L’Italia è un autentico paradiso di biodiversità e sono infatti numerose le erbe spontanee commestibili presenti sul nostro territorio. Il riconoscimento e la raccolta delle piante selvatiche è una passione che coinvolge milioni di persone. Questo perché è facile trovare nella natura incontaminata piante commestibili, che hanno anche molte proprietà benefiche. L’importante è sapere riconoscere con accuratezza le erbe spontanee più comuni, così da evitare il rischio di raccogliere le piante velenose per il nostro organismo.
In quest’articolo proponiamo l’elenco delle erbe commestibili più comuni che possiamo trovare spontaneamente. Indichiamo inoltre un approfondimento dedicato, per ogni singola pianta.
Dove raccogliere le erbe spontanee commestibili
Prima di tutto, un suggerimento fondamentale: se decidete di raccogliere delle erbe spontanee commestibili, evitate i siti inquinati. Dunque non raccoglie le piante selvatiche nate, ad esempio, a bordo strada o ai margini di un campo agricolo dove si fa uso di pesticidi chimici. L’ideale è ricercare le piante in luoghi incontaminati, lontani dalle città. Non è un’accortezza di poco conto, se vogliamo essere sicuri di godere delle meraviglie della natura senza inutili rischi d’intossicazione.
10 erbe spontanee commestibili
Acetosella
Il nome scientifico dell’acetosella è Oxalis acetosella. Si tratta di una pianta della famiglia botanica delle Oxalidacee, presente dappertutto in Italia, anche se predilige le zone costiere. Ne esistono diversi tipi, che si distinguono per i fiori: bianchi o gialli.
È perenne e ha ramificate radici rizomatose. Ha un’importanza particolare in apicoltura, poiché è una delle prime mellifere a fiorire (inizia da febbraio). La parte commestibile sono le foglie, che si raccolgono in primavera. Attenzione alla presenza di acido ossalico, da cui deriva il nome botanico. Se ne sconsiglia l’uso a chi soffre di disturbi gastrici e patologie epatiche. Le foglie di acetosella si possono consumare crude, con l’aggiunta di limone e aceto balsamico. Oppure possono arricchire zuppe e minestre. Molto particolare e dissetante è una bevanda che si prepara facendole bollire per 5 minuti e poi filtrando.
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Amaranto
L’amaranto comune, Amaranthus retroflexus, è tra le piante spontanee commestibili più diffuse e riconoscibili. La sua famiglia botanica è l’Amaranthaceae.
Ha origine sudamericana, dove era considerata sacra nelle antiche civiltà pre-colombiane. Questo perché è un’erba spontanea con una grande importanza alimentare. Nel nostro continente fu importata per sbaglio e iniziò a diffondersi con grande velocità. Una delle sue caratteristiche è la sua capacità di riprodursi, attraverso milioni di piccoli semi contenuti nelle infiorescenza apicali a pannocchia. Per questo motivo è considerata una pianta infestante delle coltivazioni. Può arrivare a un’altezza di 2 m e ha ottime proprietà nutrizionali. Infatti, è ricco di: vitamina A, C, sali minerali, calcio e ferro.
La parte più usata sono le foglie giovani, che si raccolgono in primavera, quando la pianta appare nei campi. Si consumano previa bollitura, per smaltire il potenziale accumulo di nitrati dei terreni con troppo azoto.
Borragine
La borragine, Borago officinalis, è una pianta spontanea della famiglia Boraginaceae, rinomata in ambito fito-terapico. Vanta una lunga tradizione nei nostri ambienti rurali, difatti è conosciuta da nord a sud con diversi nomi tipici: borana, boracina, borazna, urrania. È una specie primaverile e i suoi splendidi fiori viola sono amati dalle api. Oltre che dai fiori, la borragine si riconosce facilmente poiché è ricoperta di una fine peluria. Si possono usare le sue foglie in cucina, per preparare ottime frittate, ma anche per fare zuppe o insalate. Altra nota caratteristica è che dalla spremitura a freddo dei semi di borragine, si estrae un prezioso olio. Il grande valore dell’olio di borragine è dato dalla sua composizione. È ricco di acido γ-linolenico (GLA), acido grasso polinsaturo della serie ω-6 e di acido α-linolenico della serie ω-3, molto benefico, tra l’altro, per la pelle.
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Cardo mariano
Il cardo mariano, Silybum marianum, è un’erba spontanea commestibile della famiglia botanica delle Asteraceae. È una pianta tipicamente mediterranea, nota anche per una leggenda. Si narra che Maria, la madre di Cristo, in un viaggio verso l’Egitto, sostò in un campo di cardi mariani per allattare il bimbo. Sulle piante cadde un po’ di latte, che conferì al cardo le virtù benefiche.
La pianta ha un ciclo biennale, cioè va a fiore nel secondo anno. Ha tipiche foglie verdi con evidenti nervature bianche, contenenti un’importante sostanza, la similarina. Altri componenti benefici sono: lipidi in forma di acido linoleico, oleico e palmitico. Poi vi sono tocoferolo, steroli, olio essenziale. Infine abbiamo proteine (tiramina), mucillagine, flavonoidi e tannini. Ideale per chi ha problemi epatici. Se ne consumano le foglie giovani, raccolte nella primavera del primo anno di vita, quando sono grandi e tenere.
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Farinello
Il farinello, Chenopodium album, è un’erba spontanea commestibile molto diffusa nelle campagne. Appartiene alla stessa famiglia degli spinaci, la Chenopodiaceae. Per questo è noto anche come spinacio selvatico. È una pianta spontanea considerata infestante, per la sua grande facilità di riproduzione. La troviamo spesso nei campi coltivati e si riconosce facilmente per la conformazione delle foglie, il lungo e ramificato fusto, le grandi dimensioni della pianta adulta. È una pianta che spunta in tarda primavera e di cui si raccolgono le foglie tenere. Si consuma in cucina proprio come gli spinaci.
Ortica
L’ortica, Urtica dioica, è sicuramente tra le piante spontanee più note, ma anche temuta da chi non la conosce bene. A tutti sarà capitato una volta nella vita di bruciarsi con le sue foglie urticanti. Non tutti sanno però, che le foglie dell’ortica non solo sono commestibili, ma vengono da moltissimo tempo usate in agricoltura per preparare un efficace anti-parassitario naturale, il macerato d’ortica.
In cucina l’ortica si fa apprezzare per la delicatezza del suo gusto. Viene infatti usata per preparare ottimi risotti. È ricca di elementi nutrizionali benefici. Le foglie di ortica si consumano previa cottura, che va ad eliminare il potere urticante dei suoi sottilissimi peli. La raccolta di quest’erba spontanea commestibile è bene farla in primavera, quando le foglie sono di un bel verde lucido e molto tenere.
Piantaggine
“La via della piantaggine è più vicina di quella per il medico”, recita così un antico adagio sulla Plantago lanceolata, questa meravigliosa pianta della famiglia delle Plantaginaceae.
Si tratta di un’erba spontanea commestibile di tipo perenne, che si trova in tutte le campagne. Ha una tipica conformazione a rosetta, con le foglie che ricordano la forma della pianta del piede. È una pianta presente tutto l’anno, che quindi si può raccogliere sempre. Le foglie sono la parte che si consuma e sono ricche di: glucosidi d’iridoidi, mucillagine, tannini, acidi fenolici, flavonoidi, saponine, sali minerali (in particolare potassio e zinco). Grazie ai suoi contenuti la piantaggine è considerata una pianta curativa, con proprietà: bechiche ed espettoranti, antinfiammatorie, cicatrizzanti, astringenti, antianemiche ed emollienti. Le foglie si consumano sia cotte, che crude. Ma sono buone anche per preparare tisane, infusi e decotti.
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Portulaca
La portulaca oleracea è una delle più famose erbe spontanee commestibili. Appartiene alla famiglia botanica delle Portulacaceae. La si trova in tutta Italia e ama vivere e proliferare negli orti, dove, a torto, viene considerata un’infestante. La portulaca è tra le piante più amate tra i raccoglitori di erbe selvatiche. Per questo è conosciuta con mille nomi diversi: erba porcellana, purselana, erba grassa, purchiacchia e altri ancora. La si riconosce facilmente, per le sue delicate foglioline ovali verdi, il portamento strisciante a terra, i fusti cicciottelli e marroni, i piccoli fiorellini gialli. Per l’aspetto e la consistenza ricorda una pianta grassa. In cucina è l’erba spontanea per eccellenza, che finisce in tutte le misticanze. Si raccoglie dalla primavere all’autunno, staccando i germoglietti apicali più teneri. Oltre che per il gusto la portulaca è rinomata per le sue proprietà nutrizionali, in modo particolare per il suo contenuto in omega-3.
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Ruchetta selvatica
La ruchetta selvatica, Diplotaxis tenuifolia, è una comune erba spontanea commestibile, appartenente alla grande famiglia botanica delle Brassicaceae. È strettissima parente della rucola coltivata. Cresce anche nei luoghi più difficili, come ad esempio le crepe dei muri e la ritroviamo dalla pianura fino ai 1.000 metri. Della rucola selvatica si raccolgono le foglie basali, quelle più grandi e tenere. È presente tutto l’anno ed è famosa per il suo gusto piccantino. È perfetta per essere consumata cruda in insalata o come condimento per la pizza.
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Tarassaco
Il tarassaco, nome scientifico Taraxacum officinale. È noto anche come dente di leone, soffione o piscialetto. È una vera e propria pianta officinale, famiglia delle Asteraceae. Inoltre, è una pianta mellifera, molto importante in apicoltura, poiché fiorisce all’inizio della primavera. L’elemento distintivo del tarassaco sono i suoi vistosi fiori gialli. A piena maturità disperde in natura i suoi semi grazie ai caratteristici batuffoli di peli bianchi. Questa pianta spontanea è ricca di vitamine: A, C, ed E. Ma ha anche un ottimo contenuto in sali minerali (potassio, ferro, calcio, sodio) e proteine. In cucina si consumano le foglie giovani, in insalate e frittate, ma anche le radici in tisane, infusi e decotti. Il periodo migliore per la raccolta del tarassaco è metà primavera.
Approfondimenti sulle erbe commestibili
Naturalmente l’elenco delle erbe spontanee commestibili da noi proposto non può includere tutte le specie botaniche presenti sul territorio italiano. Se volete approfondire l’argomento o trovare preziosi consigli per cucinare queste erbe selvatiche, vi consigliamo di visionare un manuale completo (qui ne trovate diversi).
2 commenti
E’ molto interessante saper riconoscere certe erbe spontanee, questo video mi ha dato l’opportunità di riconoscerle, le ho viste per tanti anni ma non sapevo che erbe fossero e che proprietà avessero.
Apprezzabile e, lodevole