Nell’articolo di oggi parliamo di tisane, infusi e decotti. Ossia, quelle preparazioni a base di piante officinali che si possono realizzare facilmente in ambito domestico.
“Piante officinali” è un termine di origine latina, che raggruppa quelle specie erbacee o arboree che venivano anticamente utilizzate nelle officine botaniche (le antiche farmacie), per le loro proprietà medicamentose, alimentare ed erboristiche.
Queste piante contengono in una delle loro parti (radici, foglie, fiori, semi, frutti) principi attivi che possono essere estratti e assunti attraverso le tisane.
Le tisane, a seconda del metodo di estrazione del principio attivo, possono essere preparate attraverso procedimenti di infusione e decozione.
Vediamo quindi come preparare correttamente un infuso o un decotto e quali sono, per grandi linee, le piante più adatte per l’una o l’altra preparazione.
Tisane
La peculiarità delle tisane è che contengono i principi attivi di una o più piante officinali. Solitamente, diverse piante con proprietà analoghe vengono miscelate tra loro. In questo modo, in maniera sinergica, si ha un potenziamento dei diversi principi attivi, secondo una determinata attività terapeutica.
Per preparare una tisana composta da più erbe, si devono dunque seguire delle semplici regole:
- Le parti della pianta, che possono essere sia fresche che secche, devono essere sminuzzate in modo da favorire l’estrazione del principio attivo.
- Le componenti fisiche delle varie piante officinali devono essere tra loro omogenee, dunque non si possono mescolare parti dure e tenere.
- Di solito, viene sconsigliato di mescolare più di cinque piante nella stessa tisana. Questo per evitare interazioni sfavorevoli.
La composizione delle tisane
Una tisana con parti di diverse piante officinali di solito è composta da:
- Rimedio base, uno o più principi attivi specifici per la terapia che si vuole ottenere
- Coadiuvante, ossia gli elementi in grado di interagire positivamente con il rimedio base
- Complemento, vale a dire parti di pianta che conferiscono un odore e un aspetto piacevole
- Correttore, una o più erbe che migliorano le caratteristiche organolettiche della tisana.
Gli utilizzi delle tisane
Esistono, in officina botanica, tisane per diversi utilizzi e per la cura di diversi disturbi. Alcuni esempi possono essere:
- Piccoli mali quotidiani, come stipsi, diarrea, bronchite, tosse, catarro, spasmi addominali, coliti, ecc.
- Digestive
- Drenanti
- Diuretiche
- Dimagranti
- Disintossicanti
Come abbiamo accennato, le tisane si possono realizzare grazie ad un procedimento di infusione o di decozione. Ovviamente, a seconda del procedimento, avremo infusi o decotti.
Gli Infusi
L’infusione è il metodo di preparazione più usato per le tisane. In particolare, per quelle già preconfezionate e miscelate.
Sono bevande ottenute lasciando immerse nell’acqua bollente, o più propriamente lasciando in “infusione”, erbe o parti di piante, sia fresche che essiccate. In questo modo i principi aromatici o medicinali delle piante passano nel liquido che si ottiene.
Le piante officinali scelte per preparare l’infuso devono essere ripulite accuratamente. Possono essere utilizzate intere o, più efficacemente, sminuzzate o tritate. Ridotte in frammenti di piccole dimensioni le piante sono più adatte all’infusione.
L’acqua a temperatura di ebollizione deve essere versata in un contenitore, possibilmente di terracotta. Questo verrà poi coperto in modo appropriato per non disperdere gli elementi volatili della pianta.
Il tempo di infusione, generalmente, deve essere breve, 5-10 minuti. Trascorso questo tempo, l’infuso viene filtrato per ottenere una bevanda più limpida.
Inoltre è bene comprime il residuo per non perdere nessun principio attivo.
Per realizzare gli infusi si utilizzano tutta una serie di erbe e piante, dalle proprietà officinali ed aromatiche.
Vediamo quali sono le principali.
Piante adatte agli infusi
Radici, rizomi e foglie
Piante per infusi di cui si utilizzano radici e rizomi:
- Genziane
- Rabarbaro
- Valeriana officinalis
Piante da infuso di cui si utilizzano le foglie:
Fiori e semi
Alcune piante, infine, vengono utilizzate per le proprietà contenute nei loro fiori o nei semi:
- Calendula
- Sambuco
- Camomilla
- Tiglio
- Timo
- Caffè
- Finocchietto
I liquori ad infusione
Il principio dell’infusione viene anche utilizzato per aromatizzare i liquori.
In questo caso è l’alcol a freddo il liquido che estrae le essenze aromatiche dalle erbe e dai frutti. Questi vengono messi ad infusione nell’alcol per un periodo più o meno lungo.
Nei nostri articoli precedenti vi abbiamo presentato le ricette di alcuni liquori realizzati con questa tecnica: finocchietto, alloro, limoncello, liquore di melograno.

Finocchietto selvatico
Decotti
Il decotto è un tipo di tisana che differisce dall’infuso perché, invece della semplice immersione in acqua bollente, si ha bollitura (decozione), più o meno prolungata, delle parti di una o più piante utilizzate. In questo modo si facilita l’estrazione di sostanze attive poco solubili in acqua. Lo svantaggio di questa tecnica è che con la bollitura eventuali sostanze termolabili vengono distrutte. Inoltre, anche le sostanze volatili vanno perdute.
Il liquido ottenuto dal decotto viene filtrato a caldo.
Piante adatte ai decotti
Piante legnose
La decozione è maggiormente indicata per piante lignificate e più dure, come:
- Legno di sandalo
- Cortecce di ippocastano
- Altea (radici)
- Bardana (radici)
- Liquirizia (radici)
- Tarassaco (radici)
- Ortica dioica (radici)
- Rabarbaro (radici)
- I semi di cardo mariano
Foglie e altre parti
Il decotto può essere anche preparato con foglie e parti di piante meno dure, quali:
- Carciofo (foglie)
- Gingko-biloba (foglie)
- Ortica (foglie)
- Mirtillo nero (foglie)
- Verbasco (foglie)
- Germogli di ginepro
- Cauli di equiseto
- Bulbi di cipolla
- Buccia di melanzana
- Biancospino (frutti)
- Alchechengi (frutti)
- Sorbo (frutti)
- Cereali (semi)
Utilizzo dei decotti
Molto spesso i decotti vengono utilizzati per uso esterno, soprattutto nelle problematiche di tipo reumatico. I principi attivi delle piante vengono sprigionati grazie all’azione prolungata del calore.
La decozione di cortecce, radici e parti legnose, infatti, richiede tempi di ebollizione più lunghi. Si va dai 10 ai 30 minuti, a seconda della durezza della pianta. Spesso poi viene fatto un ulteriore passaggio in infusione, per altri 5-10 minuti.
Per le parti di piante non due è sufficiente, invece, un tempo di bollitura minore, circa 10-15 minuti.
Normalmente, le parti delle piante, prima di essere messe in ebollizione vengono frantumate, triturate o polverizzate. In questo modo si favorisce il passaggio dei principi attivi nell’acqua.
4 commenti
Splendido post, complimeti! Non è facile trovare così tante informazioni sulle erbe e le piante per tisane.
Io posso dire di essere una vera appassionata 🙂 Ne bevo tantissime e utilizzo tante varietà diverse. Fortunatamente ho scoperto di recente le erbe per tisane terza luna, una piccola bottega vicino il mio ufficio…diciamo che ora da passione è diventata un’ossessione, specie nei periodi in cui faccio depurazione alimentare.
Consiglio a tutte il tarassaco!
Grazie mille, Sofia 🙂
Post meraviglioso, spiegato molto bene come d’altronde tutte le vostre pubblicazioni. Complimenti!
Grazie mille 🙂