L’aneto, conosciuto anche come finocchio bastardo, è una pianta aromatica e officinale usata sin dall’antichità. Sempre più rado si trova allo stato spontaneo, ma per fortuna può essere riprodotto per seme, ed è quindi possibile seminarlo nell’orto, o coltivarlo in vaso sul balcone.
Dell’aneto si consumano sia le parti verdi che i semi. Viene usato in cucina come erba aromatica, ma, essendo ricco di proprietà officinali, può trovare diversi usi anche in campo erboristico e fitoterapico.
Conosciamo dunque meglio l’aneto, le caratteristiche e le proprietà della pianta. E vediamo, inoltre, la giusta tecnica di coltivazione biologica e tutti i suoi più svariati utilizzi.
Identificazione botanica e storia dell’aneto
L’aneto (Anethum graveolens) appartiene alla famiglia botanica delle Apiaceae (Ombrelliferae).
La nomenclatura di questa specie deriva, attraverso il greco anethon, dall’egiziano aniemi=allontanare i malori. Questo testimonia che nella medicina popolare la pianta veniva considerata curativa già da tempi antichi. L’altro termine, graveolens, deriva invece dal latino gravis et olens=odore intenso.
Il suo nome popolare, finocchio bastardo, è dovuto invece alla grande somiglianza con il finocchietto selvatico.
L’aneto è originario di una regione compresa tra l’antica Persia e l’India, dove cresce spontaneo. E’ una pianta naturalizzata nell’area del Mediterraneo, anche se qui sempre più di rado cresce spontanea. In Italia è presente allo stato selvatico sul medio versante adriatico, nei campi incolti di collina fino a un’altezza di 1000 m.
Caratteristiche botaniche della pianta di aneto
L’aneto è una pianta erbacea con ciclo annuale (a volte biennale). Ha un’altezza variabile da 20 cm a un metro. Ha una radice sottile e fittonante, che non scende oltre i 30 cm di profondità nel terreno.
Dalla base della pianta dipartono i fusti eretti, semplici e fistolosi, con leggere striature longitudinali. La superficie è glabra e ogni fusto è ramificato all’apice, con poche ramificazioni ascellari.
Le foglie dell’aneto sono verde scuro, alterne sui fusti, con disposizione a spirale. Sono del tipo pinnato-composto, dall’aspetto di segmenti filiformi. Sono dotate di una guaina che abbraccia il fusto stesso e una nervatura mediana.
I fiori d’aneto sono uno dei tratti distintivi della pianta. Si trovano riuniti in tipiche infiorescenze a forma di ombrella composta, ossia ombrella di ombrelle. Sono costituiti da 20-30 raggi di lunghezza diversa, dove non è presente né l’involucro, né l’involucretto, tipica struttura delle ombrellifere.
Sono inoltre piccoli, giallo-verdastri, ermafroditi e attinomorfi.
La fioritura avviene tra giugno e luglio. L’impollinazione è entomogama, assicurata da api e altri insetti impollinatori, essendo una pianta ricca di nettare.
Tra agosto e settembre (ottobre) maturano i frutti dell’aneto, vale a dire i semi. Questi sono dei diacheni (due acheni saldati lungo l’asse centrale) e vengono chiamati anche frutti secchi schizocarpici.
Sono molto piccoli, di forma ovale, appiattiti sul dorso, di colore bruno, con superficie liscia e glabra. Una volta raggiunta la maturazione si scindono in due parti.
I semi hanno un’ottima capacità germinativa, che si conserva per 2-3 anni.
Coltivare l’aneto
Esigenze climatiche
L’aneto è una pianta che ha bisogno di un clima mite per svilupparsi in modo adeguato. Gradisce un ambiente caldo e soleggiato, con temperature primaverili che non scendano troppo. Per la coltivazione dell’aneto è dunque opportuno scegliere una zona del nostro terreno soleggiata. Allo stesso tempo, però, la posizione dovrà essere riparata dai forti venti e non troppo umida.
La pianta si può coltivare in pieno campo, ma anche in vaso. Nel secondo caso avrà bisogno di maggiori cure riguardo all’irrigazione, che nei mesi estivi della fioritura deve essere garantita. In pieno campo l’apporto idrico non è necessario, a meno che non ci si ritrovi in una stagione di caldo e siccità eccessivi. In questo caso bisogna intervenire con irrigazioni d’emergenza.
Altra differenza tra la coltivazione in campo e quella in vaso, sono le dimensioni della pianta. L’aneto in campo diventa rigoglioso con facilità, con vegetazione ricca e intensa. Arriva senza problemi al metro di altezza.
Nelle coltivazioni in vaso, invece, le dimensioni sono limitate e non raggiungono altezze elevate.
Preparazione del terreno e semina
La pianta d’aneto predilige una struttura del terreno sabbiosa, con una buona dotazione di sostanza organica e pH neutro o leggermente basico.
La riproduzione avviene per semina diretta, per questo motivo il terreno deve essere lavorato finemente in fase di preparazione.
Si consiglia una concimazione di fondo leggera, usando compost domestico o humus di lombrico.
Il periodo ideale per la semina è fine inverno-inizio primavera, nel periodo compreso tra marzo e aprile.
La semina si effettua a spaglio, interrando i semi (che se non avete conservato da precedenti lavorazioni trovate qui) con un rastrello a circa 2-3 cm di profondità. Al momento dell’emergenza del seme le piante vanno diradate, lasciando alla fine circa 15-20 piante per mq.
Per evitare ibridazioni, non conviene seminare l’aneto nelle vicinanze del finocchio selvatico. Le due specie, infatti, sono interfertili.
Cure colturali
Tra le cure colturali la principale è la difesa dalle malerbe, soprattutto nelle prime fasi di crescita. Per evitare problemi di concorrenza tra l’aneto e le erbacce, è opportuno usare la pacciamatura naturale con la paglia. Questa va sistemata tra le giovani piantine quando hanno raggiunto i 15-20 cm di altezza.
Raccolta e conservazione
Dell’aneto si possono raccogliere sia le parti verdi che i semi. A seconda della finalità, cambia il periodo di raccolta. Le parti verdi si raccolgono in prefioritura, verso giugno. I semi, invece, sul finire dell’estate, quando la pianta inizia a ingiallire e le ombrelle dei fiori a seccarsi.
I semi si ricavano dopo la battitura delle infiorescenze e possono essere conservati in contenitori con chiusura ermetica, come un vasetto di vetro.
Le parti verdi si possono essiccare all’ombra e conservare in sacchetti di carta. Volendo le parti fresche possono essere conservate in congelatore.
Proprietà dell’aneto e utilizzi officinali
L’aneto è una pianta usata sin dall’antichità, non solo per il suo spiccato aroma, ma anche per le proprietà officinali.
Gli antichi Egizi lo apprezzavano molto come calmante, ma allo stesso tempo gli attribuivano significati magici. A conferma di ciò, nelle tombe dei faraoni sono stati rinvenuti semi d’aneto, come simbolo di divinità.
Oggi l’impiego dell’aneto è confermato nella medicina naturale, grazie alla presenza dell’anetolo, sostanza impiegata anche in farmacia, come vermifugo e carminativo.
Altre proprietà di questa pianta sono: antispasmodiche, antidispeptiche, diuretiche, antinfiammatorie, stomachiche e antifermentative. Queste proprietà sono sfruttate in ambito erboristico per la preparazione di infusi, estratti fluidi e tinture.
L’infuso di aneto è ottimo come digestivo e per combattere l’insonnia. Nei paesi dell’Europa Orientale viene utilizzato per riprendersi da forti ubriacature.
Un altro curioso impiego dell’aneto è quello dei semi masticati contro l’alitosi.
Dall’aneto si ricava inoltre un olio essenziale, che può essere di due tipi. Il primo tipo è quello ricavato dai frutti immaturi e dalle sommità fiorite, molto usato nell’industria alimentare per aromatizzare sottaceti, condimenti, patatine fritte (chips), caramelle, chewing gum. Il secondo è l’olio essenziale di aneto ricavato dai semi maturi, usato soprattutto nell’industria dei saponi e dei profumi.
Se non avete la possibilità di coltivarlo nel vostro orto domestico, qui potete trovare molti ottimi prodotti a base di aneto.
Utilizzi dell’aneto in cucina
L’utilizzo più diffuso e semplice dell’aneto è quello in cucina. Come accennato l’aroma dell’aneto ricorda quello del finocchietto, tuttavia è molto più intenso e penetrante.
In cucina aromatizza diverse preparazioni e se ne usano sia le parti verdi (fresche o essiccate) che i semi maturi.
Le piante giovani possono essere consumate tal quali, condite con limone e olio extravergine d’oliva italiano e biologico (come questo).
L’aneto fresco tritato è invece ideale per insaporire minestre, zuppe e secondi piatti a base di carni e pesce.
Le parti verdi fanno inoltre un’ottima figura per accompagnare le patate lesse, i formaggi freschi e per preparare salse particolari.
I semi maturi (interi o macinati), infine, si usano molto nelle conserve, ad esempio nelle olive schiacciate sott’olio o nei cetrioli sott’aceto.
L’aroma delicato dell’aneto viene anche sfruttato in pasticceria e per preparare di liquori.