico nel settore dell’energia solare. Il pigmento antocianico presente nell’ortaggio è infatti un elemento essenziale per la composizione delle cellule fotovoltaiche.
Come coltivare melanzane biologiche

Campo di melanzane in serra nel mese di giugno
Per coltivare melanzane sane e rigogliose è indispensabile evitare il gelo e scendere con le temperature sotto i 10° C. La melanzana, infatti, predilige un clima mite, ma resiste bene al caldo.
Periodo di semina e trapianto
Per quanto riguarda la scelta di coltivare melanzane partendo dal seme o dalla piantina, valgono un po’ le considerazioni che abbiamo fatto parlando di come coltivare pomodori biologici. Vale a dire che la melanzana, che è una solanacea, per formare la piantina partendo dal seme, ha bisogno di molto tempo. Parliamo di almeno 45 giorni, dunque è opportuno calcolare i propri tempi e il periodo in cui si è scelto di effettuare il trapianto. Certamente è opportuno usare un semenzaio per la formazione della piantina, ed evitare la semina in pieno campo. Questo perché, se piantato direttamente nel terreno il seme verrebbe sovrastato dalle erbe infestanti. Il semenzaio consente maggiore controllo e soprattutto la protezione in caso di condizioni meteo avverse.
Inoltre, non dimenticate di scegliere il vostro seme o la vostra piantina acquistando da produttori biologici certificati, o attraverso lo scambio delle sementi.
Infine, il periodo ideale per il trapianto va da marzo a maggio per la coltivazione in serra. Mentre da aprile a fine giugno per il campo aperto.
La preparazione del terreno
Coltivare melanzane richiede particolari accorgimenti, soprattutto riguardo all’adeguata preparazione del terreno, che può essere di tipo manuale o meccanica. La pianta, che abbiamo detto essere molto forte e vigorosa, ha radici che penetrano in profondità nel terreno. Si tratta di veri e propri fittoni. La lavorazione, quindi, deve essere profonda, in modo da consentire alle radici di svilupparsi al meglio. Se si dovessero incontrare delle zolle troppo dure, il benessere e lo sviluppo della pianta ne risentirebbero parecchio. Quindi giù di vanga il più possibile e se ne avete la possibilità è consigliata anche la lavorazione con il trattore ed il ripuntatore
Concimazione
Analogamente, la concimazione in pre-semina deve essere abbondante. Per crescere rigogliosa, infatti, una coltivazione di melanzane ha bisogno di molta sostanza organica. In particolare le serve azoto, indispensabile per la crescita vegetativa.
Nei mesi invernali, quindi, nelle porzioni di terreno dove avete previsto di coltivare melanzane, effettuate abbondanti letamazioni con letame di mucca o cavallo.
Se non riuscite a reperire i letame nei dintorni del vostro terreno, potete trovarlo in commercio sotto forma di concime pellettato.
Rotazioni colturali
Discorso fondamentale è poi quello delle rotazioni culturali. La melanzana, oltre ad essere una solanacea, è infatti una pianta che consuma molto il terreno. È quindi necessario applicare colture più leggere, sia prima, che dopo.
L’eccessivo sfruttamento del terreno può portare, infatti, a problemi e patologie nelle coltivazioni successive, o addirittura può favorire la presenza dei nematodi, veri e propri parassiti che trovano le condizioni ideali per lo sviluppo in terreni stanchi. E una coltivazione intensa di melanzane stanca moltissimo il terreno.
Esempi
Diventano quindi necessarie alcune accortezze. Ad esempio, dove abbiamo coltivato i pomodori l’anno prima, di certo non metteremo la nostra coltivazione di melanzane. Oppure, immediatamente dopo aver coltivato melanzane, nei mesi autunnali ed invernali, eviteremo colture come le crucifere (cavoli, verze, ecc.) che stancano ulteriormente il terreno. Meglio optare per colture leggere, ad esempio l’insalata. Meglio ancora decidere di fare un sovescio di leguminose e quindi rigenerare naturalmente il suolo con la cosiddetta concimazione verde.
Irrigazione e distanze di trapianto
Com’è facile intuire, coltivare melanzane richiede un elevato apporto idrico, questo per via delle radici profonde e della vegetazione fitta.
Per evitare sprechi e pericolosi ristagni idrici, quindi consigliamo vivamente di usare l’irrigazione a goccia, ove possibile, che si realizza attraverso l’uso della manichetta con ala gocciolante).
Per quanto riguarda le distanze corrette sul sistema d’irrigazione, osserviamo che la pianta di melanzana ha bisogno di molto spazio per svilupparsi adeguatamente. Consigliamo quindi una distanza di 60 cm tra una pianta e l’altra, e di un metro tra una fila e l’altra.
Pacciamatura
Fondamentale per la riuscita di una buona coltivazione biologica di melanzane è la pacciamatura. La pianta ha un ciclo di vita molto lungo. Se curata bene e alle giuste condizioni può durare tranquillamente da maggio a fine ottobre. Ovviamente è impensabile effettuare continue operazioni manuali di pulizia. Per evitarle è quindi necessario pacciamare.
Nel caso della melanzana, ci sentiamo di consigliare come scelta prioritaria la pacciamatura con i teli, da preferire in questo caso, alla pacciamatura naturale. Questo per via del prolungato ciclo di vita della pianta. Il telo sistemato in pre-trapianto, in plastica, materiale biodegradabile o juta, garantisce un miglior controllo delle erbe infestanti. Un tipo di telo adatto potete trovarlo qui.
Sostegni
Coltivare melanzane, così come abbiamo visto per i pomodori, richiede la realizzazione di un adeguato sistema di sostegno. Questo è necessario per due ragioni: primo, per evitare che la pianta possa piegarsi e spezzarsi; secondo, per tenere più stretta e compatta la vegetazione e agevolare le operazioni di raccolta.
Per i sostegni consigliamo un sistema che usiamo da anni con ottimi risultati, vale a dire la sistemazione di pali in legno (di solito castagno) di altezza 2,20 mt, disposti ogni 2 mt sulla fila delle piante. Intorno a questi pali viene fatto passare un filo di nylon abbastanza spesso, in modo da contenere la pianta.
In alternativa si può realizzare un sistema con le canne di bambù, che potete trovare qui.
Potatura della melanzana
Operazione consigliata, che non in molti conoscono, per far crescere e coltivare melanzane rigogliose, è quella della potatura iniziale. La melanzana, sin dalle prime fasi della crescita, sviluppa una serie di germogli. Questi diventeranno i rami delle nostre piante, molti dei quali partono direttamente dalla sua base. Ecco, bisogna assolutamente ripulire la pianta dai primi germogli fino alla prima diramazione principale. Una specie di V, che poi darà la struttura alla pianta.
Esempio
Osservando le foto in basso capirete meglio. Come vediamo nella prima foto, la pianta risulta pulita e sfemminellata, cioè senza germogli, fino alla prima diramazione principale: la “V”. Nella seconda osserviamo invece una pianta sfuggita a questa operazione, che si presenta con tanti germogli che partono dal basso, oramai divenuti rami. Questi portano confusione, nessun frutto e sono i primi ad essere attaccati dagli insetti.
Munitevi quindi di forbici per potatura e guanti, e procedete con questa operazione. L’equilibrio e la produttività delle vostre piante sarà maggiore.
La potatura, o, in questo caso, un’operazione di ringiovanimento, si può effettuare anche in fasi della crescita successive. Si procede eliminando i rami più vecchi e rovinati e lasciando i rami più giovani e pieni di fiori. Di solito la parte bassa della pianta è la prima che andremo a ripulire, mentre lasceremo più spazio alla parte superiore, con i nuovi germogli. In questo modo allungheremo la vita delle nostre piante di melanzane e quindi dei nostri raccolti.
- Pianta di melanzana sfemminellata fino alla prima V
- Pianta di melanzana non sfemminellata
Raccolta
Per la raccolta delle melanzane, lasciamo giusto qualche piccola raccomandazione. Innanzitutto, ricordatevi che la pianta è molto spinosa e le spine sono abbastanza velenose. Nel caso ne veniate infilzati, rimuovetele appena possibile. L’ideale sarebbe usare per la raccolta delle bacche i guanti e le forbici adatte.
In secondo luogo, raccogliete i frutti per tempo, onde evitare di trovare strane sorprese con melanzane che diventano abnormi, indurendo la buccia e sviluppando una quantità eccessiva di semi.
Parassiti e lotta biologica
Com’è facile immaginare, coltivare melanzane richiede un’adeguata strategia di lotta biologica antiparassitaria. Questa cultivar è, infatti, una di quelle preferite da parte di moltissimi parassiti dell’orto. In particolare i più problematici sono: gli afidi (di cui abbiamo già parlato in modo approfondito), il ragnetto rosso, l’altica e la mosca bianca.
Per la difesa biologica dagli afidi vi consigliamo la lettura del nostro approfondimento dedicato a questi insetti.
Ragnetto rosso
Oltre agli afidi, le melanzane sono spesso attaccate dal ragnetto rosso, parassita che porta molti danni se non controllato in modo adeguato.
Per difendersi dagli acari, consigliamo innanzitutto l’uso frequente e alternato dell’infuso d’aglio e del macerato di ortica.
Un altro rimedio del tutto naturale per contrastare questo ragnetto è la bagnatura con acqua fredda della pianta. Questa ne limita lo sviluppo delle nuove generazioni.
Per l’irrorazione sulle piante dei macerati e dell’acqua (operazione da compiere nelle ore fresche della giornata), consigliamo di usare una pompa a spalla, come
quella che Trovate a questo link. L’uso della pompa farà in modo che il liquido venga distribuito in modo uniforme su tutta la superficie delle piante.
Altica
Altro insetto molto problematico per chi intende coltivare melanzane è l’altica, o pulce degli orti. La difficoltà della difesa biologica da questo parassita sta nella sua elevata mobilità, che lo rende davvero difficile da raggiungere. Contro l’altica consigliamo l’uso dell’olio di neem e del principio attivo: l’ azadiractina. Questo, con la sua azione riesce a limitare la proliferazione del piccolissimo coleottero, soprattutto negli stadi larvali. L’olio di neem potete reperirlo qui.
Mosca bianca

Mosche bianche
Un altro insetto molto attratto dalla nostra coltivazione di melanzane è la temuta mosca bianca, della famiglia degli Aleurodidi.
Per combatterla, oltre ai macerati naturali, consigliamo l’uso dello zolfo in polvere, sostanza che la tiene lontana. Lo zolfo in polvere è un efficace repellente per questo insetto. Com’è ovvio va usato assieme all’attrezzo per la distribuzione sulle piante, ossia il soffiatore (che trovate qui).
In caso di infestazione, prima di agire con lo zolfo, si può effettuare il lavaggio della pianta con sapone di Marsiglia naturale. Questa soluzione va sempre applicata nelle ore fresche e con lo spruzzatore a spalla. Questo trattamento biologico ci aiuterà ad eliminare la fastidiosa melata lasciata dalla mosca bianca.
Rimozione meccanica
Infine, un’altra tecnica di difesa biologica antiparassitaria valida per diversi parassiti, è quella della rimozione meccanica delle foglie attaccate. Ciò è possibile perché questa pianta è molto resistente, a tal punto da non risentire quasi della rimozione delle foglie. Coltivare melanzane ha infatti l’indubbio vantaggio che la pianta sa rigenerarsi con molta velocità. In questo modo si eliminano i focolai maggiori.
Malattie crittogamiche
Oltre a quella dai parassiti, bisogna prevedere anche la difesa biologica dalle malattie crittogamiche. Parliamo in particolare dell’oidio, o mal bianco, e della peronospora. Di queste malattie vi abbiamo già parlato nei post dedicati, ai quali vi rimandiamo per conoscere tutte le strategie di prevenzione e difesa.
1 commento
buongiorno , volevo chiedere : al posto del sovescio consigliato nel “dopo melenzane” vanno bene anche fave e piselli? ho letto che il lino aiuta la melenzana contro la dorifora , ho provato a cercare i semi ed ho trovato solo :
Linum grandiflorum o
Linum usitatissimum
vanno bene?
grazie!