La sarchiatura è un’operazione colturale molto comune per chi fa un orto domestico. Serve principalmente per tenere le piante coltivate libere dalle erbe infestanti, ma ha anche altri aspetti secondari da non sottovalutare.
Questa tecnica biologica può essere praticata in diversi modi e con diversa intensità.
Chi gestisce grandi appezzamenti di terreno, e quindi fa agricoltura professionale, la esegue adoperando costosi macchinari che vengono agganciati al trattore.
Chi ha un orto domestico invece, può farla a mano, oppure usando piccoli e versatili attrezzi.
In quest’articolo vediamo quali sono le finalità della sarchiatura del terreno, il momento giusto per eseguirla e quali sono le attrezzature che si possono usare.
Cos’è la sarchiatura
Prima di spiegarvi le operazioni di sarchiatura e i suoi obiettivi facciamo un piccolo passo indietro. Vi abbiamo già parlato della pacciamatura naturale come tecnica per rimediare alla presenza di erbe infestanti. La pacciamatura è molto usata dagli orticoltori domestici e che lavorano in bio, ma non sempre è praticabile. A volte, infatti, si possono avere difficoltà a reperire il materiale pacciamante giusto nei tempi corretti.
Altro problema è che la pacciamatura naturale non è sempre sufficiente ad azzerare la presenza delle infestanti, specie nelle coltivazioni biologiche a ciclo colturale medio-lungo.
In casi del genere, dunque, occorre intervenire con la sarchiatura.
Questa altro non è che il taglio e il movimento superficiale del terreno, finalizzato alla rimozione delle erbe infestanti.
I vantaggi di questa tecnica sono molteplici:
- tenere l’orto pulito, anche visivamente;
- limitare la competizione idrica e nutrizionale tra piante coltivate e infestanti;
- far arieggiare il terreno e quindi l’apparato radicale superficiale;
- in inverno, e in generale in terreni freddi, agevolare la penetrazione dei raggi solari.
Il momento migliore per effettuare la sarchiatura
Per decidere quando intervenire con la sarchiatura bisogna ragionare su alcuni fattori.
Innanzitutto, si deve tener conto della stagione. In primavera-estate, infatti, questa operazione va ripetuta più volte, per via della maggiore velocità di crescita e variabilità delle infestanti.
Con le coltivazioni invernali, invece, la sarchiatura viene spesso sostituita da un unico passaggio di rincalzatura.
Strettamente collegato a questo fattore vi è poi lo stadio di crescita della pianta principale in coltura. Ad esempio le piante di pomodori e di melanzane hanno bisogno della sarchiatura quando sono ancora piccole. Crescendo sviluppano maggiore resistenza alle malerbe, quasi indifferenza, quindi la sarchiatura si rende meno necessaria.
Colture più leggere, invece, come ad esempio le cipolle, devono essere sarchiate sia all’inizio che dopo, durante il ciclo biologico. Questo al fine di farle crescere e ingrossare adeguatamente.
Infine bisogna tener conto di quali erbe infestanti sono presenti sul nostro campo. Ci sono infatti malerbe molto competitive e dannose (che è meglio rimuovere subito) e altre, invece, che lo sono molto meno di quello che si pensa
Esempi di erbe infestanti da sarchiare per tempo
L’amaranto è una pianta considerata infestante, anche se commestibile e ricca di proprietà. In un orto può rappresentare un problema, viste le grandi dimensioni che raggiunge. Inoltre, ha anche grande facilità di propagazione attraverso la dissemina con il vento. Se non si interviene subito con una sarchiatura, dunque, c’è il rischio che l’amaranto prenda il sopravvento su tutte le altre colture. Bisogna quindi rimuoverlo appena nato, cosa peraltro molto semplice, in quanto la radice, all’inizio, è poco sviluppata. Se lo si lascia crescere, o peggio andare in fioritura, sarà invece molto difficile liberarsene.
Un esempio analogo è quello con la solanum nigrum, pianta infestante, tra l’altro anche velenosa.
Un caso opposto è quello della portulaca, pianta molto comune, presente un po’ dappertutto.
Se coltiviamo piante ad alto o medio fusto, o rampicanti (peperoni, peperoncini, cetrioli, fagiolini, ecc.), la portulaca non crea competizione in termini di assorbimento della luce e non interviene in modo significativo con l’asporto di sostanze nutritive e acqua. Per cui, con queste coltivazioni, la si può lasciare lì dov’è, e magari usufruirne per delle gustose insalate.
Se invece coltiviamo spinaci o rucola, anche la presenza di portulaca può essere un problema. E’ meglio, dunque, intervenire al più presto, vista la velocità di crescita dell’infestante, rispetto alla pianta in coltura.
Le fasi più delicate sono il post-emergenza (o post trapianto) e la crescita iniziale dell’ortaggio o della pianta da giardino. In queste fasi molto delicate, le piante, per svilupparsi bene, hanno bisogno di essere libere da infestanti.
Attenzione quindi a osservare bene il vostro terreno e a capire com’è composto il suo micro-sistema vegetale.
Come effettuare la sarchiatura
Attrezzi per l’orto domestico
Nell’orto domestico o per pulire un vaso, la sarchiatura può essere in primo luogo fatta a mano. Con molta pazienza e spesso in posizioni scomode, l’erba infestante viene rimossa con le mani, cercando, oltre di togliere la parte aerea dell’infestante, anche di estirpare le radici.
Tuttavia la sarchiatura manuale, benché sia molto efficace, è altresì laboriosa e dura da praticare. Se i filari da pulire sono numerosi, potrebbe convenire affidarsi a piccoli attrezzi. Questo è alle volte vero, anche se, a nostro modesto parere, le mani sono il miglior attrezzo di cui disponiamo.
La sarchiatura con le mani resta in ogni caso un’opzione valida anche per chi ha un orto pacciamato con la paglia. In questo caso, infatti, le poche malerbe che emergono dalla pacciamatura, sono deboli, rade e facilmente distinguibili ed estirpabili.
I nostri nonni contadini usavano un utensile agricolo particolare. La parola sarchiatura, infatti, deriva dal sarchio, un piccolo attrezzo in ferro, a forma di zappa, con due denti ricurvi.
Nel tempo anche i piccoli utensili si sono evoluti e oggi in rete esistono svariate attrezzature per effettuare la sarchiatura. Qui ne trovate diversi, scegliete quello che fa più al caso vostro. Per chi coltiva l’orto in vaso sul balcone, l’attrezzo più pratico è questo.
Si tratta di una specie di forchetta dai denti forti, un po’ ricurvi e poco profondi. Con colpi precisi provvede a scalzare le radici delle infestanti senza rischiare di rovinare la coltura principale. Per effettuare una scelta oculata dell’attrezzo per sarchiare, ad ogni modo, bisogna capire che tipo di terreno abbiamo di fronte. Su terreni duri e argillosi conviene usare il classico sarchio, una forca con zappette o semplicemente una piccola zappa.
Se invece il terreno è molto soffice o sabbioso, si può procedere con un comune rastrello.
In ogni caso, quando di usiamo degli attrezzi meccanici, bisogna evitare di andare troppo vicini al colletto delle piante.
La sarchiatura del terreno deve essere un lavoro di aiuto alle piante, non si può rischiare di rovinare le radici dei nostri ortaggi o provocare dannose lesioni al fusto.
Attrezzi per appezzamenti medio-grandi
In appezzamenti medio grandi, la sarchiatura viene effettuata con attrezzi a motore, come la motozappa e il motocoltivatore. Si tratta di macchine pesanti e difficili da manovrare. Per un efficace utilizzo hanno bisogno che il campo abbia una disposizione a filari, con molto spazio tra le file.
Il vantaggio di possedere questo tipo di attrezzature è che sono molto utili per la lavorazione del terreno.
Per chi fosse interessato, una serie di macchine lavoratrici le trovate qui.
Cosa fare dei residui
I residui erbacei delle operazioni di sarchiatura devono essere gestiti in modo saggio. Alcuni consigliano di rimuovere dal campo le erbe infestanti. Questa è un’opzione fortemente consigliata in alcuni casi.
Ad esempio, quando la malerba appena rimossa è stata soggetta ad attacchi di parassiti. Un caso molto comune è quello degli afidi che attaccano il solanum nigrum.
Altro caso in cui è bene eliminare dall’orto le piante infestanti sarchiate, è quando l’operazione viene effettuata in periodi piovosi. L’infestante a terra potrebbe infatti provocare marciumi.
Infine, se osserviamo che l’infestante è andata a seme, lasciarla sul campo vorrebbe dire disseminarla e farla riprodurre naturalmente.
Negli altri casi, il residuo di sarchiatura può essere lasciato a terra a decomporsi. In questo modo si apporta sostanza organica alle piante e si risparmia altresì una bella fatica al contadino.