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La raccolta delle fave è una delle prime raccolte da fare, tra gli ortaggi primaverili. Queste leguminose, considerato anche che sono perfette per il sovescio, vengono spesso seminate nell’orto tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno. Per cui, aprile e maggio sono i mesi in cui avviene la loro raccolta.
Raccogliere le fave è un’operazione piuttosto semplice, bisogna però avere qualche piccolo accorgimento. Occorre, inoltre, capire qual è il tempo giusto della piena maturazione del baccello, anche secondo i nostri gusti.
In questo articolo vi daremo qualche utile consiglio su come e quando agire, e vedremo inoltre i diversi modi di conservazione.
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Quando raccogliere le fave?
Il segnale indicativo dello stato di maturazione, che dà quindi il via alla raccolta delle fave, è l’ingrossamento del baccello. Da bravi contadini, infatti, basta toccare i baccelli per capire se il seme al suo interno è duro, ed è dunque pronto per la raccolta, oppure no. Qualora però avessimo dei dubbi, il metodo più semplice è aprire il baccello sul posto e fare un assaggio.
La pianta di fave matura i baccelli in maniera scalare, quindi saranno quelli alla base delle piante i primi a maturare. Non ha senso raccogliere partendo dal centro o dall’apice della pianta, quindi: bisogna sempre iniziare a raccogliere dal basso.
Raccolta delle fave tardiva
Altro segnale esteriore per capire il giusto grado di maturazione, è la colorazione della buccia. Di norma il baccello è di un bel colore verde brillante: quando inizia ad avere chiazze marroni, vuol dire che la maturazione è massima. Bisognerà dunque raccogliere alla svelta, poiché a breve si avrà un eccessivo indurimento del seme.
Raccolta delle fave anticipata
Naturalmente non a tutti piacciono le fave troppo mature, con semi duri. I baccelli si possono raccogliere in anticipo, quando i semi sono più teneri e dolci. Tenete conto, però, che la resa in termini di peso di prodotto finito sarà minore.
Le fave tenere inoltre, non sono buone per essere essiccate o bollite, sono perfette però per un consumo a crudo.
La cimatura delle piante
Una tecnica che si usa per velocizzare la maturazione delle fave è quella della cimatura apicale delle piante.
Questo legume cresce in maniera indeterminata, continua ad allungarsi e ad emettere fiori nella parte apicale. Tuttavia, questi fiori producono baccelli di piccole dimensioni, che raramente maturano al loro interno fave in quantità e dimensioni accettabili. Cimando la pianta all’apice ne arresteremo la crescita. In questo modo tutta l’energia vitale sarà dedicata all’ingrossamento dei baccelli. Con la cimatura avremo un raccolto di fave in tempi più brevi e migliore dal punto di vista qualitativo.
Come raccogliere le fave
Una singola pianta matura i frutti in maniera scalare, per cui la raccolta delle fave avviene gradualmente, partendo dai baccelli più maturi. Considerando l’intero campo, bisogna procedere di conseguenza. Un campo di fave solitamente è diviso in filari. Il consiglio che diamo è quello di raccogliere uno o più filari per volta, in modo da trovarsi a raccogliere sempre fave ben mature. Ad esempio su un campo di 9 file, raccoglieremo il primo giorno le file 1, 2 e 3, il secondo le file 4, 5 e 6, e così via. Ritorneremo poi a raccogliere sulle prime 3 file durante il quarto giorno.
Come staccare il baccello
Il baccello della fava è attaccato alla pianta da un corto peduncolo ed è abbastanza ostico da tagliare. Bisogna cercare quindi di staccarlo senza provocare strappi che possano danneggiare il fusto o il baccello stesso.
Se non si è pratici nella raccolta a mano, si può usare una forbice per potatura (come queste), anche se l’operazione può risultare troppo laboriosa.
La raccolta a mano si fa esercitando una buona torsione sul baccello e tirando verso il basso. Una volta capito il meccanismo, con questo semplice gesto raccogliere le vostre fave alla svelta.
Come conservare le fave dopo la raccolta
La raccolta delle fave è spesso abbondante. E alle volte ci si pone quindi il problema della loro conservazione, così da fare provviste per i mesi invernali. Le tecniche di conservazione più usate sono due: l’essiccazione e il congelamento.
Essiccazione
L’essiccazione delle fave può avvenire o lasciando seccare il baccello al sole direttamente sulla pianta, oppure dopo la raccolta.
Nel primo caso, sfruttiamo l’azione del sole, ma bisogna attendere che le piante siano giunte alla fine del loro ciclo. Quando il baccello è secco, basterà sbatterlo su un piano pulito per far cadere i semi, anch’essi secchi.
Per l’essiccazione fatta dopo la raccolta, invece, bisognerà stendere i semi su una griglia in ferro e lasciarli asciugare in un luogo fresco, asciutto e ventilato. Questo procedimento è efficace, ma c’è da dire che è anche molto lungo. Durante questo lasso di tempo, inoltre, è importante controllare di tanto in tanto che le fave non vengano attaccate dai parassiti delle derrate alimentari, come il tonchio o il punteruolo del grano.
Le fave secche si conservano bene in sacchetti di carta o sacchi di juta come questi.
Un vantaggio enorme dell’avere fave secche e ben conservate, è che nella stagione successiva potremo utilizzarle per la semina. Dal punto di vista alimentare, invece, anche essiccate, le fave conservano ottime proprietà alimentari.
Surgelamento
Metodo ancora più semplice per conservare le fave dopo la raccolta, senza far perdere al seme le sue proprietà, è quello di surgelarle. Subito dopo averle staccate dalla pianta, infatti, è sufficiente fare questi passaggi: sbollentare le fave per pochi minuti; scolarle, asciugandole per bene; inserirle in un apposito sacchetto freezer, tipo questi, e riporre il tutto nel surgelatore. Ovviamente surgelarle è consigliato per piccole provviste.
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Bravi, spiegazioni utili e precise