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La cicuta (Conium maculatum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Apiaceae. È conosciuta anche con il nome di cicuta maggiore ed è una delle piante velenose più famose della storia. La sua pericolosità è dovuta al fatto che è una pianta spontanea molto comune, facile da confondere con altre specie della stessa famiglia botanica considerate innocue o addirittura benefiche.
È importante quindi saperla riconoscere e comprendere quali sono i gravi rischi collegati alla sua assunzione accidentale.
Nomi della cicuta
Il nome scientifico del genere Conium deriva dal termine greco Keneinon= grande cicuta, mentre l’epiteto della specie, maculatum è di origine latina e fa riferimento alle macchie porporine presenti lungo il fusto. Questa pianta è conosciuta un po’ in tutto il mondo, nei paesi anglofoni viene chiamata poison hemlock, in Francia ciguë tachetée, in Germania gefleckter schierling. Numerosi sono anche i nomi regionali italiani, ad esempio: segua in Liguria, f’nojass in Piemonte, sciguda in Lombardia, sigua velenosa in Veneto, zicuta e zguda in Emilia-Romagna, cicutone e ucria in Toscana, addurmisci in Sicilia, pudimanu e feurredda in Sardegna.
Come riconoscere la cicuta
La cicuta maggiore è una pianta erbacea con ciclo biennale e perennante per mezzo di gemme poste al livello del terreno. Nel primo anno produce solo foglie basali. Nel secondo sviluppa il fusto, alto da 1,5 a 2 m, eretto, spesso privo di foglie, ramificato solo in alto, con la superficie solcata da striature longitudinali e con numerose macchie irregolari di colore rosso-bruno.
Foglie
Le foglie della cicuta sono alterne, hanno un robusto picciolo di aspetto simile al fusto e dilatato alla base. Il lembo ha contorno triangolare ed è tripennatosetto, con dei segmenti ovali-oblunghi acuti e con il margine lievemente dentellato.
Fiori
I fiori hanno l’aspetto tipico delle apiacee (ombrellifere). Sono riuniti in grandi ombrelle composte a loro volta da ombrellette. Il calice ha cinque sepali molto piccoli, saldati tra loro alla base. La corolla è formata da cinque petali di colore bianco, ovali e spatolati.
Il periodo di fioritura è molto lungo e variabile in base alla fascia climatica, abbraccia infatti due stagioni, la primavera e l’estate.
Frutti
Il frutto è dato da due acheni di forma piano-convessa, ciascuno dotato di 5 costole sporgenti.
Dove cresce la cicuta
La cicuta cresce in tutta Italia, dal livello del mare fino alla zona sub-montana. Possiamo dire che cresce nella fascia climatica compresa tra la coltivazione dell’ulivo e quella del castagno superiore.
Predilige i luoghi ombrosi, gli erbai, le macerie, i bordi delle siepi e dei boschi, gli orti.
Rischio di confusione della cicuta con altre piante
La pianta può essere facilmente confusa con altre specie botaniche. Innanzitutto con la Cicuta virosa e con l’Aethusa cynapium. Altre piante a rischio confusione, sempre della famiglia delle apiacee, sono il cerfoglio, la carota selvatica e addirittura il prezzemolo (durante il primo anno di crescita). A differenza di queste piante molto profumate però, la cicuta ha un odore nauseabondo.
Il consiglio che comunque diamo è di porre assoluta attenzione quando si va per campi a raccogliere le erbe spontanee commestibili. Se non si è assolutamente certi dell’identificazione botanica, meglio lasciare le piante selvatiche al loro posto, limitandosi ad ammirarle.
Principi attivi della cicuta, tossicità e sintomi
Tutte le parti della cicuta sono fortemente tossiche. I principi attivi contenuti nella pianta sono: coniina o cicutina, coniceina, conidrina, pseudoconidrina, metilconicina, ovvero 5 alcaloidi tossici, molto pericolosi, che provocano dei sintomi d’avvelenamento tipici di questa classe di neurotossine. Gli effetti dell’avvelenamento consistono in: forte salivazione, intenso tremore muscolare, spasmi diffusi, morte per collasso respiratorio.
Non esiste nessun antidoto per curare l’intossicazione da cicuta, la gravità dei sintomi dipende dalle quantità di principi attivi ingeriti, potenzialmente letali. L’unico trattamento possibile è la decontaminazione gastrointestinale.
L’avvelenamento diretto è un’ipotesi rara, per via del forte e cattivo odore della pianta, a meno che non si tengano comportamenti sconsiderati. Tuttavia, ci possono essere rischi di avvelenamento indiretto, ad esempio mangiando grandi quantità di selvaggina che a sua volta ha ingerito molti semi della pianta, accumulandone così gli alcaloidi tossici nella carne.
La cicuta e medicina popolare
Anticamente la cicuta trovava utilizzo nella medicina popolare come sedativo, analgesico e antispasmodico, ma l’evidente rischio connesso a un utilizzo improprio e la difficoltà di stabilire dosaggi esatti, ha fatto sì che questa pratica venisse abbandonata.
Curiosità
La cicuta è una pianta che ricorre spesso nella storia. Nell’antica Grecia veniva usata per portare a termine le condanne a morte, la più famosa fu quella del filosofo Socrate avvenuta nel 399 a.C. e descritta nell’opera di Platone “Fedone”.