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Home » Piante e fiori » Felci

Le felci: origini, metodo di coltivazione e curiosità

Di Coltivazione Biologica 24 Ottobre 2018
13k

Le felci sono originarie delle zone tropicali. Sono tantissime le testimonianze che fanno risalire la nascita dei primi esemplari di queste piante addirittura al periodo Preistorico.
Al contrario di quanto si pensi, coltivare le felci in appartamento è piuttosto semplice. Servono giusto un po’ di accortezze e le giuste cure. Vediamo, quindi, in questa piccola guida, qualche consiglio utile per prenderci cura di queste piante.
Diamo inoltre un’occhiata alle tipologie più comuni che possiamo trovare oggi nel nostro Paese. Scopriamo infine alcune curiosità in merito a questa pianta.

Ma partiamo prima di tutto dalla sua identificazione biologica.

Identificazione biologica delle felci

FelciLe felci fanno parte della famiglia delle Pteridofite. Sono piante perenni, sprovviste di fiori e semi.
Sono composte da foglie, da un fusto allungato e da un apparato radicale molto sviluppato. Il fusto è ricoperto da una fine peluria, mentre le foglie, denominate “fronde”, contengono delle piccole “squame”, chiamate palee.
Di solito, la loro conformazione è allungata e suddivisa, ma è anche possibile (benché raro) trovare delle foglie intere.
Le felci si riproducono mediante le spore, che, trasportate dal vento e dall’acqua, andranno a colonizzare gli ambienti.
La propagazione della pianta è vegetativa.

Come curare le felci e coltivarle indoor

felce interaLe felci sono piante adatte alla coltivazione indoor: necessitano di un clima umido e dalle temperature piuttosto calde. Curare una felce non è un’operazione complessa: basta irrigarla senza esagerare e collocarla in vasi abbastanza grandi (come questi) usando un terriccio morbido e ricco (che trovate qui) e fertilizzandola ogni tanto.
Nello specifico, le felci non hanno bisogno di una costante illuminazione, né di molto spazio, poiché la crescita è lenta e si sviluppa più in altezza che in larghezza. Grazie a questa caratteristica è possibile piantarle in vasi di piccole dimensioni. Come tutte le altre piante, però, una volta che le radici fuoriescono dai fori del vaso, è necessario travasarle.
Uno degli errori da evitare nella cura delle felci è di lasciare asciutto per lungo tempo il terriccio nel vaso. Bisogna, infatti, provvedere ad irrigare queste piante con costanza, né troppo, né troppo poco.
Come già detto, le felci hanno bisogno di un clima umido, quindi è opportuno nebulizzarle ogni giorno.
Per una corretta manutenzione della folta chioma delle felci occorre, inoltre, asportare spesso le cime secche.
Infine, un ottimo modo per consentire un corretto e florido sviluppo della pianta è di fertilizzarle con del concime per piante verdi circa ogni 15 giorni. Potete usare a tal fine del semplice compost domestico.

Tipologie di felci

Felze azzurraAl mondo esistono circa 12.000 specie di felci (di cui 120 sono presenti in tutta Italia). Queste varietà sono diffuse in ogni continente. Tra le specie più comuni ci sono:

  • Athyrium, un esemplare sempreverde diffuso in tutto il settentrione. Può raggiungere gli 0,5 metri sia d’altezza che di larghezza;
  • Bradford Rambler, può svilupparsi soltanto fino a 30 cm e presenta un fusto rossiccio con fogliame di color giallo chiaro;
  • Filix-femina, uno degli esemplari più alti, può arrivare fino a 1,5 m d’altezza;
  • Osmunda, una tra le specie esteticamente più apprezzate. Perfetta per essere coltivata in terrazza o anche dentro casa, come piante ornamentali.

Curiosità sulle felci

Oggi le felci vengono usate soprattutto come piante ornamentali e come elementi decorativi per arricchire composizioni floreali, bouquet e giardini.
Fin dai tempi più antichi, sono state considerate un simbolo di abbondanza, ricchezza e buon auspicio. Alcuni esemplari vengono utilizzati ancora oggi a scopi terapeutici, in quanto, secondo vari studi, sarebbero stati dimostrati aspetti positivi per la cura di nausea, dolori e influenza. Inoltre, sono un ottimo alleato per purificare l’ambiente, in quanto hanno un’elevata capacità di assorbimento delle sostanze nocive aeree.
Infine possono essere utilizzate anche in agricoltura biologica come macerato naturale, utile a prevenire infestazioni di malattie e parassiti.
Autrice: Denise Carulli

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2 commenti

anna santina 25 Aprile 2020 - 16:12

lavoro in un azienda agricola di prodotti biologici, quindi sono molto interessata a ricevere notizie legate all’agricoltura. Grazie

Replica
Coltivazione Biologica 25 Aprile 2020 - 16:30

Grazie a te, Anna. Se non lo hai già fatto, puoi iscriverti alla mailing list e/o seguirci sulla pagina Facebook, così da restare sempre aggiornata. Un saluto 🙂

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