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Le orchidee sono tra i fiori più apprezzati in assoluto, grazie alla loro travolgente bellezza e leggerezza. Proprio per via dell’aspetto etereo, si è soliti pensare che questa pianta sia delicata, difficile da coltivare e da mantenere. Al contrario, l’orchidea è molto forte, anche se occorre curarla in modo adeguato per consentirne una crescita sana e rigogliosa.
Oggi, è possibile trovare queste piante in ogni vivaio e a costi contenuti, dato che il loro processo di riproduzione è molto semplice.
L’orchidea è diffusa in tutto il mondo e nel nostro Paese ne esistono circa 80 specie spontanee che nascono nei boschi. Il loro aspetto è tuttavia molto diverso dalle classiche orchidee tropicali.
Esistono moltissime specie di orchidee e gli esemplari più conosciuti sono le Phalaenopsis, originarie dell’Asia, così chiamae per la particolare forma del loro fiore, che sembra una grande farfalla.
La coltivazione delle orchidee
Le orchidee, per un corretto sviluppo, hanno bisogno di un clima caldo ed umido, come quello tropicale e subtropicale. Pertanto, è opportuno collocarle in luoghi luminosi.
Se coltivata indoor, l’orchidea deve essere posizionata dinanzi alle finestre più esposte alla luce. È importante, però, non lasciarla a contatto diretto con i raggi solari o in zone con cambiamenti repentini di temperatura.
Le esposizioni migliori per un’orchidea sono ad est e a sud. In quest’ultimo caso, è bene collocare la pianta di fronte a una finestra ben riparata da tende e persiane, in modo che non le arrivi luce diretta. La temperatura ideale per la coltivazione di questi fiori si aggira intorno ai 15 – 18 °C.
In inverno è meglio tenerle vicine a fonti di calore, come camini o radiatori. Inoltre, è bene provvedere alla vaporizzazione del fogliame (e non dei fiori) con acqua demineralizzata o piovana. Non è consigliabile, infatti, usare l’acqua del rubinetto per la presenza al suo interno di quantità di cloro elevate.
L’orchidea deve essere innaffiata una volta a settimana, senza eccedere. Il substrato della pianta deve risultare piuttosto umido, ma non troppo bagnato.
Oltre alla vaporizzazione, esiste un altro metodo molto efficace per l’innaffiatura: l’immersione del vaso. Tale tecnica deve essere praticata ogni settimana. In sostanza, bisogna immergere la pianta in una bacinella con acqua demineralizzata a temperatura ambiente. Il livello del liquido non deve superare il bordo del vaso e, una volta inumidito per bene il substrato, occorre farlo sgocciolare.
Di solito, nel loro ambiente naturale, le orchidee prelevano l’umidità dall’aria. Coltivandole indoor, all’interno dei nostri appartamenti, questo procedimento è impossibile. Proprio per tale motivo, il metodo ad immersione risulta molto efficace per l’idratazione del vegetale.
Concimazione e messa a dimora delle orchidee

Radici di orchidea
La concimazione delle orchidee deve essere effettuata ogni 20 giorni. Il prodotto da aggiungere al substrato è un concime liquido, specifico per orchidee. Usato in eccesso, però, è bene specificare, può causare la morte della pianta, quindi meglio non esagerate. Alcuni prodotti biologici idonei potete trovarli qui.
Il substrato più adatto per mettere a dimora le orchidee (che potete acquistare qui) è un truciolato, composto da materiale inerte o corteccia (come quella di Pino). In natura queste piante nascono e si sviluppano ancorandosi agli alberi. Per questo motivo è del tutto sbagliato piantare questo fiore nella terra. Le radici, infatti, essendo aeree, hanno bisogno di fuoriuscire e di stare a contatto con la luce del sole per effettuare la fotosintesi clorofilliana.
Potatura delle orchidee
La potatura delle orchidee deve essere eseguita nel periodo di post fioritura, usando i giusti attrezzi. È possibile potare i rami fioriferi più lunghi all’altezza del secondo nodo ramifero. In alternativa, si possono mantenere gli steli, in attesa della nuova fioritura.
I rami vanno recisi alla base quando sono secchi e, nel caso fossero ancora verdi, è meglio non potarli affatto ed aspettare che da questi nasca un’altra orchidea, che produrrà più infiorescenze.
Capita spesso che le orchidee, una volta sfiorite, non producano più fiori per un lungo periodo. In questo caso, il miglior metodo per stimolare la fioritura è far percepire loro un lieve cambiamento di temperatura e somministrare un concime liquido specifico ricco di potassio e fosforo ogni quindici giorni.
Rinvaso delle orchidee
Per il rinvaso è meglio usare un recipiente trasparente specifico (come questo) in modo da poter controllare in modo costante lo stato delle radici. È importante che il vaso sia forato e più grande della pianta.
Il primo passaggio consiste nel riempire il fondo del vaso con la corteccia o il materiale inerte. In secondo luogo, prima di piantare l’orchidea, occorre pulire in modo delicato le radici dal materiale in eccesso e recidere quelle secche. Infine, la pianta può essere messa a dimora nel nuovo vaso, evitando di schiacciarne le radici. La pianta andrá annaffiata solo dopo una settimana. Il rinvaso deve essere effettuato nel periodo di post fioritura della pianta, quindi, in primavera. Spesso, è opportuno controllare il materiale inerte inserito all’interno dei vasi, poiché questo può deteriorarsi.
Curiosità sulle orchidee
La fioritura dell’orchidea può durare anche tre mesi, in caso in cui la pianta sia ben curata. L’orchidea è una pianta da appartamento, non soggetta a frequenti attacchi da parte di parassiti. Tuttavia, la si può coltivare anche in giardino o in terrazzo. Se desiderate sperimentare quest’ultimi metodi di coltivazione, vi suggeriamo di optare per la specie Cymbidium, una delle più rustiche e semplici da curare. Questa, infatti, resiste in modo ottimale sia alle temperature fredde che alle più calde. È importante ricordare che questi esemplari non devono essere interrati, e il substrato, anche in esterno, deve essere composto da corteccia o truciolato specifico per orchidee.
Autrice: Denise Carulli