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Il banano, nomi scientifici Musa acuminata e Musa balbisiana, viene comunemente scambiato per un albero, ma è in realtà una pianta appartenente alla famiglia delle Musaceae, ordine delle Zingiberales.
La pianta di banane è tipica delle aree sub-tropicali del pianeta. I suoi frutti, le banane, sono conosciute e consumate in tutto il mondo e l’Italia è uno dei maggiori importatori.
Non molti sanno che si può coltivare il banano anche in Italia, soprattutto al Sud, dove gli inverni sono meno rigidi. Da molti anni, infatti, queste piante si coltivano con successo in Sicilia e sulle coste della Calabria
I cambiamenti climatici in atto stanno inevitabilmente modificando il corso delle stagioni e le piante che un tempo consideravamo esotiche, sono oggi adattabili al clima mediterraneo. Vediamo quindi quali sono le esigenze colturali di questo frutto tanto amato.
Storia e diffusione del banano
Il banano è una specie botanica originaria dell’Africa, esportata nei diversi continenti dopo le conquiste coloniali.
Attualmente, oltre che in Africa, è coltivato in maniera intensiva in altri tre continenti: America, Asia e Oceania.
I maggiori produttori mondiali sono: Colombia, Costa Rica, Ecuador, Repubblica Dominicana, Guatemala e Brasile.
In Europa, coltivazioni di una certa rilevanza si hanno in Portogallo e nelle Isole Canarie. Ad ogni modo, pur non essendo tra i maggiori produttori, sono proprio i paesi europei i maggiori consumatori.
A livello mondiale le banane si distinguono in frutti destinati al consumo fresco (dessert) e frutti utilizzati in cucina (cooking).
Quelle da dessert sono a loro volta divise in due sottogruppi.
Il primo è il sottogruppo Cavendish, il più importante nel commercio mondiale. Comprende la maggior parte delle varietà esportate, come la Williams e la Grand Nain. Queste sono le banane che si trovano nella maggior parte dei supermercati dei paesi europei.
Il secondo è il sottogruppo Silk, che ha maggiore rilevanza per i mercati locali dei paesi produttori. A questo sottogruppo appartengono varietà quali: Apple, Silk Fig e Silver.
In Italia, precisamente in Sicilia, si è diffusa la cultivar Comune di Sicilia. Si tratta di una varietà molto rustica e dai frutti più piccoli, che arrivano tranquillamente a maturazione.
La pianta di banane
La pianta di banano è di tipo erbaceo perenne. Il suo aspetto è molto simile ad un albero, in quanto è maestosa e raggiunge dimensioni considerevoli. Alcuni esemplari possono superare anche i 5 m. È però una pianta erbacea, perché non ha tessuti legnosi. Inoltre le parti aeree della pianta madre cadono a terra dopo la stagione di crescita.
La circostanza che questa pianta da frutto sia una perenne è dovuta al fatto che emette polloni alla base della pianta madre. Queste prendono poi il sopravvento e sostituiscono la madre stessa.
Il ciclo del banano
Spieghiamoci meglio, il ciclo naturale del banano inizia quando il germoglio (il pollone), che cresce accanto alla pianta principale (madre), appare al livello del suolo. Il pollone cresce, emettendo foglie fino alla fioritura, quindi sviluppa l’infiorescenza e i frutti, formando il famoso casco di banane. Dopo la raccolta delle banane le foglie si seccano e la pianta muore.
Il pollone successivo (figlio), che appare sempre accanto alla “nuova” pianta madre, sostituirà la pianta morta nella stagione precedente. In questo modo si mantiene il processo su base continua. L’intero ciclo, dalla comparsa del pollone fino alla raccolta del casco, dura circa un anno.
Questo straordinario processo è dovuto alla presenza di un possente apparato radicale rizomatoso, capace di generare i nuovi polloni.
La pianta madre ne emette molti, ma l’agricoltore ne mantiene solo due per rinnovare il ciclo vitale in maniera equilibrata.
Il fusto e le foglie
Il tronco della pianta di banana in realtà non ha consistenza legnosa, e infatti prende il nome di pseudofusto. Si tratta di una massa compatta di guaine di foglie sovrapposte e disposte a spirale.
Lo pseudofusto della pianta di banane è molto carnoso, ed è formato principalmente da acqua. Nonostante questo, è abbastanza robusto e può sostenere un casco di banane che pesa 50 kg e oltre.
All’interno dello pseudofusto c’è uno stelo. Lo pseudofusto continua ad allungarsi finché lo stelo, che vi si è sviluppato all’interno, emerge nella parte superiore della pianta.
A questo punto, le foglie iniziano a differenziarsi dallo pseudofusto e ad accrescersi nella loro forma tipica.
La foglia è il principale organo foto-sintetico del banano. Ognuna emerge dal centro dello pseudofusto come un cilindro arrotolato. L’estremità distale della guaina fogliare allungata si contrae in un picciolo, più o meno aperto a seconda della cultivar. Il picciolo diventa la parte centrale, che divide idealmente la foglia in due.
Fiori
L’infiorescenza della pianta di banane è una struttura complessa, che botanicamente prende il nome di thyrse.
Nel banano si sviluppano fiori femminili, maschili ed ermafroditi. Dunque, le piante sono autofertili e non hanno bisogno dell’impollinazione incrociata con altre piante.
I fiori femminili (pistillati) appaiono da una brattea (foglia modificata, associata a una struttura riproduttiva, come un fiore). Escono per primi e si mostrano come un mazzetto di fiori, normalmente disposto su due file. Questi fiori alla fine si svilupperanno in frutti e prendono il nome di mani.
Il numero di mani (che alla fine formeranno il casco) nel mazzetto di fiori femminili è variabile. Dipende dal numero di ammassi femminili nell’infiorescenza, dal genotipo e dalle condizioni ambientali.
La porzione distale dell’infiorescenza si allunga e produce grappoli di fiori maschili (staminati), ciascuno sotteso da una brattea. Nelle banane coltivate, i fiori maschili producono polline fertile.
Banane
Man mano che si va avanti con la maturazione, il frutto si accresce. La buccia della banana, col tempo, inizia a virare dal verde scuro al chiaro, fino al giallo.
Di solito vengono raccolti quando sono ancora verdi e il singolo frutto prende il nome di “dita”.
La polpa della banana è giallastra, dolce e morbida. Una pesa in media 125 g, dei quali il 75% è costituito d’acqua e il resto da sostanza secca.
Sotto la buccia protettiva corrono numerosi e lunghi filamenti.
Le banane delle varietà da dessert sono facilmente divisibile lungo la loro lunghezza in tre parti distinte. Queste corrispondono alle parti interne dei tre carpelli del fiore femminile.
Nel mezzo del frutto si notano minuscoli granelli neri, si tratta dei semi non vitali (ovvero senza capacità di germinare).
Il sapore delle banane è molto influenzato dalle temperature e dal grado di maturazione.
Frutti maturati ad alte temperature e raccolti quando sono quasi gialli, saranno più dolci.
Banane raccolte ancora molto acerbe e maturate in condizioni ambientali più difficili, avranno sapore meno gradevole e consistenza più turgida.
Alle nostre latitudini le banane sono pronte per la raccolta tra fine estate e inizio autunno.
Come coltivare il banano
La pianta di banana è tipica dei paesi sub-tropicali. Questi si caratterizzano per un clima caldo e umido, senza troppi eccessi di freddo o di caldo.
L’intervallo di temperatura ottimale di crescita vegetativa è quello compreso tra i 26 e i 30 °C. La crescita si arresta quando si superano i 38 *C di temperatura, oppure si scende sotto i 14 °C.
Il banano quindi si può coltivare all’aperto solo nelle zone molte miti del nostro paese, ossia quelle costiere del Centro e del Sud.
Se in inverno le temperature scendono per troppo tempo sotto lo zero, la pianta rischia di danneggiarsi in modo irrimediabile.
Tuttavia, un’ottima soluzione è quella della coltivazione in serra, scegliendo le varietà più rustiche. In questo modo la pianta sarà salvaguardata nei periodi più freddi dell’anno.
Esposizione e protezione dai venti
La pianta di banane trae beneficio da un’ottima esposizione alla luce, quindi si può decidere di posizionarla in pieno sole.
Attenzione però in estate, se le temperature superano i 40 °C c’è il rischio di scottature. Per cui, attrezziamoci per una protezione d’emergenza con la rete ombreggiante.
Altra accortezza da tenere è quella di proteggere la pianta dai venti. Le grandi foglie, infatti, si possono spezzare facilmente sotto l’azione dello spostamento d’aria. È quindi sconsigliato coltivare il banano in zone ventose o non protette da adeguati frangivento.
Terreno ideale
Molto importante nella coltivazione delle banane è il terreno. La pianta ha l’esigenza di un tipo di suolo ricco di sostanza organica, sciolto, di medio impasto, ben drenato.
La pianta rifugge i terreni troppo sabbiosi, asfittici e che non drenano bene.
Terreni zuppi d’acqua rischiano di far marcire le radici.
Il pH ideale è quello compreso tra 6 e 7,5. I terreni acidi provocano una crescita stentata.
Concimazione
Importante per il banano è la presenza di sostanza organica del terreno, quindi di una buona fertilità.
Questa può essere migliorata prima dell’impianto ammendando al terreno del letame maturo.
Annualmente si può intervenire con concimi organici più leggeri come il compost o l’humus di lombrico.
Moltiplicazione
La pianta di banane si riproduce per via vegetativa, non da seme. Ci sono in pratica due metodi per avviare la coltivazione.
Il primo è l’acquisto di piccole piantine che i vivai crescono e vendono in fitocelle. Il problema sta nel trovare un vivaio specializzato che tratti questa coltura.
Il secondo metodo è quello del prelievo di un pollone che andrà successivamente interrato.
Se abbiamo un amico che coltiva il banano non sarà difficile procurarsi un pollone. Questo, una volta separato dalla pianta madre, ha una grande facilità di attecchimento.
Messa a dimora e sesto d’impianto
Il periodo ideale per la messa a dimora del banano alle nostre latitudini è la primavera, dopo gli ultimi freddi.
Se decidete di coltivare più di una pianta, non preoccupatevi troppo delle distanze d’impianto. Basta mantenere 2 m tra una pianta e l’atra, la coltura infatti non soffre troppo la vicinanza.
Pacciamatura
La pacciamatura naturale è una tecnica agronomica ampiamente utilizzata nella coltivazione della pianta di banane, anche nei paesi tropicali d’origine.
Come materiale pacciamante si può utilizzare della semplice paglia, ma anche della lana di pecora.
La pacciamatura è importante per mitigare gli effetti degli sbalzi climatici. Lo strato di pacciame consente, infatti, di mantenere la temperatura al suolo più stabile, evitando sia il freddo, che il caldo eccessivo. Ha inoltre la funzione di limitare l’evaporazione dell’acqua dal suolo, mantenendo il terreno naturalmente più umido.
Ovviamente, ha anche il compito di mantenere la pianta libera dalle erbe infestanti.
Attenzione a non posizionare la pacciamatura troppo vicino allo pseudofusto, bisogna lasciare almeno una distanza di 30 cm.
L’uso di questa tecnica naturale è importante soprattutto all’inizio della coltivazione. Successivamente, la pianta di banane, perdendo il suo fogliame e degradando il fusto della pianta madre, si pacciama da sola.
Irrigazione
Nelle zone subtropicali dove viene coltivato in maniera intensiva il banano, le precipitazioni, anche nel periodo estivo, sono frequenti. Dove mancassero, l’agricoltore è costretto ad intervenire con l’irrigazione.
Queste piante per crescere bene e produrre tanti frutti hanno bisogno d’acqua, la coltivazione in terreni secchi non funziona.
Nelle nostre regioni meridionali è facile avere estati calde e siccitose.
L’acqua alla pianta va data con regolarità, possibilmente mantenendo il terreno ad un’umidità costante. Attenzione a non eccedere, causando noi stessi il ristagno idrico.
Vale quindi il principio di dare l’acqua poco e spesso.
Potatura e scelta dei polloni
Nella pianta di banane in realtà non si effettua la potatura, quanto, piuttosto, una scelta dei polloni.
Il principio è questo: una pianta madre e due figlie. Gli altri polloni devono essere periodicamente rimossi.
Per togliere bene i polloni indesiderati è opportuno effettuare un taglio a qualche cm di profondità.
Un’altra operazione colturale è quella del taglio periodico delle foglie vecchie o rovinate. In questo modo si tiene la piantagione ordinata e si evita il rischio di malattie fungine. Inoltre, grazie a questa operazione, si avrà a disposizione nuovo materiale pacciamante.
Rincalzatura
Così come avviene per i nostri comuni ortaggi invernali, un’operazione colturale che si fa sulla pianta di banane è la rincalzatura. In sostanza, si riporta della terra alla base della pianta.
Questa semplice operazione rinforzerà la base dello pseudofusto, che tenderà ad ingrossare.
Sostegni
Come accennato, le piante di banane sono sensibili all’azione del vento. Questo problema si aggrava quando il casco è in fase di maturazione, visto che può essere molto pesante e può spostare il baricentro della pianta.
Per ovviare a questo problema, si possono preparare dei sostegni con delle semplici canne di bambù come queste.
Di solito se ne utilizzano due, posizionate una contro la cima che sostiene il casco e l’altra dal lato opposto.
Difesa da malattie e parassiti
Nelle zone di coltivazione d’origine ci sono diversi parassiti e malattie che mettono a rischio la coltivazione delle banane. Alcuni sono molto difficili da debellare.
Da noi i problemi sono minori.
Per quanto riguarda i parassiti, l’attenzione va prestata soprattutto alla presenza di afidi. Questi possono essere efficacemente controllati facendo ricorso al sapone molle potassico.
A livello di malattie fungine, invece, la più pericolosa per la pianta di banane è il Furarium oxysporium. Questo patogeno è comune alle nostre latitudini in quanto in grado di attaccare le coltivazioni di pomodoro.