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Il nome scientifico del papavero comune, o rosolaccio, è Papaver rhoeas L..
Si tratta di una pianta originaria della Turchia, che si è diffusa ormai in tutta Europa, soprattutto in Italia. Appartiene alla famiglia delle Papaveraceae, piante annuali la cui riproduzione avviene solo per seme.
I papaveri crescono spontanei nei vasti campi che ospitano determinate tipologie di colture, ad esempio i cereali tipici delle stagioni autunnali e invernali come frumento, segale, avena, orzo e farro.
Ma vediamo adesso tutto ciò che riguarda il papavero, dalla sua coltivazione alle sue caratteristiche.
Il papavero spontaneo
Una delle particolarità del rosolaccio è la resistenza dei suoi semi, che possono sopravvivere nel terreno per oltre 8 anni. Dopo la germinazione (fase che per i semi di papavero è di durata medio-lunga), le piante iniziano a crescere e ad espandersi a seconda dello spazio che hanno attorno. In un campo di cereali, la pianta ha meno possibilità di svilupparsi, perciò può arrivare a produrre al massimo 5000 esemplari. Se è posizionata, invece, in un terreno aperto, questa riesce ad aumentare la sua espansione di più del doppio.
Il papavero è oggi considerato una pianta infestante, poiché è possibile trovarlo un po’ ovunque. Di solito nasce spontaneo in collina, in montagna, al mare e, addirittura, lungo le strade. Con il passare degli anni, questa specie vegetale sta diventando sempre più resistente, sia al clima, che ai pericolosi prodotti chimici come i diserbanti. La tecnica naturale di controllo che consigliamo è dunque la pacciamatura, sia in paglia che in juta.
Caratteristiche del papavero
Il rosolaccio è una pianta facile da riconoscere, grazie ai petali rosso acceso e all’alto fusto, ricoperto da una peluria piuttosto spessa e da foglie morbide e dentate.
Il fiore di papavero produce anche dei frutti. Questi si trovano esattamente al centro della corolla, raccolti in una sorta di bulbo tondeggiante che contiene piccolissimi semi neri.
I petali possono arrivare a una lunghezza massima di circa 7 cm, mentre il fusto può superare addirittura gli 80. La fioritura del papavero avviene durante i mesi estivi, tra giugno-luglio e, a volte, può durare fino a settembre inoltrato.
Varietà di papaveri
Al mondo esistono numerose varietà di piante di papavero. Alcune di queste varietà sono ibride, ed è proprio grazie a questa peculiarità che la riproduzione è abbastanza semplice. Oltre al rosolaccio comune, ossia il Papaver rhoeas L., è possibile trovare in giro anche il Papaver somniferum. Quest’ultimo è noto come papavero da oppio, e da questa variuetà, appunto, si ricava la sostanza stupefacente.
Esiste poi il Papaver alpinum, una sottospecie diffusa sulle Alpi. L’origine di questa specie è legata a vegetali esistiti nell’era glaciale e presenta una corolla di colore bianco o giallo.
Il Papaver rupifragum è un’altra specie molto delicata e Produce un unico fiore arancione di grandi dimensioni.
Infine, vi è il Papaver atlanticus, molto diffuso in Svezia e Norvegia. Il suo fiore può essere giallo, rosso mattone e, di rado, rosa chiaro.
Coltivazione del papavero: metodi e consigli
Essendo il papavero una pianta spontanea e rustica, la sua coltivazione non è per niente difficoltosa. È importante, però, seguire determinate regole per far sì che la pianta cresca sana e rigogliosa.
Innanzitutto, occorre stabilire il luogo in cui piantare i semi. Lo spazio ideale è un ampio giardino, tuttavia, è possibile seminare un po’ ovunque: margini di strade, marciapiedi, muri. L’importante è che ci sia, ovviamente, della terra, che la pianta sia esposta al sole e la zona sia ben ventilata.
Potete anche provare la coltivazione in vaso, anche se questa scelta è sconsigliata. La pianta, infatti, per sviluppare in modo efficiente le radici, ha bisogno di molto spazio.
Scegliete dunque un luogo non troppo ombreggiato e assicuratevi di piantare i semi ad almeno 15-20 cm l’uno dall’altro.
Il periodo ideale per la semina è tra l’inizio della primavera e l’inizio dell’estate, da maggio a giugno.
Prima di svolgere questa fase, è importante preparare il terreno in modo adeguato, smuovendo la terra per scompattarla.
Dopo aver seminato i papaveri, è necessario innaffiare subito e aspettare la germinazione.
La frequenza dell’irrigazione è di circa una volta ogni 3 giorni. Come ogni altra pianta, anche il papavero deve essere curato ogni giorno. Due delle operazioni da effettuare spesso sono la rimozione dei fiori e delle foglie secche e la potatura dei piccoli rami laterali.
I papaveri devono essere trapiantati a fine estate. Per questo motivo, se avete deciso di seminarli in vaso, la soluzione ideale è effettuare il trapianto a fine settembre.
Curiosità sulla pianta di papavero
In antichità, con il Papaver somniferum si preparava un impasto che veniva somministrato ai bambini per consentire loro di addormentarsi. Si trattava di una preparazione tradizionale, con la quale venivano sfruttate le proprietà officinali della pianta.
Usi del papavero
Oggi il papavero viene spesso usato anche in cucina. Con i suoi semi è possibile preparare gustose ricette, l’importante è che si impieghi una varietà senza effetti stupefacenti. In generale vengono usati i petali del rosolaccio per decorare le insalate e fare degli infusi. I piccoli semi, invece, vengono mischiati con alcune tipologie di farine per realizzare pane e torte. Inoltre, si sposano bene con gli impasti di carne e formaggio e, addirittura, con lo yogurt e i frullati. L’apporto calorico dei semi di papavero è molto alto, ma il suo consumo è salutare per la presenza di Omega 6, vitamine e minerali in abbondanza.
Autrice: Denise Carulli