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Oggi concentriamo la nostra attenzione sulla cavolaia (Pieris brassicae), un insetto che chiunque ha un orto conosce bene e teme. Questa specie di lepidottero è particolarmente attratto dai cavolfiori, dai broccoli neri, dalle verze. Insomma, tutti ortaggi che ci apprestiamo a coltivare nella stagione autunnale. Impariamo quindi a riconoscere tempestivamente la cavolaia, in modo da poter attuare una strategia di difesa biologica, che ci consentirà di arginare tranquillamente il diffondersi nelle nostre colture di questo fastidioso e dannoso insetto.
Ecco le caratteristiche di questo insetto.
La cavolaia (Pieris brassicae)
Gli adulti depongono le uova nella pagina inferiore delle foglie delle crucifere, che di solito in quel periodo trovano in abbondanza.
Dopo un periodo di circa quindi giorni, le uova si schiudono. Prendono così vita le larve della prima generazione che arrivate a maturità si incrisalidano nuovamente.
Generalmente nel mese di luglio appaiono nuovamente gli adulti, cosiddetto secondo volo. Questi, attraverso l’accoppiamento, danno vita alla seconda generazione, e così via.
A seconda del clima la cavolaia può arrivare a compiere anche 4 generazioni in un anno. Dunque la sua presenza, può protrarsi fino ad autunno inoltrato.
Danni provocati dalla cavolaia
Essendo diffusa sul tutto il territorio nazionale, possiamo trovare la cavolaia anche a quote superiore i 2000 mt. S.l.m. Vista la sua grande prolificità desta una certa preoccupazione, anche perché è presente in tutti i periodi dell’anno, ad eccezione della stagione invernale in cui sverna.
Come il nome volgare suggerisce, la cavolaia è un lepidottero particolarmente attratto dai cavoli. Per cavoli intendiamo cavolfiori, broccolo nero, verza ed in generale tutte le crucifere.
Il danno si manifesta attraverso l’alimentazione delle larve (azione trofica), ghiotte delle foglie dei cavoli, che mangiano e rosicchiano finché possono, risparmiando solo le nervature centrali delle foglie più dure.
Questa vorace attività può compromettere lo sviluppo equilibrato della pianta, e se perpetuato nelle fasi iniziali della crescita può portare alla fine della coltura.
Un altro fattore di pericolosità è che le larve spesso agiscono in gruppo e quindi molto velocemente, per cui è necessaria un’identificazione e difesa tempestiva.
Difesa biologica
Rispetto ad altre specie di Lepidotteri, come la tuta absoluta del pomodoro che abbiamo conosciuto in questo articolo, fortunatamente la difesa biologica contro la cavolaia è più semplice.
Macerato di pomodoro
Innanzitutto è molto sensibile al macerato di foglie e femminelle di pomodoro, che abbiamo studiato in un precedente articolo.
Le larve di cavolaia, se toccate dal composto naturale, saltano letteralmente via dalle foglie, e girano alla larga. Dunque il macerato di pomodoro può essere utilizzato sia come preventivo che ad infestazione in atto.
Si consiglia l’applicazione o come tutti i macerati e preparati naturali nelle ore serali, oppure alle prime luci dell’alba, momenti in cui le larve sono più attive.
Durante le ore centrali della giornata, specie se le temperature sono elevate, le larve preferiscono rifugiarsi nel terreno, per poi riprendere la loro attività con il fresco.
Ulteriore attenzione alla bagnatura della pagina inferiore delle foglie, in cui le larve di cavolaia sono solite raggrupparsi.
Bacillus thuringiensis varietà kurstaki
Altro metodo di difesa biologica contro le larve di cavolaia, è il bacillus thuringiensis varietà kurstaki.
Il bacillus thuringiensis, come sappiamo, è molto più efficace negli stadi larvali giovanili, piuttosto che sulle larve più sviluppate. Naturalmente, vista la sua alta selettività, è totalmente inefficace ed innocuo sulle farfalle adulte.
È dunque necessario comprendere il momento giusto in cui intervenire con questo tipo di prodotto, onde evitare inutili applicazioni.
Anche in questo caso consigliamo l’applicazione nelle ore fresche della giornata, questo, oltre che per colpire un numero maggiore di larve, anche per rallentare l’elevata fotolabilità (cioè rapida degradazione) del bacillus thuringiensis (di cui vi abbiamo abbondantemente parlato) all’esposizione dei raggi solari. Se volte acquistare il prodotto lo trovate qui.
Ricordiamo che questo prodotto, assolutamente naturale, non è considerato un fitofarmaco.
Predatori naturali
Un altro fattore che rende la cavolaia meno dannosa di altre specie di lepidotteri è la presenza di molti insetti predatori naturali, che contribuiscono a controllare la popolazione.
In particolare gli imenotteri ed i ditteri con diversi meccanismi d’azione contribuiscono a limitare la diffusione della cavolaia, vediamo quali sono i principali.
Apanteles glomeratus
Innanzitutto il più conosciuto è l’imenottero Apanteles glomeratus, che vediamo nella foto in basso allo stadio adulto. Ma non sono gli adulti che si nutrono delle larve di cavolaia. Sono bensì le larve stesse di questo imenottero endoparassitoide, che parassatizzano (cioè si nutrono) le larve di cavolaia, come si vede in questo video.
Trichogramma evanescens
L’imenottero oofago Trichogramma evanescens. Con il termine oofago si intendono quegli insetti che depongono le loro uova all’interno di quelli di altri insetti, quindi è un parassita delle uova.
Phryxe vulgaris
Infine, abbiamo il Phryxe vulgaris, un dittero Larvevoride, anch’esso parassitoide delle larve di cavolaia.
8 commenti
Peccato che le larve siano dannose, perchè la farfalla adulta è molto bella!
Sì, è vero.
Io coltivo un piccolo orto familiare in montagna a 1300 mt dove la cavolaia è sempre presente e provoca parecchi danni. Io ho risolto il problema proteggendo i cavoli sotto una rete a maglie strette tenuta sospesa da archetti. Le cavolaie così non riescono a raggiungere le foglie per ovideporre e se ne vanno altrove. Basta fare attenzione a non chiuderle sotto la rete intanto che la si installa. Potrebbe sembrare banale ma appena trapianto le piantine di cavolo nell’orto, nel giro di un’ora o due si vedono arrivare le cavolaie che hanno un olfatto finissimo e si mettono subito al lavoro. Provare per credere!
Ciao Ermanno, grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza 🙂
Dalla mia esperienza basta un pizzico di sale sulle foglie
Nel nostro articolo diamo una serie di rimedi molto collaudati, il sale direttamente sulle piante può bruciare le foglie.
Io pianto agli e cipolle in mezzo ai due filari di broccoli, da tre anni, e ho risolto il problema
Piace coltivare biologico grazie dei vostri consigli