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Negli ultimi anni, sempre più persone si sono appassionate al mondo delle piante grasse, tra cui la pianta del delfino, conosciuta anche come Senecio peregrinus. Questa affascinante pianta grassa, originaria del Sud Africa, ha catturato l’attenzione dei coltivatori per la sua bellezza unica e per la sua relativa facilità di coltivazione. Le sue foglie a forma di delfino, infatti, ne fanno una pianta molto decorativa e apprezzata in molti contesti, dalle case alle sale d’attesa degli uffici. In questo articolo, scopriremo come coltivare la pianta del delfino, i suoi requisiti di luce, terreno e irrigazione, e i trucchi per farla crescere sana e rigogliosa.
Se sei un appassionato di piante grasse o se vuoi semplicemente aggiungere un tocco di originalità alla tua collezione di piante, continua a leggere per saperne di più sulla pianta delfino.
Che tipo di pianta è la pianta delfino?
Senecio peregrinus è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Asteraceae. In natura nelle zone costiere ed è chiamata pianta delfino per le sue foglie, che assomigliano alla forma di un delfino in miniatura. Le foglie sono di colore verde-azzurro e presentano delle piccole bolle traslucide che conferiscono loro un aspetto particolarmente decorativo.
La pianta sviluppa lunghi tralci ricadenti che le rendono perfetta per essere coltivata in vasi sospesi o su un davanzale.
Come altre piante grasse, la pianta del delfino ha la capacità di immagazzinare acqua nelle sue foglie, il che le consente di sopravvivere a periodi di siccità. Grazie alla sua bellezza e alla relativa facilità di coltivazione, la pianta del delfino è diventata una scelta popolare tra gli appassionati di piante grasse e di giardinaggio in generale.
Si tratta di una pianta ibrida, ottenuta dall’incrocio tra la Senecio rowleyanus (pianta del rosario) e la Senecio articulatus (pianta delle perle).
Qual è la posizione migliore per la pianta delfino?
La pianta del delfino si sviluppa al meglio in una posizione luminosa, ma senza luce diretta. I raggi del sole possono infatti bruciare le foglie e quindi danneggiare la pianta. È consigliabile posizionare la pianta del delfino vicino a una finestra orientata a est o a ovest, in modo da ricevere luce solare indiretta durante gran parte della giornata. In ogni caso, è importante evitare di esporre la pianta a sbalzi termici o correnti d’aria, che possono danneggiarla.
Qual è il suo habitat naturale?
Come detto Senecio peregrinus è originaria del Sud Africa, dove cresce in natura nelle zone costiere della provincia del Capo Occidentale e del Capo Settentrionale. Questa pianta succulenta prospera in habitat aridi e semi-aridi, caratterizzati da inverni freschi e umidi e da estati calde e secche. In natura, la pianta delfino cresce spesso su pendii rocciosi o su scogliere costiere, dove riesce ad adattarsi alle condizioni climatiche difficili grazie alla sua capacità di immagazzinare acqua nelle foglie succulente.
Oltre al Sud Africa, non è presente allo stato spontaneo in nessun’altra parte del mondo. Tuttavia, grazie alla sua bellezza e alla sua relativa facilità di coltivazione, Senecio peregrinus è stata diffusa in altri paesi come pianta ornamentale. Oggi, è coltivata ad esempio negli Stati Uniti, in Australia, in Nuova Zelanda, nel Regno Unito, in Italia e molti altri paesi europei, sia in giardini privati che in pubblici parchi e giardini botanici.
Qual è il terreno ideale per coltivare la pianta delfino?
La pianta delfino ha bisogno di un terreno ben drenato con una buona dotazione di sostanza organica per crescere sana e rigogliosa. Un mix di terra da giardino, sabbia e perlite può fornire un buon substrato di coltivazione. Inoltre, è importante che il terreno sia neutro leggermente acido, con un pH compreso tra 6,0 e 6,5. È possibile controllare il pH del terreno utilizzando un kit per il pH del suolo, disponibile presso i negozi di giardinaggio.
La pianta delfino non tollera terreni troppo umidi, quindi è consigliabile evitare di utilizzare terreni pesanti e argillosi, che possono trattenere troppa acqua. In alternativa, è possibile aggiungere della sabbia o della perlite al terreno per migliorarne il drenaggio.
Come si irriga nel modo corretto la Senecio peregrinus?
La pianta delfino è una pianta succulenta e, come tale, ha bisogno di essere irrigata con moderazione. In genere, è sufficiente innaffiarla ogni 10-14 giorni, a seconda delle condizioni ambientali. Prima di innaffiare la pianta, è importante verificare che il terreno sia completamente asciutto. In caso contrario, è meglio attendere qualche giorno prima di annaffiare nuovamente. Quando si innaffia la pianta delfino, è importante evitare di bagnare le foglie, in quanto l’acqua può accumularsi nelle bolle traslucide presenti sulla superficie e provocare la formazione di marciume o muffa. È quindi preferibile bagnare il terreno alla base della pianta, utilizzando acqua a temperatura ambiente. Inoltre, è importante evitare di lasciare l’acqua stagnante nel sottovaso, che può causare il marciume delle radici. Si consiglia quindi di svuotare il sottovaso dopo ogni annaffiatura.
Di quale clima necessita e a che temperature cresce bene?
La pianta delfino si adatta bene a climi caldi e secchi. In generale cresce con temperature medie tra i 18 °C e i 24 °C durante il giorno e tra i 10 °C e i 15 °C durante la notte. Tuttavia, questa pianta può tollerare temperature leggermente più basse, fino a circa 5 °C, purché sia protetta dalle gelate. In condizioni di freddo e umidità eccessivi, la pianta del delfino può sviluppare malattie fungine o marciume delle radici, quindi è importante assicurarsi che la pianta sia collocata in un’area ben ventilata e con una buona circolazione dell’aria.
Come si pota correttamente la Senecio peregrinus?
La pianta delfino non richiede una potatura regolare, ma può essere potata per mantenere la forma o per eliminare eventuali parti danneggiate o malate. Quando si pota la Senecio peregrinus è importante utilizzare delle forbici ben affilate e disinfettate con alcol denaturato per evitare la diffusione di malattie. Inoltre, è preferibile effettuare la potatura durante la stagione primaverile o estiva, quando la pianta è in fase di crescita attiva.
In generale, è importante non potarla eccessivamente, poiché potrebbe rallentare la crescita o addirittura danneggiarla.
Per la potatura della pianta delfino, è possibile seguire questi semplici passaggi:
- identificare le parti della pianta che necessitano di potatura, come rami morti o malati, foglie ingiallite o parti danneggiate.
- si consiglia di effettuare il taglio appena sopra un nodo, ovvero l’area in cui una foglia si attacca al ramo, in modo da stimolare la crescita di nuovi rami.
- dopo la potatura, è possibile applicare una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio sulla zona tagliata per disinfezione.
Come moltiplicare la pianta delfino?
La pianta delfino si moltiplica facilmente con la tecnica della talea. Per farlo basta prelevare una porzione di fusto sano lunga circa 10-15, rimuovere le foglie alla base e metterla a dimora in un piccolo vasetto con torba e perlite. L’operazione va fatta in primavera-estate, mantenendo il terreno sempre ben umido. In poche settimane la porzione di fusto interrata emetterà nuove radici e avrete creato una nuova piantina.
La pianta delfino è tossica? Quali sono i sintomi e i rimedi di un suo avvelenamento
Sì, la pianta delfino è considerata tossica se malauguratamente ingerita, poiché contiene composti chimici chiamati alcaloidi pirrolizidinici (AP) che possono causare danni al fegato e ad altri organi se ingeriti in grandi quantità.
I sintomi di avvelenamento da Senecio possono includere nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, disturbi del sonno, vertigini, tremori, convulsioni e perdita di memoria. Inoltre, l’avvelenamento da Senecio può causare lesioni al fegato, insufficienza epatica e persino la morte in casi estremi.
Se si sospetta di aver ingerito parti della pianta del delfino o qualsiasi altra pianta tossica, è importante cercare immediatamente assistenza medica. In caso di avvelenamento, il trattamento può includere il lavaggio dello stomaco, la somministrazione di farmaci per prevenire i danni al fegato e il monitoraggio delle funzioni vitali.
Per prevenire l’avvelenamento da Senecio, è importante tenere la pianta lontano dalla portata dei bambini e degli animali domestici, nonché evitare di toccare o mangiare qualsiasi parte della pianta. Inoltre, è importante smaltire correttamente i resti della pianta, evitando di lasciarli a portata di animali e bambini.
Uno studio pubblicato sulla rivista “Frontiers in Pharmacology” nel 2020 ha analizzato l’effetto tossico degli alcaloidi pirrolizidinici (AP) presenti nelle piante del genere Senecio sul fegato e altri organi, oltre ai meccanismi di tossicità e alle misure di trattamento dell’avvelenamento.
Inoltre, un secondo studio, pubblicato sulla rivista “Journal of Veterinary Diagnostic Investigation” nel 2009 ha descritto un caso di avvelenamento da Senecio in un cavallo e ha discusso i sintomi clinici, i test di laboratorio e il trattamento dell’avvelenamento.