Curare l’orto biologico è una passione irrefrenabile che negli ultimi anni sta coinvolgendo milioni di italiani.
Sono diverse le formule sperimentate per avvicinarsi a questo tipo di esperienza. Ci sono gli orti urbani condivisi o quelli in affitto, i più tradizionali orti familiari, magari nel proprio piccolo pezzo di terra vicino casa, o più semplicemente i piccoli orti realizzati sul balcone.
Il comune denominatore è però uno: coltivare un orto con metodi biologici, per avere cibi sani da portare in tavola.
Un vero e proprio atto rivoluzionario, con indubbi vantaggi in termini economici e ambientali.
Sì, perché coltivare da sé il proprio cibo conviene e ci consente di tutelare l’ecosistema in cui viviamo.
Ma vediamo quali sono i principi di base per curare un orto biologico.
Come curare un orto biologico
Per curare un orto biologico si deve prestare particolare attenzione ai seguenti dettagli:
- Non usare mai pesticidi chimici,
- Usare prodotti bio (magari fatti in casa) come i macerati naturali,
- Evitare le lavorazioni pesanti sul terreno,
- Praticare le rotazioni colturali,
- Nutrire la terra usando letame stagionato biologico, compost domestico o humus di lombrico,
- Preservare la biodiversità dell’orto,
- Attirare gli insetti utili,
- Usare le giuste tecniche bio, come ad esempio la pacciamatura,
- Recuperare quanto più è possibile i semi antichi del proprio territorio.
Come iniziare le cure dell’orto biologico
Per iniziare a curare un orto biologico la prima regola è che non si devono usare pesticidi chimici di alcun tipo. I problemi dell’agricoltura convenzionale sono proprio dovuti alla presenza massiccia di sostanze chimiche. Di conseguenza, residui di queste sostanze si ritrovano anche sui prodotti che si acquistano al banco dell’ortofrutta. Gli ortaggi che compriamo e mangiamo, spesso non sono sani e presentano residui di sostanze che il nostro organismo tollera poco. Ci illudiamo di mangiare frutta e verdura perché fa bene alla salute, ma in realtà ci stiamo a poco a poco avvelenando.
Dunque un orto domestico deve essere biologico. Che senso avrebbe, infatti, coltivare un orto di casa e poi usare insetticidi pericolosi per la salute e l’ambiente?
L’alternativa migliore, quindi, è la coltivazione biologica, cioè quella fatta con metodi naturali.
Curare le piante da malattie e parassiti
Quando si fa un orto è normale la presenza di parassiti dannosi per le coltivazioni, è un fattore intrinseco nell’eco-sistema. Coltivare con metodi biologici, però, ci permette di inquadrare il problema nella giusta prospettiva. Bisogna infatti ragionare in maniera diversa dalla coltivazione convenzionale, non bisogna avvelenare le piante per eliminare i parassiti. E’ sufficiente usare solo prodotti consentiti in agricoltura biologica e in particolare i macerati naturali.
La natura infatti ci offre molti rimedi naturali per proteggere le nostre piante da insetti dannosi e indesiderati.
Il macerato d’ortica o d’equiseto, l’infuso d’aglio, il macerato di foglie e femminelle di pomodoro, sono tutti esempi di come si possa coltivare in modo naturale, preservando la salubrità dei nostri cibi.
Curare la propria terra con la concimazione naturale
È la terra che ci regala piante sane e robuste, che producono ortaggi sani e gustosi. Quindi, per curare un orto biologico bisogna avere in primis cura della terra. Bisogna capire che non va troppo sfruttata, bensì aiutata a rigenerarsi.
In agricoltura convenzionale si praticano continue lavorazioni del suolo e si aggiungono forti dosi di concimi minerali. In sostanza si sfrutta le terra al suo limite, fin quando riesce a dare un po’ di produttività, dopodiché la si abbandona.
La terra invece è una risorsa scarsa, l’orticoltore bio deve coccolarla.
Per prima cosa bisogna capire che si devono praticare le giuste rotazioni colturali, alternate a periodi di riposo del terreno.
Le lavorazioni devono essere leggere e preservare lo strato superficiale del suolo, quindi no ad arature e lavorazioni profonde.
Poi occorre dare “da mangiare” alla terra, nutrirla; quindi bisogna fare una concimazione organica naturale.
Le coltivazioni di anno in anno consumano il terreno, dunque questo va integrato con nuovi apporti. In tal senso noi consigliamo sempre di usare del buon letame maturo (proveniente da allevamenti bio). Oppure il compost domestico, in modo da far ritornare in circolo nel terreno i nostri rifiuti organici trasformati. Altra alternativa è l’humus di lombrico, un prodotto ricco di nutrienti e del tutto ecologico.
Preservare la biodiversità dell’orto
Se vogliamo curare un orto biologico dobbiamo prima di tutto tutelare la biodiversità. Con questo intendiamo sia quella vegetale, che animale.
Quindi per preservare la biodiversità dell’orto bisogna:
- Piantare ortaggi diversi e consociarli, evitando di conseguenza le monocolture.
- Usare alcune piante come nostre alleate nella lotta ai parassiti. Ad esempio è noto come le piante aromatiche riescano a tenere lontani gli insetti, quindi perché non circondare il proprio terreno con colture quali rosmarino, salvia, origano, etc?
- Preservare la biodiversità vuol dire pure imparare a conoscere le piante spontanee che ci stanno intorno. Molte di queste sono commestibili e vivono in perfetta simbiosi con i nostri ortaggi, senza procurare alcun fastidio. Esempi lampanti sono la portulaca, la piantaggine, il tarassaco, la calendula. Si tratta di piante buone, che dobbiamo evitare di estirpare.
- La biodiversità in un orto biologico vuol dire anche tutelare la presenza degli insetti utili, come le coccinelle o le lucciole. In molti storceranno il naso, ma una buona regola è fare delle piccole casette per accogliere nel nostro orto tanti piccoli insetti, che spesso nemmeno conosciamo. Se c’è biodiversità la natura trova il suo equilibrio naturale; forse ci saranno anche insetti dannosi, ma anche i loro antagonisti naturali a tenerli sotto controllo.
Usare i giusti metodi biologici
La differenza tra un orto biologico e uno tradizionale sta tutta nelle tecniche di coltivazione.
Queste si acquisiscono con l’esperienza, con il confronto, con la sperimentazione.
Un esempio valido in questo senso è quello della pacciamatura naturale per controllare le erbe infestanti.
Per farla bastano cose semplici, tipo la lana di pecora, la paglia o la juta. Con questi semplici materiali possiamo dare quel tocco innovativo al nostro orto biologico e ottenere migliori risultati.
Con la tecnica della pacciamatura non solo eviteremo di far crescere troppe erbe indesiderate, ma risparmieremo molta acqua d’irrigazione per le nostre piante.
L’agricoltore tradizionale, per risparmiare fatica, per convenzione, per comodità cosa fa? Usa i diserbanti, prodotti cancerogeni. Avvelena dunque il cibo che produce e distribuisce alla collettività.
La differenza è netta, non c’è molto altro da aggiungere.
Usare i semi autoctoni delle varietà tradizionali
Coltivare un orto biologico vuol dire anche riscoprire le antiche varietà tradizionali. In commercio troviamo spesso piantine e semi ricavati dai famosi ibridi F1, prodotti da aziende multinazionali.
Ma lo sapete che il nostro Paese vanta una tradizione contadina antichissima? Esistono varietà autoctone che tutto il mondo ci invidia e che varrebbe la pena riscoprire. Un esempio tra tanti sono i pomodorini del piennolo dell’area vesuviana.
Ma come si fa a riscoprire queste varietà autoctone?
La risposta è semplice, partecipando alla fiere di scambio tra contadini, come si faceva una volta. Io porto i miei semi di pomodori conservati dalla precedente coltivazione e li scambio con i semi di zucca antica di un contadino mio vicino.
Scambio gratuito, semplice, lineare, di conoscenza reciproca.
Se entriamo in questo tipo di ottica sarà sempre più facile curare il nostro orto biologico.