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Home » Lana di pecora

Pacciamatura dell’orto con lana di pecora

Di Coltivazione Biologica 6 Luglio 2019

La lana di pecora è un ottimo materiale da usare per fare la pacciamatura naturale dell’orto.
La pacciamatura è una tecnica fondamentale per chi pratica l’agricoltura biologica. Il vantaggio principale che apporta è quello di tenere le piante libere dalle erbe infestanti evitandoci così la sarchiatura manuale. Inoltre, mantiene più umido il terreno e dunque si risparmia molta acqua d’irrigazione, specie in estate.
Abbiamo già visto quali sono i vantaggi e gli svantaggi della pacciamatura con la paglia e di quella con la juta. E abbiamo dato un’occhiata anche ai diversi tipi di diversi tipi di teli pacciamanti.
La lana di pecora potrebbe sembrare un materiale da pacciamatura inusuale e difficile da recuperare. In realtà ve n’è grande disponibilità nelle zone di campagna, dove vengono allevati animali da pascolo.

Vediamo quindi quali sono le peculiarità della lana di pecora per questo particolare uso.

La lana di pecora

Lana grezza
La lana si ottiene dal mantello di alcuni animali. Principalmente dagli ovini, quindi: pecore e alcune razze di capre.
La lana è usata da millenni dall’uomo come fibra tessile; in particolare le antiche civiltà Greche e Romane, iniziarono a specializzarsi sulla sua lavorazione.
Oltre all’utilizzo tessile, la lana trova largo impiego nella bio-edilizia, dove si sfruttano le sue proprietà di isolante termico. Inoltre, fino a qualche anno fa, la si usava come riempitivo di materassi e cuscini. Possiamo dire che, in effetti, si tratta del miglior isolante che si trovi in natura.
La sensazione che si ha toccandola è di calore, ma è una fibra isola sia dal freddo che dalla calura. E’ frequente che popolazioni delle zone desertiche la usino durante il giorno per proteggersi dal sole.
Sono proprio queste caratteristiche che ci suggeriscono che è conveniente usare la lana come pacciamatura naturale.

La lana si ottiene dalla tosatura degli animali, che per le pecore di solito si fa in primavera. Questa lana grezza è detta lana sucida, poiché piena d’impurità e sostanze grasse. Queste vengono eliminate con la successiva lavatura. Se invece è l’animale ad essere lavato prima della tosatura, la lana che si ottiene è chiamata lana saltata.

I processi di lavorazione della lana sono i seguenti, in ordine cronologico:

  • tosatura;
  • cernita;
  • lavatura;
  • cardatura;
  • pettinatura;
  • tessitura.

La disponibilità della lana

Si crede erroneamente che sia difficile procurarsi della lana grezza. In realtà ve n’è grande disponibilità nelle nostre campagne. Purtroppo la lana è un materiale in disuso, al quale vengono preferite le fibre sintetiche. Così molti allevatori, che comunque devono eseguire le operazioni di tosatura sugli animali, non sanno cosa farne della lana grezza. I più, oramai, la considerano un rifiuto speciale. E’ quindi facile che un piccolo allevatore vicino alla vostra campagna sia lieto di regalarvene un po’.
Inoltre, è un materiale che può essere recuperato dei vecchi materassi e cuscini che non si usano più.

Approfondimenti
  • Il pirodiserbo per eliminare le erbe infestanti
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  • La riproduzione per talea delle piante
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I vantaggi dell’utilizzo della lana di pecora nell’orto

Pacciamatura di lana di pecora
Nell’orto l’uso della lana di pecora ha diversi vantaggi.
E’ perfetta per contenere la crescita delle erbe infestanti, in tal senso funziona molto meglio della paglia. E’ infatti un materiale folto, che si degrada con lentezza e non fa passare la luce.
In secondo luogo, posizionandola lungo i filari, tra le piante, si sfruttano le sue proprietà termiche. La lana trattiene l’aria e l’umidità, riuscendo a mantenere bagnato il terreno per molto tempo. Ci fa quindi risparmiare molta acqua d’irrigazione, evitando allo stesso tempo i rischi del ristagno idrico.
Inoltre, protegge gli ortaggi e il terreno dagli eccessi di calore e dagli eventuali sbalzi di temperatura nelle ore notturne. Temperature sopra i 35-40 °C bruciano letteralmente il terreno, con danni notevoli per lo sviluppo delle colture.

La pacciamatura con la lana è ideale per quelle colture con un ciclo di coltivazione lungo: pomodori, peperoni, melanzane. Ma va bene anche per piante più delicate, come: basilico, cetrioli, zucchine e fagiolini.
La lana di pecora ci mette molto tempo per degradarsi, è quindi un materiale perfetto per i bancali dell’orto in permacultura.
Garantisce inoltre una copertura del suolo più resistente rispetto alla paglia che deve essere sempre rinnovata.
Un ulteriore vantaggio è la che la lana, degradandosi, rilascia lentamente nutrimento organico al suolo. A fine ciclo di coltivazione può essere tranquillamente ammendata al terreno.

L’applicazione della lana nell’orto

Applicare lo strato di pacciamatura di lana tra le piante è piuttosto semplice, anche se laborioso. Rispetto alla paglia ci vuole più tempo a stenderla, in quanto di solito va prima districata e aperta. E’ sufficiente applicare uno strato sottile, senza esagerare con la copertura. Tra l’altro le fibre aderiscono benissimo al terreno, quindi non vi è pericolo che il materiale venga trasportato via dal vento.

Nella seguente fotogallery vediamo l’applicazione della lana di pecora come pacciamatura su alcune colture.

Pacciamatura naturale su pomodori
Pomodori
Lana di pecora e fagiolini
Fagiolini
Pacciamatura di lana su basilico
Basilico
Lana di pecora su peperoni
Lana su peperoni

Le attenzioni nell’utilizzo della lana nell’orto

Alcune precauzioni sull’utilizzo della lana come pacciamatura dell’orto biologico.
Se si semina direttamente sul terreno, è meglio applicare lo strato di pacciamatura in post-emergenza, quando i germogli sono abbastanza grandi da prendere la luce.
Se si mette la pacciamatura di lana sopra i semi appena interrati, infatti, non arriverà la luce alle piantine. Questo impedirà lo svolgimento dell’attività foto-sintetica, con il conseguente fallimento della semina stessa.

Alcuni potrebbero obiettare che la lana grezza, quella cosiddetta sucida, è piena d’insetti e impurità. In particolare, si teme il rischio della presenza di zecche, parassita frequente sugli ovini. In realtà le zecche aderiscono alla pelle della pecora, per nutrirsi succhiando il sangue. Una volta nutrite si lasciano cadere a terra e tra l’erba depongono le uova. Quindi è molto difficile che su un materiale inerte come la lana grezza si trovi un’invasione di zecche vive.
Il problema poi non si pone per nulla con la lana recuperata da vecchi materassi e cuscini, lana che naturalmente è già stata lavata.
Il consiglio finale che diamo, quindi, è quello di usare i guanti quando si maneggia la lana sporca, onde evitare il contatto con germi e impurità.

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2 commenti

Vito 29 Maggio 2020 - 18:49

Complimenti x l’articolo
Per le aziende in biologico occorre che la lana sia di pecore allevate in biologico o di qualche trattamento particolare???
Grazie

Replica
Coltivazione Biologica 29 Maggio 2020 - 19:59

Ovviamente gli allevamenti biologici sono sempre da preferire, ma questo in ogni caso.

Replica

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