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Il capelvenere (Adiantum capillus-veneris) è una particolare felce della famiglia delle Adiantaceae. Cresce spontanea in tutte le regioni italiane, ma con le dovute accortezze si può anche coltivare in casa. Questa pianta è da sempre apprezzata per la delicatezza e il portamento, tanto che il suo nome evoca i capelli di Venere, la divinità greca della bellezza.
Oltre all’aspetto estetico, il capelvenere vanta numerose proprietà benefiche, per cui è da sempre usata in erboristeria, fitoterapia e cosmetica. Come tutte le felci, in natura si riproduce attraverso le spore, con un meccanismo molto delicato e non facile da riprodurre in ambito domestico. Tuttavia, grazie a una tecnica di riproduzione agamica è possibile provare a coltivarla in casa.
Scopriamo quindi tutti i segreti dell’Adiantum capillus-veneris.
Caratteristiche botaniche del capelvenere
Il capelvenere è una piccola felce perenne, con un rizoma strisciante e variamente ramificato. Nella porzione superiore, il rizoma è coperto di squame triangolari di colore nerastro, da quella inferiore partono le radici. Ha portamento ricadente e, nell’ambiente adatto, può occupare superfici estese svariati metri.
Fronde
Le foglie del capelvenere prendono il nome di fronde, sono inserite all’apice del rizoma con un lungo e sottile picciolo, color bruno-lucido. Hanno il contorno ovale, sono bi o tri-pennatosette. Le singole foglioline hanno un corto picciolo e forma ovale asimmetrica. La base è cuneata, mentre l’apice è variamente inciso in piccoli lobi. Il loro colore è verde chiaro da giovani, verde intenso da adulte, con le nervature sempre più scure e sporgenti, la consistenza è cartacea. Il margine ripiegato le protegge dalle formazioni dove si riproducono le spore. Queste fronde flessuose e ricadenti ondeggiano leggere ad ogni alito di vento.
Riproduzione naturale
Il capelvenere, così come tutte le altre felci, è una pianta priva di fiori e semi. La riproduzione sessuata avviene attraverso le spore, che è possibile osservare sulla pagina inferiore delle foglie. Le spore si trovano dentro gli sporangi, quest’ultimi sono riuniti in formazioni chiamate sori. In natura, quando le spore sono pienamente mature, vengo trasportate dal vento e finiscono per posarsi su un substrato ideale da cui nascono nuove piante. Questo meccanismo è piuttosto complesso da riprodurre in ambito domestico, ma in seguito vedremo come creare nuove piante di capelvenere con una semplice tecnica.
Dove cresce il capelvenere
Il capelvenere spontaneo cresce nei luoghi umidi, dal piano fino alla zona submontana. È possibile trovare la pianta ai margini dei boschi, nel sottobosco, vicino alle cascate, all’imboccatura delle grotte, nei pozzi e nelle fessure delle rocce di origine calcarea.
Come coltivare il capelvenere
Riprodurre in un orto o in giardino le condizioni ambientali ideali per la crescita del capelvenere non è affatto semplice. Come visto, la pianta cresce in luoghi ombrosi e umidi, e non ama il sole e la luce troppo intensa. Non ha altresì particolari esigenze in fatto di temperature, e cresce nella maniera ottimale intorno ai 18 °C. Per questi motivi l’ambiente migliore per coltivare il capelvenere è l’interno delle abitazioni, in vaso, scegliendo un luogo riparato da forti correnti d’aria, che non prenda la luce diretta del sole, lontano da condizionatori in estate e fonti di riscaldamento in inverno.
Piccole piante in vaso per avviare la coltivazione si trovano facilmente nei negozi di piante ornamentali (le trovate qui).
Terreno
Per coltivare il capelvenere in vaso occorre preparare un mix di terriccio composto da 3/5 di torba (come questa), 1/5 di sabbia grossolana e 1/5 di humus di lombrico, che potete acquistare nei negozi specializzati e che servirà come concimazione di base. Sul fondo del vaso andranno sistemati dei ciottoli o dell’argilla espansa (come questa) in modo da far defluire velocemente l’acqua in eccesso.
Irrigazione
Un’irrigazione costante, associata ad una certa umidità ambientale è fondamentale per la coltivazione del capelvenere in casa. Bisogna tenere il terriccio sempre ben umido, quindi innaffiare con regolarità, ogni giorno in primavera e in estate, due volte a settimana in autunno e in inverno.
Altra operazione da fare nelle stagioni calde è la frequente bagnatura delle fronde con acqua a temperatura ambiente, usando un vaporizzatore. Non usare assolutamente prodotti fogliari lucidanti, in quanto occludono i pori e determinano l’appassimento della pianta.
Bagnature così generose vanno incontro al problema del ristagno idrico, che in natura non esiste. Per evitarlo, va scelto un sottovaso dal bordo abbastanza alto su cui va sistemata dell’argilla espansa. Sopra l’argilla espansa si poggia il contenitore, il quale dovrà essere preferibilmente in terracotta.
L’argilla espansa ha il compito di assorbire l’acqua in eccesso e allo stesso tempo cedere gradualmente umidità alla pianta.
Rinvaso e moltiplicazione
Il capelvenere ha un buon ritmo di crescita, per cui deve essere rinvasato una volta l’anno, scegliendo un vaso di dimensioni di poco superiori al precedente.
Quando acquistiamo la pianta è molto probabile che sia in un vaso piccolo e che abbia quindi bisogno subito del rinvaso. Il periodo migliore per farlo è l’inizio della primavera.
Il momento del rinvaso è perfetto per la moltiplicazione agamica della pianta, con la tecnica della suddivisione dei cespi. Questa tecnica è molto semplice, basta estrarre la pianta dal vaso con tutta la zolla e procedere a districare e dividere l’apparato radicale rizomatoso, creando due o più nuove piantine. Le piantine di capelvenere così ottenute andranno messe a dimora in vaso singolarmente, utilizzando il mix di terriccio visto in precedenza.
Potatura
Il capelvenere non si pota, l’unico intervento periodico da fare è quello della rimozione di fronde secche o danneggiate.
Raccolta e conservazione del capelvenere
Il capelvenere è una pianta ricca di proprietà, custodite nelle fronde, le quali si raccolgono in giugno-luglio recidendole alla base del picciolo. Le fronde si possono essiccare in strati sottili o riuniti in mazzetti ottenuti legando insieme i piccioli.
L’essiccazione va fatta in un luogo areato e assolutamente all’ombra. Una volta secche, le fronde si conservano in recipienti di vetro o ceramica posti lontano dalla luce.
Proprietà e utilizzi
I principi attivi delle fronde del capelvenere sono: tannini, sostanze amare, olio essenziale e mucillagini. La pianta possiede diverse proprietà mediche: antidiabetiche, anticonvulsivanti, analgesiche, ipocolesterolemizzanti, goitrogeniche, antitiroidee, antibatteriche, antimicotiche, cicatrizzanti, antiobesità, anti caduta dei capelli, antiasmatiche, antinfiammatorie, antidiarroiche e antispasmodiche, antiossidanti e effetti diuretici, antiurolitiatici e disintossicanti.
È quindi molto utile contro raffreddore, tosse e influenza. Le proprietà decongestionanti ne fanno, ancora oggi, un utile coadiuvante naturale alle terapie mediche moderne.
Il sapore gradevole dell’infuso ne suggerisce un uso confortante in forma di tisana (1 g di pianta secca in 100 ml d’acqua).
Per il suo contenuto in tannini ha inoltre un tradizionale impiego in cosmetica, per frizioni sul cuoio capelluto grasso e con forfora.
Per una preparazione domestica ad uso esterno si fa un decotto, usando 10 g di fronde in 100 ml d’acqua. In alternativa, sono disponibili numerosi prodotti già pronti.