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Il riccio è un mammifero molto comune in Italia, dove per fortuna è protetto da leggi sulla conservazione e protezione della specie. Dall’aspetto inconfondibile, data la sua armoniosa corazza di aculei, questo animaletto fa parte dell’ecosistema delle nostre campagne, dove vive e si riproduce. È dunque normale che, alle volte, entri in contatto con l’uomo, specie in campagna, dove, addirittura, possiamo ritrovarlo nell’orto come nostro alleato.
Si tratta di un animale onnivoro, per cui nella terra fa letteralmente incetta di parassiti. Ma non si limita solo agli insetti, giacché si nutre anche di ratti.
Conosciamo quindi meglio le caratteristiche e abitudini dei ricci e vediamo come predisporre dei ricoveri per quando arrivano sui nostri terreni.
Il riccio comune europeo
Il riccio comune o europeo Erinaceus europaeus, fa parte della classe dei mammiferi, famiglia Erinaceidae. E. europaeus è la specie più diffusa nel nostro continente. In Italia ne sono presenti le sottospecie E. consolei ed E. italicus.
Alcuni lo chiamano volgarmente riccio porcospino, nome che in realtà va attribuito all’istrice, animale che, invece, è molto dannoso per le colture in pieno campo.
Descrizione del riccio
Quando incontriamo un riccio, nelle sere d’estate, in campagna, rimaniamo affascinati dal suo aspetto unico, un po’ buffo, ma sicuramente fiero e deciso. La sua lunghezza non supera i 25 cm e da adulto non raggiunge il chilo di peso. Ha un corpo tondo e compatto, che termina con il muso allungato e il naso ingrossato di colore nero.
La coda è di circa 2,5 cm e le zampe sono piuttosto corte, ma hanno dita grandi e unghie affilatissime.
Possiede 36 denti, che hanno una conformazione particolare. Questa, insieme al cervello di piccole dimensioni, accomuna il Erinaceus europaeus ad animali preistorici risalenti ai tempi del Cretaceo.
La corazza di aculei
I ricci comuni sono ricoperti in parte di peli beige, ispidi e folti che ricoprono il muso e la pancia. Il dorso, invece, è ricoperto di aculei neri con striature bianche, lunghi oltre 2 cm. Ogni riccio ha fino a 6.000 aculei appuntiti e dotati di muscoli, una vera e propria corazza che si richiude su stessa in caso di pericolo. Gli aculei sono un efficace sistema di protezione non solo contro i potenziali predatori, ma anche contro gli urti, essendo flessibili. Cambiano colore con le stagioni, più scuri in autunno e in inverno, più chiari in primavera e in estate.
Abitudini del riccio
L’Erinaceus europaeus è un animale notturno. Odia la luce in faccia, quindi si muove di notte in cerca di cibo. È in grado di percorrere chilometri di distanza. Ama vivere nel sottobosco, dove di giorno si rifugia nella tana, fatta di solito in incavi del terreno, sotto tronchi spezzati e fogliame. Le sue uscite notturne lo fanno avvicinare facilmente alle case e ai giardini. È molto schivo e riottoso nei confronti dei consimili e degli altri mammiferi. E anche verso l’uomo è piuttosto diffidente. Il suo istinto più sviluppato è l’olfatto. Grazie al naso allungato si muove velocemente sul terreno in cerca di prede. In estate si muove molto, per accumulare scorte di grasso per l’inverno. Cambia tana anche 20-30 volte. Da ottobre ad aprile va in letargo, mentre da maggio si accoppia. In media vive 3-4 anni, ma in un ambiente ideale può sopravvivere fino a 10.
L’alimentazione del riccio e l’orto
La particolare alimentazione del riccio lo rende un animale molto utile nell’agrosistema dell’orto. È infatti un abile cacciatore di topi: è in grado di scovarne i nidi, uccidere la madre e fare incetta di topolini appena nati.
È famoso per uccidere le vipere, essendo la corazza di aculei protettiva contro i loro morsi. Si nutre inoltre anche di piccoli insetti o invertebrati presenti comunemente tra le colture, come ad esempio le limacce o le larve terricole. Mangia anche i lombrichi, il che, però, non è molto positivo per il terreno. Tuttavia, non è in grado di scavare molto in profondità, per cui non rischia di arrecare danno alle piante rovinandone il sistema radicale. Infine, non sembra particolarmente interessato agli ortaggi, al massimo assaggia qualche piccolo frutto caduto a terra o qualche ghianda.
Come favorire la sua presenza nell’orto
Anche se solo di passaggio notturno, la presenza del riccio può avere un’importante ruolo per aiutarci a ripulire il terreno da indesiderati parassiti. L’ideale è che l’animale abbia delle vie d’ingresso nel terreno e che quindi non sia ostacolato da reti e muri. L’Erinaceus europaeus, a differenza dei topi, non è uno scalatore. Un ricovero ideale per il giorno potrebbe essere una siepe arbustiva con rami bassi. Anche tronchi e fogliame sono molto graditi. Le cataste di legna, infine, sono un suo tipico rifugio. In commercio si trovano delle casette per ricci molto graziose. In genere, sono di legno, sono basse e hanno delle comode aperture d’ingresso. Se siete bravi nel bricolage potete facilmente costruirle da soli, altrimenti potete trovarle nei negozi specializzati. Se siete fortunati il riccio deciderà di passare l’inverno nel vostro terreno e magari stabilirvi la tana principale per la stagione estiva.
I pericoli per il riccio
In generale, il riccio tornerà nel vostro terreno se trova cibo e non corre pericoli. Se usate pesticidi in polvere, ad esempio per le lumache, rischiate seriamente di avvelenarlo. Altro pericolo è quello di essere investiti dalle auto durante i loro spostamenti. Ad oggi, questa è per loro la causa principale di morte.
Un altro problema si ha quando non riesce a fare abbastanza scorte per l’inverno, prima del lungo periodo di letargo. Se la temperatura scende troppo e le riserve di grasso sono minime, rischia la morte per inedia. In caso di difficoltà, può svegliarsi dal letargo e andare alla ricerca di cibo. Se siete a conoscenza della presenza di ricci nelle vostre zone, potete quindi aiutarli lasciando in giro del cibo; pare amino molto le crocchette di cani e gatti. Evitate di dargli il latte vaccino, giacché contiene lattosio, per lui tossico.
2 commenti
Ottimo articolo sul riccio.
Voglio imparare a coltivare l’orto prima in vasi. Mi aiutate grazie