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Nell’articolo di oggi parliamo di come seminare e coltivare finocchi in modo assolutamente biologico. Il tutto organizzando, ovviamente, una difesa preventiva dalle possibili malattie a cui questa pianta è soggetta.
Il finocchio è un ortaggio molto presente sulle nostre tavole e, se curato nella maniera giusta, è in grado di dare molte soddisfazioni. Inoltre, coltivarlo nel nostro orto dà garanzie in termini di qualità e di freschezza, due caratteristiche molto importanti, sopratutto perché questo ortaggio è largamente consumato crudo ed esprime le sue migliori qualità organolettiche se mangiato appena raccolto.
Ma vediamo prima di tutto quante varietà ne esistono.
Le varietà di finocchio
Il finocchio è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ombrelliferae specie Foeniculum vulgare dulce, ed è una pianta originaria dell’Asia Minore.
Il “grumolo” del finocchio, cioè la parte bianca che utilizziamo per l’alimentazione, altro non è che il fusto della pianta. È composto da foglie ampie e carnose nella parte inferiore, che si sovrappongono l’una con l’altra. Le foglie si allungano e ramificano nella parte superiore, diventando di colore verde brillante, donando alla pianta un aspetto gradevole.
Esistono diverse varietà di finocchi da coltivare nel nostro orto biologico. In genere prendono il nome per lo più dal luogo tipico di coltivazione.
Al centro nord abbiamo il
finocchio di Firenze, di Chioggia, di Bologna; al sud il finocchio di Napoli, di Sicilia, di Lecce.
Una delle varietà più note e apprezzate, ideale per la coltivazione domestica, è il finocchio Romanesco. Questa varietà ha un caratteristico grumolo grosso e rotondo, e un sapore dolce e aromatico.
Proprietà nutrizionali dei finocchi
Il finocchio è una verdura dagli ottimi valori nutrizionali. E composta per la maggior parte d’acqua e fibre (3,1 g), per questo motivo contiene pochissime calorie, solo 31 per 100 g di grumolo, e praticamente zero grassi. Inoltre è un ortaggio molto ricco di sali minerali, quali potassio (414 mg.) e sodio (52 mg.), utili per prevenire la stanchezza. Contiene molta vitamina A (134 IU), necessaria per mantenere sana la pelle, e Vitamina C (12 mg.) antiossidante e utile per migliorare il sistema immunitario.
Ricordiamo che il finocchio può essere consumato sia crudo, tal quale o ad insalata, sia cotto, nelle più svariate preparazioni.
Proprietà benefiche dei semi di finocchio
Mangiare finocchi apporta diversi benefici per la nostra salute. Oltre al grumolo, di questo ortaggio vengono consumati anche i semi. Questi si producono quando la pianta non viene raccolta e termina il suo ciclo vegetativo. I semi di finocchio hanno proprietà diuretiche e depurative e favoriscono l’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo. Queste sue proprietà aiutano anche il fegato, contribuendo al miglioramento delle funzione epatica. È ottimo anche come digestivo, forse per questo viene spesso consumato a fine pasto.
Per tutte queste ragioni gli infusi, i decotti e le tisane preparate con i semi di finocchio sono un vero toccasana per l’intero metabolismo, in particolare per l’apparato digestivo.
Se cercate infusi di finocchio provenienti da produzioni biologiche, potete trovarli qui.
Ricordiamo che il finocchio contiene anetolo, un composto aromatico presente in altre piante, quali l’anice e l’aneto. Questo fa del finocchio e dei suoi semi la base di numerose produzioni nell’industria dei liquori.
Come coltivare finocchi
Nel calendario lunare del mese di luglio, abbiamo visto che è questo il mese ideale per programmare ed iniziare la coltivazione dell’orto autunnale. Per seminare e coltivare finocchi solitamente si inizia in estate e, se partiamo direttamente dal seme, bisogna giocare d’anticipo.
Clima e periodo di semina/trapianto
Coltivare finocchi richiede un clima mite, senza eccessi di freddo (sotto i 5°), e di caldo (sopra i 30°). I periodi migliori per la crescita vegetativa e la produzione di grossi grumoli, sono l’autunno e la primavera.
Per la coltivazione autunnale, immaginando di utilizzare una seminiera in polistirolo, bisogna considerare che, dalla semina al trapianto nell’orto occorrono circa 30-40 giorni. Ipotizzando di seminare verso la fine del mese di luglio, avremo le nostre piantine in terra per i primi di settembre, dunque alle porte dell’autunno.
Il periodo di raccolta varia dagli 80 ai 120 giorni dal trapianto, a seconda del clima e della varietà. Bisogna stare attenti a non ritardare troppo la messa a dimora per evitare le gelate prolungate che potrebbero rovinare il prodotto. Tuttavia, non sempre si riescono a rispettare i tempi, dunque è molto probabile ritrovarsi in pieno inverno con il campo di finocchi in piena produzione.
Per la semina primaverile vale invece il discorso opposto a livello climatico. Bisogna cercare di coltivare finocchi e raccoglierli prima dell’arrivo del caldo estivo. Questo perché il troppo calore indurisce i grumoli e fa fiorire la pianta, cosa utile solo per produrre i semi.
Quindi un esempio di coltivazione primaverile può essere con l’inizio della semina nel mese di gennaio/febbraio ed il trapianto in pieno campo nel mese di febbraio/marzo.
Al posto della semina diretta, quindi, consigliamo sempre di utilizzare la seminiera in polistirolo (a questo link trovate maggiori dettagli).
La semina diretta nel terreno, infatti, potrebbe creare problemi al piccolo germoglio, che è molto delicato. Nella competizione con le erbe infestanti, avere una piantina già cresciuta da trapiantare, elimina questa competizione e facilita l’irrigazione.
Il terreno di semina dovrà essere molto fine, in modo da facilitare la propagazione e la formazione dell’apparato radicale.
Terreno di coltivazione
Per coltivare finocchi in maniera sana e rigogliosa va prestata molta attenzione al terreno, che dev’essere di medio impasto tendente allo sciolto, fresco, ricco di sostanza organica e lavorato in profondità, visto che la pianta di finocchio a radici a fittoni.
Considerato il ciclo abbastanza breve della coltivazione di finocchio, di solito non si utilizzano terreni letamati di fresco. È preferibile, piuttosto, utilizzare una porzione di orto dove è stata coltivata precedentemente una cultivar con terreno letamato, come ad esempio la zucchina.
Sesto d’impianto ed irrigazione

I solchi di una coltivazione di finocchi
Per quanto riguarda le distanze di trapianto, per coltivare finocchi le piante vanno collocate in fila a 25-30 cm. gli uni dagli altri. La distanza tra le file dev’essere di almeno 50-60 cm.
Per quanto riguarda l’irrigazione, invece, tenete presente il periodo di coltivazione. In primavera o in autunno, stagioni con probabilità di precipitazioni, le piante dovrebbero avere una limitata necessità di irrigazione di sostegno. Per questo, se vivete in zone non troppo secche, vi sconsigliamo di utilizzare la consueta irrigazione a goccia.
Il terreno può essere organizzato in solchi, dove si potrà intervenire con semplici irrigazioni manuali.
Bisogna stare piuttosto attenti ai ristagni idrici, poiché la cultivar li soffre particolarmente e possono generare patologie e marciumi.
L’imbiancatura dei finocchi
Per coltivare finocchi e migliorare l’ingrossamento del grumolo, si può usare la tecnica dell’imbiancatura, ovvero: ricoprire di terra il grumolo nelle diverse fasi della crescita. In questo modo lo si tiene coperto e se ne facilita l’ingrossamento. Limitando, allo stesso tempo, la comparsa delle erbe infestanti, che tolgono nutrimento alla pianta. Questa tecnica è anche conosciuta come rincalzatura.
È consigliabile effettuare l’operazione di rincalzatura periodicamente, 3 o 4 volte ogni 15-20 giorni. Partendo da quando i grumoli iniziano a ingrossarsi e terminando 15 giorni prima della raccolta.
Con questo tipo di tecnica è possibile tenere perfettamente sotto controllo lo sviluppo delle erbe infestanti, dunque per la coltivazione di finocchi effettuata in questo modo, non è necessaria la pacciamatura. Altro vantaggio che questa tecnica fornisce al contadino è quello di proteggere la pianta dal gelo, specie se abbiamo iniziato la nostra coltivazione un po’ in ritardo e ci ritroviamo nei mesi invernali con il campo di finocchi ancora in produzione.
A nostro avviso l’attrezzo migliore per effettuare in maniera veloce questa operazione di rincalzatura è la classica “cazzuola” da muratore. Questo strumento consente di scavare il terreno riportarlo sui grumoli, fino alla prime infiorescenze.
Nelle foto vediamo delle piante di finocchio prima e dopo l’imbianchimento.
- Finocchio prima della rincalzatura
- Finocchio dopo la rincalzatura
La raccolta dei finocchi
La raccolta del finocchio avviene quando il grumolo è ben formato. Una raccolta troppo anticipata, infatti, rende il grumolo fibroso e quindi più duro. D’altro canto è opportuno non ritardare troppo la raccolta, in quanto una volta che i grumoli hanno raggiunto le massime dimensioni possono deformarsi ed iniziano a produrre gli scapi fiorali.
La raccolta del finocchio avviene scalzando la pianta dal terreno. Ci si può aiutare con una piccola vanga, facendo attenzione a non danneggiare il frutto. Appena scalzato dal terreno di solito si rimuovono le due foglie laterali, molto probabilmente danneggiate perché a diretto contatto con il suolo. Poi si taglia a filo di grumolo la radice, e si elimina la parte apicale, cioè la vegetazione inutilizzabile.
Parassiti e malattie: come coltivare finocchi difendendoli in maniera biologica
Rispetto ad altre colture, coltivare finocchi richiede meno attenzione per quanto riguarda gli attacchi di parassiti e malattie fungine.
Per quanto riguarda gli insetti, si deve prestare attenzione soprattutto agli afidi neri, che possono attaccare la vegetazione della pianta. Usando preventivamente, in maniera congiunta e alternata, macerati di ortica, aglio e pomodoro, i parassiti non dovrebbero essere un problema.
Il macerato di ortica, oltre ad una funzione antiparassitaria preventiva, è un ottimo concime e si può utilizzare per sostenere la crescita della pianta.
Tra le malattie fungine, la più temibile per la cultivar del finocchio è la sclerotinia,
trasmessa dal fungo Sclerotinia sclerotiorum. È una malattia molto pericolosa e fastidiosa, poiché, come si vede nella foto, danneggia in maniera irrimediabile il grumolo.
Per evitare che il fungo si presenti, bisogna attuare una serie di accorgimenti particolari. Per prima cosa, evitare assolutamente i ristagni idrici che ne favoriscono la proliferazione. In secondo luogo bisogna mantenere le distanze ottimali di coltivazione in modo da far respirare le piante. Infine, l’operazione dell’imbiancamento (rincalzatura), che funge da prevenzione per questa malattia, grazie all’effetto di copertura del terreno.
E adesso, buona coltivazione.
1 commento
Vorrei capire ancora di più! Grazie !