Il cardo mariano è una pianta spontanea presente in tutti i paesi che affacciano sul bacino del Mediterraneo. Chi non la conosce la considera una pianta infestante, per la sua facilità riproduttiva e anche per via delle sue pungenti spine. Ma questo cardo è in realtà una pregiata pianta officinale, usata fin dall’antichità per le sue indiscusse proprietà fitoterapiche. Oltre ad essere una pianta officinale è anche commestibile, infatti le sue ispide foglie si possono consumare senza problemi, se sottoposte a un’accurata pulizia delle spine.
Conosciamo dunque meglio le caratteristiche botaniche del cardo mariano, scopriamo quali sono le sue proprietà curative e i possibili usi. Vediamo, inoltre, le origini del suo nome, che risalgono a una leggenda cristiana, che nel corso dei secoli ne ha alimentato la fama.
Identificazione botanica e origine del nome cardo mariano
Il cardo mariano (Silybum marianum) è una pianta di tipo erbaceo, della grande famiglia botanica delle Asteraceae o Compositae. Di questa famiglia fanno parte altre piante spontanee e commestibili come la bardana, il tarassaco e il topinambur.
E’ una pianta originaria del bacino del Mediterraneo: in Italia, Spagna e Grecia vanta un’antica tradizione nella medicina popolare. Adesso, per le sue ottime proprietà, è diffusa in tutto il mondo, dove viene domesticata.
Il suo aspetto è molto affascinante. Quando è allo stato di rosetta apre le grandi foglie spinose, piene di striature bianche che disegnano venature suggestive. A questa caratteristica è legata la chiara origine cristiana del nome, “mariano”
La leggenda narra che Maria, durante il viaggio verso l’Egitto, si fermò in un campo di cardi per allattare Gesù. Qui perse un po’ del suo latte e da quel momento il cardo mariano acquistò le sue virtù e venne usato nella medicina popolare.
Leggenda a parte, gli studi scientifici moderni hanno confermato l’esistenza di particolari principi attivi presenti nella pianta. Uno su tutti è la silimarina.
Caratteristiche del cardo mariano
Il cardo mariano è una pianta con un ciclo biennale. Questa informazione è molto importante per riconoscerlo nelle diverse fasi del suo sviluppo.
Primo anno
Il primo anno, come detto, si presenta a forma di rosetta semplice. Questa è costituita da numerose foglie larghe, appuntite e ricoperte lungo tutta la cuticola di piccole e pungenti spine. Le foglie più grandi, quelle esterne, possono raggiungere anche la dimensione di 40 cm.
Le foglie giovani sono di un bel verde brillante, striato di bianco su tutta la pagina superiore.
La radice è a fittone e cresce in profondità in maniera molto veloce. In terreni sciolti o sabbiosi è molto facile da estirpare. E’ sufficiente fare attenzione a infilare la mano da sotto e non maneggiare la parte superiore delle foglie.
Si tratta di una pianta che si adatta bene a tutte le diverse tipologie di terreno. Va comunque detto che, quando trova le condizioni giuste, si diffonde con estrema rapidità.
Secondo anno
Nel secondo anno il cardo mariano sviluppa uno stelo eretto, forte e robusto, anch’esso ricoperto di spine. Questo può arrivare anche ad 1,50 m di altezza e termina con l’infiorescenza.
Il fiore è racchiuso in un capolino formato da robuste brattee provviste si spine, che si allargano man mano che il fiore inizia ad aprirsi.
Il suo colore è violaceo-purpureo, è ermafrodita e ha la forma di un lungo e stretto tubolare.
La fioritura avviene in primavera, del secondo anno, e dura per tutta l’estate.
All’interno dello scapo fiorale si sviluppano i semi, oblunghi e stretti, provvisti di una leggera peluria protettiva.
La riproduzione è semplice: quando in agosto i frutti sono maturi, il fiore si apre e grazie all’azione del vento i semi si disperdono nel terreno. Bastano le prime piogge di settembre per far germogliare i semi e far esplodere in tutta la sua bellezza la pianta.
Nell’osservazione della crescita del cardo mariano, abbiamo notato sul campo che è molto gradito a pecore e capre. queste per nulla si curano della presenza di spine e ne fanno grandi banchetti.
Le componenti del cardo mariano
Abbiamo accennato alle proprietà curative del cardo mariano. Queste sono contenute in particolar modo nei semi, che vengono molto usati sia in campo erboristico che farmacologico.
Il principale costituente attivo del cardo mariano è la silimarina, che si trova in percentuale del 4-6% nei frutti maturi (i semi). E’ una sostanza composta per lo più da tre flavonolignani: silibina, silicristina e silidianina.
Altri componenti sono lipidi, sotto forma di acido linoleico, oleico e palmitico.
Poi vi sono il tocoferolo, gli steroli, l’olio essenziale. Infine abbiamo proteine (tiramina), mucillagine, flavonoidi e tannini.
Le proprietà del cardo mariano
L’attività principale della silimarina contenuta nei semi di cardo mariano è quella epatoprotettiva e antiossidante. Gli antichi intuirono queste proprietà e usarono gli estratti dei semi contro l’indigestione. Anche problemi epatici e intossicazioni al fegato, calcoli biliari, itterizia e malattie della milza venivano affrontati con questa pianta. Gli studi clinici moderni hanno confermato la validità di questi usi medicinali.
L’attività epatoprotettrice regola la permeabilità della membrana cellulare e stimola la rigenerazione del fegato.
Secondo alcuni studi la silimarina può inibire il danno epatico da alcool, sostanze chimiche industriali e psicofarmaci. Un famoso farmaco commerciale per la cura delle malattie del fegato, il Legalon, contiene proprio questo principio attivo.
E’ inoltre possibile preparare una tisana con i semi di cardo mariano e trarne già così numerosi benefici.
Tisana di cardo mariano
La tisana di cardo mariano si può preparare in casa in modo semplice, vista anche la grande facilità nel raccogliere i semi delle piante spontanee nate sul nostro terreno. L’uso della tisana è indicato per epatopatie quali: cirrosi, steatosi, epatite acuta e cronica. Si può usare inoltre nelle sindromi emorragiche, come epistassi, emorroidi e metrorragie.
Si prepara con 10 grami di semi schiacciati in un mortaio per agevolare la solubilizzazione dei costituenti attivi.
Questi vanno messi in infusione in 150 ml d’acqua per circa 10-15 minuti.
Si consiglia l’assunzione mezz’ora prima dei pasti, con 2-3 somministrazioni giornaliere.
Se non avete la possibilità di reperire semi di cardo mariano, in rete è facile trovare numerose preparazioni erboristiche.
Il cardo mariano come pianta commestibile
Il cardo mariano è una pianta commestibile in tutte le sue parti. Sono però in particolare le foglie tenere quelle più facili da preparare e più buone da mangiare.
Conviene raccoglierle giovani della pianta, scartando quelle più vecchie e basali, in quanto troppo dure e fibrose. Il momento ideale è l’autunno del primo anno.
Dopo averle raccolte (muniti di guanti e coltello) bisogna lavarle bene sotto l’acqua corrente e tagliarne la costola centrale, troppo coriacea per essere mangiata cruda.
A questo punto bisogna eliminare le spine della lamina fogliare, tagliando con un coltello affilato lungo tutta la foglia. Eliminate le spine si può tagliare a piacimento la foglia e condirla con un filo d’olio d’oliva biologico (se non lo avete lo trovate qui) e un po’ di limone.
Questa insalata essere abbinata ad altre erbe spontanee del periodo, come la portulaca o l’ortica, ancora presenti per tutto l’autunno.
Attenzione a dove si raccoglie il cardo mariano, meglio evitare i margini di strade trafficate e i luoghi dove c’è il rischio che siano stati usati pesticidi.
Com’è, poi, prima di raccogliere siate certi della giusta identificazione della specie, così da evitare spiacevoli intossicazioni.
1 commento
Ciao, ho letto l’articolo sul Cardo mariano: ho il terreno invaso da queste piante.
Dici di raccoglierlo in autunno per mangiarlo e la cosa mi stupisce.
Secondo me è adesso il momento visto che stanno nascendo (come funghi) e quindi ora sono teneri, in autunno sono coriacei.