La perlite è un materiale di origine vulcanica che trova largo impiego in agricoltura come substrato di coltivazione, specie nel florovivaismo, quindi nella coltivazione in vaso. Per l’uso agricolo si parla più propriamente di perlite espansa. Si tratta di un elemento facile da usare ed è dunque ideale per l’ambito domestico, in modo particolare per le colture in vaso di piante ornamentali o da frutto. Come sappiamo, nelle coltivazioni in vaso si utilizza un substrato diverso dal terreno agrario e, in genere, vengono preferiti dei miscugli. La perlite è ottima per la realizzazione dei mix di terreno, in quanto migliora le caratteristiche tecniche finali del miscuglio stesso.
Vediamo quindi nello specifico cos’è la perlite, i vantaggi del suo uso per le piante in vaso e le modalità di applicazione.
Cos’è la perlite
Da un punto di vista tecnico, la perlite è una roccia vulcanica vetrosa effusiva che in natura si presenta con un colore variabile tra il grigio e il rosa.
Cos’è la perlite espansa
Quando la perlite viene portata a temperature tra i 550 e i 900 °C, riuscendo ad espandere il proprio volume fino a 20 volte, otteniamo la perlite espansa. L’espansione avviene per effetto della vaporizzazione dell’acqua, in un processo irreversibile in cui si generano dentro i granuli delle bolle. Queste donano al materiale estrema leggerezza, capacità assorbente (porosità), termoisolamento e il suo tipico colore bianco.
I granuli di perlite espansa sono quelli che si osservano di solito nelle piante in vaso in vendita negli store, anche se questa viene commercializzata in diverse granulometrie.
Osservandola al microscopio si può notare la struttura microporosa che conferisce le caratteristiche fisiche finali del materiale. Da sottolineare che durante l’intero processo di produzione, dalla frantumazione della roccia vulcanica alla sua cottura, non vi sono emissioni nocive, per cui il prodotto finale risulta eco-sostenibile, così come abbiamo visto per le altre polveri di roccia usate in agricoltura.
I vantaggi della perlite espansa
La perlite espansa nelle coltivazioni in vaso consente un miglior sviluppo dell’apparato radicale, evitando fenomeni di ristagno d’acqua, asfissia e compattamento, fattori delicati, i quali causano i principali problemi delle piante in vaso. Le malattie fungine, specie quelle che colpiscono il colletto delle piante, derivano infatti dalla difficoltà del terriccio di assorbire tutta l’acqua che viene somministrata. In sintesi, i vantaggi di questo materiale sono:
- miglioramento della capacità di ritenzione idrica, grazie alla micro e macro porosità del materiale;
- migliore drenaggio del substrato;
- mantenimento costante della temperatura del substrato, condizione che favorisce un adeguato sviluppo radicale ed evita pericolosi stress alle radici;
- ossigenazione dell’apparato radicale e quindi minori rischi di asfissia;
- miglior assorbimento dei concimi organici.
Per quali piante si usa?
La perlite espansa non ha controindicazioni, in quanto, ad esempio, non altera il pH del terreno. Certo, ci sono piante che tollerano meglio di altre il ristagno idrico, ma in generale un buon assorbimento dell’acqua è ben gradito da tutte le colture.
È fondamentale, invece, per quelle piante più delicate, che in caso di marciumi causati dalla troppa acqua rischiano di morire. Un esempio pratico sono le piante d’appartamento, quali la monstera, la dracena, il ficus benjamin, la sansevieria, la pianta del rosario, la stella di Natale, l’anthurium…
Il suo uso è altresì consigliato nella coltivazione di ortaggi in vaso, come pomodori, peperoncini, zucchine ecc.
Per finire, particolari benefici si hanno impiegandola nei vasi di piante aromatiche e spezie, molto diffuse negli orti sui balconi. Tra queste citiamo: prezzemolo, basilico, rosmarino, salvia, menta piperita, timo, pianta dell’incenso, sedano, stevia, origano, lavanda, melissa, zenzero, curcuma ecc.
Come usare la perlite espansa e dove trovarla
Come accennato, di solito la perlite espansa si usa nei mix di substrati, in altre parole mescolata al terriccio. In commercio si può trovare in pratici sacchetti o già mixata con il terriccio per piante specifiche, come ad esempio le piante grasse.
Aggiunta al terriccio si usa la perlite espansa in percentuale del 5-10%, che già a questo dosaggio consente di migliorare di molto la qualità finale del substrato di coltura.
La perlite espansa è facile da aggiungere al terriccio nel momento del travaso, operazione comune per le piante in vaso nel momento dell’acquisto o nel corso degli anni, quando le radici hanno saturato il contenitore.
Il consiglio è di mescolare bene perlite e terriccio, in modo da ottenere un mix uniforme. Il modo migliore per farlo è a mano.
Le talee
Se siete appassionati della riproduzione agamica (vegetativa) delle piante con la tecnica della talea, potete usare la perlite espansa come substrato unico per l’attecchimento iniziale. In altre parole, potete fare la talea direttamente nella perlite espansa. Questo vale soprattutto per le talee estive, che per emettere nuove radici hanno bisogno di un substrato molto umido e quindi continue irrigazioni. In questo modo potrete irrigare senza rischi di ristagno, restituendo alla talea l’umidità necessaria a sviluppare il nuovo apparato radicale.
Com’è ovvio, si possono usare anche mix già pronti (magari realizzati da voi9, alzando la percentuale di perlite al 50%.