Il morso di zecca nel periodo estivo è un pericolo reale. Si tratta di una cosa da non sottovalutare sia per i nostri animali domestici che per l’uomo stesso. La zecca, infatti, è un insetto molto pericoloso ed è portatore di malattie e infezioni. I rischi a cui si va incontro in caso di morso sono molteplici e in alcuni casi possono essere anche molto gravi.
In questo articolo cerchiamo di capire come agisce questo fastidioso insetto e come comportarsi correttamente in sua presenza. Inoltre vedremo quali sono le profilassi da seguire nel malaugurato caso di una puntura di zecca. Infine, vediamo quali sono i rimedi più diffusi per proteggere gli animali domestici, non solo utilizzando i classici antiparassitari, ma anche con l’uso di repellenti naturali non dannosi per gli animali.
Le zecche, le principali specie presenti in Italia
Le zecche sono insetti appartenenti alla classe degli Arachnida, ordine degli Acarina (acari), sottordine degli Ixodida. A questo sottordine appartengono poi tre famiglie: la Ixodidae, detta anche zecca dura (che è poi la famiglia di maggiore interesse per la nostra trattazione); la Argasidae, meglio conosciuta come zecca molle; e la Nuttalliellidae, famiglia d’importanza minore che comprende una sola specie.
La zecca del bosco

Zecca Ixodes ricinus
La specie più pericolosa per l’uomo è la Ixodes ricinus, conosciuta anche con il nome comune di zecca del bosco.
In Italia è presente con una certa intensità in tutte le regioni, ad eccezione della Sardegna, dove si segnalano presenze sporadiche.
Questa specie di zecca è caratterizzata da dimorfismo sessuale, ossia gli esemplari femminili sono più grandi dei maschi. La femmina adulta ha dimensioni variabili dai 4 ai 10 mm. Ha un apparato boccale in cui sono presenti ghiandole salivari che emettono sostanze cementanti, anticoagulanti e vasocostrittrici per agevolare l’alimentazione a base di sangue. Questa zecca attraversa 3 stadi di sviluppo: larva, ninfa, insetto adulto. Dopo ogni pasto, la zecca si stacca dall’animale che l’ha “ospitata”, effettua una muta e poi va in cerca di un altro corpo su cui nutrirsi. In questa specie il maschio adulto non si nutre di sangue.
Habitat preferito
La zecca del bosco è così chiamata in quanto il suo habitat preferito è appunto il bosco, specialmente se umido e ombreggiato e con un’altitudine fino ai 1.500 mt. Ama rifugiarsi tra i cespugli, nella vegetazione bassa, tra le foglie secche del sottobosco. La ritroviamo anche nella zona di confine tra il bosco e il prato incolto, in special modo nelle zone poco battute, dove è più facile la presenza di animali selvatici.
Gli stadi larvali stazionano al livello del suolo e parassitano soprattutto i mammiferi di piccole dimensioni, come roditori o uccelli. Le ninfe e le femmine adulte, invece, vivono sulle foglie degli arbusti o degli steli erbosi. Al passaggio di qualche animale si lasciano poi cadere per attaccarlo. In genere prediligono i mammiferi di grosse dimensioni, dunque attaccano senza troppi problemi anche l’uomo.
La zecca del cane

Zecca rhipicephalus sanguineus
Altra specie molto comune e diffusa in Italia è quella chiamata volgarmente “zecca del cane”, specie Rhipicephalus sanguineus.
Questa specie attacca principalmente gli animali, in particolare quelli dotati di pelo come cani e gatti, sui quali si insedia per lungo tempo, attaccando la cute. Sulla pelle degli animali l’insetto si nutre di sangue, svolge il suo ciclo biologico e si riproduce.
Sporadicamente può parassitare anche l’uomo, soprattutto attraverso il contatto con gli animali domestici.
L’habitat prediletto della zecca del cane è quello vicino ai luoghi di ricovero della sua vittima preferita, ad esempio vicino o dentro le cucce, nel terreno, nelle fessure dei muri, fra i sassi.
I pericoli per l’uomo
Come accennato, il morso di zecca, in particolare di quella del bosco, è molto pericoloso per l’uomo. Oltre alla semplice azione allergizzante, dovuta alla secrezione di sostanze tossiche contenute nei fluidi salivari, il rischio maggiore è quello di contrarre alcune malattie.
La zecca, infatti, è un vettore di microrganismi responsabili della diffusione di infezioni gravi e malattie specifiche. Durante il suo pasto può trasmettere ad un animale sano un agente patogeno assorbito nei pasti precedenti da qualche animale infetto. Questo avviene attraverso il rigurgito del sangue. La pericolosità è legata inoltre alla durata del pasto di nutrizione.
Per la salute dell’uomo, le principali malattie che possono essere trasmesse dal mordo di zecche del bosco sono: la malattia di Lyme, l’encefalite da zecche o Tbe e la febbre bottonosa.
Per quanto riguardo, invece, il morso di zecca del cane (sempre sull’uomo), il principale microorganismo che potenzialmente questa specie può trasmettere all’uomo è principalmente l’agente patogeno responsabile della febbre bottonosa. Tutte le altre malattie sono invece specifiche per i cani e gli altri animali domestici.
Cosa fare in caso di morso di zecca
Il problema principale del morso della zecca sull’uomo è legato all’azione dell’insetto, decisamente subdola. Generalmente, infatti, il morso di zecca non provoca né prurito né dolore, è quindi possibile che passi del tutto inosservato. Il parassita può dunque rimane attaccato alla pelle per nutrirsi per molto tempo. Questo fa aumentare di molto il rischio di contrarre infezioni e malattie. E’ importante, quindi, che la zecca venga prontamente rimossa dalla cute, effettuando questa operazione con i dovuti accorgimenti.
La corretta estrazione

Estrazione della zecca
Nel caso di un morso di zecca, l’insetto essere estratto dalla pelle senza utilizzare sostanze chimiche o fonti di calore. Inoltre è molto importante che non sia schiacciato. Queste accortezze sono importanti. Se ignorate, si potrebbe verificare un rigurgito dell’insetto, aumentando il rischio della trasmissione di agenti patogeni. Per rimuovere in maniera corretta l’insetto, quindi, bisogna utilizzare delle apposite pinzette. Naturalmente bisogna agire avvicinandosi il più possibile alla cute. Una volta afferrata, bisogna estrarre la zecca tirando delicatamente verso l’alto in modo continuo, senza strappi e rotazioni. Ovviamente, bisogna evitare anche di stringere troppo, in quanto si potrebbero rompere la testa e il rostro dell’insetto, che rimarrebbero all’interno della pelle.
Per agevolare questa operazione è bene munirsi di apposite pinzette, studiate per lo scopo. In rete ne possiamo trovare di diversi tipi, da quelle più semplici, come queste, a quelle fornite di una particolare forma ergonomica, che facilita di molto l’estrazione, come queste, fino a modelli più complessi, ma assolutamente più efficaci, come questo.
Cosa fare dopo l’estrazione

Morso di zecca
Dopo l’estrazione dell’insetto, bisogna immediatamente lavare e disinfettare la ferita dovuta al morso di zecca, utilizzando guanti di lattice protettivi.
Come detto, se l’estrazione non viene effettuata correttamente, una parte della zecca può restare sottopelle. Se la parte è minima, questa situazione non è pericolosa e si risolve spontaneamente in pochi giorni, magari intervenendo con la punta di un ago sterile per togliere la parte rimasta dentro.
Se ci rendiamo conto, invece, che la parte rimasta sottopelle è grande, bisogna subito rivolgersi al più vicino pronto soccorso.
Successivamente, bisogna fare attenzione alle proprie condizioni di salute per un periodo di almeno un mese. E’ importante capire se ci sono segnali d’infezione o di trasmissione di malattie infettive. Paradossalmente, è sconsigliata la somministrazione di terapie antibiotiche preventive. Queste, infatti, potrebbero mascherare i segni d’infezione e rendere la diagnosi più difficile.
In ogni caso è bene avvertire il proprio medico per monitorare la situazione nel periodo successivo al morso di zecca.
Molti consigliano di consultare il medico solo se appaiono dei sintomi d’infezione specifica. Questi possono essere: rash cutaneo, orticaria, gonfiore importante nel sito morso, edema diffuso, difficoltà respiratoria. Oppure se si presentano reazioni tossiche evidenti, come ad esempio una paralisi ascendente, cioè dalle gambe alla testa.
Il nostro consiglio, ad ogni modo, è quello di rivolgersi sempre e comunque al medico curante. A volte non siamo in grado, o ci rifiutiamo a livello inconscio, di riconoscere i segni di un’infezione. Intervenire per tempo con le dovute terapie è però di fondamentale importanza per non subire conseguenze gravi. Quindi è necessario non avere indugi.
Come proteggere i nostri animali domestici dal morso di zecca
Fino ad ora ci siamo concentrati sui rischi per l’uomo dovuti al morso di zecca. Tuttavia, com’è evidente, sono i nostri animali domestici ad essere più a rischio di puntura e quindi di infezioni e malattie.
In genere, per proteggere cani e gatti dalla puntura di zecca si utilizzano degli antiparassitari specifici. Questi, però, spesso, contengono sostanze chimiche molto forti. In particolare nel caso del gatto ci sono elevati rischi di effetti collaterali, come vi abbiamo spiegato in quest’articolo sull’utilizzo dei piretroidi.
Esistono però in commercio prodotti repellenti di origine naturale meno aggressivi (un buon prodotto estratto dal neem utile per i cani potete trovarlo qui, mentre per i gatti è disponibile quest’altro tipo).
E’ stato infatti osservato che l’olio di neem è un efficace repellente naturale.
Per una protezione completa, anche per gli animali è importante agire seguendo norme igieniche e buon senso. Quindi, bisogna tenere puliti più il possibile i ricoveri degli animali. Inoltre, quest’ultimi vanno ispezionati di frequente nelle zone del corpo più a rischio (orecchie, zampe, muso). In caso di morso di zecca bisogna agire per l’estrazione nelle modalità che abbiamo visto per l’uomo, e, ove sorgessero dei problemi, rivolgersi all’ambulatorio veterinario più vicino.
2 commenti
grazie x i vostri consigli sempre perfetti
Prego 🙂