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Gli oli essenziali sono sostanze contenute nelle cellule di molte specie vegetali. Parlando di piante officinali già in passato abbiamo incontrato questi oli. Le aromatiche come l’origano, la salvia, la menta piperita, il rosmarino e il basilico ne sono, infatti, molto ricche. Cerchiamo di capire meglio, oggi, cosa sono queste sostanze e come possiamo sfruttare al meglio le loro qualità per il nostro benessere.
Questi oli naturali non sono tutti identici. Ognuno di loro ha caratteristiche particolari.
Gli usi possono essere molteplici. Alcuni si prestano bene all’aromaterapia o all’uso esterno per i massaggi. Altri possono essere usati per alleviare sintomi influenzali o malesseri in generale. Altri ancora possono essere usati per l’aromatizzazione di prodotti e alimenti. Questi, com’è ovvio, sono solo alcuni esempi, ma gli usi possono essere i più disparati.
Ad ogni modo, partiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa sono gli oli essenziali.
Gli oli essenziali
Gli oli essenziali sono sostanze che conferiscono alle piante il loro caratteristico odore. Si tratta, semplificando, di minuscole gocce contenute in particolari cavità presenti in alcune tipologie di piante, dette vacuoli.
Si trovano in diverse zone all’interno della pianta: foglie, infiorescenze, stelo, frutti, scorza (come nel caso degli agrumi), legno, resina, rizomi, apparato radicale.
A seconda della parte da cui si estraggono è possibile ottenere oli essenziali di qualità diverse.
La quantità di olio contenuta in una pianta di solito è di modesta entità, in percentuali anche inferiori allo 0,001%. In alcune specie, però, si può raggiungere anche il 15%.
Caratteristiche comuni degli oli essenziali
Ogni olio essenziale ha delle proprietà particolari che derivano dalla natura vegetale della pianta da lo estraiamo. Ci sono però alcune caratteristiche comuni per tutti. Vediamo quali sono:
- Come il nome stesso suggerisce, si tratta di sostanze oleose, ossia che non si mescolano all’acqua.
- Sono odorose e regalano alla piante il profumo che percepiamo.
- Sono volatili quando esposte a temperatura ambiente. Questo, a differenza di un classico olio, come quello di oliva, che, non avendo questa caratteristica è considerato un olio “fisso”.
- Sono inoltre sostanze infiammabili. Un piccolo esempio possiamo farlo spremendo la buccia di un’arancia su una fiamma viva. Giacché la buccia degli agrumi è ricca di oli essenziali, quando il liquido e il fuoco entreranno in contatto noteremo delle piccole scintille.
Come si estraggono gli oli essenziali
Gli oli essenziali si possono estrarre dalle piante seguendo tre procedimenti principali. Vediamo quali sono:
Distillazione in corrente di vapore
Il metodo più diffuso è la distillazione in corrente di vapore. Questo procedimento, come suggerisce il nome stesso, avviene sfruttando alcune caratteristiche del vapore. Attraverso il calore generato da un apposito bollitore estraiamo gli oli essenziali della pianta. E in seguito, attraverso il raffreddamento generato da una serpentina in cui passa il vapore, li raccogliamo.
Per gli appassionati che volessero sperimentare questo metodo a livello domestico, è possibile acquistare degli appositi kit di estrazione di oli essenziali (potete trovarli qui).
Si va dal classico alambicco in rame ad apparecchiature più sofisticate.
Spremitura a freddo
Altro metodo di estrazione degli oli essenziali, il più semplice in assoluto, è quello della spremitura a freddo. Si usa questa tecnica soprattutto per gli agrumi, dato che, come vi abbiamo già accennato, la loro buccia è molto ricca di olio.
Non essendoci l’azione del vapore acqueo o di altri solventi organici, l’estratto proviene dalla spremitura a freddo, ed è anche chiamato “essenza”. Molto pregiata, ad esempio, è l’essenza di bergamotto, tipico agrume calabrese molto usato come base nei profumi (l’essenza pura potete trovarla qui).
Tecnica dell’enfleurage
Il terzo procedimento, tra i più antichi mai sperimentati dall’uomo, è noto come tecnica dell’enfleurage. E’ una tecnica usata per estrarre gli oli essenziali dai petali dei fiori. Essendo questi molto delicati, perdono con più facilità la loro essenza se sottoposti ad alte temperature. Per cui, le tecniche come la distillazione in corrente di vapore sono da evitare.
Il procedimento casalingo di estrazione degli oli essenziali attraverso l’enfleurage avviene a freddo. Si usa un grasso solido di origine vegetale, come ad esempio il burro di Karitè. Questo grasso viene posto su due telai realizzati con una lastra di vetro ed una cornice di legno. I petali dei fiori appena raccolti vengono distribuiti su entrambi i telai, che poi vengono sovrapposti e lasciati a riposo per qualche giorno.
Questo procedimento si può ripetere diverse volte, avendo cura di sostituire i vecchi petali con quelli nuovi. Più volte questo trattamento viene ripetuto, più sarà pregiata la pommade che si ottiene, in quanto il grasso sarà esausto.
La pommade viene usata come essenza solida. In alternativa può essere trattata con un altro solvente (ad esempio l’alcol etilico) per ottenere l’olio essenziale. L’olio essenziale di rosa, l’essenza di gelsomino e gli oli essenziali di lavanda, un tempo si estraevano con questa tecnica.
Questo procedimento è molto laborioso e costoso, con basse rese, e quindi al giorno d’oggi non è più usato a livello industriale. È però molto praticato a livello artigianale dai grandi appassionati.
Come si usano gli oli essenziali
Abbiamo detto che le virtù principali degli oli essenziali sono la volatilità, il profumo e l’oleosità. Da qui derivano i diversi usi che possiamo farne.
Gli oli essenziali sono sostanze con cui entriamo in contatto attraverso delle vie d’assorbimento. Vediamo quindi in che modo si possono utilizzare queste essenze.
I diffusori degli oli essenziali
Visti la loro volatilità e il loro profumo, il nostro olfatto è il primo senso stimolato dagli oli essenziali. Le sostanze contenute evaporano presto nell’aria e vengono percepite dalle cavità nasali come odori, quindi assorbite attraverso l’apparato respiratorio.
In questo modo gli oli esercitano la loro azione già al livello psichico. La percezione del loro odore, infatti, viene memorizzata dalla mente e associata a un’esperienza di tipo sensoriale.
Va da sé che con degli appositi diffusori elettrici per oli essenziali è possibile quindi donare un odore gradevole e rilassante alla casa. Di questi diffusori in commercio ne esistono di diversi tipi.
Uso esterno con i massaggi
La particolare oleosità di queste essenze le rende liposolubili, ossia in grado di sciogliersi nei grassi. In questo modo possono superare lo strato delle cellule epidermiche e si lasciano assorbire dalla pelle.
Proprio per questa ragione gli oli essenziali sono usati nei massaggi, sia tonificanti che rilassanti. Per evitare fenomeni irritativi vengono aggiunti di solito ad un altro olio o grasso vegetale, in una percentuale variabile dall’1 al 3%. Per alcune sostanze molto forti, come ad esempio l’olio essenziale di cannella, di timo o di chiodi di garofano, questa percentuale scende allo 0,5%.
A questo link potrete trovare un kit di oli essenziali ottimi sia per massaggi che per aroma terapia.
Per questi scopi, gli oli essenziali più diffusi e noti sono: l’olio essenziale di menta piperita, di lavanda, di albero del tè, l’olio essenziale di eucalipto, di citronella, di ylang-ylang, di olibano e di arancia.