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Il cavolo riccio (o kale), è una particolare varietà di cavolo, spesso usato nelle ricette degli chef stellati. È considerato molto pregiato e anche per questo è ricercato dagli appassionati.
Questo ortaggio lo si può coltivare facilmente negli orti domestici, essendo una pianta molto rustica e resistente. Basta seguire i giusti accorgimenti colturali.
In questo articolo illustreremo come coltivare il kale, usando solo metodi biologici. Vedremo, inoltre, le sue proprietà nutrizionali e suggeriremo qualche ricetta.
Identificazione
Il cavolo riccio, nome scientifico Brassica oleracea var. sabellica, è una pianta che appartiene alla famiglia botanica delle Brassicaceae o Cruciferae.
Le altre piante più note appartenenti alla stessa famiglia sono: cavolfiore, broccolo, cavolo verza, cappuccio, cavolo nero.
La coltivazione e il consumo del cavolo kale sono molto diffusi in alcuni paesi del Nord Europa, come Germania e Olanda, e in Nord America. Per questo motivo, anche nella nostra lingua è utilizzata la denominazione esterofila di kale, ossia, semplicemente, cavolo.
Differenze tra cavolo riccio e altre Brassicacee
A livello botanico il cavolo riccio è molto simile al cavolo nero Toscano, ortaggio tipico, di origine italiana.
Si tratta infatti di un “cavolo da foglia”, che sviluppa un lungo fusto detto pennacchio, sul quale s’inseriscono numerose foglie.
Ciò lo differenzia dalle altre varietà come il cavolo verza e il cappuccio, che portano a maturazione una sorta di “palla”, e dal cavolfiore e dal broccolo, che formano un’infiorescenza.
La differenza con il cavolo nero sta invece nelle foglie, poiché quest’ultimo le ha lunghe e “bollose”, anziché grandi e frastagliate ai margini.
Caratteristiche del cavolo riccio
Il cavolo kale a piena maturità arriva a grandi dimensioni. Il pennacchio può tranquillamente superare 1 m di altezza. Le ampie foglie gli consentono di occupare anche 1 mq di terreno. Sono di colore verde chiaro all’inizio, più scure quando maturano al massimo. In alcune varietà, le foglie diventano violacee, il che fa apprezzare la pianta anche per finalità ornamentali. Questa particolare varietà è chiamata Scarlett e la trovate in commercio nei negozi specializzati.
Il cavolo riccio è un tipico ortaggio invernale molto resistente al freddo. Matura bene in pieno inverno, dopo circa 70 giorni dalla messa a dimora, con una produzione scalare di foglie. A primavera esaurisce il suo ciclo e sviluppa l’infiorescenza, che è quella tipica delle Brassicacee, con piccoli fiorellini gialli.
Tagliando l’infiorescenza la pianta potrebbe continuare a vegetare, ricacciando nuove foglie. Tuttavia, si preferisce farle seguire un ciclo annuale, che s’interrompe una volta sviluppati i fiori.
Il motivo è che le foglie sono apprezzate quando sono tenere e morbide, cosa che avviene nel primo anno di coltivazione.
Da sottolineare che esistono anche varietà più adatte alla coltivazione in primavera-estate. Queste non sono molto diffuse nel nostro paese. Da noi, infatti, si preferisce coltivare e consumare questo ortaggio in autunno-inverno.
La coltivazione del cavolo riccio
Il cavolo riccio si può coltivare in tutte le regioni italiane, anche quelle più fredde in inverno.
Non teme le gelate, per cui si adatta bene al clima della pianura e dalla bassa montagna.
Attenzione però a scegliere bene le varietà, quelle primaverili/estive sono più delicate.
L’esposizione migliore è quella in pieno sole, ma va bene anche la mezz’ombra.
La giusta rotazione colturale
Per coltivare in maniera sana e rigogliosa il cavolo riccio, bisogna rispettare un’adeguata rotazione colturale.
Questo vuol dire che non conviene mettere a dimora piantine in porzioni di terreno che hanno ospitato nelle stagioni precedenti altre piante della stessa famiglia.
Rispettando la rotazione avremo meno problemi legati a malattie e parassiti.
L’ideale è far trascorrere almeno 2 anni prima di piantare nuovamente i cavoli nello stesso appezzamento di terra.
Il terreno ideale
Il cavolo riccio vegeta bene in terreni di medio impasto, lavorati in profondità e con ottimo drenaggio delle acque superficiali.
Soffre invece i terreni asfittici e troppo compatti, dove non riesce a sviluppare il suo apparato radicale.
Necessita inoltre di una buona concimazione organica di fondo. La nutrizione del terreno di coltivazione si può effettuare ammendando del letame maturo. Al posto del letame vanno comunque bene anche concimi naturali più leggeri, come compost domestico o humus di lombrico.
Tecniche e periodo di semina
Possiamo decidere di seminare il cavolo riccio usando il semenzaio in polistirolo già provvisto degli appositi fori. La semina può avvenire in due periodi distinti:
Se decidiamo di coltivare varietà di kale autunnali e invernali conviene seminare tra luglio e agosto. In questo modo avremo piante pronte per la messa a dimora tra settembre e ottobre. Una semina tardiva in settembre, con il trapianto a novembre, comporterebbe il rischio di andare troppo in là con i tempi.
Le varietà primaverili ed estive, invece, si seminano tra febbraio e marzo. Ovviamente bisognerà avere cura di riparare il semenzaio in un luogo caldo e asciutto.
Le piantine nate da seme sono di solito pronte per il trapianto dopo 40 giorni dalla semina, quando sono alte circa 10-15 cm.
Il trapianto e le giuste distanze
Se vogliamo evitarci il lavoro di semina, potete acquistare piantine di cavolo kale curate da un vivaio di fiducia. In questo modo dovremo preoccuparci solo del trapianto.
Di fondamentale importanza è rispettare le giuste distanze. Come accennato, la pianta sviluppa una grande vegetazione e ha quindi bisogno di spazio.
Noi consigliamo di mettere a dimora le piantine a 60 cm l’una dall’altra, con 1 m tra le file.
Rispettando queste misure d’impianto, avremo più facilità nelle successive operazioni, compresa la raccolta.
Coltivare il cavolo riccio in vaso
Il cavolo riccio può essere coltivato anche in vaso, nel nostro orto biologico sul balcone.
L’importante è aver cura di scegliere un vaso di grandi dimensioni, almeno di 40 cm di diametro e altrettanto profondo.
In un vaso di queste dimensioni si può mettere a dimora 1 sola piantina.
La convenienza di coltivare in vaso il kale è dovuta alla raccolta prolungata delle foglie. A differenza di un cavolfiore o di una verza, che si raccolgono solo una volta, questa pianta ricaccia foglie in maniera continua e quindi si coglie per lungo tempo.
L’irrigazione
Il cavolo riccio per crescere bene ha bisogno di un terreno sempre ben umido. Occorre quindi predisporre un sistema d’irrigazione a goccia, che ci consenta di dare acqua alle piante con facilità.
Naturalmente se vi sono precipitazioni naturali non c’è bisogno d’innaffiare.
Indicativamente, queste sono le indicazioni per una corretta irrigazione (salvo pioggia):
- primavera/estate: acqua 3 volte a settimana per 20 minuti
- autunno: acqua 1 volta a settimana
- inverno: acqua saltuariamente e solo in assenza di precipitazioni.
Le cure colturali
Il kale è una pianta che non necessita di molte cure colturali. Ad ogni modo, alcune pratiche sono necessarie per avere grandi soddisfazioni.
La rincalzatura periodica, ad esempio, ci consente di far crescere le nostre piante più robuste e resistenti all’azione del vento.
Si tratta di un’operazione facile da fare, basta riportare un po’ di terra alla base della pianta, avvalendosi di una zappa o di un rastrello.
Praticando il rincalzo, inoltre, eliminiamo le erbe infestanti e quindi non avremo bisogno di fare la sarchiatura.
La rincalzatura si fa la prima volta dopo 1 mese dal trapianto e una seconda volta trascorsi altri 45 giorni, quando ormai le piante saranno grandi e vigorose.
Altra importante operazione colturale è quella della pulizia del tronco dalle foglie vecchie o danneggiate. Eliminando le foglie gialle, spezzate o comunque rovinate per svariati motivi, si mantiene la pianta più sana e meno suscettibile ad attacchi di parassiti.
Di solito, le prime foglie ad essere eliminate sono quelle basali.
Raccolta del cavolo riccio
Il cavolo riccio si raccoglie in maniera scalare, partendo dalle foglie più basse. Attenzione a non raccoglierle quando sono troppo piccole, in questo modo si rischia, infatti, di compromettere la futura crescita della pianta.
Viceversa, non bisogna attendere troppo a lungo prima di staccare le prime foglie, onde evitare che si rovinino. La soluzione migliore è la via di mezzo: raccogliere dal basso, quando la crescita delle foglie si è arrestata. In questo modo daremo più forza all’apice vegetativo.
Per la raccolta si può usare la stessa tecnica usata per raccogliere le bietole, ovvero quella di strappare una foglia in maniera decisa, come se fosse di carta. Chi non ha molta praticità, può usare tranquillamente un coltello, avendo cura di non danneggiare il fusto.
I parassiti e le malattie del cavolo riccio
Come tutte le crucifere, anche il cavolo riccio può essere soggetto a parassiti e malattie crittogamiche. Vediamo quali sono e i rimedi consentiti in agricoltura biologica.
Tra i parassiti segnaliamo:
- afide ceroso dei cavoli, che si elimina facilmente dalle piante facendo ricorso al sapone potassico molle;
- cavolaia, che noi consigliamo di combattere usando il macerato di pomodoro o il bacillus thuringiensis var. kurstaki;
- altica della bietola e delle crucifere, piccolo insetto parassita che si tiene sotto controllo con l’uso dell’olio di neem;
- lumache, da tenere lontano dai cavoli usando la cenere di legna alla base del fusto.
Per quanto riguarda le malattie, invece, segnaliamo:
- alternariosi delle crucifere, che si manifesta con punteggiature clorotiche sulle foglie ed è favorita da stagioni particolarmente umide. Per questa malattia fungina consigliamo l’uso preventivo del macerato d’equiseto. Oltre a un’accurata pulizia della pianta, onde evitare la diffusione del patogeno, com’è ovvio;
- ernia del cavolo, che si evita soltanto praticando delle corrette rotazioni colturali.
Proprietà nutrizionali del cavolo riccio
Il cavolo riccio è un ortaggio che sta avendo successo per via delle sue ottime proprietà nutrizionali. È un alimento povero di calorie (49 kcal per 100 g), di grassi (0,9 g) e di colesterolo.
Inoltre, è ricco di sali minerali, quali sodio (38 mg per 100 g), potassio (491 mg) e magnesio (47 mg).
Ha un ottimo contenuto in Vitamina A (9.990 IU), Vitamina C (120mg), Vitamina B6 (0,3 mg) ferro (1,5 mg) e calcio (150 mg).
Si tratta, dunque, di un alimento perfetto per chi segue una dieta vegetariana o ipocalorica
Le ricette con il kale
Il successo del cavolo kale è dovuto anche alla sua versatilità in cucina, dove è protagonista di molte ricette.
L’uso classico è quello tipico del cavolo, ossia zuppe e minestre, ottime per riscaldarsi durante i freddi mesi invernali.
Ma con le foglie di questa pianta si può preparare anche:
- un’ottima pasta fredda mista a legumi;
- delle bruschette con pomodori biologici e olive schiacciate sott’olio;
- del buon pesto, quando in inverno manca il basilico;
- una ricetta speciale di cavolo riccio e crema di patate bio;
- una vellutata;
- delle chips.
2 commenti
Complimenti per la chiarezza delle spiegazioni e per l’accuratezza del linguaggio. Sono molto utili anche i frequenti riferimenti agli eventuali fornitori. In realtà io non ho ancora cominciato a fare il mio orto, ma spero di iniziare presto, salute permettendo.
Lieti di esserti utili, Giuliana. E speriamo tu possa iniziare presto a preparare il tuo orto. 🙂