Indice dei contenuti
La facelia (Phacelia tanacetifolia) è una pianta erbacea della famiglia botanica delle Boraginaceae. Appartiene allo stesso raggruppamento della borragine e dell’erba vajola e ha un ciclo di vita annuale. La sua fioritura è molto gradita alle api e agli altri insetti impollinatori, grazie all’ottima presenza di polline e nettare, tanto da essere considerata una delle migliori piante mellifere. È inoltre facile da coltivare e ha alcune caratteristiche peculiari che la rendono ottima anche come coltura da sovescio e/o da foraggio.
In quest’articolo scopriamo i tratti botanici della facelia, le tecniche di semina e coltivazione, nonché le diverse finalità della sua introduzione nelle rotazioni agrarie.
Caratteristiche botaniche della facelia
La Phacelia tanacetifolia è una pianta che sviluppa fusti eretti, alti in media 50 cm ma che possono arrivare anche fino a 1 m. Il suo apparato radicale è misto, con un fittone centrale che scende in profondità. Ha inoltre numerose radichette laterali, fini e fascicolate, ottime per ristrutturare suoli stanchi e sfruttati.
I fusti hanno forma cilindrica e dentro sono vuoti (cavi), ricoperti in alto da peli ispidi o ghiandolosi. Sempre sul fusto sono inserite le foglie, numerose alla base, più rade man mano che si sale. Hanno l’aspetto simile alle foglie della felce e del tanaceto (da cui il nome tanacetifolia). Sono altresì alterne, bipennatosette e completamente divise in segmenti lanceolati o dentati.
Fiori e fioritura
I fiori della facelia nascono su una tipica infiorescenza detta scorpiode, una spirale con la caratteristica di aprirsi, srotolandosi dalla base verso la cima. In pratica, con la facelia abbiamo una fioritura scalare, che perdura per 4/5 settimane, situazione ottimale per chi pratica apicoltura.
I fiori sono di un bel colore violetto-bluastro, tanto che vengono usati come fiori recisi, sia freschi che secchi. La crescita della pianta è molto veloce, e difatti la fioritura inizia circa 6-8 settimane dopo il germogliamento. Considerando come epoca di semina l’inizio della primavera, avremo un’abbondante fioritura a partire dal mese di giugno.
Semi di facelia
Una caratteristica della facelia è quella di riprodursi per disseminazione, disperdendo i semi dopo la fioritura. Il seme non germoglia con il freddo e, soprattutto, se resta esposto alla luce. Necessita, infatti, di essere leggermente interrato (per cui, ha bisogno del buio).
Allo stato spontaneo, ciò avviene in maniera naturale, con il tempo, è lo stratificarsi della sostanza organica, visto che i semi restano attivi per molti anni. Questi semi sono di piccole dimensioni, con particolari zigrinature e forma ovale, la parte finale più appuntita e quella basale tondeggiante.
Miele di facelia
La facelia è una pianta dall’altissimo potenziale mellifero che arriva, in condizioni di copertura ideale, fino a 1000 kg di miele per ettaro. Un singolo fiore produce 0,56 mg di zucchero. Il miele è di colore giallo scuro, ma poco profumato.
La pianta, oltre ad essere nettarifera, è anche una buona pollinifera
Peculiarità della facelia
La Phacelia tanacetifolia ha alcune peculiarità che devono essere debitamente tenute in considerazione prima d’iniziare la coltivazione. È per prima cosa una pianta con effetti biocidi che rilascia nel terreno sostanze chimiche che impediscono la crescita di altre specie vegetali. Per questo viene usata come coltura intercalare per effettuare una sorta di “diserbo” naturale.
Questo aspetto può essere un pregio in alcune situazioni, come appezzamenti di terreno infestati da malerbe, ma può essere anche un limite in quanto riduce la biodiversità.
Oltre alle api la facelia attira altri insetti, alcuni utili, altri meno. Ad esempio piace agli insetti della famiglia dei Sirfidi, ottimi impollinatori e voraci mangiatori di afidi. La sua presenza, dunque, è ottima per la lotta biologica contro questi dannosi parassiti. D’altro canto, attira anche gli insetti della famiglia Scarabei come il maggiolino, le cui larve sono distruttive per la maggior parte delle colture di interesse agrario.
La coltivazione della facelia
La facelia viene coltivata sostanzialmente per tre diverse finalità, ovvero: come riserva mellifera in apicoltura, come coltura da foraggio e come coltura da sovescio.
Le modalità di semina e coltivazione sono simili, quando però la piantiamo per il sovescio, l’interramento della coltura, per beneficiare della sostanza organica presente nel terreno, deve avvenire prima della fioritura.
Nei primi due casi, invece, la coltura viene interrata o sfalciata dopo la fioritura, in modo da garantire la disseminazione per l’anno successivo. Studiamo meglio questa modalità colturale.
Semina
La facelia si semina a inizio primavera al Nord, mentre al Sud si può anche attendere l’autunno (ma germoglierà sempre in primavera). La preparazione del terreno richiede lavorazioni minime, con l’erpice, se il terreno è stato coltivato in precedenza. Altrimenti, si esegue un’aratura superficiale (20/25 cm) e una successiva erpicatura. Anche con attrezzi più piccoli del trattore, come motozappa e motocoltivatore, è importante che il suolo sia lavorato finemente in superficie.
Il terreno ideale è sciolto e ben drenato.
La semina può avvenire a spaglio, ma prima dell’erpicatura (la quale interra il seme). Adoperando, invece, la seminatrice da cereali, può avvenire dopo il passaggio dell’erpice. La seminatrice, inoltre, interra il seme alla giusta profondità (3/6 cm) e in modo più regolare, evitando spreco di semenza.
Per una buona copertura del suolo e una fioritura abbondante si utilizzano circa 10 kg di semi per ettaro.
Cure colturali
Il ciclo vegetativo della facelia è prettamente primaverile, per cui non c’è bisogno di irrigazione artificiale. Anche la concimazione di fondo è superflua.
Operazioni di fine fioritura
Alla fine della fioritura ci sono diverse possibilità per l’agricoltore/apicoltore.
Si può effettuare lo sfalcio e poi preparare le ballette, se stiamo coltivando la facelia per il foraggio.
Possiamo interrare direttamente la copertura erbacea, passando una trincia ed effettuando in seguito una lavorazione superficiale. In questo modo, in pratica, stiamo seminando direttamente per la stagione successiva.
Avendo a disposizione i macchinari adeguati (come una trebbiatrice) si può, in alternativa, decidere di raccogliere il seme per il successivo riutilizzo nell’azienda agricola o per la vendita.
Se volete sperimentare l’introduzione della facelia sui vostri terreni i semi si trovano facilmente in rete.
2 commenti
articolo molto interessante
Grazie 🙂