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Home » Fuori dall'orto » Morso di vipera

Morso di vipera. Cosa fare e come riconoscerlo

Di Coltivazione Biologica 9 Giugno 2017
33k

Oggi parliamo del morso di vipera, di cosa fare davanti a questa emergenza e in che modo capire che si tratta proprio di questo serpente e non di un altro. Questo approfondimento vogliamo dedicarlo a tutti gli appassionati di montagna e di campagna, magari raccoglitori di funghi porcini, rositi ecc. Queste persone sono infatti coloro che hanno le maggiori possibilità di andare incontro a questa problematica. Cosa fare quando ci morde una vipera? E come distinguere questo serpente dagli altri?
La vipera è presente nel nostro paese da nord a sud, anche se alcune specie caratterizzano solo alcune aree geografiche. E’ un animale molto particolare, da tutelare per il ruolo che svolge all’interno del patrimonio di biodiversità faunistica italiano. Dobbiamo quindi imparare a conoscerla, capendo quali sono le sue abitudini, in modo da rispettarla.

Fondamentale, però, è anche capire quali sono i comportamenti giusti da adottare se si teme la sua presenza nei paraggi. Non dimentichiamoci, infatti, che siamo noi a invadere il territorio degli animali, sta dunque a noi avere le giuste accortezze.
Ad ogni modo, il morso di vipera, nonostante le leggende popolari, risulta letale in un numero limitatissimo e raro di casi. Vediamo oggi qual è la profilassi corretta da adottare. Ma prima conosciamo meglio questo serpente.

Le specie di vipera che mordono in Italia

Se in Italia si riceve un morso di vipera, questo lo si può riferire a un numero limitato di specie d’appartenenza.
Con il nome comune vipera si identifica un genere di serpenti velenosi appartenente alla famiglia dei Viperidae. Sono diverse le specie e le sottospecie appartenenti a questa famiglia.
Di seguito però riportiamo solo le più presenti sul nostro territorio e la loro distribuzione geografica.

La vipera comune

vipera aspis

Vipera aspis

Partiamo dalla vipera comune, nome scientifico Vipera aspis.
Si tratta di un serpente di lunghezza medio-piccola, di solito, infatti, non supera i 75 cm. Una delle prime caratteristiche che ci aiutano a distinguere le vipere dai serpenti non velenosi, è il diametro del corpo, che è maggiore rispetto a un colubride di eguale dimensioni.
Altro tratto saliente è la lunghezza della coda, molto ridotta, quasi mozzata, il che le conferisce un aspetto tozzo.
La colorazione del dorso in questa specie è sul grigio, con una serie di barre nere alternate.
Il ventre è, invece, di colore più scuro, sovente con il tratto finale della parte ventrale della coda di colore giallo-arancione.

Il capo è una delle altre caratteristiche distintive della vipera, poiché è di spiccata forma triangolare. La punta del muso è rivolta verso l’alto e ha squame molto piccole e fitte. Gli occhi, infine, hanno la pupilla di forma ellittica, disposta in maniera verticale.

Questa specie è diffusa soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, in particolare ad ovest, nelle zone di confine con la Francia, nel golfo di Genova, e in generale a nord del Vesuvio.

Approfondimenti
  • Ghiandaia (Garrulus glandarius), l’imitatrice dei boschi
  • Ape legnaiola (Xylocopa violacea). Un importante e innocuo impollinatore
  • Il pettirosso. Il piccolo uccello (utile nell’orto) che annuncia l’inverno
  • La mantide religiosa (Mantis religiosa) nell’orto

La vipera aspis francisciredi

Vipera aspis francisceiredi

Vipera aspis francisceiredi

La Vipera aspis Francisceredi è una sottospecie molto più diffusa della vipera comune.
Questa sottospecie della vipera comune si trova in tutto il Nord Italia, in particolare in Valtellina, ma è ben distribuita anche nelle regioni centrali del Paese.
Si caratterizza per una marcata colorazione rossastra. Non essendo però una vera e propria specie a sé stante, ma bensì una sottospecie, le caratteristiche morfologiche generali sono ascrivibili a quelle già viste nella vipera comune.
Quindi anche in questo caso abbiamo la tipica testa a forma triangolare, il muso rivolto verso l’alto e coperto da piccole squame, la pupilla ellittica e verticale e la coda mozzata.

La Vipera berus o marasso

Vipera berus o marasso

Vipera berus

La Vipera Berus, meglio conosciuta come marasso, è un serpente velenoso abbastanza piccolo. I maschi arrivano a misurare 55-60 cm, gli esemplari femminili sono mediamente di 5-10 cm più lunghi.
Il loro aspetto è tozzo, la colorazione è di solito bruno-rossiccia, al più grigiastra. Caratteristica è l’ornamentazione del dorso, costituita da una greca nera centrale accompagnata da macchie scure dorso laterali. Il ventre di questa specie è uniformemente nero e lucido. La testa, rispetto ad altre specie di vipera, è meno triangolare. Il marasso è uno dei viperide più comuni nella zone delle Alpi lombarde centro-orientali, dai 1.200 metri di quota fino ai 2.500.
Il suo habitat è piuttosto diversificato. E’ possibile trovarlo al margine dei pascoli, dei macereti, nelle torbiere o tra le radure dei boschi.

Le altre specie di vipere italiane

Prima di capire come comportarsi in caso di morso di vipera e, in generale, come interagire negli ambienti in cui vive questo rettile, vediamo brevemente quali sono le altre specie di vipera presenti sul nostro territorio.

  • La specie più diffusa nell’Italia meridionale è la Vipera hugyi, che ritroviamo anche in Sicilia. E’ caratterizza dalle macchie scure irregolari sul dorso. Vive in ambienti di collina e, soprattutto, di montagna.
  • Altra specie da ricordare è la Vipera ammodytes o vipera dal corno, che ritroviamo nelle Alpi Orientali. È una specie poco aggressiva, ma tra i morsi di vipera il suo è il più pericoloso in assoluto. Questa specie si caratterizza per i colori chiari e un tipico corno all’apice del capo.
  • Ricordiamo poi la Vipera ursinii, che si ritrova principalmente nel Gran Sasso ed è la specie meno velenosa e aggressiva.
  • Infine vi mostriamo la Vipera atra presente nell’Italia settentrionale a ovest della linea del Ticino, in Val Staffora e nell’area del Golfo di Genova. E’ assimilabile alla specie comune, a parte la sua colorazione, nera, che incute molto timore.
Morso di Vipera hugyi
Hugyi
Morso di Vipera ammodytes
Ammodytes
Morso di Vipera ursinii
Ursinii
Morso di Vipera atra
Atra

Morso di vipera o di un altro serpente?

Natrix

Natrice del collare

Quando, durante una passeggiata in montagna, magari in cerca di funghi, o in campagna, cercando erbe spontanee come malva, origano o tarassaco, ci capita di incontrare un serpente, nella maggior parte dei casi non si tratta di un serpente velenoso.
I colubridi, come la natrice del collare (Natrix natrix) o il biacco (Hierophis viridiflavus), sono infatti, in generale, i serpenti più comuni e diffusi.
Il riconoscimento degli esemplari appartenenti alle due famiglie è abbastanza semplice. I viperidi, infatti, solitamente non vanno oltre i 75 cm di lunghezza, mentre i colubridi facilmente superano il metro.
I colubridi, inoltre, sono molto più snelli delle vipere e la loro testa forma quasi un tutt’uno con il resto del corpo. Stesso discorso vale per la coda, che è corta e tozza nelle vipere, mentre è assottigliata in maniera graduale nei colubri.

Infine, si può valutare la rapidità dei movimenti, che nei colubri è molto maggiore rispetto alle vipere, che si muovono in modo molto lento.
Tuttavia bisogna sottolineare che questi caratteri morfologici sono difficili da osservare a lunga distanza.

Perché le vipere mordono l’uomo?

Nell’immaginario collettivo si ritiene che le vipere siano degli animali estremamente pericolosi. Questo pericolo, in realtà, è fortemente enfatizzato dalle leggende della tradizione popolare.
Altra cosa da considerare è che soprattutto dal Secondo dopoguerra gli ambienti montani, habitat preferito da questo serpente, sono diventati luoghi turistici di massa. Questa invasione ha in alcuni casi stravolto l’ambiente naturale di questi rettili.
Nella realtà, stando all’esperienza di tutti i ricercatori e dei veri appassionati dei serpenti, sappiamo che il morso di vipera, e quindi l’aggressione all’uomo, è un fatto estremamente raro.

Innanzitutto è di fondamentale importanza sapere che una vipera morde l’uomo solo quando si sente effettivamente minacciata e il suo istinto le suggerisce di non avere nessuna possibilità di fuga. Dunque, in generale, bene mantenere calma e sangue freddo, ed evitare assolutamente movimenti bruschi o inconsulti, magari dettati dalla paura. La cosa giusta da fare è semplicemente quella di allontanarsi nella maniera più cauta possibile.

Altra precauzione è la presa di coscienza di essere in un ambiente naturale. Un eco-sistema che appartiene ad altre specie viventi va rispettato, e per farlo dobbiamo osservare un comportamento quantomeno prudente. Bisogna guardare attentamente dove si cammina, dove si poggiano le mani quando si scala un sentiero, bisogna evitare di alzare o spostare grossi sassi. Insomma, è necessario cercare di non disturbare chi in quell’habitat vive.

Sempre parlando di prudenza, un’ottima prevenzione è costituita dal giusto abbigliamento nelle passeggiate. Evitare soprattutto scarpe aperte e pantaloncini corti, che espongono le nostre parti più raggiungibili al morso della vipera.
Infine, qualora si individui una vipera, non cercate di catturare o, peggio, uccidere il serpente. In questo caso non ci possiamo meravigliare se poi diventa aggressivo nei nostri confronti. Dopo quanto detto sembrerebbe una considerazione ovvia, ma purtroppo, per molte persone non lo è.

Il morso di vipera

Morso di viperaPer prima cosa è doveroso fare una premessa terminologica, è più corretto parlare di avvelenamento da morso di vipera che semplicemente di morso di vipera.
In questo serpente le zanne che contengono il veleno, quando queste sono a riposo, sono piegate sul palato. Vengono erette solo al momento del morso finalizzato all’inoculazione del veleno, e questo è un movimento volontario.
Dunque bisogna tener presente che è possibile che la vipera tenti di mordere senza utilizzare i denti del veleno. In questo caso, siamo davanti al cosiddetto morso secco e nel punto colpito mancano i fori d’entrata dei denti. Va da sé che questo tipo di morso è totalmente innocuo. Si stima che circa il 20% dei morsi siano “secchi”. D’altro canto il veleno è essenziale per la vita delle vipere e quindi l’animale tende a non sprecarlo mordendo l’uomo. Per questo motivo a volte si ha evidenza della sede di puntura, ma non vi è nessuna comparsa di sintomi sistemici.

Come riconoscere il morso di vipera

Il segno distintivo di un morso di vipera è la presenza di 2 piccoli fori distanziati di 0,5-1 cm. Sono evidenti poiché sono più profondi di quelli lasciati dal morso secco. Talvolta, infatti, il morso presenta anche altri segni, oltre ai fori dei denti veleniferi. Questi sono lasciati dagli altri denti.

L’avvelenamento del morso di vipera

Il grado di gravità dell’avvelenamento da morso di vipera dipende da diversi fattori, primo su tutti la zona colpita. Di solito sono gli arti inferiori quelli più esposti, al più le braccia. I punti più pericolosi, però, sono la testa e il collo. In questi punti, infatti, il veleno ha un’azione più energica ed entra in circolo molto più velocemente.
Altri fattori che possono aggravare l’entità dell’avvelenamento sono in primis la temperatura ambientale. Il caldo, infatti, aumenta la vasodilatazione e quindi facilita la circolazione del veleno.
Anche il comportamento della vittima dopo il morso ha un influenza: è necessario restare calmi. Mettersi a correre, ad esempio, fa aumentare l’afflusso di sangue e facilita la circolazione del veleno.
Un fattore di attenuazione della gravità del morso, invece, è età della vipera. Gli esemplari giovani, fortunatamente, sono provvisti di un veleno molto più leggero.

La composizione del veleno

Il veleno della vipera è costituito principalmente da: acqua, protidi, nucleotidi, ioni, metalli. In natura queste sostanze servono ad immobilizzare, uccidere e digerire le piccole prede del rettile. Gli effetti locali e sistemici che derivano dal morso di vipera sono di tipo: cardiotossico, nefrotossico, neurotossico e della coagulazione.

Sintomatologia locale

Quando si è morsi da una vipera appaiono dapprima degli effetti clinici locali, ossia: dopo pochi minuti, si avverte forte dolore nella zona colpita, grave bruciore seguìto da un edema duro, eritema, petecchie, ecchimosi, bolle emorragiche che si estendono non solo nella parte direttamente colpita.
Nelle 12 ore successive compaiono solitamente flittene, linfangite e adenopatia.

Sintomatologia sistemica

Alle reazioni locali appena descritte, in relazione alla dose di veleno, alla zona del corpo colpita, al peso del soggetto, si vanno ad aggiungere sintomi generali come: turbe emodinamiche, digestive, coagulative, renali e neurologiche.

Cosa fare in caso di morso di vipera

Prime operazioni

Innanzitutto, come già accennato, bisogna rimanere calmi. L’agitazione è il miglior mezzo di diffusione del veleno. Poi, prima che inizi il gonfiore, è opportuno sfilare anelli, bracciali e quant’altro sia d’impedimento agli interventi successivi di medicazione.

Disinfettare

Quindi bisogna subito disinfettare la parte colpita, utilizzando acqua semplice o al più acqua ossigenata. Il veleno della vipera è idrosolubile, quindi l’acqua ha un’ottima funzione disinfettante. Evitare assolutamente di utilizzare alcol o simili, in quanto le sostanze alcoliche in contatto con il veleno di vipera danno vita a composti tossici.

Fasciatura d’emergenza

Se il più vicino posto di pronto soccorso si trova lontano dalla zona in cui è avvenuto l’incidente, per ritardare la circolazione del veleno è opportuno effettuare un bendaggio d’emergenza. La benda deve essere molto lunga, anche 10 metri. L’arto interessato va avvolto con il bendaggio per tutta la sua interezza, non solo nella parte immediatamente colpita. Dopo il bendaggio bisogna immobilizzare l’arto utilizzando una stecca rigida. In queste condizioni il trasporto in ospedale per il soggetto colpito è più sicuro.

Cose assolutamente da evitare in caso di morso di vipera

Alle pratiche di primo soccorso per il morso di vipera, si aggiungono altre prassi di buon senso, in questa caso da evitare.
Per prima cosa non bisogna applicare lacci emostatici. Il laccio infatti, rallenta o blocca il deflusso venoso creando una pericolosa stasi venosa. Inoltre non blocca il flusso linfatico, responsabile della circolazione del veleno nel corpo.

Evitare inoltre di succhiare il veleno dalla ferita con la bocca, come si vede spesso fare nei film. Ognuno di noi, infatti, ha nel cavo orale delle piccole lacerazioni che potrebbero fare entrare in circolo il veleno. Insomma, meglio gestire una sola persona avvelenata che due!
Non somministrare nessun tipo di alcolico, nemmeno per alleviare il dolore. Peggiorereste solo la situazione aumentando l’assorbimento del veleno. L’alcol, infatti, com’è noto, è un vasodilatatore.

Il trattamento ospedaliero, antidoto o non antidoto?

Il soggetto colpito dal morso di vipera deve essere trasportato il prima possibile al pronto soccorso. In ospedale sarà il personale medico a valutare il da farsi. Sarà verificata la sintomatologia locale e sistemica, il grado di avvelenamento e dunque si deciderà se somministrare l’antidoto oppure no.
Non è detto infatti, che la somministrazione del siero antivipera sia una cosa necessaria e inevitabile.

Una volta, quando si andava in montagna, era uso portare con sé, a titolo precauzionale, questo siero, ora non è più possibile. Dal 2003, infatti, il siero antivipera, su decisione del Ministero della Salute, è stato classificato come farmaco ospedaliero e quindi può essere somministrato, appunto, soltanto negli ospedali.

Questo siero è un farmaco che non viene prodotto nel nostro Paese. Arriva per lo più dai Balcani, e si ottiene da cavalli immunizzati col veleno. Il suo uso al di fuori dell’ambito ospedaliero espone il soggetto a forte rischio di gravi reazioni anafilattiche. E’ dunque importante che siano i medici a valutare la necessità di somministrarlo, soppesando il rapporto benefici-rischi per il paziente. Secondo le statistiche solo al 15-20% dei pazienti morsi da una vipera viene somministrato il siero.
La somministrazione è indicata solo nei casi più gravi, quando nel paziente si rinvengono sintomatologie quali:

  • Forti alterazioni dei parametri emocoagulativi;
  • Ipotensione grave o shock;
  • Sintomi gastroenterici importanti e prolungati;
  • Aritmie cardiache, dispnea;
  • Edema imponente dell’arto coinvolto.
Approfondimenti
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6 commenti

Kelli 4 Febbraio 2020 - 20:18

quando le incontro le schiaccio tutte queste bestiacce

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vincenzo campobasso 6 Aprile 2021 - 18:09

Apprezzo immensamente questo documento che, per la prima volta nella mia vita di quasi ottantatreenne, ho trovato chiaro ed esaustivo. C’è una live carenza nelle indicazioni geografiche, che, a poarer mio, dovrebnbero contenere più dettagli. Il SUD, per esempio, non viene quasi toccato, laddove è ben noto che rettili in genere e vipere non mancano. Che ne è del Gargano? Che ne è delle MURGE? E dellle altre regioni merdionali e centro-settentrionali?

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Coltivazione Biologica 6 Aprile 2021 - 18:16

Grazie mille per i complimenti, purtroppo nella letteratura scientifica sulla diffusione delle vipere abbiamo trovato informazioni più scarne sulla presenza al Sud. Saluti.

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Ciro 13 Maggio 2021 - 13:54

Interessante Questo argomento dovrebbe essere promosso dalle istituzioni, il vostro contributo riempe un vuoto istituzionale, e questo vi fa merito, ho apprezzato molto l articolo, che sfata molti luoghi comuni e pone l attenzione sul rispetto dell ambiente. Saluti

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Coltivazione Biologica 13 Maggio 2021 - 14:31

Grazie Ciro 🙂

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Michele Mezzavilla 11 Luglio 2021 - 8:42

Articolo sulla vipera molto interessante. Per quanto riguarda la coltivazione biologica sono molto interessato ad approfondire la materia. Un saluto a tutti

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