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Oggi parliamo del finocchietto selvatico (o finocchio selvatico), una pianta spontanea, di cui spesso, quando è in fiore, ci capita di avvertire il profumo nell’aria. Si tratta di una pianta aromatica conosciuta fin dai tempi antichi, che tra la fine del mese di agosto e per tutto il mese di settembre si raccoglie e si conserva. Come pianta possiede innumerevoli virtù, motivo per cui è molto ricercata e usata.
In particolare, in questo articolo concentreremo la nostra attenzione sulle proprietà dei suoi semi.
Identificazione botanica del finocchietto selvatico
Il finocchietto selvatico, in latino Foeniculum Vulgare, è una pianta erbacee appartenente alla famiglia delle Ombrelliferae. La principale caratteristica è il profumo molto intenso, virtù chela rende una preziosa aromatica. Quando la incontriamo per strada è difficile resistere alla tentazione di coglierne un rametto e sfregarlo tra le mani.
La pianta si presenta con un lungo fusto eretto molto ramificato, in particolar modo nella parte superiore. Può arrivare ad un’altezza di 2 metri ed è di colore verde chiaro.
I fiori sono di colore giallo e si formano riunendosi in delle grandi ombrelle di forma concava, composte dai 15 ai 30 raggi.
I frutti altro non sono che i semi (o acheni), che si formano con la chiusura dei fiori gialli.
Il finocchietto selvatico, ce lo suggerisce il nome stesso, è una pianta spontanea, perenne. Cresce nelle zone collinari fino ad altitudini di 1000 mslm. Tuttavia non cresce ovunque, ma predilige un clima mite, tipico delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Vista la facilità con cui si propaga e si sviluppa in maniera spontanea, è poco praticata la sua coltivazione, specie in ambito domestico, cosa che avviene invece per il suo parente stretto, il Foeniculum vulgare dulce, di cui vi abbiamo già parlato.
Più che coltivarla, questa la varietà selvatica conviene cercarla. E il mese di settembre è il periodo adatto.
La storia del finocchietto selvatico
Il finocchio selvatico ha una lunga storia che parte nell’antica Grecia, dove la pianta era già conosciuta e apprezzata. Furono poi i Romani a diffonderla nel continente europeo. Tornando alla civiltà Greca, una curiosità che non tutti sanno è che il nome Maratona, leggendaria città dove gli ateniesi sconfissero i persiani nel 490 a. C., significa proprio “campo di finocchi”. Li infatti la pianta cresceva rigogliosa e spontanea su tutta la pianura del mar Egeo, dal quale partì il famoso messaggero che di corsa copri la distanza di 40 km per raggiungere Atene.
Le proprietà dei semi di finocchio selvatico
Come anticipato i frutti del finocchio selvatico sono i semi (acheni). Nella pratica terapeutica antica i semi di finocchi sono ampiamente utilizzati per le loro proprietà benefiche per l’organismo:
- Stimolano l’appetito, migliorano la digestione e combattono la dispepsia, accrescendo la secrezione di saliva e di bile.
- Aiutano a liberarsi del meteorismo e dell’aerofagia, sono, inoltre, efficaci rimedi contro diarrea e coliche intestinali.
- Sono un efficace rimedio naturale contro l’alitosi.
- Hanno proprietà antianemiche e diuretiche.
Come si estraggono i semi di finocchio selvatico dalla pianta?
L’estrazione dei semi di finocchio selvatico è molto semplice. Basta raccogliere i fiori quando sono chiusi, quindi verso la fine del mese di settembre.
I fiori vanno poi messi ad essiccare, evitando l’esposizione diretta ai raggi solari, che ne pregiudicherebbe l’aroma intenso. Dunque bisogna scegliere un luogo ombreggiato e possibilmente ventilato.
Dopo circa una settimana i semi sono pronti per essere estratti attraverso una leggera battitura.
Come si utilizzano i semi di finocchio selvatico?
Per sprigionare le proprietà benefiche che abbiamo appena descritto, i semi di finocchio selvatico vengono utilizzati attraverso la preparazione di infusi, decotti e tisane.
La ricetta per la tisana di finocchio selvatico è molto semplice. È sufficiente mettere in 200 ml di acqua calda un cucchiaio di semi di finocchio, da filtrare e bere al momento, in piccoli sorsi.
Altro utilizzo molto diffuso dei semi del finocchietto è in cucina, come aroma naturale. Ad esempio possono essere usati per dare un odore particolare ai taralli o alla focaccia.
4 commenti
Articolo molto interessante e completo, sono molte le piate selvatiche che meritano di essere conosciute per le loro proprietà erboristiche o culinarie.
Grazie Stefano!
Mi dite se è normale che per il liquore al finocchietto ci sia un po’ di posa? Io l’ho filtrato varie volte, ma un poco riviene sempre. È normale??
Ciao Vladi. Stai tranquillo, è normale che resti un po’ di posa, anche dopo un accurato filtraggio. D’altronde stiamo preparando un liquore in casa, non lo raffiniamo come in una distilleria, non devi preoccuparti.