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La rete ombreggiante è uno dei sistemi più semplici per proteggere le piante dal caldo ed è un metodo efficace in modo particolare per le colture orticole. I danni dovuti al caldo eccessivo sono una problematica che negli ultimi anni è sempre più sentita in campo agricolo, questo per via degli indubbi cambiamenti climatici in atto nel nostro pianeta. L’innalzamento delle temperature e l’aumento dei periodi di siccità assoluta sono sotto gli occhi di tutti.
In quest’articolo spieghiamo quali sono le condizioni e i danni che il calore eccessivo e prolungato nei mesi estivi può causare alle coltivazioni. Vediamo inoltre come provare a difendersi con particolari tecniche agronomiche e con l’utilizzo di apposite reti ombreggianti.
Il problema dell’eccesso di calore
La rete ombreggiante è la soluzione a uno dei problemi più sentiti in agricoltura, ossia il caldo intenso. La temperatura ambientale, infatti, è uno dei fattori fondamentali per la corretta crescita degli organismi vegetali, e, quando parliamo di colture orticole, ha grossa influenza sulla produttività.
Ciascuna specie vegetale ha nel suo DNA una temperatura ottimale di crescita. Temperature minime e massime, al di sotto o al di sopra delle quali, entra in sofferenza o cessa di crescere.
Vi abbiamo già parlato degli stress da congelamento delle piante. Questo è in genere provocato dall’esposizione delle colture al di sotto della loro temperatura di congelamento. Per quanto riguarda il caldo avviene esattamente il contrario. In sostanza, l’esposizione della pianta al di sopra della sua temperatura massima di crescita, per un periodo prolungato causa uno stress di tipo più o meno grave. A questo tipo di problema, poi, spesso si associa uno stress idrico, ossia una ridotta disponibilità di acqua. Chiaramente, questo problema è particolarmente sentito nei mesi estivi, come luglio e agosto.
Gli intervalli di temperatura
La maggior parte delle piante riesce a sopravvivere a temperature comprese in un intervallo che va dagli 0 fino ai 40 °C. Fanno eccezione le specie tropicali e sub-tropicali che sopravvivono anche a temperature che sfiorano i 50 °C.
A prescindere dalla capacità di sopravvivenza, tuttavia, l’intervallo ideale di crescita è dai 22 ai 30°C, specie nelle fasi di sviluppo vegetativo e fioritura. La condizione di stress inizia a subentrare superata questa temperatura. Fino al raggiungimento dei 30 °C l’efficienza fotosintetica della pianta aumenta in maniera proporzionale, ma inizia a ridursi in maniera drastica man mano che il caldo aumenta.
La temperatura ambientale ha influenze in maniera particolare sulla fluidità delle membrane cellulari. Questi organi della pianta sono normalmente caratterizzati da una fase liquida-cristallina che permette il movimento delle proteine di membrana all’interno del doppio strato fosfolipidico. Questo consente uno scambio regolare di ioni e molecole attraverso le cellule.
L’elevata temperatura, invece, genera una maggiore fluidità dei lipidi di membrana con conseguente perdita delle funzioni fisiologiche nelle cellule vegetali.
Con temperature elevate il normale meccanismo di fotosintesi non è in grado di rimpiazzare il carbonio utilizzato come substrato per la respirazione. Ciò causa un decremento delle riserve di carboidrati e una perdita del contenuto di zuccheri in frutta e vegetali.
In natura le piante conservano dei naturali meccanismi di difesa che consentono di superare il problema dello stress termico. La pianta riesce ad attivare speciali vie metaboliche, diminuendo la sintesi delle normali proteine e aumentando repentinamente quella di particolari proteine conosciute come heat shock proteins (HSP). Queste aiutano le cellule della pianta a sopportare lo stress da calore.
I problemi sorgono però, quando questo stress avviene per un periodo prolungato. Purtroppo questo negli ultimi anni avviene sempre più di frequente e causa danni molto gravi.
I tipici danni da caldo
Dopo aver visto le condizioni che favoriscono il sorgere di uno stress termico vediamo i danni più frequenti sulle piante.
In primo luogo sugli organi vegetativi della pianta può iniziare ad evidenziarsi un appassimento fogliare. Questo, poi, spesso degenera in un vero e proprio avvizzimento non più recuperabile.
Altro tipico danno da stress termico è l’arricciamento fogliare.
Sempre sulle foglie si possono iniziare a notare delle necrosi sui lembi della lamina fogliare, con relativo ingiallimento. Se il calore è forte, l’ingiallimento degenera in una vera e propria ustione, che poi porta al disseccamento della foglia.
Ancora più problematici sono i danni sui frutti, che consistono prevalentemente in ustioni localizzate sulle parti più soggette al sole.
Le colture orticole più sensibili a questo tipo di danno sono senza dubbio il peperone e il pomodoro.
Il danno appare come una vera e propria bruciatura sul frutto che lo rende sicuramente non commerciabile.
Anche alcuni alberi da frutto sono interessati da questo tipo di danno, in quanto la buccia degli stessi è molto fine. Alberi a rischio sono, ad esempio, melo, pero e pesco. Su questi frutti, oltre alle scottature, si può verificare il fenomeno delle vitrescenza della polpa.
La protezione delle piante con la rete ombreggiante
Per proteggere le piante dall’eccesso di calore il sistema più semplice in orticoltura domestica è l’utilizzo della rete ombreggiante.
Si tratta delle classiche reti a maglie sufficientemente larghe per far traspirare l’aria. Queste garantiscono allo stesso tempo l’ombreggiatura del campo e la protezione dal sole. Grazie al loro utilizzo si eviteranno le fastidiose scottature dei frutti e tutti gli altri danni dovuti al caldo. L’ombreggiatura che si realizza utilizzando le reti fa diminuire anche la temperatura dell’aria, salvaguardando ulteriormente il campo.
Questo sistema si applica facilmente ai campi domestici e agli orti sul balcone o sul terrazzo giacché è più facile trovare degli appigli e dei sostegni sui quali posizionare la rete ombreggiante. L’importante è lasciare l’area protetta aperta lateralmente e coprire soprattutto la parte superiore.
Un’altra funzione che ha questo tipo di rete è la protezione dagli agenti atmosferici avversi, quali grandine e forte pioggia. Spesso, infatti, la rete ombreggiante viene anche definita rete antigrandine, altro fenomeno atmosferico che mette a repentaglio le nostre colture.
L’instabilità meteorologica che contraddistingue oramai le nostre stagioni estive rende necessario l’utilizzo di questo tipo di reti. Questo permette di evitare fenomeni come l’allettamento delle piante e il danneggiamento fogliare. Questo tipo di reti sono facilmente reperibili in commercio, ad esempio, se già non le avete potete trovarle qui
Altri rimedi agronomici
Esistono altre tecniche agronomiche utili per proteggere le piante dal caldo nei mesi estivi, magari da affiancare alla rete ombreggiante. Una su tutte è sicuramente l’utilizzo della pacciamatura naturale. Questa, migliorando la freschezza del terreno, limita l’evaporazione dell’acqua, garantendo una maggiore umidità nel suolo.
Altro rimedio di tipo agronomico è la corretta gestione dell’irrigazione. Se avete la fortuna di disporre di un sistema d’irrigazione a goccia, dosate sapientemente l’apporto idrico nei periodi più caldi. In questo senso il primo consiglio è quello di irrigare nelle ore fresche della giornata, possibilmente la mattina presto. Altra accortezza è quella di non esagerare con l’irrigazione nel tentativo di compensare una carenza. Mantenere sempre un regime costante, in questo modo eviterete pericolosi ristagni idrici che potrebbero causare l’insorgere di altre fisiopatie.
Infine, un’altra tecnica agronomica di protezione dal caldo è quella della rincalzatura. Questa operazione abbiamo già avuto modo di conoscerla parlando di coltivazioni invernali quali i finocchi e i cavolfiori. Con la rincalzatura si mantiene più fresca la base della pianta e viene favorita l’emissione di radici laterali che possono essere d’aiuto nei periodi con le temperature più elevate.
1 commento
L’ombreggiamento delle piante di pomodoro potrebbe limitare anche il marciume apicale? L’eccessiva temperatura, ormai spesso sopra i 30° gradi, non potrebbe ostacolare l’assorbimento del calcio da parte delle piante? Il marciume apicale compare anche in terreni ricchi di calcio, pacciamati ed irrigati con acqua riposata.