La Salvia officinalis è una pianta perenne appartenente alla famiglia botanica delle Labiatae. È originaria dei paesi del Mediterraneo, dove alle volte non è neanche coltivata, dato che spesso cresce spontanea, anche nei terreni più poveri e difficili. Proprio per via della sua crescita spontanea, quindi, è facile comprendere come coltivare la salvia non sia difficile, sia che lo si voglia fare in vaso, che in piena terra. Ovviamente, però, per far crescere questa pianta nel modo corretto, bisogna preservarla da eventuali condizioni sfavorevoli e averne cura nel modo corretto.
In questo articolo vediamo in che modo coltivare la salvia e quali accortezze avere durante la sua crescita, in modo da ottenere una pianta sana e forte.
Caratteristiche della pianta di salvia
La salvia è una pianta che viene definita “suffruticosa”, perenne, solitamente di piccole dimensioni (max 70 cm). Ha il fusto legnoso e delle ramificazioni erbacee che partono dalla base. È una pianta sempreverde, con foglie dalla caratteristica dimensione ovale. La loro superficie è rugosa, di colore verde argenteo, ed emanano un inconfondibile e gradevole aroma. I fiori della salvia officinalis compaiono all’inizio dell’estate, sono grandi e vistosi, di color azzurro violaceo e riuniti in belle spighe.
Negli orti domestici si coltivano fondamentalmente due varietà di salvia: quella con foglie strette e allungate, dall’aroma molto intenso, e quella a foglie larghe, con colorazioni più marcatamente argentate, ma meno aromatica.
Le varietà di salvia da coltivare

Salvia officinalis jcterina
Oltre che per gli usi alimentari e curativi la salvia officinalis è apprezzata anche per la sua estetica. Ci sono, infatti, delle varietà di salvia che non solo presentano un buon aroma, anche si compongono anche di un fogliame particolarmente vario e colorato, dunque molto ornamentale, ideale per arredare uno spazio:
- Tricolor, a foglie graziosamente variegate di bianco e rosa
- Purpurescens, pianta molto vigorosa e con fogliame purpureo-violaceo
- Jcterina, con foglie elegantemente sfumate in giallo-oro
Il terreno per coltivare la salvia

Foglie di salvia officinalis colpite dal gelo
La salvia è una pianta mediterranea. Predilige un clima mite e soleggiato, tuttavia si adatta bene anche a condizioni climatiche più rigide. È una pianta perenne, le cui foglie resistono anche a periodi di gelo prolungato.
Per quanto riguarda il terreno di crescita, la pianta di salvia non ha particolari esigenze, l’importante è che, anche se povero di elementi nutritivi, il suolo riesca a drenare bene l’acqua. L’ideale è un terreno di tipo calcareo, al limite leggermente sabbioso. Sono da evitare, invece, i terreni pesanti, proprio perché non drenano bene.
Il periodo di semina della salvia
Per seminare la salvia, se si utilizza un semenzaio posizionato in coltura protetta, o una piccola serra da balcone, si deve attendere la fine dell’inverno.
Per seminare invece in pieno campo, o direttamente in vaso, bisognerà attendere aprile. Le temperature dovranno essere stabili e non dovranno scendere sotto i 7 gradi. I semi di salvia officinalis per germogliare hanno bisogno di almeno 2-3 settimane.
La semina in pieno campo si può effettuare a spaglio, provvedendo successivamente a diradare i giovani germogli.
Coltivare la salvia moltiplicandola per talea
Analogamente a quanto abbiamo visto per il rosmarino, anche per coltivare la salvia si può cegliere di moltiplicarla per talea. Il periodo migliore per realizzare la talea è la fine dell’inverno, utilizzando un substrato composto da terriccio (70%) e sabbia (30%).
Da una pianta madre di almeno 2-3 anni di età, si prelevano con un coltello molto affilato, degli apici vegetativi, della lunghezza di 8-10.
Prima di interrare la pianta, andranno eliminate le foglioline della parte inferiore.
Per formare le talee si possono usare vasetti di piccola dimensione, 10-12 cm. di diametro, che andranno poi travasati in un vaso più grande o nel terreno, quando si sarà formato l’apparato radicale. Ciò avviene dopo circa 2 mesi. Per capire se la moltiplicazione per talea della salvia ha avuto successo, cercate di notare la presenza di nuovi germogli.
Quindi, fate attenzione a mantenere il terriccio sempre ben umido.
Coltivare la salvia suddividendola in cespi
Altra tecnica molto praticata dagli amanti della salvia è la suddivisione dei cespi, da effettuarsi ad inizio della primavera. Questa tecnica è l’ideale per la moltiplicazione delle piante in vaso. Il funzionamento è semplice: da una pianta madre ben formata si estrae una porzione più piccola. Appunto: un cespo.
Si toglie la pianta dal vaso e si smuove leggermente il terriccio dalle radici, in modo da individuare una porzione di pianta da staccare. La pianta madre viene rimessa nel vaso, con eventuale aggiunta di terriccio. Dopo questa operazione si svilupperà ancora più rigogliosa.
La nuova pianta, invece, verrà posizionata in un vaso di dimensioni adeguate alle radici. Nel vaso sarà presente del terriccio fresco mescolato con un po’ di sabbia e abbondantemente innaffiato. Si consiglia di effettuare questa operazione in giornate poco soleggiate e di innaffiare regolarmente fino all’attecchimento delle radici.
Come annaffiare la salvia
La salvia officinalis, a parte le fasi iniziali della semina e della riproduzione (per talea o suddivisione dei cespi), ha bisogno di pochissima irrigazione. Questo è vero soprattutto se coltivata in piena terra. Se la pianta è in vaso, invece, bisogna prestare attenzione ai periodi di prolungata siccità.
Come difendere la salvia dai parassiti
La salvia officinalis è una pianta molto rustica e resistente, che non soffre di particolari attacchi parassitari. Anzi, solitamente gli insetti se ne stanno bene alla larga. Per questo motivo viene di solito posta ai margini dell’orto. Questo permette di tenere lontani ospiti indesiderati. Inoltre può anche essere posizionata nei pressi del compost domestico per tenere lontani topi e roditori.
Tuttavia c’è un insetto problematico per la coltivazione della salvia: un piccolo emittero, denominato cicalina della salvia, nome scientifico Eupterys salviae. Si tratta di un parassita che attacca principalmente questa pianta, ma anche le altre aromatiche. Può causare danni con le sue punture di nutrizione, provocando una decolorazione delle foglie nella fase iniziale. Se l’infestazione è elevata, si arriva anche al disseccamento della foglia stessa. Per combattere efficacemente la cicalina della salvia consigliamo l’utilizzo di azadiractina, il principio attivo del neem, consentito in agricoltura biologica.
Essendo molto piccolo, quando ci accorgiamo della presenza di questo insetto, potrebbe già aver causato danni. Dunque, guardate bene sotto le foglie.
Come difendere la salvia dalle malattie crittogamiche
Tra le malattie crittogamiche che possono colpire le piante di salvia, la più pericolosa è senza dubbio l’oidio o mal bianco, di cui vi abbiamo già parlato in maniera approfondita evidenziando le tecniche di prevenzione e rimedi biologici.
Raccolta ed utilizzi in cucina
Come abbiamo già detto, la salvia officinalis è conosciuta da tutti per le sue proprietà aromatiche. E’ proprio per questo motivo che viene utilizzata come spezia in diverse preparazioni. Non tutti, però, sanno che la salvia è in testa alimenti vegetali più ricchi di calcio. In ambito alimentare, può quindi essere utilizzata per integrare questo importante elemento nutritivo.
Le ricette più famose che hanno la salvia come ingrediente base, sono:
- Il risotto burro e salvia
- Le frittelle di salvia
Per l’utilizzo in cucina, consigliamo di raccogliere la salvia fresca, al bisogno, semplicemente staccando le foglie che vi servono.
Conservazione della salvia

Salvia fiorita
Alle volte, quado si decide di coltivare la salvia, si può scegliere di seminarne più piante. Essendo però che la si può raccogliere sempre (malgrado il momento migliore sia comunque quello che precede la fioritura estiva, periodo in cui la pianta raggiunge il massimo dello splendore), se la produzione di foglie diventa abbondante, si deve procedere a una corretta conservazione, in modo da poterne fare scorta. A questo scopo, quindi, se ne possono raccogliere le foglie e metterle in essiccazione in un luogo all’ombra. Queste successivamente andranno conservate in un barattolo di vetro o in un sacchetto di carta.