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La malva sylvestris, conosciuta semplicemente come malva o malva selvatica, è una pianta spontanea molto comune in Italia. Questa pianta custodisce in sé una lunga storia.
Sin dall’antichità è infatti conosciuta e utilizzata per le sue diverse proprietà terapeutiche. Inoltre viene adoperata in cucina da tempo per preparare piatti tipici della tradizione popolare.
Conosciamo dunque meglio questa pianta, la sua storia, le caratteristiche e il periodo migliore per la raccolta. Inoltre vediamo quali sono gli elementi naturali che la costituiscono e come può essere utilizzata ancora oggi per le sue straordinarie proprietà.
La malva sylvestris, storia
La malva sylvestris è una pianta erbacea a ciclo perenne (raramente annuale) appartenente alla famiglia botanica delle Malvaceae. Il suo nome deriva dal greco malákhe=”molle”, con riferimento alle sue proprietà emollienti dovute all’alto contenuto di mucillagini. E’ una pianta “gentile”, nel linguaggio dei fiori il suo nome significa “pacatezza”.
Molti personaggi illustri ne hanno celebrato le virtù. Nell’antica Roma, ad esempio, Cicerone e Catone, la utilizzavano a tavola in grandi quantità per ritemprarsi. Il poeta Marziale, invece, ne faceva uso per smaltire i bagordi dell’alcol. Plinio il Vecchio, grande amante delle piante, la considerava una vera e propria panacea, con proprietà afrodisiache.
In epoca medievale si riteneva che il consumo di questa pianta favorisse una condotta morigerata, e fu così utilizzata come rimedio per tutti i mali e ribattezzata omnimorbia.
Il grande imperatore Carlo Magno, infine, essendo un grande appassionato di piante alimentari e curative, pretese che ci fosse una coltivazione di malva nei suoi giardini personali.
La pianta di malva, caratteristiche botaniche
La malva selvatica è una pianta con fusti molto robusti, di consistenza legnosa alla base, ispidi e ricoperti di una leggera peluria. Raggiunge mediamente i 60 cm di altezza, ma vi possono essere ramificazioni che superano il metro.
La pianta è dotata di una lunga e carnosa radice a fittone, che nel corso del primo anno genera una rosetta di foglie basali.
Le foglie sono provviste di un lungo picciolo, sono palmate, con lamina fogliare a contorno circolare, di forma pentagonale.
I fiori si trovano all’ascella delle foglie, solitamente raggruppati in piccoli fasci da 2 a 6, più raramente solitari. Sono di colore roseo-lilla, con particolari venature longitudinali color porpora. Il particolare colore dei fiori dà il nome alla colorazione malva.
La fioritura avviene nel periodo compreso tra maggio e agosto. Essendo una pianta mellifera è un’ottima riserva di nettare per le api.
Habitat naturale e periodo di raccolta
La malva sylvestris è diffusa su tutto il nostro territorio, dalla pianura fino ai 1.600 m di altitudine. Predilige i campi incolti, i bordi delle strade, i fossi e i terreni di riporto. E’ dunque una pianta molto facile da reperire. Se ne utilizzano le foglie giovani e i fiori, quindi il periodo migliore per la raccolta coincide con la fioritura tardo primaverile-estiva.
Contenuto
La malva sylvestris è una pianta ampiamente utilizzata in erboristeria. I suoi costituenti principali sono: un alto contenuto di mucillagini, flavonidi, composti antociani, vitamine del gruppo B (B1, B2), vitamina A e C, beta-carotene, sali minerali quali potassio, glucosio, ossalato di calcio, resine, pectine, proteine. I fiori contengono anche l’olio essenziale e il glucoside malvina.
Proprietà terapeutiche
Tutti questi elementi, combinati tra loro, le conferiscono le seguenti proprietà: emolliente, calmante, antinfiammatoria, espettorante, antispasmodica e blandamente lassativa.
Ad esempio, le proprietà antinfiammatorie ed emollienti vengono sfruttate attraverso la preparazione di infusi e decotti e servono per alleviare, con uso interno, le infezioni del cavo orale e intestinale. Parliamo quindi di: bronchiti, tosse, infezioni alla gola, catarro, asma, gastrite.
Per uso esterno, invece, si può utilizzare la malva come colluttorio. E’ efficace per gli stati infiammatori delle mucose, della bocca, della gola, per il mal di denti e per le gengive sanguinanti. In questo caso, oltre all’infuso da utilizzare come colluttorio, si possono applicare direttamente le foglie e i fiori sulla parte dolorante, dopo averli schiacciati in un piccolo mortaio.
L’azione emolliente e lenitiva degli impacchi di malva è utile anche in caso di pruriti e pelle arrossata. Ad esempio, se fate una passeggiata in montagna e venite in contatto con l’ortica cercate la malva e sfregatene le foglie sulla parte della pelle colpita. Noterete subito un rapido sollievo.
La malva è adoperata anche come blando lassativo, essendo un buon regolatore della funzione intestinale. Ha inoltre un’importante azione protettiva che riesce a esercitare con le sue mucillagini sulla mucosa intestinale infiammata.
Se non avete facilmente a disposizione la pianta, e soprattutto i suoi fiori, si possono reperire in rete delle preparazioni già pronte all’uso, come la tisana di malva (che trovate qui), l’infuso (che invece trovate qui) o ancora l’olio essenziale (che potete acquistare qui).
Da sottolineare, infine, che in ambito industriale la malva sylvestris è utilizzata per preparare dentifrici, colluttori, colliri per gli occhi, prodotti per l’igiene intima e altro ancora.
Utilizzi in cucina
Agli utilizzi in cucina della malva sono legate ricette tradizionali molto interessanti. Per queste preparazioni si usano soprattutto le foglie o i getti giovani, che si consumano tal quali come semplice insalata. La malva ha un gusto forte, che non è gradito a tutti, perciò molti consigliano di mescolarla con altre verdure o erbe selvatiche, quali il tarassaco o la portulaca.
I suoi rami più giovani, dopo una leggera cottura, sono ottimi per essere usati come contorni. In questo caso basta condirli con olio, sale, aceto o limone.
In alcuni piatti questa pianta viene usata come ingrediente per farcire la pasta ripiena, tipo i ravioli, oppure nell’impasto delle polpette o in sfiziose frittate.
I fiori di malva, infine, vengono utilizzati soprattutto per preparare la pastella ed essere fritti.