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Oggi parliamo della semina e della coltivazione delle fave (Vicia faba), una leguminosa sempre più presente sulle nostre tavole. Vi abbiamo già parlato della capacità delle piante leguminose (tra cui il favino) nell’apportare benefici al terreno con il sovescio. Oggi, invece, soffermiamo la nostra attenzione sulla coltivazione delle fave per il consumo e sulla loro semina. La cultivar di questo ortaggio inizia il suo ciclo in autunno e regala i suoi frutti in primavera. Vediamo ora tutti gli accorgimenti necessari per la coltivazione domestica di una pianta che ben si adatta alle dimensioni di un orto familiare.
La pianta della fava, inoltre, è in grado di regalare raccolti generosi e dunque non può assolutamente mancare nei nostri orti. E, in primavera, sulle nostre tavole.
La pianta di fave

Fave grosse
La fava, Vicia faba L., è una pianta di origine mediterranea. Appartenente all’ordine delle Leguminosae, famiglia delle Papilionaceae, tribù delle Vicieae. La specie della nostra trattazione è la Vicia faba maior, la fava grossa.
La coltivazione delle fave avviene nel bacino del Mediterraneo da tempi antichissimi. Sono utilizzate, oltre che per il consumo, anche per le loro capacità di fissare l’azoto nel terreno, migliorandone la fertilità.
Le radici
La fava è una pianta erbacea a ciclo annuale. Ha delle radici fittonanti che penetrano in profondità nel terreno. Le radici hanno numerose ramificazioni laterali all’interno delle quali si trovano dei tubercoli che contengono il Rhizobium legaminosarum, il batterio capace di fissare l’azoto nel terreno.
Il fusto
La pianta ha un portamento eretto, è di colore verde-grigiastro. Il fusto ha una sezione quadrangolare con l’interno cavo. Sviluppa numerose ramificazioni laterali e può arrivare a misurare anche un metro di altezza.
Le foglie e i fiori
Le foglie della fava hanno forma ellittica, leggermente vellutate, sono alternate e senza peduncolo.
I fiori sono molto belli. Ascellari, di colore bianco con sfumature nere. Si fecondano solitamente in maniera autogama, ossia con il polline dello stesso fiore. L’impollinazione è favorita dalla presenza di api e bombi.
Il baccello
Il baccello contiene i frutti, e può essere di diverse dimensioni a seconda della varietà che si sceglie. Quello della foto in basso è di una varietà superlunga, ma quello di altre varietà è più corto e tozzo. Le pareti interne sono ricoperte di materia spugnosa, che avvolge delicatamente i semi.
Le fave contenute nei baccelli possono essere consumate sia fresche, che essiccate per la conservazione.
Le diverse varietà di fave
Per la semina delle fave nel vostro orto potete scegliere moltissime varietà. In generale, queste si differenziano soprattutto per la durata del ciclo: precoce, medio o tardivo. Altra differenza è la dimensione del baccello e dei frutti, come ad esempio la varietà di tipo superlunga accennata poc’anzi. Ci teniamo a sottolineare che le sementi che si trovano in commercio tendono ad essere molto standardizzate. Ci sono molte varietà ibride, è difficile trovare delle varietà locali (sono soprattutto di provenienza straniera). A fine conoscitivo elenchiamo le principali varietà presenti sul mercato:
- Luz de otono, molto precoce
- Palenca, molto precoce
- Reina mora, precoce
- Violetta precoce
- Primabel, precoce
- Zaina, precoce
- Reina blanca, medio precoce
- Aguadulce, ciclo medio
- Lunga delle cascine, ciclo medio
- Super aguadulece, ciclo medio
- Histal, tardiva
- Sciabola verde, tardiva
- Super simonia, tardiva
Il seme può essere tranquillamente conservato e utilizzato nella stagione successiva. Così facevano i nostri nonni contadini, conservando una parte del raccolto per la futura semina delle fave.
Il consiglio che vi diamo è di trovare sementi non ibride, possibilmente di varietà locali, o magari recuperate nei mercati contadini. In questo modo potrete conservarle di anno in anno.
Una varietà di fava locale che vi vogliamo segnalare è la fava cottora dell’Amerino. È una produzione proveniente da una zona compresa tra i comuni di Todi, Amelia ed Orvieto, nella parte meridionale dell’Umbria.
Questa varietà si tramanda da generazione in generazione tra le famiglie contadine della zona che da secoli la coltivano. Eccelle per le sue capacità di rapida cottura e facile digestione, rispetto alle fave “commerciali”. Questa sue caratteristiche derivano dal legame tra la pianta, le specificità del terreno e del clima. Cose che ogni coltivazione veramente biologica dovrebbe avere.
La coltivazione delle fave

Fave Cottora di Amerino
Vediamo ora in dettaglio la parte tecnica di come seminare le fave, prima, e di come coltivarle poi. Ovviamente stiamo parlando di una coltivazione che dovrà avvenire in modo completamente biologico.
Clima e periodo per la semina delle fave
La semina delle fave avviene solitamente nel periodo autunnale, nei mesi di ottobre e novembre. Questo è vero soprattutto nelle regioni centro-meridionali. La raccolta avviene dall’inizio della primavera fino all’inizio dell’estate, a seconda del periodo della semina e della varietà scelta. Questo ci suggerisce che la coltivazione delle fave è molto resistente al freddo.
Dopo aver seminato le fave, la prima fase vegetativa avviene in pieno inverno. Le giovani piantine riescono a resistere anche a temperature sotto lo zero. Ciò che temono, però, è il freddo prolungato. Per questo motivo in alcune zone seminare le fave è una procedura che avviene alla fine dell’inverno. Naturalmente, con la semina tardo-invernale la raccolta avviene all’inizio dell’estate.
Come abbiamo visto nel calendario lunare del mese di novembre, la luna favorevole per la semina delle fave è nella fase crescente.
Terreno
La coltivazione delle fave è molto rustica e si adatta bene a diversi tipi di terreno. Quello che predilige, però, è quello argilloso. I terreni argillosi, infatti, sono in grado di trattenere molta acqua, cosa indispensabile per il corretto sviluppo di questa cultivar. Se il vostro terreno è secco, oppure tendente al sabbioso, per sostenere la crescita delle fave, soprattutto nel periodo primaverile, c’è il rischio di dover ricorrere ad irrigazioni ripetute. In questo caso potrebbe essere utile pensare di realizzare un impianto di irrigazione.
Concimazione
Per quanto riguarda le concimazioni, la cultivar delle fave non richiede apporti di sostanza organica. Anzi, una concimazione organica in pre-semina potrebbe essere dannosa. Come abbiamo più volte ripetuto, le fave hanno la capacità di fissare l’azoto nel terreno. Questo vuol dire che sono loro stesse a fertilizzare il luogo dove sono messe a dimora.
Proprio per questo motivo le fave sono considerate una coltura da rinnovo. Riescono, cioè, a migliorare il terreno dove crescono. Ragion per cui si possono far succedere a coltivazioni estive pesanti, come ad esempio i pomodori o le zucchine, che utilizzano molta sostanza organica presente nel terreno.
Rotazioni colturali
Come abbiamo visto nell’articolo sul sovescio di leguminose, una volta raccolti i baccelli, le piante possono essere lavorate nel terreno, senza estirpare le radici. In questo modo si effettua una concimazione verde. Su un terreno sul quale sono state coltivate le fave, nella stagione successiva si potrà proficuamente coltivare qualsiasi cosa.
Semina delle fave e distanze tra le piante
La semina delle fave è molto semplice perché abbiamo a che fare con sementi molto grosse. Per procedere, è sufficiente fare una piccola buca nel terreno, a 5 cm di profondità, e adagiarvi i semi, in numero variabile da 2 a 4 (i semi potete trovarli qui).
Il verso del seme deve essere preciso: va rivolto con la testa, ossia la parte intaccata con una linea scura, verso il basso.
Dopo la semina le fave inizieranno a spuntare dal terreno dopo circa 10-15 giorni.
Le distanze sono molto importanti. Le postarelle in cui metterete i semi devono avere una distanza di almeno 30 cm l’una dall’altra. La distanza tra le file deve essere di almeno 50 cm.
È importante mantenere una certa distanza per un duplice motivo. Primo, per dare la possibilità alle piante di arieggiare e svilupparsi in maniera rigogliosa e con il giusto spazio. Secondo, per agevolare le operazioni colturali, come la sarchiatura e le successive fasi della raccolta.
Operazioni colturali
Benché la pianta sia molto rustica, la coltivazione delle fave richiede alcune cure:
Sarchiatura e pacciamatura
La prima è sicuramente la periodica sarchiatura per la rimozione delle erbe infestanti. Nel periodo primaverile, infatti, queste possono attirare molti parassiti, che a loro volta possono essere vettori di malattie. Per limitare la sarchiatura si può ricorrere alla pacciamatura naturale con paglia, da sistemare intorno alla pianta quando ha raggiunto una certa dimensione. La pacciamatura naturale avrà anche la funzione di proteggere la pianta dal freddo durante il periodo invernale (di recente abbiamo sperimentato anche una pacciamatura in juta).
I sostegni

Pianta di fave piegata
Proprio perché coltivate nel periodo invernale, la coltivazione delle fave soffre l’azione degli agenti atmosferici. Soprattutto il vento, che facilmente può piegare le lunghe ramificazioni, in special modo quando aumentano di peso per via dei baccelli.
Per ovviare a questo problema si possono predisporre dei sostegni, simili a quelli che utilizziamo con la coltivazione dei pomodori. Magari possiamo acquistare e utilizzare delle canne di bambù come queste.
La cimatura apicale
Le fave inoltre, hanno una crescita indeterminata. Proprio per questo la primavera dopo la fioritura, un’altra operazione colturale che si esegue è la cimatura della parte apicale. In questo modo daremo forza alla parte inferiore della pianta e favoriremo l’ingrossamento dei baccelli.
Difficilmente poi i fiori della parte superiore produrranno grossi frutti. Se la pianta è troppo alta meglio cimare, ed accelerare così il processo di maturazione.
Difesa biologica antiparassitaria
La coltivazione delle fave in biologico deve tenere anche conto della possibilità di attacchi parassitari.
Nel periodo primaverile le fave sono una delle prime coltivazioni attaccate dagli afidi neri, che amano particolarmente questa pianta. Se l’infestazione è troppo estesa possono iniziare a creare seri problemi e danneggiare la corretta maturazione. Ai primi avvistamenti di afidi neri consigliamo di intervenire con i macerati naturali, il macerato d’ortica in particolare. L’applicazione del macerato non solo fungerà da repellente contro gli afidi e la loro proliferazione, ma anche da ottimo concime fogliare per le piante stesse.
Gli afidi, generalmente, vengono controllati dagli insetti predatori. Uno su tutti è la coccinella. Promuovendo la biodiversità nei vostri orti creerete un equilibrio naturale capace di limitare i vostri interventi.
La raccolta
Dopo aver parlato della semina delle fave e della loro coltivazione, eccoci finalmente alla raccolta. Questa avviene, come detto, in primavera, e si protrae per tutto il periodo primaverile (qui trovate maggiori informazioni sulle verdure di stagione).
Fave da mangiare
La maturazione dei baccelli è scalare, cioè avviene in maniera graduale.
Dunque, dipenderà dai vostri gusti e dalla vostra pazienza. Giunti all’ingrossamento primaverile dei baccelli basterà fare delle prove per capire il livello di maturazione. Ingrossato il baccello non c’è una regola fissa. C’è chi preferisce raccogliere subito e avere fave fresche molto tenere, c’è chi invece preferisce avere un seme più grosso e duro. L’importante è non far maturare troppo il baccello, raccoglierlo prima che inizi ad annerire. Quando questo avviene, in genere, i suoi frutti di induriscono.
Conservazione del seme
Per quanto riguarda invece la raccolta finalizzata alla conservazione del seme per la futura semina delle fave, vale il discorso contrario. Bisogna scegliere i baccelli più in basso della pianta, quelli più vigorosi, e lasciarli maturare al massimo, prima di farli essiccare per conservarli.
Speriamo di esservi stati utili con i nostri consigli su come seminare le fave e coltivarle nell’orto.
6 commenti
pubblicazione completa ed esaustiva
Grazie 🙂
Grazie della descrizione precisa. Ho seminato le fave i primi di ottobre, luz de otono, vedrò cosa succederà… Vivo vicino Cagliari, Sardegna meridionale, spero di raccogliere bene… Grazie
In bocca lupo.
Grazie per l’ottimo articolo.
Ho dei semi secchi dall’anno scorso, lì devo mettere a mollo prima di metterli a terra?
O’ racolto dei baceri maturi ,posso seminarli freschi? grazie